Nell’ultima settimana il Governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti – leggo dal sito ufficiale della Regione – ha partecipato “al convegno della Uil Trasporti”, ha goduto nell’esprimere “soddisfazione per la nomina di Antonio Catricalà a sottosegretario della presidenza del Consiglio”, ha metaforicamente allenato “la nazionale di calcio” e ha metaforicamente scaldato i muscoli “ai nuotatori della nazionale”, ha catechizzato “il presidente dell’Autorità portuale di Gioia Tauro”, ha istruito “una delegazione di sindaci del’Esaro”, ha benedetto “il terminal dell’aeroporto di Lamezia Terme”, ha illustrato “i nuovi bandi per le imprese giovanili”, ha (ri)istruto “i sindaci della locride”, ha esternato “sui fondi in agricoltura”, ha esondato sulle “prospettive delle Ferrovie in Calabria” e infine ha pontificato “sul settimo rapporto sull’economia in provincia di Cosenza”.
Di grazia: chi si permette di accusarlo – al ritorno dalla venerazione votiva di Ciccio Franco e in questo ipercinetico attivismo che può sprigionare stati di confusione, stress, visioni, lingua impastata, lucciole per lanterne e lanterne per le lucciole – per non essersi presentato oggi davanti al procuratore di Reggio Calabria Pignatone Giuseppe, per sostenere l’interrogatorio dopo che nei suoi confronti è stato ipotizzato il reato di falso in atto pubblico nel caso Fallara? Aveva degli impegni istituzionali (questo però non l’ho letto sul sito della Regione). Il ragazzo è giovane e va sostenuto. A data da destinarsi (come l'interrogatorio).
Chi lo accusa dovrà passare prima sul mio cadavere (che in tanti e non solo a Reggio vorrebbero poter piangere, ridendo). Qualunquemente e spessantemente.
r.galullo@ilsole24ore.com