Ivan Tripodi (PdCi) e la questione morale in Calabria: “Il voto disgiunto premia De Gaetano (Pd) e Scopelliti (Pdl)”

Cari amici ieri, domenica, mi stavo ancora leccando le ferite per la sonora sconfitta della Roma quando ho avuto il piacere di rallegrarmi per due cose.

Una lettera che ho ricevuto e la dichiarazione di Loiero Agazio, l’ ex Governatore che governava dallo spazio. Il suo spazio politico che non ho mai capito.

Quando ancora sgorgavano dal mio viso le lacrime per la batosta inferta alla “Maggica” dall’Udinese, Loiero Agazio mi ha fatto tornare il buonumore visto che all’Ansa ha dichiarato: “…per parte mia ho sempre avuto un rapporto di grande rispetto nei confronti del mestiere dei giornalisti, locali e nazionali, perché, contrariamente ad altri, non amo il giornalismo annacquato e sono persuaso che in un Paese democratico la stampa debba essere libera e assolvere alla sua funzione del libero esercizio di critica, scevro da condizionamenti”.

Ho firmato decine di inchieste sul mandato politico-amministrativo che ha contraddistinto la sua giunta e, per la verità l’intero consiglio regionale, che lo mandavano un giorno sì e l’altro pure fuori di testa. Al punto che dovette intervenire sul Sole-24 Ore l’allora direttore Ferruccio de Bortoli per porre un freno chiaro e visibile (un corsivo durissimo sul giornale) che ponesse un argine definitivo all’intolleranza (legittima) di Loiero alle mie inchieste che, come sempre, non guardavano in faccia a nessuno. Capirete perché mi abbiano messo di buonumore quelle dichiarazioni rese da Loiero Agazio che, mi dicono, sia giunto ora alla corte di Raffaele Lombardo. Mi fermo qui.

Di buonumore mi ha poi messo la lettera di Ivan Tripodi, segretario cittadino del Partito dei comunisti italiani. La sua lettera (che non vedo perché mai avrei dovuto censurare, visto che questa è forse l’unica piazza virtuale di libera informazione sulla Calabria oggi esistente) è molto forte e pone interrogativi serissimi.

Leggetela. La condividerete o meno ma un fatto è certo: dopo le aggressioni a me e due colleghi da parte di Scopelliti e, nei giorni successivi, da parte dei suoi amici, la politica calabrese ha dimostrato tutto il suo spessore: un paio di politici mi hanno telefonato, gli altri (ne conosco a centinaia) sono letteralmente spariti. A tutti ho offerto virtualmente il destro di scrivere su questo blog di questioni reggine e calabresi. Nessuno lo ha fatto. L’unico che ha accettato (finora) è Tripodi.

Sapete perché tutti sono spariti (persino politici, di qualunque schieramento, che conosco da una vita e credevo avessero le palle e invece hanno solo due ciliegine rinsecchite) e nessuno ha il coraggio di scrivere ed esporsi? Semplicissimo: hanno paura. Hanno (quasi) tutti maledettamente paura perché fare Politica a Reggio e in Calabria e, di conseguenza, schierarsi e apparire, vuol dire rischiare la vita. Se fai politica, invece non rischi una cippa e vivi abbondantemente di consociativismo, affari e potere. Sono stato abbastanza chiaro?

La lettera di Tripodi (persona che non ho mai incontrato in vita mia) dice sostanzialmente cinque cose: 1) noi dei Comunisti italiani siamo diversi (non commento questa affermazione perché è di parte e qualunque altro esponente di qualunque altro partito, a torto o a ragione, affermerebbe la stessa cosa); 2) la sinistra, quella fatta di Pd e Rifondazione comunista dovrebbe fare una profonda autoanalisi e autocritica sulla questione morale che li attraversa (inutile dire che sono d’accordo); 3) il voto disgiunto ha premiato a Reggio De Gaetano e Scopelliti, come dire due mondi che dovrebbero essere agli antipodi e, chissà perché, non lo sono; 4) la situazione di Reggio Calabria è insostenibile (lo vada a dire al sindaco Demetrio Arena e a Scopelliti Giuseppe); 5) il prefetto Luigi Varratta resta in silenzio mentre il sistema di potere che governa non solo le municipalizzate, a Reggio va avanti (per essermi chiesto, io per primo, su questo umile blog, il motivo per il quale non fosse stato proprio il prefetto a sollecitare l’attenzione del Viminale, sono stato attaccato miseramente da più parti. Un giornalista, secondo la loro concezione della democrazia, non deve disturbare il manovratore: deve leccare il manovratore. Con me, spiace ripeterlo per l’ennesima volta, si casca male e nulla riuscirà a intimidirmi).

