Due giorni fa, in Consiglio grande generale, tra il rusco e il brusco la simpaticissima (!) Segretaria di Stato agli Affari esteri Antonella Mularoni, prendendo spunto dalle (ennesime) notizie di infiltrazioni delle mafie sul Titano riportate dai media locali, ha detto sostanzialmente che:
1) è il suo Governo che ha denunciato per primo la mafia da quelle parti;
2) il mattone è un investimento sensibile per le mafie e San Marino non fa eccezione; 3) la collaborazione tra Italia e San Marino è fitta come i capelli di un cantante rasta giamaicano.
Le opposizioni hanno ascoltato e (mi dicono) un sito di San Marino, ieri, ha titolato: “Sulle mafie Mularoni dà ragione a Galullo”. Il che, francamente, non è un merito ma è la pura verità: le mafie sul Titano inzuppano da sempre il biscotto come farebbe un poppante nella scodella di latte e soltanto la politica con la p minuscola e tutta la classe dirigente complice (a partire da quella finanziaria) potevano non accorgersene.
LE DICHIARAZIONI DI MULARONI
Questa premessa serve per fare tre riflessioni sulle tre sintesi di Mularoni:
1) dire che le mafie sono sensibili agli investimenti nell’edilizia è come scoprire che l’acqua oltre che calda può essere anche fredda o magari persino tiepida o freddina;
2) che sia stato suo il Governo a denunciare per primo le mafie a me non frega assolutamente una cippa ma ricordo che nel mio libro “Economia criminale”, un ex consigliere sammarinese racconta che nel 2003 (8 anni fa, dunque!) in pieno Consiglio grande generale sfanculò un suo collega parlamentare che gli chiedeva conto a brutto muso delle denunce contro le infiltrazioni mafiose. Lo fece voltare verso il Monte al termine delle riunione e gli disse: “Le vedi tutte quelle gru? Hai bisogno di altre prove?”;
3) i rapporti tra Italia e San Marino sono talmente buoni che qualche leccapiedi del Governo, alcuni mesi fa, annunciava: “La firma è cosa fatta”. Credeva che l’Italia fosse come le Isole Samoa (in realtà le Isole Samoa sono più serie dei politici che governano il mio Paese ma non diciamoglielo).
Peccato che a settembre il ministro italiano Giulio Tremonti, incontrando a Roma in un bar un consigliere sammarinese che gli chiedeva perché la firma bilaterale ritardasse, gli disse con la solita simpatia che lo contraddistingue: prima lo scambio automatico di informazioni, la riduzione delle vostre banche e delle vostre finanziarie, la lotta alla criminalità organizzata e la nomina del presidente della Banca centrale. Vedere cammello, apporre firma.
DI QUATTRO COSE, UNA
Di queste quattro cose l’unica che è stata fatta (e tra mille traversie) è l’ultima. Per le altre mi vien da ridere solo a pensarci:
1) Le banche e le finanziarie (indagini della magistratura a parte, che in qualche modo stanno incidendo) sono sempre le stesse;
2) 2 la lotta alla criminalità organizzata è talmente…organizzata che la relazione sulla mafia a San Marino, che il dirigente del Tribunale Valeria Pierfelici avrebbe dovuto produrre per il 1° gennaio 2011 è ancora nei cassetti. Avevo – nella mia immensa generosità – messo a disposizione gratuitamente le mie inchieste e le mie umili conoscenze sul punto perfino al Segretario di Stato alla Giustizia Augusto Casali, ma di quella relazione, per ora, nemmeno l’ombra. E il bello è che nessuno – e Casali? – la reclama pubblicamente! So perfettamente che a San Marino non sfugge una riga di quel che scrivo e dunque l’offerta è ancora valida: mi volete? So anche che Pierfelici vuole chiudere tutto per marzo. La domanda è: ma la Gendarmeria – che in primis sarebbe deputata a fornire e cercare notizie di prima mano – è in grado di produrre risultati propri investigativi utili alla causa oppure quel che sa è frutto di notizie rabberciate che riceve negli (sporadici) contatti con le Istituzioni italiane magari da qualche ritaglio di giornale? La colomba pasquale (forse) ci porterà l’opera omnia sulla mafia a San Marino vista dall’interno e potremmo saperne di più.
3) Quanto ai rapporti tra Italia e San Marino e agli splendenti esempi di collaborazione non rido. Perché non c’è da ridere. Le Procure italiane – tanto per fare un esempio – debbono studiare codici e cavilli per istruire le rogatorie e anche quando sono a prova di bomba e giudici ammazzasentenze, c’è sempre qualcuno che a San Marino ne sa una più del diavolo per fare scudo (anche fiscale) a quella che è la culla e la tomba di San Marino: il segreto bancario.
