Eccomi di nuovo a voi amati lettori del blog. Evidentemente, non avete niente altro di meglio da fare che leggere ciò che scrivo visto che continuate a gradire l’argomento che sto trattando da diversi giorni (si vedano in archivio i post del 9,10 e 12 luglio letti finora da oltre 5mila persone).
In sintesi: possono le inchieste della magistratura calabrese lasciare fuori la marcia politica calabrese? Può, dunque, l’inchiesta “Il Crimine”, scivolata a luglio sull’asse Milano-Reggio, colpire a Milano e beccare qualche pesciolino in Calabria?
No che non può e lo abbiamo visto partendo da lontano. Prima tappa: l’omicidio di Francesco Fortugno che il 16 ottobre 2005 cambia la strategia delle cosche che, emulando la massoneria coperta che frequentano un giorno sì e l’altro pure, affiancano la ‘ndrangheta visibile a quella “invisibile”. Altro che vecchietti da ospizio. Seconda e terza tappa: le inchieste “Bellu lavuru” e “Meta” (soprattutto nella parte delle richieste di applicazioni di misure cautelari oltre che nell’ordinanza) dicono chiaro e tondo che la politica marcia di Reggio e provincia è dentro fino al collo nelle strategie affaristico-massonico-ndranghetiste. Quarta tappa: ohibo! Nell’inchiesta “Il Crimine” tutte queste premesse sono dimenticate et voilà, la politica calabrese vergine come una pulzella è!
E così sto ricostruendo tutti gli aspetti che sono sfuggiti finora ma che, credetemi, dall’autunno torneranno ad affiorare, logge coperte e resistenze (di chi può opporsi con l’autorità) permettendo!
Al centro della campagna di conquista della cupola c’è ovviamente il Comune di Reggio Calabria, manna dal cielo per chi vuole fare affari. Reggio e la sua provincia sono la quintessenza della ‘ndrangheta e allora….
E allora campagne elettorali e amministratori da sostenere diventano lo sport preferito delle cosche e, nella pax mafiosa tra le famiglie De Stefano, Imerti, Irta e Condello, sguazza come un poppante tra le tette di una mamma Cosimo Alvaro, dell’omonima cosca, latitante dopo il mandato di cattura spiccato nei suoi confronti nell’inchiesta Meta.
Fuggire alla cattura a Reggio non deve essere poi così difficile. Basta avere le dritte giuste.
Non ci credete? La fuga notizia che leggerete nel passo che sotto riporterò è giusta e si riferisce ad un’inchiesta di cui nessuno avrebbe dovuto sapere nulla, perché gelosamente blindata dai pm. E qual è l’inchiesta? Tutti gli indizi porterebbero all’inchiesta “Il Crimine”che, guarda tu le coincidenze della vita che potrete voi stessi riscontrare, porterà all’emissione proprio di 300 ordini di cattura in mezza Italia, vaticinata nella chiacchierata intercettata. Gli infiltrati sembrerebbero funzionare bene. Peccato che non siamo quelli delle Forze dell’Ordine ma quelli al servizio delle cosche!
Ma la cosa incredibile è che la telefonata intercettata è del 28 gennaio 2007, vale a dire tre anni prima degli arresti dell’inchiesta “Il Crimine”. Coincidenze? Doti di preveggenza? O semplicemente contromosse da parte dei pm che hanno ritardato i tempi dell’inchiesta stessa?
LE FUGHE DI NOTIZIA SONO LA PRASSI A REGGIO
Nelle richieste di applicazione delle misure cautelari nei confronti degli indagati nell’inchiesta “Meta”, si legge infatti che nel corso di una conversazione tra Vitaliano Grillo Brancati (noto avvocato civilista arrestato nell’ambito della stessa inchiesta Meta) e Domenico Barbieri (imprenditore edile, arrestato nella stessa inchiesta), il primo sosteneva che il sequestro dei beni risultava essere l’azione di contrasto più significativa che lo Stato potesse condurre contro le cosche mafiose. Proprio per questo, Barbieri ribadisce che gli “amici loro”, soprattutto quelli che risiedono nei piccoli comuni, avrebbero dovuto cambiare mentalità delinquenziale, evitando gli “attentati dinamitardi”, azioni delittuose che rischiano di innescare conseguenti ripercussioni investigative da parte delle Forze dell’Ordine e della magistratura.
