‘Ndrangheta invisibile/5 Cose dell’altro mondo: a Reggio si entra nei servizi segreti gratis e senza sapere perché

Cari amici di blog, come sapete da alcune settimane sto scrivendo della ‘ndrangheta invisibile (si vedano in archivio i post del  9, 10, 12 agosto e 15 settembre). Quella vera, quella che fa affari e che per questi ammazza, quella che niente e nessuno riesce a fermare. Quella reale, insomma, contrapposta a quella rurale e tradizionalista fatta di riti, santini che bruciano e battesimi, lasciata nel 2009 nelle mani di un vecchietto a Polsi in occasione della Festa aspromontana della Montagna (la 'ndranhgheta old style, che è pericolosa, pericolosissima, da combattere e distruggere ma che è un'"agenzia di servizi" nelle mani di una cupola immensamente più grande e che al suo interno fa riposare pezzi infedeli dello Stato, massoni dal grembiule sporco, proifessionisti al soldo, politici allevati a vangelo 'ndranghetista e così via).

Vedo che gradite ma invito tutti – soprattutto i calabresi – a non scrivere alla mia mail congratulandosi ma pregandomi di tenere i messaggi riservati. Non ho bisogno di congratulazioni (non sono Pippo Baudo) ma ho bisogno di lettori che abbiano il coraggio delle idee sul blog e il coraggio di mettercela faccia, il nome e il cognome. Altrimenti la pacca sulle spalle a me non serve a nulla.

Nelle mie letture estive mi sono imbattuto nel decreto di fermo di Giovanni Zumbo, arrestato e portato (in isolamento?) nel carcere milanese di Opera (per il suo profilo molto, molto interessante, vi rimando in archivio al post del 15 settembre). A emettere il fermo è stata la Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria.

Tale Zumbo sarebbe, secondo la Procura e secondo la logica delle intercettazioni ambientali svolte, uomo molto molto vicino ai servizi segreti (da “esterno” dice di sé stesso) e, contemporaneamente, uomo a disposizione organicamente e continuativamente innanzitutto della cosca Pelle di San Luca, che continua ad essere il punto di riferimento per le cosche joniche. Il motivo, dunque, di tanta deferenza è logico secondo la Procura.

 

QUANDO C’ERA CONDELLO….

 

Prima di passare all’aspetto a mio giudizio più inquietante di questa vicenda, vorrei riferirvi ciò che questo sconosciuto (al popolo italiano) commercialista di Reggio Calabria, proclama a proposito di boss e famiglie mafiose.

A proposito di Pasquale Condello, detto il “supremo”, arrestato il 18 febbraio 2008 e attualmente in regime di carcere duro a Parma, dice che a Reggio “…quando c’era lui non si muoveva nessuno…”. Quando c’era lui, caro lei…

Ma Zumbo va oltre parlando con Pelle che gli dà ragione. Leggete qui:  A Reggio! Secondo me a Reggio secondo me hanno un centocinquanta  tamburi (modo di dire che significa poco di buono, ndr) e cinquanta “mezzi cristiani” …incompr… poi può darsi che mi sono sbagliato……e prendi a Pasquale Condello …incompr…,  prendi a Micu u Pacciu, mi dite  …incompr… Con i ragazzi? E questa è stata la disgrazia di Reggio! Uno a trentuno anni che viene e ti… e vi dice:"sai!" e si atteggia, gli ho detto io: "guarda, io ne ho quarantadue, ti  ammazzo qua davanti al magazzino mio" gli ho detto " …incompr… non sei niente, te ne devi andare",  questo perché succede? Perché non c'è uno anziano per prenderlo dall'orecchio per dirgli: " ma … ma che fai?…” “… vedi dove cazzo devi andare." Quando c'era Pasquale Condello,  non si muoveva nessuno. Ma io gli ho detto: "non lo prendete!", lui ha voluto fare …incompr… è stato un male. “Giovanni Zumbo eh ma che devi fare?””

