Cerchi un mutuo in banca a Milano? La scorciatoia c’è: affiliati alla ‘ndrangheta e qualche porta…

Le ordinanze vanno lette. Non c’è niente da fare siori miei.

Se ci si ferma alle veline delle Procure siamo fritti.

Prendiamo l’ordinanza con la quale il giudice per le indagini preliminari di Reggio Calabria Roberto Carrelli Palombi, letti gli atti del procedimento, ha disposto l’arresto di 12 persone  nel coso dell’inchiesta Reale 3 della Dda di Reggio.

Nella stessa inchiesta – ribadiamolo ancora una volta – è solo indagato Vincenzo Cesareo, direttore sanitario del presidio ospedaliero di Praia a Mare (Cs), candidato alle elezioni amministrative regionali della Regione Calabria del 28 e 29 marzo 2010 con la lista “Lista Socialisti Uniti – P.S.I. per Scopelliti Presidente”. Non ha raggiunto il numero di preferenze necessario per essere eletto consigliere regionale.

L’unico che ha raggiunto il numero di preferenze – eccome, visto che ne ha portate a casa oltre 11mila – è Santi Zappalà, consigliere regionale del Pdl, intorno al quale ruota questa inchiesta che ha scosso l’ipocrita e collusa politica calabrese alla luce delle ipotesi di voti di scambio.

La cosa Pelle di San Luca procacciava i voti – questa è l’ipotesi della Procura – e in cambio i candidati si impegnavano, una volta eletti, a favorire appalti pubblici e privati e il trasferimento di detenuti in carceri magari meno dure e più vicine a mammà:

Se si leggono attentamente i capi di imputazione si scopre che Francesco Iaria – candidato alle elezioni amministrative regionali del 28 e 29 marzo 2010 con la lista “Casini – Unione di Centro” e che non ha raggiunto il numero di preferenze necessario per essere eletto –  per ottenere il pacchetto di voti della cosca Pelle, prometteva, tra le altre cose, “la possibilità di ottenere finanziamenti bancari a condizioni molto vantaggiose…”.

Una promessa, badate bene, che le intercettazioni ambientali dei Carabinieri accertavano il 4 marzo 2010, non 100 anni fa.

Questo vuol dire che stiamo parlando dell’attualità.

LA CONVERSAZIONE TRA PELLE E IARIA

Il 4 marzo 2010 Francesco Iaria si reca nuovamente in pellegrinaggio da Giuseppe Pelle, figlio di “gambazza” e attualmente detenuto nel carcere milanese di Opera e a testimoniarlo ci sono perfino le riprese video dei Carabinieri.

Dalla registrazione della conversazione intercettata emerge che Iaria chiedeva a Pelle se fosse interessato ad alcuni progetti, che, evidentemente, erano stati oggetto di precedenti conversazioni fra i due, relativi ad alcuni lavori edili.

Alla risposta affermativa di Pelle, Iaria continuava spiegando i vantaggi economici che si potevano conseguire con quell’affare.

IL TESTO DELLA TELEFONATA

Ecco cosa dice Iaria: ”…guardate, si, quel, quei progetti vi interessano o no?…Perché di Reggio ne hanno cinque, poi vedete lo valutate e poi vi voglio dire ci sono i posti, c’è tutto là, c’è tutto il progetto, cioè quanto pure per realizzare, ovvio con i prezzi di Milano, poi voi eh…potete fare…voglio dire!

Notato niente? No: siore e siori, stanno parlando di investimenti nell’edilizia a Milano! Ma a Milano e Lombardia la ‘ndrangheta non esiste e dunque volevano forse dire Merano o chissà cosa!

Giuseppe Pelle, seriamente interessato all’affare, chiede a Iaria informazioni dettagliate sul tipo di lavoro da effettuare: “Parliamo di sbancamento, cose, tutto” e sulla possibilità di  ottenere finanziamenti dalle banche: “E ce lo finanzia la banca, vero?”.

Alt, di nuovo fermi tutti. Avete notato nulla? Ebbene, Pelle si premura di chiedere a Iaria se avrebbero avuto i finanziamenti dalle banche. Ovviamente di Milano. O Merano, o Tirana, chissà….

Non credo perché a corto di liquidità – le risorse delle cosche sono illimitate – ma perché, verosimilmente, il “lavoro” doveva sembrare pulito: un prestanome, un’impresa immacolata e un regolare mutuo acceso in una banca. Ma a quali condizioni?

Francesco Iaria spiega che si tratta di eseguire lavori nella loro totalità e che il progetto era già stato disegnato e approvato: “Si deve fare tutto, dallo sbancamento… ci sono i soldi… già recintato” …omissis… “Disegnato e tutto, c’è qualcuno pure addirittura che è pure…” e ancora “…già il progetto è approvato, voi solo la pubblicazione”.

Quindi Francesco Iaria, con riferimento alla possibilità di ottenere un finanziamento, fa presente a Pelle che avrebbe potuto metterlo in contatto con due direttori di altrettanti istituti di credito di rilevante importanza: “…incompr… là bene sennò lì a Milano ci sono due direttori generali di ….omissis… e …omissis…. l’altro che sono disposti a…”…omissis… “…perfetto potete parlargli, però parliamo sempre di gente che ha una forza per certe cose che quando si presenta in banca sarà…”.

LE CONCLUSIONI

Ora le conclusioni, cari lettori, potete trarle da soli ma vi aiuto lo stesso: in Lombardia la ‘ndrangheta non esiste, men che meno a Milano; il ciclo dell’edilizia, soprattutto in vista di Expo 2015 è saldamente nelle mani di soggetti puliti e nulla abbiamo da temere per eventuali infiltrazioni mafiose; le banche sono totalmente immuni da condizionamenti (e si badi bene che le banche in primis sono vittime dei comportamenti devianti e devianti di alcuni dipendenti); i boss non hanno alcuna corsia privilegiata per ottenere finanziamenti e, infine, se vi recate in banca con la fedina immacolata per chiedere un mutuo, comprare casa e mettere su famiglia, le banche faranno a gara per offrirvi le condizioni migliori.

Ma se proprio non doveste riuscirci – perché siete miscredenti e pensate che la Lombardia e Milano siano permeate dalle mafie e nelle banche alcuni dipendenti sensibili a certe attenzioni  – fate sempre in tempo ad affiliarvi ad una qualunque associazione mafiosa e vedrete che la vita vi sorriderà (e il mutuo vi arriverà)!

r.galullo@ilsole24ore.com

p.s. Invito tutti ad ascoltare la mia trasmissione su Radio 24: “Sotto tiro – Storie di mafia e antimafia”. Ogni giorno dal lunedì al venerdì alle 6.45 circa e in replica alle 0.15 circa. Potete anche scaricare le puntate su www.radio24.it. Attendo anche segnalazioni e storie.

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