Vi piacerebbe incassare e distrarre 30/40 milioni di euro di soldi pubblici? E senza dover subire – cribbio, consentitemi – la noia di un processo magari per furto, rapina o scasso, oltretutto svolto da magistrati probabilmente comunisti? E vi piacerebbe sapere che i soldi ricevuti dovrebbero (ma solo in apparenza) essere spesi per pubblica utilità?
Ebbene tutto ciò oggi sembra possibile.
No, adorati lettori del mio umile e umido (visto il tempo) blog, non si tratta di pubblicità ingannevole. No, tranquilli, non è neppure lo slogan dell’ultima campagna elettorale (scegliete voi la coalizione). Non è neppure l’ultima promettente attrattiva mediatica di un paradiso fiscale.
E’ quanto – nel silenzio dei media nazionali alle prese con culi, tette & c. – ha in pratica dichiarato non un tizio qualsiasi, ma il sostituto procuratore della Repubblica di Velletri (Roma) Giuseppe Travaglini il 24 giugno 2009. E non al bar con 4 amici sbronzi, ma nella solennità dell’audizione svolta dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti presieduta nientepopodimenoche da Gaetano Pecorella. Oh yeah!
Vi chiederete, lettori curiosi come un delfino, ma come cavolo è possibile tutto ciò e come mai i giornali (salvo, ho scoperto, un breve articolo del collega Alessandro Fulloni sul Corriere della Sera nell’edizione romana del…30 agosto) non hanno mai parlato e approfondito questa storia? Quest’ultima è una domanda che richiederebbe ore di conversazione. Accontentatevi che il vostro umile (e umido) bardo ve la racconti, dopo averla scoperta a seguito del solito viziaccio di spulciare e leggere le carte che le Istituzioni mettono a disposizione sperando nel silenzio e nell’oblio che Internet è in grado di garantire. Tutti voi, infatti, potrete leggere ciò che io ho trovato su www. http://nuovo.camera.it/621?shadow_bicameraliresoconti_mese_it=Giugno&shadow_bicameraliresoconti_anno=2009&shadow_organo_parlamentare=1648
Mettetevi comodi, spegnete la tv e fate correre la fantasia. Ne avrete bisogno di parecchia perché la realtà, ormai, la supera ogni giorno.
IL CICLO DEI RIFIUTI NEL LAZIO E I SOLDI
DELLA CASSA DEPOSITI E PRESTITI
L’audizione è stata convocata nell’ambito degli approfondimenti che la Commissione sta(va) svolgendo sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. Ebbene il 24 giugno 2009 depone il riservato pm Giuseppe Travaglini che, nell’ambito di indagini condotte con la Guardia di finanza, scopre che agli inizi degli anni Duemila un consorzio laziale di Comuni riceve dalla Cassa depositi e prestiti oltre 100 milioni per mutui di scopo, ovvero soldi ricevuti in cambio di un’opera da fare. Il pagamento avveniva dietro la presentazione di un elenco infinito di fatture.
LA SOPRESA DELLA GUARDIA DI FINANZA
E cosa scopre con travaglio il buon Travaglini? Testuale a pagina 4 del resoconto stenografico: “I finanzieri hanno incrociato le fatture e si sono accorti che la stessa fattura finiva, spesso e volentieri, su più rendiconti. Da lì è iniziato un approfondimento, in modo particolare su alcuni finanziamenti riguardanti la costruzione della seconda discarica a Colleferro. Questa seconda discarica – che è stata finanziata per oltre 30 milioni di euro nel 2004 e che risulta dalle dichiarazioni del legale rappresentante della società già in opera e completamente edificata nel 2005 – oggi a Colleferro non esiste. Per la verità, non esiste neanche il progetto esecutivo di quella discarica. Non esiste assolutamente niente. Eppure, sono state giustificate spese per circa 30 milioni di euro, tramite esibizione di fatture.
Se si analizzano quelle fatture, ci si trova dentro di tutto (ad esempio spese per l'acquisto di mezzi) comprese alcune fatture emesse a favore di società che venivano citate nell'ordinanza cautelare emessa nel 2005, dall'autorità di Trento…”.
Insomma: secondo la deposizione fatture come se piovesse e soldi erogati per una discarica che…non esiste.
Incalzato dai commissari – il presidente di turno addirittura confesserà al pm di non aver capito bene e c’è da crede
rgli vista l’incredibilità del racconto – Travaglini si addentra nei dettagli.
E a pagina 6 dichiara testualmente: “…tutti questi finanziamenti erano avvenuti da parte della Cassa depositi e prestiti senza sincerarsi dell'esistenza di garanzie, nonostante si fosse passati dal modello del consorzio al modello della società. Abbiamo sentito più volte, con la Guardia di finanza, il direttore generale della Cassa depositi e prestiti, che ci ha spiegato questo meccanismo e ci ha precisato che, per un disguido, sostanzialmente sono sparite le garanzie…
… Tra gli atti sequestrati si trova un appunto scritto da uno degli indagati a un altro indagato: «Prendiamo tutti soldi, finché non diventiamo società». In effetti, per un'altra svista, la Cassa depositi e prestiti non si è accorta che l’impresa è rimasta consorzio un anno in più del dovuto. Ovviamente, appena ha finito di essere consorzio, sono finiti i finanziamenti e, in automatico, sono finiti anche i rimborsi…”
O quante belle sviste madama dorè oh quante belle sviste…
I COMMISSARI NON CREDONO ALLE PROPRIE ORECCHIE
A questo punto il commissario-senatore del Pdl, l’imprenditore di Anzio Candido De Angelis, forse per tenere fede al nome, riassume allarmato e disorientato: “Finora abbiamo parlato, per Colleferro, di problemi di collocazione, di permessi inesistenti, di permessi che sono arrivati dopo tre anni a seguito dell'intervento della magistratura. Lei ci sta raffigurando, invece, uno scenario di una gravità enorme, nel quale si prefigurano 100 milioni di euro di finanziamento irregolare della Cassa depositi e prestiti; stiamo parlando di 100 milioni di euro senza fideiussioni che il direttore giustifica come una «distrazione». “Inoltre, Lei sostiene che di quei 100 milioni di euro, 30 milioni sono stati utilizzati per fare una discarica che non esiste”.
