E’ il 16 febbraio 2007 quando i Ros dei Carabinieri di Reggio Calabria, nel corso di attività investigative da tempo programmate si imbattono in conversazioni nelle quali – scriveranno poi a pagina 412 di un monumentale rapporto consegnato nelle mani della Procura distrettuale antimafia – “si fa espresso riferimento ai contatti mantenuti dal sindaco con esponenti della criminalità organizzata nonché ad un asserito coinvolgimento del fratello di quest’ultimo”. Nei confronti dei due fratelli Scopelliti le considerazioni espresse (contatti e asserito coinvolgimento) sono, chiariamolo, unidirezionali, provengono cioè da soggetti che possono benissimo millantare, sia ben chiaro. Al giornalista spetta il compito di riportare i fatti, alla magistratura quello di provare e giudicare).
Il monumentale rapporto a pagina 412 fa riferimento – senza sorta di smentita se non altro perchè questo è quanto raccontano gli inquirenti – a Consolato Scopelliti e a suo fratello, allora sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Scopelliti, attuale Governatore della Regione che proprio ieri ha ricevuto una lettera dallo strano contenuto e dalle strane e strampalate minacce.
Consolato Scopelliti è nato a Reggio Calabria il 9 agosto 1961 ed è dunque il fratello maggiore dell’attuale presidente della Regione, nato il 21 novembre 1966.
I Carabinieri scendono dunque nel dettaglio e scrivono che quel giorno, appunto il 16 febbraio, Francesco Labate dialoga con Domenico Barbieri. Il primo si lamenta con il secondo della mancata assegnazione di appalti pubblici alla sua impresa e, in generale, della mancata distribuzione in maniera equa degli appalti, privilegiando solo pochi imprenditori.
LA DITTA FAVORITA SECONDO BARBIERI
Ma chi sono i due soggetti intercettati che finiscono nel mega rapporto dei Carabinieri? Francesco Labate è un imprenditore nato a Reggio Calabria il 10 gennaio 1938. Testualmente si rivolge così a Domenico Barbieri: “stanno dando i lavori solo dove vogliono…dove…per non fare niente” “….omissis…fino a che tenevano, tenevano il discorso equilibrato, dice una tu, una tu; no qua è focalizzato, il discorso è focalizzato”.
Prima di addentrarci nell’oggetto del dialogo, vale a dire dell’impresa sulla quale è “focalizzato il discorso”, ricordiamo invece che Domenico Barbieri è un imprenditore edile arrestato nell’abito dell’inchiesta Meta della Dda di Reggio Calabria, che ha fotografato il profilo criminale che domina città e provincia. Un’inchiesta, come del resto la successiva “Il Crimine” scivolata il 13 luglio sull’asse Milano-Reggio Calabria, ha “miracolosamente” tenuto fuori i papaveri della politica calabrese.
Bene. Barbieri, il 16 febbraio 2007, illustra a Labate l’intraprendenza di una ditta chiamata Edil.ma la quale, riporto testualmente ciò che leggo a pagina 412 del Rapporto dei Ros, “… avrebbe ottenuto l’aggiudicazione di alcune gare d’appalto, grazie all’intervento del fratello del sindaco che, d’accordo e in combutta con l’ingegner Pasquale Crucitti, si sarebbe preso alcune somme di denaro, per favorire proprio l’Edil.ma ed altre ditte”.
Edil.ma è un’impresa che fa capo a Santo Marcianò, nato a Reggio Calabria il 5 giugno 1976, con sede legale a Reggio Calabria, in via dei Monti 123. L’impresa, regolarmente iscritta nelle imprese fornitrici del Comune di Reggio, si occupa di lavori edili, ristrutturazioni, costruzione, sbancamenti, lavori stradali, costruzione di fognature.
L’INGEGNER CRUCITTI
L’ingegner Crucitti al quale si fa riferimento nel dialogo, nato a Reggio Calabria il 26 ottobre 1952, è una figura chiave, forse la più importante del Comune di Reggio Calabria: è il dirigente alla Programmazione e progettazione.
Crucitti, il 10 aprile 2009 è stato gambizzato con alcuni colpi di pistola al centro di Reggio, dopo che aveva parcheggiato l’automobile per raggiungere casa. Due persone, giunte sul posto a bordo di uno scooter e caschi sul volto, hanno sparato contro Crucitti 7 colpi, tre dei quali lo hanno raggiunto alle gambe.
Nei mesi precedenti era stata da
ta alle fiamme anche l’auto dell’architetto Saverio Putortì, dirigente del Comune per il settore Urbanistica.
