Mentre il sindaco di Reggio Calabria Demetrio Arena si appresta ad organizzare con le valigie in mano la conferenza stampa di addio alla città sciolta per contiguità mafiosa, l’ex presidente di Confindustria Calabria, Pippo Callipo, qualche ora prima, ha diramato ai cronisti locali una lettera che sotto troverete riprodotta. Come sapete, cari lettori, Pippo Callipo ha corso alle ultime elezioni regionali come candidato governatore.
Riproduco la lettera – indirizzata anche al sottoscritto – perché se in terra di Calabria qualche giornale lo avrà ripreso (li ho sfogliati e comunque non mi pare che sia stato dato risalto) è doveroso che il resto d’Italia sappia – attraverso questo umile e umido blog – che c’è un imprenditoria che al Sud, in Calabria, proprio non ci sta a piegarsi a logiche clientelari e mafiose.
Vedete, l’imprenditoria calabrese che vive di provvidenze pubbliche ha delle colpe enormi nella crisi che sta stritolando da decenni questa regione. Per questo motivo la voce di Callipo – tra i pochissimi imprenditori fai-da-te in Calabria – ha un senso e una rilevanza anche fuori dagli angusti confini calabresi.
Oltretutto dice una cosa che – sicuramente – lo farà iscrivere d’ufficio nel registri dei “nemici comunisti” (lui che comunista non è) del Governatore Ciccio-Peppe Scopelliti. Dice infatti Callipo che oltre il “modello Reggio” bisognerebbe sciogliere il “modello Calabria”.
Come dargli torto?
Nell’ultima parte della lettera sembra quasi appellarsi disperatamente al ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri affinché getti lo sguardo oltre Reggio.
Come dargli torto?
r.galullo@ilsole24ore.com
P.S. Per quello che ormai ho giornalisticamente definito “OltReggio contiguo” rimando anche all’articolo precedente, pubblicato su questo umile e umido blog sempre in data odierna (11 ottobre 2012)
LA LETTERA
Ci voleva un governo tecnico per mettere finalmente a nudo un sistema di potere che per anni ha imperversato nella città più importante della Calabria, emblema insieme dei mali e delle virtù di un’intera Regione. Ci voleva un governo tecnico per fare quello che nessun esecutivo politico avrebbe mai osato fare, mettendosi contro colleghi e sodali politicamente troppo in vista. Certo ci saremmo aspettati che questa decisione fosse giunta ben prima e con maggiore determinazione, poiché è noto che il “sacco” di Reggio Calabria non è certo maturato nei diciassette mesi della consiliatura che oggi viene sciolta, ma tant’è.
E allora grazie caro Ministro Cancellieri. Grazie a nome dei tanti calabresi onesti per questa decisione che, ci auguriamo, possa contribuire a liberare questa città dai ceppi ai quali era vincolata, con uno slancio che possa, magari, contagiare l’intera Regione. Si perché con il tanto decantato “Modello Reggio” che oggi vede la sua impietosa deriva giuridica, viene bollato con il marchio dell’infamia un intero sistema politico: quello che va per la maggiore in questa Regione. Basato com’è sulle clientele, sulle interessenze, sulle commistioni tra zone più o meno grigie, lobby affaristico-mafiose, consorterie di ogni risma.
Dunque, caro Ministro, non dimentichi che se il “Modello Reggio” frana oggi miseramente, rimane ancora in piedi un ben più deforme “Modello Calabria” il quale ha, per molti versi, aspetti identici se non più aberranti di quelli in uso nella città dello Stretto. Ce lo dicono già molte inchieste giudiziarie, il lavoro encomiabile della magistratura, gli avvisi di garanzia, gli arresti in seno al Consiglio regionale. Ecco, caro Ministro, il suo lavoro in questo senso è ancora all’inizio… trovi lei nella sua autonomia politica e decisionale quel coraggio che ad altri, guidati dalle logiche di consenso, è mancato evitando così alla Calabria onesta e all’Italia tutta l’agonia di un’intera Regione.
Pippo Callipo