Il 23 marzo 2009, sulle pagine del Secolo XIX che ne riportano le dichiarazioni, l’allora prefetto di Genova e da poche ore ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri lasciò tutti di sasso. Il giorno prima il sindaco Marta Vincenzi aveva denunciato con forza la voracità delle mafie nel capoluogo ma il prefetto Cancellieri non era d’accordo. “Non abbiamo nessuna denuncia – riportarono i cronisti liguri delle dichiarazioni di Cancellieri – né dati che ci spingano a ipotizzare l’esistenza di infiltrazioni mafiose serie a Genova, come invece accade in altre zone della Liguria specie nel Ponente”.
Anche i carrugi sanno che Genova da almeno 40 anni è preda prima di Cosa Nostra e oggi più che mai della ‘ndrangheta che ha qui un “locale” di una forza straordinaria.
L’attuale prefetto di Genova, Franco Musolino che da Reggio Calabria arriva, il 21 ottobre di quest’anno ha consegnato alla Commissione parlamentare antimafia un dossier fitto fitto di nomi e date, che partono dagli anni Sessanta. Non solo: ha denunciato una situazione gravissima e lo stesso sindaco Vincenzi (si veda il Rapporto Liguria del 14 novembre e si veda il mio post di poche ore fa, del 16 novembre su questo blog) ha ammesso che la politica ha dormito sonni profondissimi.
Cancellieri – che poi a Bologna nel 2010 farà come commissario straordinario un lavoro così eccelso che ogni parte politica voleva candidarla sindaco – non si limitò a quelle affermazioni.
Disse anche che “il sindaco non ha mai fatto alcuna segnalazione e non ha chiesto mai la convocazione del comitato per l’ordine e per la sicurezza per discutere di questi problemi. In passato ci sono stati alcuni episodi sporadici subito risolti e non legati alla criminalità organizzata. Non ci risultano neppure tentate estorsioni ai danni dei commercianti”. Su quest’ultimo aspetto Anna Canepa, ligure, pm antimafia tosta, tostissima, il 21 giugno in audizione presso la commissione parlamentare antimafia spiegherà che gli imprenditori non denunciano perché hanno paura e, del resto, il criterio delle denunce è davvero un appiglio.
Cancellieri concluderà dicendo che “le dichiarazioni del sindaco mi lasciano stupefatta. In ogni caso, poichè lei ha detto che si rivolgerà al ministro approfondiremo il problema”.
Bene. Ora il ministro è Lei, Eccellenza signora Prefetto. Non ci faccia rimpiangere i ministri politici. Glielo chiedono innanzitutto i genovesi ma glielo chiedono gli italiani tutti.
Ricordiamo di Lei questa frase che pronunciò il giorno del suo insediamento a Bologna: «Tranquillizzerò chi è preoccupato, il commissario non blocca nulla e in realtà ha la possibilità di adottare tutti gli atti necessari per la città. È poi questione di sensibilità politica fare atti a lungo o medio termine. Ma quello che voglio garantire è che i cittadini avranno tutto quello che spetta loro con il commissario».
Agli italiani, Eccellenza Signora Prefetto spetta una Signora Ministro che faccia della lotta alle mafie una ragione di vita. Gli italiani, Eccellenza Signora Prefetto Ministro, sono un popolo intelligente e non hanno bisogno di tranquillanti ma di fatti.
r.galullo@ilsole24ore.com