Pochi mesi prima dell’agguato, per la precisione il 22 gennaio, le cronache del web raccontano che tra gli altri Pasquale Crucitti e l’allora sindaco Giuseppe Scopelliti parteciparono alla consegna dei lavori di riqualificazione della zona limitrofa la chiesa di Santo Stefano da Nicea di Archi Cep, a Reggio. L’intervento, programmato già nel 2007, verrà eseguito da Edil.ma.
IL TESTO DELLA TELEFONATA
Ma torniamo alla chiacchierata tra Barbieri e Labate. Che cosa registrano le apparecchiature? Testuale.
Barbieri: …incomprensibile…aggiustare i lavori. L’hai visto Edil.ma… incomprensibile (Edil.ma, ndr) come cazzo ha fatto ad entrare?
Labate: Io non sono riuscito a sapere con chi…incomprensibile
Barbieri: Con il fratello del sindaco!
Labate: Con Crucitti proprio?
Barbieri: Con il fratello del sindaco è lui. I soldi se li sta prendendo il fratello del sindaco!
Labate: Edil.ma
Barbieri: Di tutti! Quello che si è riempito la mazzetta, quello che si è preso la pila!
Ora la pila, per chi non lo sapesse, in dialetto reggino vuol dire proprio “mazzetta”. Se volete ve lo traduco anche nel mio dialetto, il romanesco: “la stecca”. Specifico ancora che Consolato Scopelliti non è indagato in alcun procedimento così come, del resto, il fratello Giuseppe, Francesco Labate e Pasquale Crucitti (nei confronti di coloro i quali vengono chiamati in causa, oltretutto, a partire dai fratelli Scopelliti. potrebe esserci un'opera millantatoria che sta alla magistratura appurare, i giornalisti raccontano solo i fatti e fanno cronaca). Quest’ultimo – basta andare a verificare sul sito del Comune di Reggio Calabria alla voce “Operazione trasparenza” – risulta ancora dirigente del Dipartimento, nominato con il decreto sindacale n.949 del 3 aprile 2003.
IL COLLOQUIO LABATE-CRUCITTI
Se si gira pagina del rapporto dei Ros e si va a pagina 413 si scopre che Labate racconta a Barbieri di un colloquio avuto con Pasquale Crucitti, per esporgli il disappunto per le scelte fatte dal dirigente comunale, nonostante Labate avesse fatto ogni sforzo per costruirsi un’immagine credibile, evitando frequentazioni che potessero avere controindicazioni. “….omissis…Pasquale, gli ho detto io – registrano le apparecchiature delle Forze dell’Ordine – adesso hai rotto i coglioni, non frequento io a questo, non frequento a quello…omissis...” e rivolgendosi a Barbieri: “….omissis…non mi hanno fatto incassare più, mi vogliono vedere morto. Mi vogliono vedere morto…omissis…”.
E Barbieri giustifica il suo mancato intervento a difesa di Labate, sostenendo che non poteva permettersi di entrare in contrasto con Crucitti e il suo entourage poichè non disponeva di altre amicizie. Ecco il testo: “…omissis…Franco, io non ho, non ho potuto parlare perché sai più o meno qua c’è un giro, tutto, tutto, tutto, un giro! Dal primo all’ultimo!…omissis…io solo questi amici ho!” e ancora: “è tutto un filone là…omissis…”.
E successiva
mente i due, Labate e Barbieri, continuano a fare riferimento agli appalti e in particolare alla situazione che si è venuta a verificare nel Comune di Reggio Calabria, visto che i lavori venivano assegnati sempre alle stesse persone. I due, si legge testualmente nel Rapporto dei Ros, individuano “nell’ingegner Crucitti il responsabile di tale macchinazione che, secondo le affermazioni degli stessi, derivavano da un accordo intercorso tra quest’ultimo e il fratello del sindaco (Giuseppe Scopelliti, ndr), evidenziando una totale estraneità di quest’ultimo da ogni meccanismo”.
L’INCHIESTA META
Un cognome Crucitti (senza alcun nome di battesimo ma con la qualifica di ingegnere) si ritrova anche nelle richieste di applicazione di misure cautelari del pm Giuseppe Lombardo nell’ambito dell’inchiesta Meta.
Ebbene il 23 dicembre 2006, alle 11.51 Domenico Barbieri aveva ricevuto la visita di un ingegnere, tal Francesco Viglianisi. Ecco cosa emerge dalle intercettazioni ambientali: “Successivamente l’uomo non meglio identificato saluta gli interlocutori e Barbieri gli dice che il giorno seguente andrà a trovare Natale Musolino. Quindi continua a discutere con Franco Delfino di alcuni problemi relativi a dei rilievi planimetrici fatti da tale Gianni, nipote di Delfino.
Dopo entra nell’ufficio un uomo che Barbieri appella ragioniere. Questo, nel presentarsi a Delfino, dice di lavorare presso la Provincia all’Ufficio di Ragioneria da tre anni (poi specifica dal 2002) ed essere addetto ai mandati di pagamento delle gare d’appalto.
