Nel parcheggio dello Juventus Stadium la corrida delle zingare e quanto al Club la classe non è acqua!

Dopo gli anticipi, ieri nuovo turno di campionato di serie A.

Direte: ma ci vuoi parlare di calcio? Inusuale! E infatti di calcio non vi parlo ma di profonda irritazione del Cittadino Qualunque di fronte a spettacoli e business di cui farei volentieri a meno. Lo faccio anche per alleggerire con un po’ di ironia i contenuti – drammaticamente seri e seriosi – di questo blog. Concedetemelo!

La scorsa domenica – mai lo avessi fatto – sono andato a vedere la Maggica allo Juventus Stadium. Di maggico la mia Roma non ha avuto nulla in quella maledetta serata e spero vivamente che Luis Enrique venga rispedito da dove lo abbiamo (purtroppo) preso.

Ma veniamo a noi perché mai avrei pensato di trovare una catena di pressapochismo, indifferenza e scaricabarile di fronte a una corrida che – leggerete – non è altro che la libera espressione corporea di un gruppo di zingare organizzate. Libera espressione di danze, rincorse e mani tese sì ma fortemente irritante. Non c’è reato, sia chiaro, ma c’è disarmo.

Partiamo con l’arrivo. Entro – mai lo avessi fatto – in uno dei parcheggi della Juventus. Costo: 10 euro. Strabuzzo gli occhi: 10 euro? Manco fossimo ai Musei Vaticani! Ma tant’e: prendere o lasciare.

Il biglietto va esposto obbligatoriamente e si legge – testualmente – che il posto auto è “senza obbligo da parte del Club, di vigilanza e custodia del veicolo né tanto meno degli oggetti in esso contenuti”.

Per 10 euro a macchina per migliaia di macchine, come minimo la Juventus dovrebbe ospitarti con pon-pon girls o streakers su richiesta, tartine e spumante e avanzerebbero ancora decine di migliaia di euro per pagare un precario che con un monopattino a energia solare faccia vanti e indietro per 4 ore e fare finta di dare un’occhiata alle autovetture.

Ma andiamo avanti perché il festival non è terminato.

L’ingresso nel parcheggio è il viatico per una fantastica avventura. Un’attrazione degna di un parco giochi. Titolo dell’attrazione: “Occhio al rom – Orsacchiotto o bambolina a chi non schiaccia la zingarella”.

Eh sì perché quando sono entrato mi sono trovato di fronte ad un centinaio di donne gitane con vestiti così sgargianti che li vedreste anche di notte nella nebbia padana e con bambini in braccio (o svolazzanti nei pressi) che rincorrono per farvi parcheggiare dove vogliono loro e non dove volete voi. Se nello slalom riuscite ad evitarle e non schiacciarne una (come stavo facendo io in retromarcia) e, di conseguenza, parcheggiare, vi trovare di fronte a cinque o sei di loro che implorano soldi. Non glieli date e – pregando che non vi siano conseguenze per la vostra macchina al rientro come raccontavano alcuni improvvisati “amici di sfiga” trovati nel parcheggio che da tempo frequentano – assistete basiti a un balletto frenetico delle gitane che come palline di un flipper impazzito rimbalzano da una macchina all’altra che entra nel parcheggio per indicare un posto libero. Non so quante ne siano sopravvissute (e non so degli altri parcheggi che sono di fronte allo stadio).

Esci e mentre infami con il pensiero il parcheggiatore che ti ha staccato il biglietto e al quale ti avvicini verso l’uscita, decidi, giustamente perchè la ragione prevale sugli istinti bestiali, di non infamarlo e chiedere conto di quell’ignobile spettacolo (oltre che del costo del biglietto da prima alla Scala).

Alla seconda domanda ti risponde: “scriva alla società” (e come no, magari mi rispondono anche e mi restituiscono il maltolto), alla prima, invece, manco ti guardano e ti indicano con il ditino tremulo una delle tante volanti della Polizia di Stato che staziona esattamente di fronte al parcheggio nel quale ho deciso di parcheggiare.

Attraverso e mi avvio verso la volante mentre – si badi bene – a poche decine di metri e intorno allo stadio per centinaia di metri si vendono magliette, panini e cotillons in chioschi e banchi che se magari gli chiedi cos è uno scontrino fiscale ti rispondono: “un piccolo incidente tributario su due o quattro ruote”. Magari si magari no.

Avvicino la volante (sono pronto a indicare modello e targa che inizia con F, poi seguita da quattro cifre e che ho ben scolpita nella testa) e dentro trovo tre persone. Al “volante della volante” un uomo, al fianco una donna e dietro (se non erro) un altro uomo. Ora fate finta di essere lì con me e godervi il pistolotto dell’Uomo Qualunque: “Buongiorno, sono un Cittadino Qualunque. Sono pronto a declinare le mie generalità ma intanto sappiate che in quel parcheggio c’è un raduno di zingare che rischiano la vita per non essere investite e che, permettete anche questa, rompono le balle agli automobilisti”. Avrei voluto tanto proseguire ma mi accorgo che ridono. Nulla di più indisponente: “Scusate ma non ve ne frega niente?”. Sorrisini e mutismo.

