ESCLUSIVO/2 Interrogatorio del pentito Napoletano: “Il bazooka trovato a Reggio era arrugginito e non poteva sparare, parola del nano”

Cari amici di blog vi sto raccontando (si veda il post di ieri) l’interrogatorio del pentito (con programma definitivo di protezione) Massimo Napoletano, sostenuto nel carcere di Rebibbia a Roma il 2 dicembre 2011, alla presenza di Pignatone Giuseppe, all’epoca capo della Procura di Reggio Calabria, Vincenzo Lombardo, Procuratore della Repubblica a Catanzaro, Salvatore Curcio, sostituto procuratore distrettuale antimafia a Catanzaro e Ronchi Beatrice, sostituto procuratore distrettuale della Repubblica a Reggio Calabria.

Come ha raccontato per primo il collega Consolato Minniti su Calabria Ora, il pentito Napoletano racconta che quando era in cella con Nino Lo Giudice, quest’ultimo gli disse che il fango sul numero due della Dna, Alberto Cisterna, era stata un’operazione a tavolino delle cosche reggine e che Nino il nano non era altro che un esecutore. Vero? Falso? Boh!

Come dice Di Landro, piuttosto che dire la verità, però, Nino Lo Giudice si farebbe ammazzare. E’ il motivo, secondo la mia opinione, è semplice: è l’agnello sacrificale della triade Libri-Condello-De Stefano che con questa “tragediata” è riuscita a distogliere l’attenzione sul flusso di traffici a braccetto della cupola massonicopoliticomafiosa. La stessa cupola che è riuscita a distogliere l’attenzione dai altri obiettivi: 1) nella Procura generale di Reggio Calabria il cambio di rotta aveva…rotto troppi equilibri della cupola stessa e dunque andava dato un segnale chiaro e forte a chi non poteva più garantire appelli-farsa; 2) fiutato che Cisterna poteva arrivare a Reggio come capo della Procura (o al suo posto persone che come lui avevano fatto della lotta alla cupola una ragione di vita, come Vincenzo Macrì o Roberto Pennisi) era meglio approfittare dell’agnello e spostare subito il tiro su Cisterna che tra l’altro aveva partecipato ad alcune fasi della caccia al superlatitante Pasquale Condello; 3) colpendo Cisterna si azzoppava Piero Grasso e sui motivi di questo progetto di azzoppamento credo che ci sia molto da scavare anche se nessuno e dico nessuno si azzarda a farlo. Affaccio io un’ipotesi: qualcuno voleva (o vuole) prendere anzitempo il posto di Grasso a capo della Dna? Speriamo che accada il più tardi possibile.

Orbene, Napoletano, di cui da ieri sto raccontando ampi stralci testuali dell’interrogatorio, parla ad un certo punto del bazooka fatto trovare davanti al Cedir il 5 ottobre 2010. Ad onor del vero Napoletano parla di un lanciarazzi fatto trovare vicino al portone di un magistrato ma a mio avviso il riferimento è al bazooka anche perché, testualmente, nella lettera spedita il 6 giugno 2012 a Cisterna presso la Dna, Napoletano scrive: “Lo Giudice mi parlò di un bazooka che venne fatto rinvenire vicino alla Procura, appositamente per rendere più credibile la sua collaborazione”.

IL LANCIARAZZI

Gustatevi l’interrogatorio sul punto, facendo presente che Pignatone Giuseppe sta interrogando il collaboratore su un fatto che lo riguarda personalmente come parte offesa.

Pignatone: ma se ho capito bene lui ha detto di avere messo un lancia razzi, un fucile, un arma diciamo …

Napoletano Massimo: (incomprensibile) la giunta che sicuramente non avrebbe sparato.

Pignatone: …per fare, lei ha detto, per fare intervenire, per provocare l'intervento del dottore Cisterna.

Napoletano Massimo: .

Lombardo: cosa vuole dire, a lei ha detto qualche cosa di specifico sui vari attentati ai danni dei magistrati di Reggio Calabria? ma lui ha rivendicato a se stesso che cosa? Cioè che cosa ha detto: io ho fatto queste cose o non ho fatto niente perché

Napoletano Massimo: lui ha fatto diciamo ritrovare questo lanciarazzi vicino a questo portone per…

Curcio: quindi era un lanciarazzi non un fucile o era un fucile e non un lanciarazzi vicino a un portone.

