In queste settimane giornali e media hanno (sacrosantamente) dato risalto al Rapporto 2009 dell’Osservatorio Ue sulla tossicodipendenza diffuso il 5 novembre (per scaricare il rapporto http://www.emcdda.europa.eu/html.cfm/index190EN.html).
Ampio risalto è stato dato all’esplosione di consumi in tutta Europa (che coinvolge purtroppo sempre di più le fasce giovanili) e a tutto ciò che ne consegue.
Voglio anche io dare il mio contributo l’argomento, trattando uno dei temi lasciati a margine del lavoro dei miei bravi colleghi.
Voglio affrontare un aspetto più vicino alla mia professione di giornalista economico (nel senso che costo poco). Un aspetto che è stato trascurato da chi – ripeto: giustamente – ha dato rilievo all’analisi sociale. Basti pensare – solo per citare un dato e fare una riflessione – che un detenuto su due ha dichiarato in Europa di aver fatto uso di droga.
QUANTO RENDE IL MERCATO DELLA DROGA ILLEGALE
I risultati di uno studio finanziato dalla Commissione europea sul mercato globale della droga illegale sono stati presentati a Vienna durante la sessione di marzo 2009 della Commissione stupefacenti.
Lo studio non ha individuato alcuna prova della riduzione del problema globale della droga tra il 1998 e il 2007. Per alcune nazioni il problema si è attenuato, ma per altre è peggiorato, in alcuni casi in maniera sostanziale.
Secondo lo studio, i mercati della droga illegale non sono integrati verticalmente o dominati da venditori o cartelli importanti.
La Ue calcola che il fatturato proveniente dalla vendita di droghe illegali è stimabile – si badi bene: nella sola Unione Europea – in oltre 100 miliardi di euro, ma la grande maggioranza delle persone coinvolte nel commercio di droga realizza profitti modesti. “Alcuni individui fanno grandi fortune – si legge nel rapporto – ma queste rappresentano soltanto una piccola parte del reddito totale” (la relazione sui mercati globali illegali della droga è disponibile all’indirizzo: http://ec.europa.eu/justice_home/doc_centre/drugs/studies/doc_drugs_studies_en.htm
ALTI PROFITTI COMPLESSIVI PER LE MAFIE
E PREZZI IN PICCHIATA PER LE DROGHE
Come rileva il rapporto e come si può intuire con la semplice osservazione quotidiana di quel che accade nelle nostre città, il ricavo complessivo è enorme (per le narcomafie, con la ‘ndrangheta in prima linea) ma al dettaglio, chi spaccia, guadagna poco (si fa per dire). Del resto la produzione è enorme, la domanda è alta e l’offerta si adegua anche nei prezzi, visto che la concorrenza tra spacciatori è alta. Analizziamo le singole droghe.
Cannabis. La produzione mondiale nel 2008 è stata stimata tra 13 mila e 66 mila tonnellate. Il volume complessivo dei sequestri nello stesso anno (tra resina e foglie) è stato di appena 955 tonnellate nei Paesi della Ue. Il prezzo medio di vendita oscilla tra 1 euro e 12 euro al grammo.
Anfetamine, ecstasy e sostanze allucinogene. Tra anfetamine, metanfetamine, ecstasy ed Lsd, la produzione globale nel 2008 nella sola Europa è stata di oltre 777 tonnellate. I sequestri hanno sottratto al mercato Ue appena 8,2 tonnellate tra anfetamine e metanfetamine, 22 milioni di pasticche di ecstasy e 68mila dosi di Lsd. I prezzi al consumo oscillano tra 5 e 51 euro al grammo per anfetamine e metanfetamine, mentre le pasticche di ecstasy (che inondano le discoteche e i locali di tutto il pianeta) costano tra 3 e 19 euro a pasticca. La dose di Lsd oscilla tra 4 e 30 euro.
Cocaina e cocaina crack. L’Onu ha stimato che per il 2008 la coltivazione totale di foglie di coca ha consentito una produzione potenziale di 845 tonnellate (pura). La quantità complessiva sequestrata in Europa è stata di 76,4 tonnellate. Il prezzo medio di vendita al grammo per la cocaina in Europa oscilla tra 44 e 88 euro, mentre per il crack il prezzo varia tra i 20 e 112 euro al grammo.
Oppiacei ed eroina. Sempre l’Onu stima che per il 2008 la produzione complessiva di eroina è stata di almeno 735 tonnellate, mentre i sequestri nel mondo si sono fermati a 65 tonnellate (per l’eroina) e 27 tonnellate (per la morfina). In Europa, complessivamente per le due sostanze, le tonnellate sequestrate sono state 22.
E veniamo ai prezzi. L’eroina, in Europa, oscilla tra 14 e 119 euro al grammo. E’ intuitivo che la purezza e la qualità fanno la differenza.
