Confindustria Imperia e prefettura contro la mafia nell’economia – E Bordighera e Ventimiglia a rischio scioglimento

Tra tre giorni scade il tempo assegnato alla Commissione d’indagine prefettizia che è andata a mettere il naso nelle carte del Comune di Bordighera e le sue possibili infiltrazioni mafiose.

Il 18 novembre la Direzione distrettuale di Genova ha spedito i Carabinieri nel Comune di Ventimiglia, ancora in provincia di Imperia, per sequestrare provvedimenti, fascicoli e delibere. Un motivo in più per far alzare la voce a quanti chiedono una commissione d’accesso e poi lo scioglimento per mafia, anche di Ventimiglia.

In un clima mai così nero in Liguria, dove ormai non passa giorno che imprenditori, commercianti, esponenti della politica e della società civile non ricevano grave minacce e intimidazioni, Confindustria Imperia rompe gli indugi e dà seguito al protocollo di legalità firmato il 10 maggio tra il presidente nazionale Emma Marcegaglia e il ministro dell’Interno Roberto Maroni, finalizzato a contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata nell’economia.

Oggi, 1° dicembre, la locale associazione degli industriali, lo stesso ministro e il prefetto di Imperia, Francescopaolo Menna, alla presenza, tra gli altri, del presidente di Confindustria Liguria Sandro Cepollina (che proprio dalla territoriale di Imperia viene) e del direttore di Confindustria Imperia, Giuseppe Argirò, avrebbero dovuto presentare a provincia e imprenditori regole e principi ai quali non derogare, firmando un protocollo di legalità di durata biennale. Chi sgarra potrà essere espulso dall’Associazione. Poche ore fa, con un colpo di teatro non degno per chi rappresenta lo Stato, cioè il Viminale, ha rimandato la firma del protocollo al 10 dicembre per accavallamenti dei lavori parlamentari in aula. Mah!   

Sandro Cepollina, aprendo i lavori dell’assemblea confindustriale ligure del 25 ottobre, aveva improntato la sua relazione programmatica proprio alla lotta senza se e senza ma alle mafie che così pesantemente inquinano la società, la finanza e l’economia regionale (si veda il mio servizio sul Sole-24 Ore del 6 novembre 2010 e nell’archivio su www.radio24.it l’intervista a Cepollina mandata in onda nella mia trasmissione “Sotto tiro” su Radio 24 il 15novembre).

IL PROTOCOLLO

Prefettura e Confindustria Imperia daranno vita a una Commissione per la legalità con lo scopo di programmare le attività, monitorare la realizzazione delle iniziative congiunte e proporre l'adozione delle azioni opportune per garantire una efficace attuazione di principi, regole e procedure. A fine anno ci sarà una relazione delle attività svolta e dei risultati conseguiti. Ciascuno farà la sua parte.

La prefettura ottimizzerà le procedure di rilascio della documentazione antimafia, spedirà uomini nei cantieri (anche privati) per verificare appalti, subappalti e fornitori, sensibilizzerà le stazioni appaltanti per garantire trasparenza, rispetto delle leggi, qualità delle opere pubbliche e prevenzione della concorrenza sleale nelle modalità di aggiudicazione delle gare d’appalto di lavori, forniture e servizi.

Confindustria Imperia, oltre a sottolineare l’etica della responsabilità prende posizione netta e promuove l’adozione di principi che contemplino tanto l’obbligo di espulsione o sospensione delle imprese associate in presenza delle condizioni determinate sulla base del protocollo, quanto la previsione del dovere di denuncia di reati che ne limitino direttamente o indirettamente la libertà economica a vantaggio di imprese o persone riconducibili a organizzazioni criminali.

Confindustria Imperia, inoltre, raccoglierà dati e informazioni sulle imprese fornitrici, appaltatrici e subappaltatrici, trasmessi dalle imprese che aderiscono al protocollo e fornirà, su richiesta, alle prefetture e alle grandi imprese le informazioni di cui dispone.