A questo punto Barbieri riferisce al ragioniere e a Delfino di una gara d’appalto avvenuta il giorno precedente al Comune di Reggio che il fratello Enzo era riuscito a vincere ma questa era stata sospesa e rinviata al mercoledì successivo poichè uno dei concorrenti ne aveva chiesto la revisione. Precisava che i lavori riguardavano una fiumara e che erano dell’importo di euro 500.000 sovvenzionati dalla Prefettura. Al tal proposito, sempre Barbieri affermava che la Commissione aggiudicatrice della gara era composta da cinque membri tra cui gli ingegneri Sgrò, Crucitti e Basile e precisava di aver parlano con uno di questi, indicato come un amico, che gli aveva assicurato l’aggiudicazione dei lavori al fratello.
In seguito Delfino saluta ed esce dall’ufficio e Barbieri scambia qualche parola a voce molto bassa e incomprensibile con il soggetto indicato quale ragioniere”.
Ora mi domando e vi domando ancora una volta: non ce n’è abbastanza perché il sassofonista ministro dell’Interno Roberto Maroni proceda alla possibilità di accesso agli atti del Comune di Reggio Calabria che oltretutto sta attraversando una fase devastante di vita amministrativa interna ed esterna e continua a essere oggetto di ingenti risorse finanziarie presenti e future?
8 – TO BE CONTINUED (si vedano i precedenti 7 post in archivio)
p.s. Il mio libro “Economia criminale – Storia di capitali sporchi e società inquinate” è ora acquistabile con lo sconto del 15% al costo di 10,97 euro su: www.shopping24.ilsole24ore.com. Basta digitare nella fascia “cerca” il nome del libro e, una volta comparso, acquistarlo
P.P.S A testiminianza ulteriore – qualora ce ne fosse mai bisogno – dell'onesta intellettuale e della "purezza" professionale di chi scrive, riporto una nota dei legali di Consolato Scopelliti che il 9 marzo è stata pubblicata sul "Quotidiano della Calabria". La nota l'ho scoperta solo oggi, 27 marzo, altrimenti l'avrei pubblicata anche prima. E' indirizzata ad altra testata ma mi sembra giusto riprodurla perchè è giusto che – chi viene chiamato in causa su vicende delicate – possa far sentire la sua voce anche fuori dai canali di informazione ai quali indirizza le proprie note (R.Gal.)
REGGIO CALABRIA – Scrivo nell’interesse e per conto del Signor Consolato Scopelliti (cfr. conosciuto come Tino), il quale si è rivolto a questo Studio legale per tutelare la propria
dignità e reputazione a seguito delle dichiarazioni rese dal teste colonnello Valerio Giardina nel processo “Meta” per comunicare l’assoluta estraneità alle circostanze e alle deduzioni investigative, da questi riferite. In particolare sull’intercettazione telefonica, si precisa che in data 3 marzo 2009 il Signor Consolato Scopelliti, mentre svolgeva, per conto dell’Agenzia delle Entrate, attività di rappresentanza processuale davanti la Commissione Tributaria Provinciale di Reggio Calabria, fu avvicinato da una Funzionaria (cfr. all’occorrenza e se è necessario verranno divulgare le generalità), che gli chiedeva se era possibile avere notizie riguardo ad alcuni lavori che erano in corso di esecuzione, in Contrada Aretina di questa Città, dall’ Amministrazione Comunale di reggio Calabria. Tale interesse nasceva perché la Funzionaria era proprietaria di un immobile in tale area. Infatti a seguito di fenomeni temporaleschi la zona era stata interessata da frane e smottamenti di terreno che bloccavano il transito stradale. Il Signor Consolato Scopelliti, quindi, contattò telefonicamente l’ingegnere Pasquale Crucitti (cfr. Dirigente dei lavori pubblici del Comune di Reggio Calabria), per conoscere lo stato delle procedure amministrative e, quindi, poter rispondere alla suddetta Funzionaria, che ogni volta che lo incontrava, chiedeva a che punto era l’attività dell’Amministrazione comunale su tale intervento. Un atto di cortesia ad una cittadina, che manifestava un disagio e che non aveva avuto alcuna risposta. E’ illegittimo, irrilevante, non conducente e, perciò, ingiustificato, il riferito collegamento del Sig. Consolato Scopelliti con le attività, perseguite dagli inquirenti nell’ambito dell’indagine e del processo denominato “Meta”, tanto da rappresentarlo quale appartenente ad una lobby affaristico-mafiosa che gestirebbe i lavori pubblici nella Città dello Stretto. Quindi, quanto riferito è privo dei requisiti di verità oggettiva, di pertinenza e di continenza.