IL COSTO PER LA COLLETTIVITA ’ EUROPEA E’ ALTISSIMO
Il costo che la popolazione europea – e quindi tutti i contribuenti – sopporta per contrastare il traffico e curare i tossicodipendenti è enorme.
Scandalosamente – per colpa dei singoli Paesi che, a eccezione della Repubblica Ceca, non sono stati di disaggregare le singole voci di spesa e aggiornarli nei singoli anni – le stime si fermano al 2005 e c’è dunque da supporre che, nel frattempo, il costo sia raddoppiato o quasi.
Per il 2005, le stime della spesa pubblica totale nel campo della droga in Europa sono state di 34 miliardi di euro. Tanto per dare un’idea l’Inghilterra, che ha disaggregato i e aggiornato i dati al 2007, per il solo ordine pubblico e la sicurezza ha speso 359 milioni di euro, mentre per la salute ha speso 958 milioni.
Ricordiamo che i consumatori stimati in Europa sono 74 milioni per la cannabis (il 22% della popolazione tra 15 e 64 anni, cosiddetta “adulta”), 13 milioni per la cocaina (qui la percentuale è 3,9%), 12 milioni per le anfetamine (3,5%), 10 milioni per l’ecstasy (3,1% della popolazione adulta) e 1,5 milioni di dipendenti da oppiacei.
Proviamo a fare un banale calcole della massaia. Se nei Paesi dell’Unione europea ci sono 500 milioni di residenti (stima per difetto perché non tiene conto comunque dei flussi temporanei, dei clandestini, delle permanenze limitate, dei domicili etc, etc ) e il costo per le politiche contro la droga sostenuto nel 2005 è stato di 34 miliardi, vuol dire che ogni cittadini europeo (neonati compresi) ha pagato 68 euro per sostenere quelle spese. Un costo, come detto, ampiamente sottostimato non solo perché si ferma al 2005 ma anche perché le politiche di contabilizzazione nella Ue non sono omogenee.
RISCHIO INTERNET PER LE SOSTANZE PSICOATTIVE
Internet emerge come un nuovo mercato per le sostanze psicoattive, perché dà ai venditori la possibilità di vendere a un vasto pubblico sostanze alternative alle droghe controllate.
Il mercato online – secondo lo studio della Ue – ha implicazioni per la potenziale diffusione delle nuove sostanze psicoattive e il suo controllo rappresenta un elemento sempre più importante per individuare le nuove tendenze delle droghe.
Per individuare gli sviluppi nel mercato elettronico delle droghe, l’Osservatorio europeo sulle droghe ha eseguito uno studio istantaneo annuale. Nel 2009 è stata fatta un’indagine su 115 negozi online. In base ai domini con il codice del Paese e ad altre informazioni sui siti web, sembra che questi negozi online siano situati in 17 paesi europei. La maggior parte dei venditori online individuati si trovava nel Regno Unito (37 %), in Germania (15 %), nei Paesi Bassi (14 %) e in Romania (7%).
A differenza del 2008, nessuno dei negozi online interpellati nel 2009 vendeva funghi allucinogeni contenenti psilocina e psilocibina. Tuttavia, quattro venditori online con sede in Francia e nei Paesi Bassi offrivano scelerotia, il micelio indurito dei funghi allucinogeni Psilocybe mexicana e Psilocybe tampanensis.
I nuovi prodotti messi in vendita nel 2009 comprendono una gamma di prodotti a base di erbe da fumare e le cosiddette “party pills” (droghe ricreative) contenenti
nuove alternative legali alla benzilpiperazina (Bzp). C’è stato, inoltre, un interesse crescente per i prodotti da fiuto o per le polveri a base di erbe.
I prodotti “spice” (prodotti sintetici) sono stati messi in vendita dal 48 % dei venditori intervistati. Mentre i negozi online che vendevano “spice” avevano sede in 14 paesi europei diversi, più di due quinti di questi negozi erano situati nel Regno Unito (42%), con numeri significativi anche in Irlanda, Lettonia e Romania.
Entro il marzo 2009, i prodotti “spice” sono stati ritirati dai negozi online in Germania, Austria e Francia.
Nel 2009 hanno iniziato a comparire sul mercato online miscele da fumare alternative alla “Spice”. I venditori intervistati mettono in vendita almeno 27 miscele di erbe da fumare diverse come alternative alla “spice”. Questi prodotti vengono pubblicizzati come contenenti ingredienti a base di piante, benché alcuni contengano anche il fungo allucinogeno amanita muscaria.
Tra le alternative a “spice” messe in vendita in Austria e Germania vi sono diverse miscele di erbe da fumare vendute come profumatori per ambienti o incenso. La rapida comparsa di prodotti sostitutivi a “spice” sottolinea la capacità di questo mrcato di reagire rapidamente ai cambiamenti dello status legale delle sostanze psicoattive, spesso introducendo nuove sostanze sulla piazza “virtuale”.
roberto.galullo@ilsole24ore.com