Debbo confessarvi che li ho lasciati al “volante della volante” con il sospetto che fossero tutti e tre muti (colgo dunque l’occasione per chiedere al questore di Torino di tranquillizzarmi sul punto). Li ho lasciati perché la donna poliziotto con il ditino tremulo – che evidentemente deve essere una caratteristica che colpisce chi gravita intorno allo Juventus Stadium – mi ha indicato le pattuglie della Polizia municipale a distanza di 100 metri scarsi.

Vado, sicuro di esporre le mie ragioni di Uomo Qualunque e una cortese vigilessa dopo avermi fatto parlare per 5 minuti declina ogni responsabilità e mi dice (evviva, i poliziotti municipali a Torino parlano!) di interloquire con il dirigente.

Ci vado, sicuro che finalmente avrei trovato una voce amica. Mi presento come Uomo Qualunque tendenza Uomo Sfigato ed espongo il pietoso caso. “Non si preoccupi” – mi dice il barbuto ma davvero cortese superpoliziotto in divisa – “manderemo, compatibilmente con gli impegni, qualcuno a vigilare”. Come qualcuno? Ma se intorno allo stadio tra Gdf, Polizia, Polizia Municipale, Carabinieri, Digos e forse perfino Cia ex Kgb in crisi di identità, sembrava di essere sulla striscia di Gaza quanto a presenze delle Forze dell’Ordine!

Sempre più depresso entro nello stadio mentre i gobbi urlano le loro oscenità e quando esco (sconfitto dai gobbi) sono tentato di suicidarmi con un hot dog gigante. E se non mi avessero, per disgrazia somma, dato lo scontrino? Con chi ne parlavo?

Riprendo la macchina e arrivo a casa assalito da due dubbi, una domanda inevasa e una certezza.

Quante zingare saranno state schiacciate? Chi avrà vinto la bambolina o l’orsacchiotto?

A chi proporre – della Juventus football club – l’idea di un benvenuto con tartine e spumante? O – in subordine – a chi proporre della Juventus football club l’idea di un mutuo ventennale per sostenere le spese di un parcheggio per l’intero anno, tenendo conto che, purtroppo, moglie e figli, malati di Juventus, vanno quasi sempre a Torino a vedere la loro squadra del cuore e, il prossimo anno, stanno covando la sciagurata idea di abbonarsi per vedere i calciatori sgambettare allegri sul
prato?

Ed ecco la certezza del Cittadino Qualunque che non vuole farsi il sangue amaro di fronte a questa catena di pressapochismo, indifferenza e scaricabarile: andare con un bus organizzato. Proprio come fanno mia moglie e i miei figli. Cavoli dell’autista dribblare le zingare e chiedere o meno uno scontrino fiscale ad un chiosco che vende la propria merce. Oltretutto, forse, quei 10 euro di parcheggio sarebbero divisi tra tutti i passeggeri. Che stupido a non pensarci prima!

  • pippo |

    Mamma mia…siamo e rimarremo un popolo di coglioni malati di calcio…..pagate e insultatevi capre idiote e menefreghiste!!!!!

  • pippo |

    Francamente io sono andato diverse volte allo stadio e tutto quello descritto nella sua esternazione non ne ho trovato tracce…Forse rosicare fa male..tant’è..ci manca descrivere la favola di un “olimpico” con fiorellini e Romane con champagne e stuzzichini e il quadro era completo.

  • Daniele |

    Buonasera, pongo solo alcune domande: ma a Roma gli zingari non ci sono? ma a Roma se mi rivolgo ad una pattuglia della P.S. o dei Vigili, fanno qualcosa? ma a Roma fanno gli scontrini fuori dallo stadio?
    Pensiamo alle cose serie, tutto il mondo è paese!
    E poi, scommettiamo che dopodomani a Roma ci saranno le solite disgustose, nauseanti immagini degli scontri tra romanisti e laziali, con i soliti feriti accoltellati ed i soliti danni intorno allo stadio?
    Una partita teoricamente bella, che verrà giocata alle 15 per motivi di ordine pubblico….
    Saluti.

  • dalla pieta' |

    Caro Galullo, la conosco dalla radio e dalle sue trasmissioni di impegno civile. sono juventino convinto, come lei è romanista, ma probabile c’entri poco. Vorrei solo farle notare che il tono che ha usato, o perlomeno mi è parso così, è quello di chi vuole “insegnare”, senza però farlo chiaramente. Non so se ho reso l’idea. E pretendere di avere risposte politically correct dai tifosi (di qualsiasi squadra…eccetto lei ovviamente) ,mi sembra sia come dare da mangiare i biscotti agli asini. Quindi prenda la cosa per quella che è, una situazione, la sua, proposta dalla nostra “moderna” società. Tirare in ballo la Juve (società) o il Comune o lo Stato mi sembra fuori luogo. Almeno in questa Italia così malridotta nell’anima. Colgo l’occasione per ringraziarla per il suo coraggioso impegno, radiofonico e non, contro le mafie. Per la Roma invece si accontenti, anche se quest’anno va meglio. Un saluto.

  • Gennaro |

    Galullo…ma se hai due figli juventini sei stato un padre assente! Ma dov’eri quando guardavano la tv?

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