Quando il 20 marzo 2010 , alle 16.41, Zumbo entra a casa di Giuseppe Pelle, figlio del boss Antonio detto “gambazza”, deceduto, annotano i magistrati, mostra immediatamente la propria stima nei suoi confronti e di tutta la famiglia Pelle: “Io volevo, sul bene dei miei figli, io vi volevo conoscere, quando io ho saputo di vostro padre, gli ho detto io: "assolutamente" ……perché per quello che ho sentito negli ultimi vent'anni uno deve essere orgoglioso, da una persona così, devo essere onesto…cioè un vero uomo, non… E quando dico uomo, vi dico …incompr… dico uomo!

Un uomo – per la cronaca – condannato in via definitiva a 26 anni di reclusione. L’altro figlio, Salvatore, arrestato il 10 marzo 2007 dopo 10 anni di reclusione, è stato condannato in via definitiva a 14 anni per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga ed è ospitato (a nostre spese) nelle carceri romane di Rebibbia.

Che uomini! Che famiglia! Altro che Falcone, Borsellino, Livatino, La Torre, Puglisi e via elencando!

 

DA CASA PELLE VOCI SOAVI…

 

Ma Zumbo è incontinente secondo la Procura e va oltre. Ben oltre.

In un’altra, recentissima intercettazione, dimostrando di avere una profondissima conoscenza della ‘ndrangheta, criticando i rosarnesi e i reggini si esprimeva così: “…tutto quello che succederà fra un paio d’anni, l’hanno voluto i reggini…come l’hanno voluto i rosarnesi!”…L’unica parte seria, sana, che è sempre stata “mamma” ed è stata lineare, diciamo…è stata sempre la jonica, stop…perché la famiglia Pelle è rimasta la famiglia Pelle”.

Perché la famiglia Pelle è la famiglia Pelle e Sanremo è Sanremo!

E a proposito di Festival e voci, è sublime ciò che intercettano e mettano a verbale gli inquirenti a pagina 37 del decreto. Zumbo, riferendosi alle intercettazioni disposte e di cui sapeva incredibilmente vita morte e miracoli, si spinge a dire che per la famiglia Pelle non c’era motivo di preoccuparsi perché non erano mai stati intercettati direttamente. “Io – afferma Zumbo – non ho mai avuto il piacere di sentire le vostre voci”. Altro che X Factor, i veri talenti sono a casa Pelle!

In altre occasioni Zumbo si premurava di chiarire a Giuseppe Pelle che ci teneva ad andare “personalmente” a casa sua.

 

LUI E’ RIGGITANO

 

Veniamo però alla parte più inquietante di questo documento di straordinario interesse di cui, ovviamente, giornali, radiogiornali, telegiornali e via elencando ignorano l’esistenza (e se anche lo conoscessero non ne scriverebbero).

In natura (quasi) nessuno fa nulla per nulla. Se studio lo faccio per prendere un bel voto o fare contento mamma e papà. Se mangio è per nutrirmi. Se lavoro è per sfamarmi. Se gioco a calcio come Francesco Totti è perché sono un dio pagano e in cambio mi danno tanti soldini e mi fanno conoscere Ilary Blasi! E via di questo passo.

Se, dunque, Zumbo, così come emerge dall’articolato decreto di fermo dell’indiziato emesso dalla Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria, è stato in grado di fornire miriadi di informazioni iper-riservate innanzitutto alla cosca Pelle, viene immediatamente da chiedersi: che cosa ci guadagna(va) Zumbo? Soldi? Fama? Potere? Lavori?

Bene. Preparatevi alla sorpresa.

In una conversazione captata il 13 marzo tra Giuseppe Pelle e Giovanni Ficara, quest’ultimo precisa che le informazioni fornite da Zumbo erano da considerarsi assolutamente attendibili anche in virtù del fatto che non aveva mai voluto essere retribuito per le informazioni fornite e che era vicino a loro per amicizia perché è “riggitano

Ecco, testuale il passo.

Ficara: E allora mi racconta questi discorsi qua! Perché altro, girano i soldi e io non… lo sapete perché vi dico, perché non vuole soldi, non vuole niente, se gli voglio portare io una bottiglia…

Pelle:Gliela portate, sennò niente.