C’è infine una domanda che Tripodi si pone: cosa altro deve succedere in Calabria prima che qualcuno intervenga? A questa domanda non so rispondere (anche se qualche idea ce l’ho) ma spero che non ci sia bisogno di porsela ancora a lungo. Nonostante tutto confido, democraticamente, nell’azione della Magistratura (quella con la M maiuscola) e della Politica.

A proposito, c’è qualcun altro che vuole proseguire nel dibattito? Su, fora i bal come direbbe un grande statista come Umberto Bossi!

 

LA LETTERA DI TRIPODI

 

Egregio dott. Galullo,

ho letto, come sempre, i suoi post: una necessaria boccata d’ossigeno per
chi vive e opera in una realtà nella quale la ‘ndrangheta opprime tutto e
quasi tutti, la democrazia in primis.
Mi permetto, però, di fare una doverosa e sostanziale precisazione. Mi riferisco alla sua giusta considerazione rispetto al discusso consigliere regionale della Calabria Nino De Gaetano, ex Rifondazione e oggi Pd(sic!!!).
Ebbene, intanto, ci tengo a precisare che la pubblica e convinta solidarietà
nei suoi confronti è stata espressa dal sottoscritto, che ha firmato in nome
e per conto del PdCI. Noi Comunisti Italiani siamo un'altra cosa…e la prego, non ci censuri anche lei.
Basta chiedere a qualunque suo collega e, mi perdoni la presunzione, ne avrà la conferma. Quindi, stia tranquillo, non si deve preoccupare per la solidarietà ricevuta, poiché non abbiamo nulla a che fare con determinati personaggi e proprio per questo abbiamo, anche, pagato pesanti prezzi politici e personali.

La stessa Rifondazione è, oggi, in una fase di ricostruzione dopo la recente fuoriuscita del transfuga De Gaetano, e dei suoi sodali, il quale per lunghi anni è stato il ras indiscusso del Prc reggino e calabrese.
Qualche informazione mi permetto, però, di aggiungerla.
Deve, infatti, tenere presente che in Calabria, in aperta e pubblica polemica proprio con De Gaetano, sospendemmo, subito dopo le elezioni regionali del 2010, il processo di costruzione della Federazione della Sinistra avviato nel resto del paese. Proprio il comportamento di De Gaetano sia nella sua vergognosa campagna elettorale delle regionali del 2010 che nel post-elezioni, ci ha portato ad aprire, sempre pubblicamente (basta leggere i giornali locali), una polemica sulla questione morale e sui valori della sinistra.
Alcuni episodi concreti: De Gaetano è stato pubblicamente votato (e ovviamente non si tratta del semplice voto personale…), come riportato da qualche quotidian
o locale, da consiglieri comunali di Reggio del Pdl (es. tale Tonino Serranò, video filmato, nell'ambito dell'inchiesta della Procura reggina denominata "Epilogo", mentre, in compagnia di alcuni personaggi indagati o arrestati armeggia una pistola ed evidenzia la sua "professionalità" in materia, da qui il nomignolo datogli da alcuni cronisti di consigliere-pistolero).