LA CHIACCHERATA CON FOSCHI (SU)
Debbo dire che – dopo l’intervento di Mularoni e dopo quel titolo, la mia mail e il mio cellulare sono stati raggiunti da molti sammarinesi, felici di scoprire che finalmente anche il proprio Governo prende a cuore il problema.
Il mio cellulare ha raggiunto invece quello di Ivan Foschi capogruppo in Consiglio grande generale di Sinistra Unita ed ex Segretario di Stato alla Giustizia.
Una chiacchierata tra le tante che, sistematicamente, faccio con persone del Titano. Volevo il suo giudizio sul discorso di Mularoni, visto che ero sorpreso dal silenzio delle opposizioni. “Sto lavorando al comunicato stampa che invieremo nelle prossime ore”, mi ha detto Foschi. Bravo, così almeno ci mediti su. E cosa ci scriverete? gli ho chiesto. “Che i primi a parlare di permeabilizzazione alle mafie siamo stati noi. Da noi c’era gente che mi diceva di prendere la cosa sottogamba e che dovevo invece occuparmi delle cose serie”. Ma perché Mularoni proprio ora si è decisa ad affrontare l’argomento?
“Ha voluto cavalcare l’onda emotiva – ha detto Foschi tutto d’un fiato – visto che non riesce a produrre nessun risultato con l’Italia, in primis per colpa proprio di San Marino”.
E poi cosa altro scriverete nel vostro comunicato stampa? La risposta: “Le ricorderemo che gli 8mila appartamenti sfitti sono emersi, nel 2008, grazie al censimento del precedente governo”. E non siete curiosi di sapere quanti sono oggi, visto che il mattone è una variabile nel mercato dell’economia oltre che un campanello sensibile delle mafie? “Il dato – mi ha seraficamente risposto – non è aggiornato e da tempo chiediamo la riforma del catasto”. Ma che vuol dire che il catasto sammarinese non è aggiornato? “Oggi i vari uffici pubblici, catasto, stato civile, e via di questo passo e le loro banche dati – continua nel suo ragionamento Foschi – non dialogano a livello informatico. La difficoltà delle verifiche è proprio questa: magari il tizio X risulta nella banca dati dello allo stato civile ma non c’è nessun controllo incrociato. Non si fanno i controlli neppure con chi eroga
i servizi pubblici. Mai fatti. L’informatizzazione è all’anno zero e tutto viaggia a livello cartaceo”.
Scusi Foschi ma se non esiste dialogo telematico neppure tra i vostri uffici come pensa San Marino di scambiarsi automaticamente le informazioni con l’Italia?
“Guarda Roberto – è la risposta raggelante di Foschi – che è il sistema bancario e finanziario sammarinese che per la gran parte non vuole lo scambio automatico di informazioni. Solo le imprese serie hanno detto che chi si oppone allo scambio automatico di informazioni sbaglia”.
Eccolo il punto, l’unico vero punto per il quale la firma con l’Italia non arriva e le mafie godono come un(a) diciottenne in calore: l’assenza nello scambio automatico di informazioni. Se ci mettiamo, oltretutto, che bisognerà magari ricorrere a degli infaticabili piccioni viaggiatori per far transitare le notizie da Roma al Titano e viceversa, c’è poco da stare allegri. Foschi conclude: “Ci servono due anni di tempo, ha detto il Governo, perché San Marino sia in grado di attuare lo scambio di informazioni ma Tremonti ha risposto:no, subito o niente firma”.
Subito? Con calma Tvemonti. Deve mettersi in fila. Prima deve arrivare la copia – magari rigorosamente cartacea – dell’opera omnia sulla mafia a San Marino a opera del Tribunale. Poi dovranno essere covati, allevati e pasciuti i piccioni viaggiatori per le incombenze urgenti da scambiarsi (sempre sperando che non li impallinino strada facendo). Poi si dovrà ridurre il numero di banche e finanziarie che sul Titano proliferano come un batterio in laboratorio e poi con calma – e per piacere – si può pensare di affrontare lo scambio automatico di informazioni.
Vedrete che anche su questo Galullo avrà ragione (anche se spero di non averla).
p.s. Invito tutti ad ascoltare la mia nuova trasmissione su Radio 24: “Sotto tiro – Storie di mafia e antimafia”. Ogni giorno dal lunedì al venerdì alle 6.45 circa e in replica poco dopo le 00.05. Potete anche scaricare le puntate su www.radio24.it. Attendo anche segnalazioni e storie.
p.p.s. Il mio libro “Economia criminale – Storia di capitali sporchi e società inquinate” è ora acquistabile con lo sconto del 15% al costo di 10,97 euro su: www.shopping24.ilsole24ore.com. Basta digitare nella fascia “cerca” il nome del libro e, una volta comparso, acquistarlo