Un’altra cosa importante che farà Confindustria Imperia, sarà promuovere la predisposizione delle misure per la sicurezza sul lavoro e per la regolarità contributiva dei lavoratori che é spesso indicatore dì gravi fenomeni criminali.

Infine promuoverà l’adozione di regole mirate a disciplinare la scelta responsabile dei partners, subappaltatori e fornitori; promuoverà specifici corsi di formazione per diffondere la cultura della legalità e iscriverà in un apposito elenco pubblicato sul proprio sito Internet le imprese aderenti al protocollo.

IL CASO DI BORDIGHERA

Il 29 ottobre si è insediata la Commissione di indagine nel Comune di Bordighera, istituita dal Prefetto di Imperia, Menna, nell’ambito dei poteri di accesso che gli sono stati delegati dal ministro dell'Interno Maroni. Il suo compito, dopo il mese di proroga chiesto e ottenuto, che scadrà il 4 dicembre salvo ulteriori proroghe, è quello di verificare eventuali possibili condizionamenti della criminalità organizzata nell'ambito dell'attività gestionale e amministrativa.
La Commissione è stata istituita dopo la richiesta di scioglimento del Consiglio comunale, per possibili infiltrazioni mafiose, avanzata a giugno dai Carabinieri della locale Compagnia, dopo che si era avuta notizia di possibili legami tra la criminalità organizzata e alcuni politici. Si parla di voto di scambio e questi sospetti condussero il sindaco Giovanni Bosio (Pdl) ad azzerare la Giunta ma non a dimettersi. Nel mirino, inoltre, ci sarebbero molti lavori pubblici degli ultimi 10 anni.
Il 5 dicembre la relazione sarà consegnata al prefetto che avrà poi 45 giorni di tempo per trasmettere la proposta (di scioglimento o meno) al ministro dell’Interno. Se ne parlerà dunque, probabilmente, per la seconda metà di gennaio.

IL CASO VENTIMIGLIA

Altro caso, diverso, è quello di Ventimiglia, e siamo sempre nel Ponente ligure. “Il caso Ventimiglia è diverso –diceva il prefetto Di Menna intervistato il 29 ottobre dal Secolo XIX e prima di decidere devo vagliare le informative preliminari che mi sono state trasmesse in questi giorni. Sembra che ogni giorno spunti un nuovo dossier. Ma non è così. Senza contare che nel contesto in cui viene utilizzato, è un termine assolutamente improprio. Non esistono dossier, ma solo una relazione delle forze di polizia a seguito di una mia circostanziata richiesta. E tale richiesta riguarda un documento trasmesso ai nostri uffici da una associazione Onlus denominata Casa della Legalità. Ho già avuto modo di precisare la genesi di questa iniziativa avviata in sede di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, ma evidentemente occorre ribadire il concetto». (per approfondimenti rimando a www.casadellalegalita.org).

In un take del 19 novembre l’Agi intervisterà il sindaco di Ventimiglia, Gaetano Scullino (Pdl) che dichiarerà: “Ventimiglia non è in mano alla malavita organizzata. E’ giusto che le forze dell’ord
ine e la magistratura verifichino i contenuti di segnalazioni o dossier, ma c’e’ bisogno di chiarezza e di risposte in tempi brevi, perchè l’amministrazione deve essere messa nelle condizioni di proseguire con la sua attività. Dall’inizio del nostro mandato ci siamo battuti per migliorare l’immagine di Ventimiglia, ad esempio combattendo l’abusivismo commerciale o edilizio, ma in questa maniera tutto il nostro operato viene vanificato
”.

L’Agenzia Agenparl il 26 novembre riporta che i deputati del Pd Andrea Orlando e Mario Tullo hanno chiesto al ministro dell'Interno “quando verranno sciolte le giunte dei Comuni di Bordighera e di Ventimiglia”.