Barbieri sottolinea anche che, entro breve tempo, sarebbero state eseguite circa 300 ordinanze di custodia ca
utelare per questioni relative al Comune di Reggio Calabria e della Provincia.
Barbieri: questo è il Comune!
Grillo: ma sai…purtroppo sai quando è che la…inc…sul sequestro dei beni…il sequestro dei beni è quello che ti distrugge
Barbieri: si!
Grillo: quando si tratta di soldi…
Barbieri: sparirà tutto in poco tempo…se gli amici nostri,…inc…, se gli amici nostri, se non se lo mettono nella testa, che non devono succedere specialmente nei piccoli paesi, attentati, queste cose qua, scomparirà, perchè arrivano una mattina, già si parla di trecento ordini di cattura
Grillo: d'altra parte
Barbieri: si parla del Comune di Reggio, della Provincia
Grillo: d'altra parte quello là di …quando ci siamo fermati là, a quello là …gli daranno cinque anni di sicuro
Barbieri: a chi?
Grillo:a quelli che hanno arrestato a Melia, a coso…l'operazione che hanno fatto dopo capodanno
Barbieri: va be! ma…..là sono intercettazioni, là c'è…
Grillo: e va be! sono intercettazioni, ma intanto li hanno messi dentro
Barbieri: minchia! speriamo…
COME E’ FACILE TRUCCARE LE GARE
Il 22 febbraio 2007 veniva catturata un’altra conversazione tra Barbieri e Grillo Brancati, nel corso della quale si faceva riferimento all’attività lavorativa di Barbieri, nonché alle diverse problematiche connesse all’aggiudicazione delle gare di appalto. In tale frangente, Barbieri riferiva di non aver voluto mai partecipare alle gare di appalto indette dal comune di Bagnara (Rc), poiché era difficile entrare nel circuito truccato di assegnazione, organizzato negli uffici comunali di quel centro. Infatti, i diversi appaltatori, in accordo con alcuni funzionari di quel Comune, non meglio specificati, con l’avallo del sindaco, aprivano le buste di offerte e, successivamente, le richiudevano, con sigilli contraffatti.
Ecco il testo della telefonata.
Barbieri: avevo partecipato a questo, poi mi hanno chiamato qua a Reggio …mi interessava del posto…ho detto io qua…hanno aperto le buste di notte…ho detto che qua qualche volta mi arrestano…questi cosi lordi…allora ho deciso di…non accettare…quando ho preso Favazzina, c'era questo pure no, questo "torretta?"..perché sono opere dell'ex genio civile no, le opere….però qua a Bagnara sai che hanno fatto…hanno aperto le buste di notte…
Grillo: e però i sigilli che hanno fatto, li hanno rotti?
Barbieri: ah…li hanno rotti, avevano tutte le…
Grillo: timbri uguali…
Barbieri: tutto
Grillo: se li rifanno..
Barbieri: tutto, tutto, tutto
Grillo: che fanno, li rifanno con il gesso e poi li ricopiano e li rimettono…e poi per…il segretario e' gli permette…
Barbieri: ah…ma pure il sindaco
Grillo: certo..va bene tutti d'accordo…
Vi chiederete: e perché la magistratura non è intervenuta e non abbiamo letto di arresti tra gli amministratori di Bagnara? Semplice: “In mancanza di concreti riferimenti temporali – scrive il pm – non è stato possibile individuare il periodo in cui si sono svolti tali illeciti”.