Ficara: …Se non ché, lo fa per amicizia, perché è “riggitano”… 

E come tutti sanno, tutti i riggitani sono disposti ad agevolare le cosche, non parliamo poi di quelle di San Luca, senza ricevere in cambio una “cippa”. Fosse anche la sola pellaccia da portare a casa sani e salvi.

 

AGGRATISE!

 

Nella stessa intercettazione c’è la sublimazione della bontà. La quintessenza del disinteresse. Il nono grado della scala caritativa dei carmelitani scalzi. La sintesi del francescanesimo.

Ficara parlando con Pelle dice: “Ce lo abbiamo nelle mani noi…Noi gli abbiamo dato fiducia e… l'ha capito che noi… una cosa non la discutiamo con nessuno” “e a lui questo gli interessa, a lui, perché…   dice: "non è che poi mi sputtano e mi fai arrestare, insomma…" perché pure arrestano pure a loro, non è che…”.

Ficara aggiunge poi che lo stesso informatore “a noi se ci può aiutare, chi me lo ha presentato a me, lui,  non ne può fare a meno, avete capito?” e respinge la proposta di Pelle che aveva dato la sua disponibilità ad eventuali dazioni di denaro in cambio delle notizie, dicendo che non ve n’era bisogno “perché loro già prendono bei soldi! Per questo fatto… che sono nei servizi”.

Ficara specifica inoltre: “Da voi non vuole niente sicuro… Va bè! Una cosa… se c'è una cosa pesante che lui dice:"dobbiamo ungere a tizio… ci vuole… e allora… ci sentiamo”; e ancora: “fino ad oggi, guardate… neanche… neanche un pasticcino, niente! Quando è stato?… a Natale… gli abbiamo portato un bel cesto, gliene abbiamo portati due, uno io ed uno Carmelo, ha detto:" No, non mi dovete portare niente, perché io lo faccio senza scopo!" gli ho detto io:" va bene ma è Natale, non è che lo abbiamo fatto per qualche cosa…" è… è un ragazzo a posto!” infine ribadiva l’assoluta necessità di mantenere i contatti con “queste persone….purtroppo”.

Senza scopo? Ma ‘sto Zumbo chi è? Babbo Natale?

 

MEGLIO DI BABBO NATALE

 

No meglio. Molto meglio di Babbo Natale ad andare a leggere quel che all’inizio della loro conoscenza mettono in chiaro Giovanni Ficara e Giovanni Zumbo.

Lo si legge bene a pagina 61 del provvedimento. A parlare è Ficara: “Io, quando ho avuto rapporti con questo qua, gli ho detto io, “mettiamo in chiaro una cosa”, gli ho detto io… “che cosa cerchi di sperare in questa cosa?”.. “Non lo so”, mi ha detto!.. “Ma non devi cercarmi né storia né geografia!”.. Si, si, ma lui, mi ha risposto, è figlio di “’ndrocchia”… e figlio di puttana!..”. Zumbo aveva replicato: “ma guarda che, se tu mi dici una parola contro di uno…”, “sopra la tua coscienza” gli ho detto io, “e quando mi giro nel letto io non dormo!”.

Ora se so ben leggere Zumbo non sa(peva) cosa ottenere da questa storia e da questi contatti! Sprovveduto come una vergine la prima notte di nozze!

E allora cari lettori del blog vi lascio con questo quesito per il fine settimana: ammesso e non concesso che il buon samaritano non ottiene nulla e aiuta il prossimo ‘ndranghetista solo per grazia e virtù dello spirito maligno, chi ci guadagna dai contatti tra i servizi segreti deviati e la ‘ndrangheta? Per ottenere quali risultati? Magari un bel caos “deviato” che sia in grado di lasciare questa terra in mano alle cosche e ai suoi sporchi traffici internazionali che tanto spesso e volentieri tornano utili anche allo Stato?

Ammetto di non avere risposte. O di averne paura.

