Se piace a tutti mi adeguo.
Mi riferisco alla novità votata ieri con un emendamento al decreto legge (dl 101 del 31 agosto) sulla pubblica amministrazione che consente (consentirebbe perché ovviamente il provvedimento non è ancora definitivo) alla Dia, la Direzione investigativa antimafia, di allargare la famiglia.
La Dia – che già si avvale di personale della Polizia di Stato, dell'Arma dei Carabinieri e del corpo della guardia di Finanza – potrebbe infatti aprirsi alla Polizia penitenziaria e al Corpo forestale dello Stato, che proprio in questi giorni compie 191 anni di vita.
Il direttore della Dia, Arturo De Felice, nel corso dell’odierna inaugurazione della nuova sede della Liguria a Genova ha commentato la notizia. «La decisione del Parlamento – ha spiegato poche ore fa De Felice – ci offre la possibilità di utilizzare sul territorio questi uomini e di incrementare la nostra attività investigativa».
Già studiate anche le modalità d'impiego: «La Forestale – ha proseguito il direttore De Felice – sarà utilizza per puntellare meglio alcuni centri operativi più esposti alla criminalità settoriale e in particolare la lotta all'ecomafia e l' agromafia; la penitenziaria invece verrà utilizzata in zona dove esistono case circondariali di massima sicurezza».
Tutti felici. Anche il viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico. «Il provvedimento che apre la via alla partecipazione del Corpo forestale dello Stato alla Direzione investigativa atimafia anche a livello territoriale – ha dichiarato – è un'ottima notizia. La presenza del Corpo forestale dello Stato rafforza la capacità operativa della Dia, soprattutto in campo ambientale e agroalimentare dove spesso si concentrano interessi criminali. Con questo inserimento si copre un vuoto nell’attività di contrasto alla criminalità intervenendo in un ambito disciplinare su cui il Corpo Forestale svolge un grandissimo ed efficacissimo lavoro sul tutto il territorio nazionale. Proprio la grande conoscenza del territorio e la specificità di intervento su ambiti in cui spesso si concentra l’attività criminale rappresentano un contributo operativo importante per la Dia, per una sempre più efficace azione di prevenzione e contrasto delle attività criminali e illecite».
Tutti contenti. Anche Sonia Alfano, presidente della Commissione Antimafia Europea. «E’ un’ottima notizia – ha commentato – . Gli uomini della Forestale saranno utilissimi, sul territorio, per il contrasto alle ecomafie e alle agromafie. Il loro contributo e le loro competenze avrebbero potuto essere fondamentali nel caso di Vito Nicastri, per esempio, e saranno certamente utili in quelle regioni dove le mafie fanno affari d’oro con il traffico illecito dei rifiuti. Lo stesso vale per la Polizia Penitenziaria, che a livello investigativo sarà fondamentale all’interno delle carceri e soprattutto dei reparti 41bis. Rivolgo quindi un plauso a quanti hanno fatto sì che questo sistema potesse prendere il via – aggiunge – nella speranza che diventi operativo al più presto».
Tutti contenti dunque? Mi piacerebbe sentire cosa ne pensa il procuratore aggiunto della Repubblica di Reggio Calabria, Nicola Gratteri che il 23 settembre a Taormina, nel corso del Festival internazionale del libro, dichiarò: «Gli ultimi tre ministri della Giustizia, Alfano, Nitto Palma e Severino, cos'hanno fatto? Per cambiare le cose, per dare un senso alla lotta alle mafie bisogna avere il coraggio di sporcarsi le mani. E anche quello di smantellare la Dia, che io abolirei subito, perché le stesse indagini le fa la polizia. Dobbiamo semplificare, non creare e mantenere nuovi uffici e servizi».
Mi piacerebbe sapere cosa pensa Gratteri di questa futura famiglia allargata ma credo di saperlo già.
r.galullo@ilsole24ore.com