LE MAFIE NEL PONENTE LIGURE

Limitandoci alla sola descrizione del fenomeno mafioso nel Ponente Ligure (dove ovviamente ricade la provincia di Imperia), ecco cosa scrive a pagina 574 e seguenti la Procura nazionale antimafia nella sua relazione 2009 (l’ultima disponibile): “L’attuale articolazione regionale di quegli enti delinquenziali, se pure tradizionalmente organizzata attorno alla funzione dei “locali” (esistenti in Ventimiglia, Lavagna, Sanremo, Rapallo, Imperia, Savona, Sarzana, Taggia e nella stessa Genova), vede emergere il ruolo equilibratore di vere e proprie funzioni di “controllo” o “compensazione”, attive soprattutto in funzione di regolazione delle tensioni interne e di coordinamento delle attività delle articolazioni di ‘ndrangheta in Liguria e nel basso Piemonte, e di fatto assegnate al locale di Ventimiglia, ove dunque si concentra la complessiva regia delle manovre di penetrazione nei mercati illegali e legali dell’intera regione. In tale contesto risulta comunque confermata la tradizionale centralità delle ‘ndrine del versante ionico-reggino”.

E poi ancora: La crescente ampiezza della sfera di interessi economici ruotante attorno alle varie anime della ‘ndrangheta presenti nella regione ligure ben contribuisce a spiegare l’attivo interesse di tali articolazioni, registrato in recenti contesti investigativi, ad individuare in ambito locale specifici referenti amministrativi e politici, oltre che a rinsaldare e saldare le molteplici relazioni delle proprie rappresentanze economiche fiduciarie con gli ambienti imprenditoriali della regione. Il fenomeno appare connotato da speciali note di concretezza con precipuo riguardo alla situazione nelle province di Imperia (ove sono attivi i gruppi Ventre, Sergi, Pellegrino e Iamundo)”.

LA SOLA PROVINCIA DI IMPERIA

Un paragrafo è dedicato, da pagina 586 proprio alla provincia di Imperia nei confronti della quale la Procura nazionale antimafia così si esprime: “Una ulteriore particolare attenzione occorre infine rivolgere nei confronti della provincia di Imperia ove è stata registrata una particolare recrudescenza sotto il profilo delle azioni criminali, soprattutto incendi e danneggiamenti mediante esplosione di colpi d’arma da fuoco, accompagnata da preoccupanti percezioni informative in ordine all’esistenza di momenti di tensione tra taluni esponenti della criminalità organizzata operativi sul detto territorio.

Naturalmente, la criminalità calabrese (e, specificamente, delle sue articolazioni nel ponente ligure) conserva una posizione di obiettivo rilievo anche nel settore dell’importazione (soprattutto dal Sud America) di stupefacenti destinati ad alimentare le reti distributive dell’Italia settentrionale.

L’attualità di tale tradizionale ruolo è, del resto, significativamente attestata nell’ambito di plurimi contesti investigativi.

A tale riguardo, vale la pena di segnalare il dato obiettivo dell’arresto, in esecuzione di ordinanze cautelari date dal Giudice di Reggio Calabria, di soggetti stabilmente presenti nell’area ligure, come Aricò Bruno (nato a Molochio, in provincia di Reggio Calabria, ma residente in Ventimiglia) e Cannizzaro Rocco (nato a Reggio Calabria, ma pure residente in Ventimiglia), individuati come i protagonisti di traffici su scala internazionale di ingenti quantitativi di stupefacenti”.

E tutto questo, si badi bene, senza tirare in ballo l’inchiesta Il Crimine, scivolata il 13 luglio 2010 sull’asse Milano-Reggio Calabria, che dedica un ampio spazio alle mani della ‘ndrangheta in Liguria e, in particolar modo, a Ventimiglia che, vista anche la sua posizione a pochi passi dal confine nazionale, è un crocevia naturale per gli interessi delle mafie nazionali e internazionali.

