Con una-riga-una in fondo ad un comunicato stampa di ieri, 5 febbraio, il mancato candidato al Parlamento per il Pdl, Giacomo Mancin Jr, rimasto “solo” assessore al Bilancio della Regione Calabria, ha divulgato urbi et orbi che la Ragioneria generale della Regione ha provveduto a effettuare una serie di pagamenti per un totale di circa 280 milioni di euro. Tra questi – in mezzo a sanità e trasporto, cassintegrati e forestali – sono stati trovati, infine, “17,5 milioni liquidati al Consiglio regionale per le spese di funzionamento”.
Tradotto in soldoni: abbiamo trovato i soldini per pagare i consiglieri regionali, oltre che i dipendenti.
E sì guagliò, perché il dramma che la Calabria ha vissuto per 24 lunghissime ore non è stato quello di una città, Reggio, commissariata per contiguità mafiosa. Non è stato neppure quello dei dipendenti delle aziende ex municipalizzate che prendono lo stipendio a singhiozzo. Né tantomeno quello delle migliaia di famiglie che non sanno come tirare avanti fino a metà mese (fine mese è una chimera). Non ne parliamo poi di quelle che ricevono l’acqua a singhiozzo o che vedono la spazzatura accumularsi davanti casa: nossignori!
Il dramma che la Calabria ha vissuto per 24 lunghissime ore è stato che il portafoglio dei consiglieri regionali correva il rischio di restare vuoto per un mese.
Pericolo scongiurato. Fiuuu….Non si trovano i soldi anche solo per comprare la carta per le fotocopie ma, per fortuna, i 17,5 milioni per il consiglio e i consiglieri regionali sono stati trovati. Che spavento però…
Del resto bisogna capirli i politici calabresi eletti in consiglio: vuoi mettere fare a meno di 11.100 euro lordi al mese se sei “consigliere semplice”, che lievitano a 12.600 se diventi presidente di commissione, segretario, questore o presidente di un gruppo? Ma come fai a fare a meno – per un mese – di 13.100 euro (lordi!) se diventi vicepresidente della Giunta o del consiglio, che diventano 13.800 se diventi mega Governatore o megapresidente del Consiglio?
La sfiga è che le brutte notizie non vengono mai da sole. Pochi giorni fa, infatti, il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità l’abolizione del trattamento di fine mandato dei consiglieri. Il Presidente del Consiglio, Francesco Talarico, ha definito l’abolizione “un altro passo in avanti verso il contenimento dei costi della politica. In questo momento estremamente difficile per la Calabria ed il Paese, la politica deve fare fino in fondo la propria parte”.
Come faranno adesso i consiglieri regionali? Io un’idea ce l’avrei: perché non ricorrere ad un bel contratto derivato? Anche perché sembra che lo stanziamento sia solo una toppa e che tra qualche mese il rischio di trovarsi nella stessa condizione si riaffaccerà.
r.galullo@ilsole24ore.com