Dunque, De Gaetano ha avuto ben 8.765 voti di preferenza (nel 2005 fu eletto con circa 2000 voti) ed è stato il secondo più votato in assoluto nella città di Reggio. Inoltre, è stato il più votato nel quartiere Archi, patria e regno delle più potenti famiglie della 'ndrangheta e zona nella quale tutto il centrosinistra unito non ha mai
avuto percentuali degne di nota… Insomma: un'enormità, oggettivamente, ingiustificabile.
I voti ottenuti, fra l'altro, erano incredibilmente caratterizzati dal voto disgiunto: votavano De Gaetano come consigliere e Scopelliti come Governatore. È, inoltre, fatto acclarato che quella donna (cognata del boss Giovanni Tegano e moglie del fratello di questi Bruno Tegano) che, di fronte la Questura, il giorno dell'arresto del boss Giovanni Tegano, urlò a squarciagola, ripresa da tutte le tv e dalla stampa, "è un uomo di pace", si trovava davanti ai seggi e, palesemente, consigliava di votare De Gaetano. Mi fermo qui e non aggiungo altro…..Credo che basti e avanzi.
Fino ad oggi De Gaetano non è indagato. Ma che significa? Le responsabilità politiche dove le mettiamo? E' mai ammissibile, soprattutto a sinistra, tollerare determinate questioni, anche con una lettura squisitamente ed esclusivamente politica, che rischiano di rappresentare il cedimento, fino ad oggi impensabile, di una regola aurea e di quel limite, fino ad oggi invalicabile, oltre il quale nessuno, nella lunga storia della sinistra reggina e calabrese, si era permesso di andare.
E’, del resto, noto che il contenuto delle dichiarazioni del pentito Moio era di dominio pubblico e nella bocca di tutti.
I comunisti, e questa è storia indelebile, non hanno mai avuto contiguità, di nessun tipo, con la 'ndrangheta: nessuna chiacchiera e nessun inciucio.
Non si è mai verificato. I comunisti sono stati i nemici giurati delle cosche, hanno pagato prezzi pesantissimi e hanno sacrificato la loro vita per la lotta contro la 'ndrangheta. Basti ricordare il, troppo dimenticato, segretario del Pci di Rosarno Peppe Valarioti, trucidato barbaramente dalle cosche di quel paese.
È, dunque, drammatico che il Pd, in questa situazione e con questo quadro limpido e chiaro, abbia dato, senza un attimo di riflessione e a cuor leggero, ospitalità ad un personaggio come De Gaetano.
Le scrive una persona che fin da bambino è cresciuto in un ambiente familiare caratterizzato da formazione e cultura basate sulla legalità e, senza giri di parole, sull'antimafia. Mio padre, già sindaco di Polistena per oltre 30 anni e parlamentare comunista componente della commissione antimafia per molte legislature, è stato ripetutamente minacciato e ha vissuto, parecchi anni, sotto scorta per non avere mai fatto entrare le imprese, e i molteplici interessi mafiosi, nel comune di Polistena e per avere, con successo, insieme alle popolazioni, ostacolato e affossato la costruzione della mega-centrale a carbone di Gioia Tauro: un maxi affare sul quale la mafia della piana di Gioia Tauro, i Pesce e i Piromalli in primis, avevano messo gli occhi e le mani…
Uno smacco per la 'ndrangheta e per i partiti complici e affiliati.
Queste considerazioni sono necessarie affinché si possa fare un'idea del sottoscritto e dei Comunisti Italiani di Reggio e della Calabria.
Che, ribadisco, con un pizzico di sano orgoglio, siamo altra cosa rispetto a tutto il resto: cerchiamo di mantenere la famosa "diversità" comunista di berlingueriana memoria.
Anche in queste settimane, siamo tra i pochi a denunciare con chiarezza, e senza voltarci dall'altra parte, la vicenda delle società miste del comune di Reggio Calabria (sulle quali la invito ad approfondire la questione), in primis la Multiservizi, nella quale ben due distinte operazioni della Dda reggina, denominate "Archi" e "Astrea", hanno drammaticamente certificato la presenza delle cosche della 'ndrangheta tra i soci privati. Insomma, il comune di Reggio si trovava, nei fatti, socio in affari con la 'ndrangheta.
A parte l'atteggiamento del sindaco di Reggio Demetrio Arena e della giunta comunale del Pdl che fanno orecchie da mercante e mantengono il vergognoso status quo, vi è l'incredibile ed assordante silenzio del Prefetto Varratta, il quale, nonostante le nostre pubbliche sollecitazioni, non ha ritenuto utile procedere ad emettere un atto amministrativo straordinario, quanto giustificato, finalizzato a troncare il putrido sistema di potere che gira intorno alle società miste del comune di Reggio. Purtroppo, quanto accaduto non è ancora bastato per suscitare un intervento risolutivo delle Istituzioni pubbliche, che purtroppo a Reggio sono troppo spesso in simbiosi con la destra.
E, sinceramente, non riusciamo a capire cosa altro debba accadere per assumere iniziative concrete. Quindi, intuirà lo scoramento che si trasforma in rassegnazione da parte dei tanti, tantissimi, reggini onesti e nauseati.
Pertanto, caro dr. Galullo, la solidarietà, vera e convinta, che le ho espresso, anche a nome dei Comunisti Italiani, per le ignobili parole espresse nei suoi confronti dal governatore Scopelliti, non ha nulla a che vedere con De Gaetano e i suoi sodali.