ET VOILA’ LA CAMORRA

Quasi timidamente, la Procura nazionale antimaia scrive che oltre alla ‘ndrangheta (che detta legge) e a Cosa Nostra (più defilata), c’è anche la camorra. Leggiamo cosa scrive nella relazione 2009: “Si ritiene ancora doveroso evidenziare, anche se non rileva ai fini della competenza della Direzione Distrettuale Antimafia per la tipologia dei reati accertati, una indagine focalizzata su un soggetto in passato considerato punto di riferimento di esponenti della Camorra nel Ponente ligure insediatisi in quel

territorio al fine di gestire e controllare gran parte dei traffici illeciti che su di esso venivano consumati.

Nella Primavera del 2006 infatti l’assetto parcellizzato della criminalità organizzata sul territorio dell’estremo ponente ligure ed in particolare della città di Sanremo ritrovava unità nella presenza di alcuni soggetti napoletani che di fatto hanno restaurato il passato.

Sulla scena sanremese infatti è ricomparsa la persona del soggetto citato il quale avvalendosi della collaborazione di altri, ha cercato di riappropriarsi del controllo del territorio come nel passato.

Nel quadro come sopra delineato si inseriva un collaboratore di giustizia.

Le indagini, che ancora devono avere uno sbocco processuale, offrono un interessante panorama in ordine alle molteplici attività illecite poste in essere sul territorio, attività aventi “manifestazioni“ tipicamente mafiose (incendi, danneggiamenti, aggressioni alla persona) non riconducibili ad una vera e propria associazione, ma a soggetti operanti, per quello che risulta, in maniera indipendente anche se per alcune vicende contigui”.

POI C’E’ IL CASO SANREMO

Ancora nel Ponente ligure, vera e propria pacchia per svernare anche per i mafiosi, c’è il caso Sanremo che, lo sanno anche i bambini, ha il casinò che tanto fa gola alle mafie. A pagina 326 e seguenti si legge: “E’ noto che nel nostro Paese operano attualmente quattro strutture pubbliche, Sanremo, Venezia, Saint Vincent e Campione d’Italia, costantemente oggetto di attenzione da parte delle forze di polizia.

Quanto al Casinò di Sanremo, come del resto per gli altri Casinò, va rilevato che intorno ad esso prosperano varie attività, che devono necessariamente essere oggetto di controllo preventivo da parte delle Forze dell’ordine, impegnate in particolare ad assicurar
e la regolarità del gioco e a svolgere un’azione di filtro delle presenze, atteso che spesso dei pregiudicati si recano nella sala da gioco anche con false identità.

Di recente sono stati aperti alcuni siti denominati “casino on line”, inaugurati per Venezia e Sanremo, per cui il server del Casinò è collegato con quelli delle varie carte di credito. E’ proprio grazie a questi controlli preventivi che si scongiura una massiccia opera di infiltrazione della criminalità organizzata. La Direzione distrettuale antimafia di Genova sta indagando su alcuni camorristi che cercano contatti con il casinò di Sanremo per far assumere alcuni loro porteurs

RELAZIONE DIA PRIMO SEMESTRE 2010

E la Dia, la Direzione investigativa antimafia cosa scrive nella sua ultima relazione sul primo semestre 2010?

Conferma l’analisi della Dna e in più ricorda che recentemente ci sono state alcune perquisizioni nella provincia di Imperia finalizzate alla cattura del superboss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro e ricorda infine che il 24 maggio 2010 ci sono stati 8 arresti a Sanremo a seguito della possibile apertura, osteggiata dai cittadini, di una sala gioco, con slot machines a Bordighera. Sono così emersi stretti rapporti tra alcuni degli arrestati e un imprenditore siciliano, ex collaboratore di giustizia, dichiaratamente già vicino a Matteo Messina Denaro e sfuggito nel 1996 a un agguato.

r.galullo@ilsole24ore.com

p.s. Invito tutti ad ascoltare la mia nuova trasmissione su Radio 24: “Sotto tiro – Storie di mafia e antimafia”. Ogni giorno dal lunedì al venerdì alle 6.45 circa e in replica poco dopo le 21.00. Potete anche scaricare le puntate su www.radio24.it. Attendo anche segnalazioni e storie.

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