5 – TO BE CONTINUED (si vedano i precedenti post in archivio del  9, 10, 12 agosto e 15 settembre, ma anche quelli del 13, 17, 18, 20, 24, 27 agosto e 2 settembre)

r.galullo@ilsole24ore.com

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  • galullo |

    Caro Stgnani,
    il tempo delle intercettazioni (l’ho scritto) è stato ahimè poco perchè a quanto scrivono gli stessi magistrati Zumbo aveva mangiato la foglia.
    Molte delle persone referenti di Zmbo sono indagate, altre arrestate. Incontri di poersona? Ho scritto anche questo chiaro e tondo: ne ha avuti.
    Quanto a Skype e via dicendo, tutti sanno che sono inintercettabili e i primi a saperlo sono i mafiosi ma non sempre si può parlare (fortunatamente per le forze dell’ordine e la magistratura) via Skype.
    saluti
    roberto galullo

  • Marco Stignani |

    Egr. Galullo,
    Questo Zumbo potrebbe rappresentare una fonte fantastica di indagini e con effetti catastrofici per personaggi di altissimo profilo (e magari scarsissima visibilità).
    Non ho capito però per quanto tempo sia stato intercettato. E perché abbia parlato (per così tanto tempo) al telefono invece d’incontrarsi di persona con i criminali,o addirittura perché non abbia fatto ricorso alla telefonia voip che ostacola le normali intercettazioni.
    Ho perso il filo del racconto e sarei molto curioso di sapere se le fonti di Zumbo siano già state arrestate oppure no. Inoltre sarei curioso di sapere se le sue utenze ricadano tra quelle “segrete garantite” di operatori come Wind che già in recente passato hanno protetto altri tangheri, in Calabria tra l’altro.
    Speriamo che campi abbastanza a lungo per essere indotto a collaborare, anche se temo che le dichiarazioni di un tale “idealista” potrebbero rappresentare veleni terribili.
    Chissà se il ministro Alfano invierà ispettori .
    Grazie per il suo intenso lavoro
    Marco

  • Antonino De Masi |

    Quanta gente vede il giusto , la retta via nel criminale? quanta gente vede negli “sbirri” il nemico, il cattivo il male?
    Quale è la realtà in cui viviamo?
    chi è il male chi è il bene?
    Veda dr Galullo, io spesso scrivo parlo di questa “maledetta” terra in cui si è scambiato il bianco con il nero; in cui è diventato normale l’illegale ed il normale è diventato anormalità.
    Lei capisce che le mentalità in cui si riverisce un boss e si disprezza lo Stato significa stravolgere valori principi , civiltà.
    Quali altri segnali , quale illusioni , dobbiamo avere per sperare in un domani migliore; ci dobbiamo illudere che il mare le montagne (finchè non li distruggeranno con i rifuiti e le costruzioni) potranno sperare ad un cambiamento per i giovani.
    Terra maledetta, non da Dio, ma dagli uomini che come bestie l’hanno ridotta , ci hanno ridotto, peggio di un paese del terzo mondo.
    Io ho speso la mia vita andando in giro per decantare le bellezze e le virtù della mia terra della mia gente, ma erano pie illusioni.
    Purtroppo più si scava e più si capisce a quale livello il male è arrivato.
    Dove è la gente perbene che vive e subisce tutto ciò?
    Cosa aspettare per reagire?
    Lo stato (volutamente con la s minuscola) quale altre porcherie deve continuare a farci vedere, perchè la collusione la degenerazione e la confusione di ruoli tra stato ed antistato ha in tutte le due parti i protagonsiti. stato e crimianlità sono attori principali,in questo contesto, non vi è una vittima ed un carneficie, sono tutte due carnefici.
    Sfogo, rabbia, rassegnazione o consapevolezza , non lo so.
    Saluti
    Antonino De Masi

  • Flavio Volpe |

    Buongiorno,
    sbaglio o si scoprono sempre più analogie tra la Calabria del 2010 e la Sicilia dei primi anni novanta?
    Flavio Volpe

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