Nel regno della cosca di ‘ndrangheta Mancuso l’omicidio non basta: il sangue deve scorrere davanti alla porta!

Cari amici di blog, da ieri scrivo alcuni particolari dell’operazione Gringia, con la quale la Dda di Catanzaro (le indagini sono state condotte dal pm Simona Rossi e coordinate dall'aggiunto Giuseppe Borrelli e dal procuratore Vincenzo Antonio Lombardo) ha spezzato, almeno momentaneamente, una faida trentennale tra famiglie di ‘ndrangheta in provincia di Vibo Valentia (si veda il post di ieri in archivio).

Dietro questa faida c’è il fiato della cosca Mancuso di Limbadi, “star” internazionale del narcotraffico.

Un lettore commentando il post di ieri ha dimostrato due cose: essere occasionale (spero che sia invogliato a leggere e capire) e non aver capito nulla, ma proprio nulla dello spirito con il quale sto raccontando alcuni elementi raccapriccianti di questa indagine.

Come ad esempio il fatto che una vita oggi, in Calabria, valga da 1.000 a 10 mila euro. Tanto è il costo, infatti, per assoldare due killer. Raccontare queste cose – che sono parte di una società criminale – non è cinismo né prurito. E’ cronaca che deve invitare (e infatti invita per chi lo vuol capire) a riflettere sul livello di imbarbarimento al quale si giunge in quella terra. Altro che ironia…

E per chi ne volesse una riprova, ecco quel che le carte dell’operazione raccontano sulla ferocia con la quale le donne che gli inquirenti presumono appartenere alla ‘ndrangheta, conducono oggi le strategie mafiose di pace e di guerra. Non sono solo – da tempo in vero – scrigni delle tradizioni e passaparola orali delle regole di ‘ndrangheta ma vere e proprie manager di mafia.

IL TENTATO OMICIDIO

Il 26 giugno, verso le 8, a Stefanaconi, furono sparati colpi all’indirizzo di Francesco Nazzareno Meddis, pregiudicato. Colpi che lo raggiunsero, ma non lo uccisero, all’addome e alle braccia mentre si trovava all’interno di un garage a quattro passi dalla casa di Fortunato Patania, pregiudicato, assassinato a Stefanaconi il 18 settembre 2011, dove abita la moglie, l’indagata Giuseppina Iacopetta. “L’attività investigativa svolta successivamente – si legge nell’ordinanza – consentiva di accertare che anche l’agguato in oggetto è maturato nell’ambito dell’organizzazione ‘ndranghetistica oggetto delle presenti indagini”.

Come emerge dalle investigazioni, il movente del tentato omicidio, rispetto al quale i mandanti, scrivono gli inquirenti, appartengono al clan Patania, con particolare riferimento, nel caso di specie, a Giuseppina Iacopetta, è da ricercare “nell’appartenenza di Franco Meddis al gruppo di Emilio Antonio Bartolotta, di cui facevano parte anche il defunto Giuseppe Matina e Franco Calafati

Francesco è inoltre fratello di Pasquale Meddis: quest’ultimo, nel 2007, venne scarcerato per fine pena, dopo aver scontato una condanna a oltre 10 anni di carcere per un omicidio commesso a Zungri nel 1996.

Il 18 settembre 2012 il pm Rossi interroga Loredana Patania, moglie di Giuseppe Matina, un imprenditore agricolo di appena 33 anni, ucciso a Stefanaconi il 20 febbraio 2012. Patania collabora con la giustizia e racconta come doveva essere commesso quell’omicidio nei confronti di Meddis. Leggete come.

IL DOPPIO INTERROGATORIO

Rispondendo a una domanda del pm, Patania dichiara a proposito di Meddis: “Sì, però sapevo già che doveva essere l’ultimo ucciso, perché un giorno mia zia ha fatto proprio la precisazione al figlio, mia zia Iacopetta Giuseppina e gli ha detto che l’ultimo deve essere Franco Meddis e deve essere ucciso davanti al garage che è a fianco la porta di entrata di mia zia e che quindi il sangue deve scorrere proprio davanti alla sua porta”.

Pm Rossi – Però quando viveva ancora da sua zia Iacopetta, sua zia le ha detto questa cosa?

Patania – Sì, gliela riferiva ai figli…

Pm Rossi – Ah, ai figli.

Patania – …a Patania Giuseppe e a Patania Saverio, che praticamente l’ultimo doveva essere Franco Meddis, che doveva entrare nel garage a fianco la porta di entrata di mia zia Iacopetta Giuseppina e che quindi doveva essere ucciso lì, perché il sangue doveva scorrere davanti alla porta.

Pm Rossi – Il sangue…

Ufficiale di P.G. – E il motivo per cui anche Franco Meddis doveva morire?

Patania – Perché praticamente erano contrari alla cosca Patania e che quindi con l’uccisione di Franco Meddis si chiudeva la cosca dei Bartolotta…dei Bonavota a Stefanaconi, praticamente si chiudeva il… il personale di Sant’Onofrio e Stefanaconi.

Raccontato da uno va bene, raccontato da due è meglio. Ed infatti a rafforzare quello che è stato dichiarato dalla vedova Matina, il 22 settembre 2012 interviene l’interrogatorio con un altro collaboratore di giustizia, che dichiara: “I Patania che ne parlava la signora Iacopetta che il sangue doveva passare davanti la sua porta che lo dovevano uccidere davanti al box poi non so se l’hanno ucciso, se l’hanno sparato nel garage oppure in piazza perché sul giornale diceva in centro. Io so che dovevano fare l’agguato nel garage quando pigliava la macchina”.

LE CONCLUSIONI

Le dichiarazioni dei due collaboratori, riscontrando quanto già emerso dalle indagini circa la riconducibilità del fatto delittuoso al clan Patania, risultano assolutamente convergenti in ordine alla circostanza che il mandato ad uccidere Meddis sia stato conferito da Giuseppina Iacopetta, si legge nell’ordinanza. Franco Meddis doveva morire di fronte al suo garage, a Stefanaconi, proprio accanto alla abitazione della stessa Iacopetta (che, infatti, è proprio il luogo in cui è effettivamente avvenuto l’agguato), “perché il sangue doveva scorrere davanti alla porta”.

E’ appena il caso di sottolineare come i due collaboratori ricordino entrambi di avere assistito personalmente al conferimento del mandato presso l’abitazione della Iacopetta ben prima che l’evento delittuoso si verificasse. Stando alle dichiarazioni di entrambi, l’eliminazione del Meddis, infatti, era programmata da tempo. Sarebbe dovuto morire, dopo aver assistito all’eliminazione degli altri del suo gruppo.

r.galullo@ilsole24ore.com

2 –the end (la precedente puntata è stata pubblicata ieri, 21 n
ovembre)