Il Sudafrica è campione del mondo/1: di casinò, rischio riciclaggio e bambagia per i mafiosi italiani

Il suo campionato del mondo il Sudafrica l’ha già vinto: come riporta il rapporto del Gafi (il gruppo anticriminalità finanziaria dell’Ocse) nell’ultimo rapporto sui giochi d’azzardo, del 2009, ha oltre 40 casinò legali che ne fanno il maggior bacino di attrazione dell’azzardo nell’area geografica. Nonostante l’adesione alle regole internazionali, ecco cosa si legge nel rapporto uscito lo scorso anno: “…c’è un buon numero di casi riportati dalla stampa di tentativi della criminalità di riciclare i proventi del crimine attraverso uno o più casinò”. “Il National gambling board – ci informa invece il rapporto dedicato al Sudafrica targato anch’esso 2009 – ha effettuato 25 ispezioni delle case da gioco (da ottobre 2007 ad aprile 2008)” . Non è dato sapere che risultati abbiano prodotto le ispezioni. Peccato.

Ma il rischio del riciclaggio non è solo in Sudafrica, ma anche nel vicino Botswana. Ecco cosa continua a scrivere il Gafi nel rapporto sul gioco d’azzardo che, ovviamente, gli sfaticati giornalisti italiani non consultano perché è scritto in inglese: in Botswana ci sono 10 casinò legali e due di questi sono filiali dei casinò sudafricani. Ma attenzione: “è in corso di elaborazione un progetto di legge per assoggettare i casinò del Botswana alla disciplina antiriciclaggio ”.

L’attesa non è stata certo dettata della nazionale di calcio del Botswana (che non sì è neppure qualificata per la fase finale dei mondiali) ma delle autorità di quel Paese culo e camicia con il Sud Africa.

Complessivamente – come del resto accade in Italia e in tutti i Paesi del mondo formalmente in regola – il Sudafrica ha un regime di trasparenza sulle operazioni antiriciclaggio e lo stesso Gafi, nell’ultimo rapporto su questo Paese – sottolinea che la segnalazione delle operazioni sospette è svolta efficacemente

Nel corso dell’esercizio finanziario 2007/08 – si legge infatti nel Rapporto – le segnalazioni di operazioni sospette sono state 24.585. Si tratta di un aumento del 15% rispetto al dell'anno precedente”.

In Sud Africa non è possibile, sulla carta, costituire le cosiddette “banche shell”, le banche “gusci vuoti” ma, attenzione, sottolinea sempre il Gafi, “non vi è alcun divieto diretto alle istituzioni finanziarie di stipulare o avere conti di corrispondenza con banche di comodo e non è necessario che le istituzioni finanziarie si accertino che le istituzioni finanziarie del Paese straniero non consentono di avere conti utilizzati da banche di comodo”. Per carità, i filtri funzioneranno anche e lo stesso Gafi sottolinea che rispetto al precedente rapporto del 2003 le cose sono cambiate in meglio, ma resta pur sempre “un numero limitato di istituzioni finanziarie che non sono soggette alla normativa antiriciclaggio, così come non è designata un'autorità di vigilanza per il Bancoposta e i soggetti che cambiano bond”.  

SOCIETA’ OFFSHORE IN SUDAFRICA

 

Ora accade che navigando su Internet – dietro imbeccata di una persona con una cultura e una conoscenza talmente vasta che c’è da chiedersi perché abbia poi deciso di imboccare certe cattive strade ma credo che il buon Dio saprà correggerne la rotta – scopro che il Sud Africa è prodigo di sirene in grado di ammaliare i…furbi, i furboni e i senza scrupoli.

Sapevate, a esempio, che in questo Paese ci cono circa 200mila aziende, molte della quali hanno una sede off shore? E se vi fionderete sulla Rete troverete che non manca chi vi saprà dare consigli utili e dritte sul filo del diritto internazionale e sudafricano per pagare meno tasse e, magari, avere vasi per triangolazioni interessanti.

E sì, perché il Sudafrica è anche il Paese dei diamanti e i diamanti, si sa, tirano lacrime (di donne) e sangue (dei lavoratori).

E a proposito di diamanti, anche grazie ai traffici sanguinari, Cosa Nostra ha creato ponti e paradisi di cui, però, lettori curiosi come delfini, vi dirò nel prossimo post nel quale scoprirete cose interessanti.

1- to be continued

r.galullo@ilsole24ore.com

P.S. Debbo ringraziare le migliaia di lettori che finora hanno acquistato il mio libro “Economia criminale – Storie di capitali sporchi e società inquinateche troverete solo in edicola fino al 20 giugno. Grazie davvero. Spero che – nonostante le difficoltà diffusionali e distributive per le quali vi chiedo scusa e pazienza magari rivolgendovi all’edicola accanto – siate ancora più numerosi affinchè le storie di mafia al Nord che racconto servano a suonare la sveglia a chi ancora crede che la criminalità organizzata sia un problema solo del Sud.

  • lustig |

    Caro Galullo, invece che al Botswana, penserei alla Namibia…Sa che i blood diamonds seguono la rotta dell’oro? I casinò sono l’ultimo dei problemi, allo stato dell’arte. Gli unici che finora, oltre al GAFI-FATF,si sono occupati di quelle zone sono stati gli ispettori della UIF, Unità Investigazione Finanziaria della banca d’Italia, in occasione di un accordo di partenariato inerente import-export di materiali enologici. Produciamo vino anche lì, noi italiani. Ed abbiamo anche una camera di commercio mista, in loco. E non esportiamo calabresi, da quelle parti, unico caso al mondo. Almeno, fino a due anni fa….La saluto cordialmente.

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