Fantascienza/Lettera di un politico onesto al pentito Moio per il quale «il 95% dei politici reggini è portato dai clan»

«Tutti i politici a Reggio venivano portati da qualche clan»: e’ questo il titolo con il quale www.corrieredellacalabria.it poche ore fa introduceva il pezzo della collega Alessia Candito sulla deposizione del collaboratore Roberto Moio, nipote di Giovanni Tegano, nel processo all’ex assessore comunale di Reggio Calabria Giuseppe Plutino.

Detto che delle parole dei pentiti mi fido in generale quanto il mio adorato Totti può fidarsi della lealtà sportiva di un difensore, e detto che non ho trovato smentite a quelle dichiarazioni, vorrei concentrarmi – oggi e non quando Reggio Calabria sarà chiamato al rinnovo del consiglio comunale attualmente sostituita da una terna commissariale che, a quanto pare, rimarrà in carica fino alla primavera 2014 – non solo sul titolo (di per è già devastante) ma, di conseguenza, anche sull’incipit del pezzo di cronaca della collega (tutti i quotidiani locali ne hanno comunque dato conto).

«Il 95% dei candidati in campagna elettorale cerca e ottiene l’appoggio dei clan. Io sapevo che i Caridi portavano Plutino»: ecco cosa proclama ad un certo punto Moio.

Una conferma all’impianto accusatorio con cui il pm Stefano Musolino a portato a processo l’ex assessore comunale Plutino, sulla cui innocenza o colpevolezza non debbo certo esprimermi io.
L’articolo si conclude così: «Tutti i politici a Reggio Calabria venivano portati da qualche clan. Quando c’è la parentela non si chiedono soldi, i favori vengono dopo nel campo degli appalti, dei posti di lavoro… Per Plutino sapevo che non era questione di soldi dice Moio sicuro, rispondendo alle domande dell’avvocato Andrea Alvaro, legale dell’ex politico –. Lui doveva salire e basta. Plutino era un caso a parte perché era portato dalla sua famiglia di 'ndrangheta».

Ora – ripeto – sarà un giudice (o più) a dover decidere su queste accuse e, infatti, non è di questo che rifletto ma della inesistente reazione della classe politica reggina a queste devastanti deposizioni in un’aula di Tribunale.

Ora, sapete bene quel che penso – in generale – della poltica e di quella calabrese in particolare. Non comprerei un pacchetto di stuzzicadenti (che peraltro mi repellono) da nessuno di loro per paura di trovarli tutti usati. Che siano di centro, destra o sinistra (ammesso e non concesso che queste differenze in Calabria esistano) preferirei trovarmi in una vasca di squali veri piuttosto che a colloquio con certi squali politici travestiti da agnelli.

LETTERINA A MOIO

Ciò detto  – però – sarebbe avvilente e qualunquistico ritenere che non ci siano politici degni di questo nome, vale a dire soggetti che antepongono il bene collettivo a quello personale: che essi siano in erba o già radicati. Ci sono? Ci siete?

Ebbene da questi ultimi (se esisotono) mi sarei aspettato un sussulto di dignità, uno scatto di rabbia, un’incazzatura che avrebbe, più o meno, dovuto suonare così: «Caro Moio (si fa per dire, ndr) non ci conosciamo ma la esorto: sputi tutti i nomi dei politici portati in Comune, Provincia o Regione che conosce e sputi quelli di chi potrebbe fare i nomi degli altri. Tanto la ‘ndrangheta, ce lo insegnano i professori e le sentenze, è unitaria. E’ una grande famiglia. Ergo, per uno come lei, imparentato con i Tegano, vale a dire pappa e ciccia con i De Stefano che ne hanno allevati e come di puledri di razza, non dovrebbe essere difficile aiutare i pm e i giudici –  ai quali spetterà rispettivamente il compito di trovare le prove, sostenere l’accusa e giudicare –  a ricostruire il puzzle dei politici puzzoni. Lei dice che il 95% è sostenuto dai clan: a quale periodo storico si riferisce? Di grazia, almeno può dirci chi sono quei 5 che si salvano o che si sono salvati? Sa com è, io, che le rispondo e la sfido, sono un politico sicuro di essere fra quei cinque. Non ho mai chiesto un voto alle cosche. Anzi, gli  uomini di ‘ndrangheta mi fanno schifo e, più schifo di loro, quaquaraqua a mezzo servizio di menti raffinate che qualcuno inopinatamente chiama zona grigia anziché nera come il peccato,  mi fa schifo quel brodo primordiale in cui, insieme a loro, sguazzano moltissimi politicanti, professionisti corrotti, servitori infedeli dello Stato, massoni deviati e presunti uomini di Chiesa che solo a pensarci, visto che alcuni che hanno fatto carriera fino a qualche anno fa sguazzavano nelle anticamere politiche di anime nere della Reggio bene, mi viene il vomito. Di grazia può aiutare le Procure – lei che è collaboratore di Giustizia e dunque è ora dalla parte dello Stato, cioè anche dalla mia parte – a redigere l’elenco dei puzzoni travestiti da pulcino pio? Sa com è, vorrei gridare a tutti i reggini, ben prima delle prossime elezioni nelle quali tutti, a parole, diranno di sposare programmi di legalità, che io,  dei voti che puzzano di ‘ndrangheta o che della stessa sono imbevuti, non ho mai saputo che farmene e non so che farmene e aggiungo che,  se mai verrò eletto o rieletto, non dovrò di conseguenza scambiare né ora né mai alcun favore, denaro o pubblica utilità con quei pezzenti delle cosche e dei più ampi sistemi criminali.

Cordialmente suo (si rifa per dire) ».

Segue firma .

 

OPPURE…

Ebbene questo – più o meno – mi sarei aspettato dai partiti e dai politici reggini. Invece – a 24 ore di distanza da quelle brutali dichiarazioni – il nulla eterno. Il silenzio assoluto. Tanto, ciascuno, ha pensato che l’ennesimo pentito che spara merda sulla politica ce l’aveva con il drimpettaio. Mica con me…E che rispondo a fare io? E che parla a fare il mio partito? Noi siamo puliti, loro sono roba fetusa, noi no…Candidi come vergini nei pornoshop e poi…E poi le elezioni, sono lontane. La ggente dimentica…La ggente è disperata…Non è il caso di esporci…Magari tra qualche mese quei cazzo di voti delle cosche faccio finta, anzi facciamo finta di non prenderli, così siamo più credibili, ma…

E’ troppo “hard” quell’appello? Politici reggini, aspiranti politici reggini, ex politici reggini, voi che siete nel 5% che non prende, non cerca e non scambia i voti delle cosche e della cupola mafiosa, che merda sono e merda rimangono, lascio a voi trovare le parole ma, vi chiedo a nome della collettività che vorrete amministrare o che avete amministrato: fatevi avanti ora, se avete dignità, palle e zero scheletri nell’armadoio e rispondete a Moio.

Altrimenti ha ragione lui. Basta saperlo. E – per i reggini – accettarlo.

r.galullo@ilsole24ore.com