Con grande stima,
Ivan Tripodi
segretario cittadino PdCI Reggio Calabria

 

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  • Gianluca Lucisano |

    E’ notizia di stamattina che la maggioranza comunale di Reggio Calabria sia andata in visita dal Prefetto Varratta per esprimere (fonte: Strill.it) “totale ed incondizionata solidarietà” in seguito all’ “irrispettoso e volgare attacco ricevuto, a mezzo stampa, da parte dell’esponente del PdCI Ivan Tripodi”, contestando l’ “atteggiamento ostile e rancoroso verso le Istituzioni” e paventando di una “mancanza di valori culturali e del precario senso delle Istituzioni che anima alcuni soggetti politici”, chiosando che loro “continueranno costantemente a schierarsi al fianco delle Istituzioni”. Il Prefetto, ca va sans dire, ha apprezzato la visita dei consiglieri.
    Voleva la risposta dei politici, dott. Galullo? Eccola accontentata! C’è pure l’immancabile ciliegina delle Istituzioni con la “I”. Quindi la smetta di porre domande e di lamentarsi per gli insulti che riceve (Lei non è Istituzione, dunque niente solidarietà!) e faccia come me: canti che Le passa.
    Oggi mi ronza, insistentemente, in testa una canzone di Francesco De Gregori :”…e gli innocenti confondersi e gli assassini ballare, gli innocenti corrompersi e gli assassini… brindare….” (Tutto più chiaro che qui – F. De Gregori).

  • Pasquale Quadretta |

    Per come la vedo io non c’è molta differenza tra “politica” e “Politica”, in questo caso specifico. De Gaetano o Tripodi, per me sono due facce della stessa medaglia. Con molte analogie in comune.

  • franco M |

    Caro Pasquale, evidentemente – mi perdonerà Galullo se prendo in prestito la sua metafora – stai parlando di politica e non di Politica, non si spiega altrimenti un intervento che ignora completamente i fatti concentrandosi esclusivamente su sterili polemiche personali.

  • Paola |

    Per il dott galullo: leggo sul sito online del corriere di Calabria che il sig Melandri, gia’ ” Indagato in un’inchiesta sulla gestione della discarica di Alli e per questo motivo dimessosi da commissario per l’emergenza ambientale, è stato nominato dal pm di Reggio, Sara Ombra, custode giudiziario della discarica di Casignana. Per la gestione di quest’ultima è finito in manette il sindaco Crinò..” La notizia del nuovo incarico sarebbe stata resa nota dal governatore Scopelliti. Prego il dott Galullo di voler verificare la suddetta notizia xche sn incredula e basita! Premesso che x me il sig Melandri e’ innocente finche’ una sentenza passata in giudicato non dica il contrario, ma mi chiedo..non vi era nessuno in tutta la Calabria titolato a ricoprire questo incarico? Ma sn cose da pazzi! Non so cosa pensare..qualcuno ha detto che a pensare male si fa peccato pero’ ci si indovina..ebbene si ho peccato..

  • Pasquale Quadretta |

    Non condivido l’intervento di Tripodi per un semplice motivo. Premesso che non ho votato nè Pd, nè Pdci e nè Rifondazione, voglio però soffermarmi su una questione molto importante: ciò che il sig. Tripodi dice sul voto disgiunto, è accaduto anche a Polistena, paese che lo stesso dovrebbe conoscere bene in quanto “roccaforte” del fratello, il più noto Michelangelo che del Pdci in Calabria è l’omologo di ciò che De Gaetano era nel Prc. Il centrosinistra, come voti alle liste a Polistena prende 2762 preferenze. 400 in più rispetto ai 2361 che l’ei fu Loiero ha preso come singole preferenze per il candidato a presidente. Morale della favola? Il voto disgiunto ha premiato in parte anche Tripodi che ha raccolto 865 preferenze. Tripodi si è piazzato alle spalle di De Gaetano nella lista della Fds. De Gaetano è passato al Pd, e la Fds non ha rappresentanti in consiglio regionale. Sarà la nostalgia di vedere falce martello e stella a Palazzo Campanella ad aver dettato l’intervento del segretario Tripodi (fratello del segretario regionale Tripodi)?

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