Napoletano Massimo: eee no mi sembra che era proprio un lanciarazzi adesso comunque nel senso dice è mezzo arrugginito tra l'altro

Curcio: quindi era un lanciarazzi arrugginito.

Napoletano Massimo: sì. Lui dice che sicuramente non avrebbe neanche sparato però io non saprei se risponde a verità o meno cioè io non ne ho la più pallida idea. Voleva fare intervenire il dottore Cisterna cioè lanciare un messaggio perché lui voleva che il dottore Cisterna doveva intervenire a loro favore.

Lombardo: in relazione a che cosa?

Napoletano Massimo: perché dice che c'erano diverse persone detenute e la criminalità contraria non li stava aiutando cioè tutto in merito a questo.

Lombardo: quindi questo doveva essere uno strumento di pressione e come faceva lui a far questo?

Napoletano Massimo: come? … come come faceva?

Lombardo: come faceva a far questo?

Napoletano Massimo: con il dottore Cisterna?

Lombardo: sì

Napoletano Massimo: non ne ho la più pallida idea dottore.

Pignatone: le persone detenute che dovevano essere aiutate chi erano? Lei ha detto diverse persone, chi erano?

Napoletano Massimo: sì dice che appartenenti cioè a loro vicini.

Pignatone: alla sua cosca.

Napoletano Massimo: sì, dice anche per il fratello dice non si è interessato il dottore Cisterna dice per aiutare il fratello.

Pignatone: però l'intervento doveva essere, per più persone.

Napoletano Massimo: per più persone si.

Pignatone: tornando questo lanciarazzi doveva essere una specie di messaggio Napoletano Massimo: di messaggio per fare intervenire per aiutare diciamo

Pignatone: queste persone della sua cosca.

Napoletano Ma
ssimo: sì.

Pignatone: e le ha parlato anche di bombe e altri discorsi di questo genere?

Napoletano Massimo: questo no

Pignatone: no! Solo di questo lanciarazzi.

Napoletano Massimo: sì di questo lanciarazzi e di … no mi aveva parlato  aveva parlato di un ordigno diciamo fatto

Pignatone: qualsiasi cosa che ha fatto trovare…

Curcio: le parlò di queste bombe non gliene parlò

Napoletano Massimo: allora però veramente non riesco a focalizzare … aveva parlato di diversi ordigni però non riesco a mettere a fuoco cioè il filo del discorso…

Pignatone: diversi ordigni quanto? … diversi

Napoletano Massimo: no diversi … diversi no … no non riesco a mettere a fuoco il filo del discorso

Pignatone: ma il lanciarazzi

Lombardo: quanto volte ha parlato lei con Lo Giudice , di queste cose?

Pignatone: lei sa, lei parla quindi di questo lanciarazzi che quindi è stato lasciato vicino al portone …

Napoletano Massimo: dice il portone di un giudice di un magistrato.

Pignatone: il portone di un giudice questo è un altro che le avrebbe confessato … e questo lanciarazzi era arrugginito.

Napoletano Massimo: sì, così diceva, diceva poi dice non avrebbe potuto neanche sparare non so poi se è vero.

Pignatone: però le disse espressamente che era arrugginito.

Napoletano Massimo: .

Riassumendo, quindi, il racconto che Nino il nano avrebbe (ripeto: avrebbe) fatto a Napoletano, era di un lanciarazzi, di un ordigno, chiamatelo o chiamiamolo come vogliamo, che sarebbe stato fatto trovare, assolutamente non in grado di sparare e arrugginito. Un lanciarazzi che nulla avrebbe avuto a che vedere comunque, con un gesto intimidatorio contro la Procura della Repubblica di Reggio Calabria ma che sarebbe stato invece un gesto per ammorbidire Alberto Cisterna che però era, per stessa ammissione di Lo Giudice, inavvicinabile. Una minaccia, oltretutto, lontana 700 km da casa, visto che Cisterna abita a Roma e l’ordigno viene collocato a Reggio dove Cisterna non lavora più da una vita! Mah!

Per ora mi fermo qui ma a breve torno con la terza puntata.

2 – to be continued (la precedente puntata è stata pubblicata il 17 dicembre)

r.galullo@ilsole24ore.com