Il sindaco di Firenze e aspirante leader Matteo Renzi, che conosco personalmente, è uomo quanto mai lontano dalle vicende calabresi ma il 25 ottobre a Radio24 ha dichiarato che «Rosy Bindi non deve dimettersi dalla presidenza dell’Antimafia, ma dia un segnale politico rinunciando all’indennità di 3.000 euro al mese che le spetta per questo ruolo». Nell'intervista ha suggerito all’esponente parlamentare del Pd anche di rinunciare alla nomina di nuovi consulenti alla commissione Antimafia e di procedere ad «aprire invece un ufficio a Reggio Calabria dove potrebbe andare ogni settimana per impegnarsi ancora di più contro la criminalità».
Quel che dovevo dire sulla Commissione parlamentare antimafia l’ho detto in tempi non sospetti (si veda, da ultimo il mio articolo su questo blog del 30 settembre) e dunque sapete come la penso: questa Commissione – viste le premesse e nonostante la schiena dritta di Rosanna Scopelliti, l’unica che condivisibilmente ha annunciato di disubbidire al Pdl o come caspita si chiama, sulle presenze nel corso delle sedute – sarà e farà un buco nell’acqua.
Non sono io a dover dare consigli a Renzi ma leggo, proprio oggi, quel che scrive sul Corriere della Calabria Paolo Pollichieni (che invece non conosco personalmente) sull’ultimo numero del settimanale che dirige. Pollichieni si dichiara «in attesa che l’Onu apra una sede a Reggio Calabria e una filiale ad Archi».
Detto della Commissione parlamentare antimafia a Reggio, avanzati i dubbi sul suo ufficio calabrese (del resto qualcuno sa cosa ha prodotto di concreto la Commissione regionale calabrese guidata dal tenero Salvatore Magarò?), mi permetto di affinare l’idea sulla sede Onu che magari – su come si apre un ufficio a Reggio Calabria – può sempre chiedere lumi al Sismi (si vedano i passaggi della Commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti della scorsa legislatura sulla morte del comandante Natale De Grazia).
L’ufficio che l’Onu dovrebbe aprire a Reggio (anzi: trasferire a Reggio dal Vienna International Centre in Wagramer Strasse 5) è l’Unodc (United nations office in drugs and crime), vale a dire l’Ufficio che si occupa di criminalità organizzata e narcotraffico. Ha senso tenerlo a Vienna? Certo che si, essendo capitale con vista sull’Europa del Sud, del Nord e soprattutto Balcani. Ha maggior senso trasferirla a Reggio Calabria, capitale europea (e tra le capitali mondiali) delle peggiore connections criminali? Assolutamente si, visto che Reggio non ha solo la vista sulle mafie indigene e internazionali, ma dispiega tutti e 5 i sensi (oltre alla vista, udito, olfatto,gusto e tatto).
Quanto alla filiale di Archi che – per chi non lo sapesse – è il crocevia mondiale delle alchimie mafiose italiane e romane, mi permetto di dissentire parzialmente. Ad Archi metterei soltanto volontari che distribuiscano volantini con l’indicazione della filiale dell’Unodc, da dislocare, idealmente, nel cuore della politica allevata a leggi e vangelo (non quello degli Evangelisti), dello Stato deviato, dei professionisti venduti e dei giornalisti al soldo della cupola mafiosa. Solo che nessuno sa dove si incrocino esattamente queste direttrici. O forse si e per questo anche (e sottolineo: anche) l’Onu ne starà alla larga. Salvare Reggio e la Calabria è una missione che manco i Caschi blu…
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