Ho ricevuto pochi minuti fa e volentieri pubblico una lettera di un imprenditore reggino quarantenne. Si chiama Francesco Calabrese e detiene il 51% della Taeec (Technology-aspiration-environmental-ecology-construction), nata nel 2009 a Reggio Calabria dalla fusione di Trical srl già presente su mercato nel settore delle tecnologie d'aspirazione e dalla partecipazione al capitale di Group Eco Italia Srl.
Il resto del capitale è detenuto da Emanuela Martino (24%), Group Eco Italia srl (20%) e Partecipazione holding (5%). Nel 2011 ha fatturato 38.816 euro e la perdita è stata di 119 euro. Group Eco Italia, che detiene il 20% ha fatturato invece 1.008.922 euro a fine 2011 e l’utile è stato di 7.979 euro.
Taeec lavora in collaborazione con enti pubblici, imprese, stabilimenti, occupandosi di tutti i tipi di servizi relativi alla manutenzione impianti di depurazione e fognature, manutenzione strade e bonifiche, gestione manutenzione di pozzetti, video ispezione di condotte e fogne.
Nel 2011 è stata tra le prime ad accorrere a Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) dopo l’alluvione che l’ha colpita. Per tutta risposta ancora nessuno ha pagato questa impresa che, attraverso il suo principale azionista, oggi si chiede attraverso questo blog: perché non vengo pagato? Perché le imprese del nord vengono invece pagate? Ma soprattutto questa lettera è un grido di disperato dolore: domani Calabrese si incatenerà al Municipio di Barcellona Pozzo di Gotto. L’ultimo gesto prima di chiudere l’azienda che avrebbe dovuto e potuto dare un futuro ai suoi figli.
I 190mila euro che attende sono una goccia nell’oceano dei miliardi attesi dalle imprese dalla pubblica amministrazione ma anche questa goccia serve per far sopravvivere o morire un’azienda.
IL TESTO DELLA LETTERA
Egregio Dottor Galullo
leggo con simpatia i suoi articoli, e in particolare quelli che riguardano la mia terra, leggo e rileggo cose che la gente sa da anni, che giornalmente vive ma nell’indifferenza come se fosse una cosa normale.
Le scrivo per un motivo un pò diverso, nell’oggetto le ho scritto ”senza voce” perché è cosi che mi sento: senza voce, forse perché mi mancano quelle spinte per ottenere cose che gli altri hanno.
Sono titolare di un’ azienda piccolina che si è specializzata su un settore di nicchia dove offriamo servizi e pronti interventi per enti pubblici e privati. Ho attivato quest’idea con la speranza di poter portare il pane quotidiano ai miei figli.
Tra i lavoretti e piccole commesse, sono imbattuto in un pronto intervento di Protezione civile nel Comune di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) dove l’intera cittadina è stata colpita da un alluvione nel novembre del 2011. Ingentissimi i danni, scene strazianti etc; si è lavorato ininterrottamente giorno e notte per due mesi interi a affinché la cittadinanza tornasse nei limiti della sopravvivenza.
Noi forniamo un servizio di noleggio con delle macchine speciali che aspirano il fango da dentro le abitazioni e ricevuta la chiamata da alcune aziende locali siamo intervenuti immediatamente, partendo da Reggio Calabria e in breve tempo (immagini, nel giro di tre ore) la macchina operava già sul primo sito.
Al mio arrivo notavo a parte le scene di distruzione, che alcune aziende del nord era già arrivate pria di me coprendo circa un migliaio di km in una notte con 10 macchine. Prima domanda: ma come hanno fatto in cosi poco tempo ad essere operativi?
Finito l’intervento aspettiamo i soldini: circa 190mila euro ma passati un anno e mezzo ancora non abbiamo notizia, intanto cade il governo Berlusconi, cade il consiglio comunale (sindaco Candeloro Nania), cade il governo regionale capeggiato da Raffaele Lombardo, e tutto questo cadere, fa precipitare anche noi piccoli. Tempi burocratici eterni, che non fanno altro che condannare me e le aziende che hanno partecipato a quell’ evento alla chiusura dell’attività.
Ma torniamo alle aziende del nord. Secondo quesito: da sottolineare che in eventi simili in zone come Aulla, Veneto,Genova etc hanno già pagato le aziende, ma li è un altro Paese, l’azienda del nord che ha partecipato al sud come fa ad avere contratti firmati con l’ente creditore e noi no?
Beh questa è da capire, ho provato in questa confusione a rivolgermi per ben due volte al Presidente della repubblica , una figura istituzionale che ascolta il suo popolo ma non ho avuto riscontri.
Oggi la mia azienda, unica risorsa che ho, sta per chiudere e mi domando sempre perché devo chiudere nonostante io abbia operato non bene ma discretamente sul mercato. Non ho più voce per strillare che sono stanco, e che certe notizie lette sui giornali di gente stanca che la fa finita forse ha buoni motivi per farlo, si sente sola.
Io da domani proverò ad incatenarmi al Comune di Barcellona Pozzo di Gotto per far sentire la mia voce a chi dovrebbe fare e non fa, dopo di che , boh non lo so…
Che Dio mi Aiuti
Grazie
Cordiali saluti
Francesco Calabrese
Taeec Group