IL CHIODO FISSO: GLI APPALTI DEI COMUNI
Il 7 marzo 2007 veniva registrata una conversazione, all’interno della Fiat Panda di Carmelo Barbieri (che non è indagato nell’inchiesta), tra quest’ultimo e Cosimo Alvaro (latitante come abbiamo visto), relativo a un incontro che Barbieri, il giorno precedente, aveva avuto con un tal “Pasquale”, che dal discorso emergeva chiaramente essere un ricercato. Un latitante insomma. Le affermazioni sono inequivocabili.
Alvaro: Mi ha detto che …incomp… che voleva a me?
Barbieri: Ieri mi voleva portare in un posto, qua, la, eh! Se lo vedono, lo vedono, …incomp… Me lo ha detto ieri sera!… Gli ho chiesto io, …qualcosa?
Alvaro: Cosa ti ha detto?
Barbieri: No, se lo incontrate, se vi vuole dire qualcosa …incomp…
Alvaro: quando sono bruciati vengono da me…
Barbieri: ieri da Pasquale sono …incomp…
Alvaro: sei andato?…
Barbieri: sono passato
Alvaro: che diceva Pasquale?…
Barbieri: era buono (stava bene ndr)…
Alvaro: …(ride)… …incomp… era buono?… dove era qua a Reggio?…
Barbieri: lo sapevano…
Alvaro: ah?…
Barbieri: lo sapevano…
Alvaro: …incomp… ma lui si guardava ora?… mangia?…
Barbieri: …incomp… amici la …incomp… che cazzo sappiamo noi!!… le cose come vanno… nel mondo…
Alvaro: ah si!! ah si!!…
Barbieri: quello che riusciamo a vedere…
Alvaro: quello che riusciamo a vedere certo!!… perché il nascosto è brutto!!…
Barbieri: ah?…
Alvaro: il nascosto è il brutto!!…
Barbieri: eh!!…
Alvaro: gente… …incomp…
Barbieri: di coso, di Leone… guarda che bella la Bravo!!…il dottore Leone… …incomp… quelli che avevano la Golf…
E chi era ‘sto Pasquale? “Il contesto criminale di riferimento – scrive il pm – ha fatto ritenere che il soggetto a nome Pasquale, potesse identificarsi in Pasquale Condello all’epoca latitante”. Il Supremo, insomma, se ne stava tranquillo…a casa sua! E del resto proprio a Reggio sarà catturato dai Carabinieri il 18 febbraio 2008. Del resto era latitante solo…dal 1990.
I fratelli Barbieri – di cui abbiamo finora riportato le telefonate e che sono stati arrestati nell’ambito dell’inchiesta Meta – costituivano, senza dubbio, una sorta di concreto riferimento anche economico per Cosimo Alvaro.
Il 16 giugno 2007, sull’utenza cellulare 339-3008xxx, in uso a Vincenzo Barbieri (non è indagato nell’inchiesta), veniva registrata una conversazione intercorsa tra lo stesso e Cosimo Alvaro, nella quale quest’ultimo domandava a Barbieri Vincenzo se la loro ditta avesse i requisiti per potersi consorziare in ATI (Associazione temporanea d’impresa) con un’ altra ditta e partecipare, accaparrandosela, a una gara d’appalto pubblico di lavori di termoidraulica. Ancora una volta, si avvalorava quanto sostenuto dallo stesso Domenico Barbieri, nel lungo dialogo intrattenuto con Vitaliano Grillo Brancati (il 28 gennaio 2007 alle ore 11:23 all’interno dell’autovettura Suzuki Vitara targata BE062BS), allorquando, con dovizia di particolari gli raccontò la sua ascesa imprenditoriale e il suo inserimento in seno alla ‘ndrangheta, grazie al quale era riuscito ad accaparrarsi, sin da giovane, rilevanti appalti pubblici, “pilotati” dall’intervento delle famiglie mafiose.
E dunque di appalti, politica e Reggio Calabria e provincia scriverò nel prossimo post
4 – TO BE CONTINUED
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