Ed ecco un’ulteriore dichiarazione di Travaglini, con la precisazione, opportuna per dovere e correttezza, che il dialogo (come tutto quanto finora raccontato) è temporalmente “congelato” al 24 giugno 2009. Ho cercato su Internet evoluzioni giudiziarie che non ho trovato (chi ne avesse me lo segnali per integrare), così come, doverosamente, credo che bisognerà aspettare la (eventuale ma poi capirete perche inutile) audizione della Cassa depositi e prestiti, finora non calendarizzata, per avere la versione della Cassa stessa, anche se è lo stesso Travaglini che racconta il rapporto con la Cassa. A pagina 7/8, infatti, testualmente dichiara: “Vorrei precisare che non tutti i 100 milioni di euro sono stati distratti. Non sappiamo che fine abbia fatto una parte di questo importo (circa 30-40 milioni di euro). I tempi di definizione delle richieste di finanziamento, in alcuni casi, sono stati di sette giorni, con istanza depositata il 23 dicembre, compresi Natale, Santo Stefano e Capodanno. Mi sono recato personalmente alla Cassa depositi e prestiti, perché non credevo ai finanzieri che mi dicevano che la liquidazione fosse avvenuta in sette giorni e lì mi hanno dato conferma”..
Insomma Travaglini non si è fidato neppure dei suoi ed è andato direttamente alla fonte e ha ricevuto lì la conferma che, addirittura sotto le festività, Babbo Natale ha portato doni inaspettati a chi aveva con lui un filo diretto. Voi lo avete un filo diretto con Babbo Natale? Magari potete chiedergli anche voi 100 milioni.
UN COMMISSARIO NON CI STA E “TORCHIA” IL PM
La storia è talmente incredibile – e davvero sarebbe il caso che la Cassa depositi e prestiti presieduta dal 12 dicembre 2008 dal professor Franco Bassanini, ex parlamentare e ministro rigoroso che conosco da anni, chiedesse lei di essere comunque audita dalla Commissione – che la senatrice-commissaria del Pd Daniela Mazzucconi, docente universitaria di Usmate Velate (Brianza) eletta…in Calabria, sbotta (si veda pagina 9) così: “…Mi pare che molti di noi siano ex amministratori e che in questa Commissione vi siano almeno quattro ex sindaci. A nessuno di noi, quando faceva il sindaco, è capitato che venisse a offrirsi la Cassa depositi e prestiti. Magari! Bisognava pregare e supplicare. Una storia raccontata così – mi scusi – sulla Cassa depositi e prestiti non me la bevo. Tendo a pensare, piuttosto, alla presenza di qualche pesante padrino politico e credo anche che si debbano attribuire responsabilità a chi, nella Cassa, non ha seguito le procedure. Non stiamo parlando della devoluzione di un mutuo di 20 milioni delle vecchie lire, nel qual caso non saremmo qui a discutere. Mi pare che le cifre in questione siano più alte e che non si possa dire che semplicemente si sono dimenticati di seguire le procedure. Chiunque ha fatto l'amministratore sa che cosa significhi seguire una procedura della Cassa depositi e prestiti e quante volte si resti con l'amaro in bocca, perché a fronte di richieste anche legittime degli enti locali, la Cassa, per motivi procedurali, non ritiene di dare risposta. Mi chiedo anche se sia possibile che il funzionario della Cassa deposi
ti e prestiti preposto si sia così distratto. Se non sia possibile individuare l'attività di un padrino politico e che quindi sussistano responsabilità non sono solo di natura politica. Diversamente, tutto questo non sarebbe potuto accadere. Non succede che si chiedano soldi per realizzare una discarica che poi non si fa!. Perché i sindaci di quel territorio, che hanno deciso di chiedere il prestito alla Cassa e che hanno votato, per poi vedere che la discarica non era stata fatta, non hanno reagito? Ogni volta che ci accostiamo a questo argomento è come se delimitassimo il campo. A me pare che si sia configurata una serie di reati che non possono essere circoscritti solo ad alcuni, altrimenti, non si capisce che cosa sia successo”.
TANTO INDAGARE PER NULLA: ZERO COLPEVOLI
Insomma, Mazzucconi è chiara: ma se i sindaci devono penare per avere anche 4 centesimi, come hanno fatto questi ad avere tutti ‘sti soldi? Come è possibile essere così distratti nella Cassa? Azzarda l’ipotesi del potente padrino politico (parole sue, non mie) e si chiede da quale parte si fossero girati i sindaci.
Il buon Travaglini – dopo una lunga serie di precisazioni, anche pesanti, che chiunque di voi potrà leggere sul sito della Camera dei Deputati – se ne esce con una affermazione disarmante: “…se Lei mi parla della possibilità di un padrinato politico, da pubblico ministero dovrei rispondere che non ci sono prove. Si capisce che, andando alla Cassa depositi e prestiti e trovandosi di fronte a questo tipo di situazioni, si cerca di capire come sia stato possibile che tutto ciò accadesse. Tuttavia, non esistono prove documentali o testimoniali che indichino responsabilità precise. Personalmente, ritengo che sia impossibile trovarle…”
E poco dopo, su sollecitazione del presidente di turno dei lavori, precisa: “…parliamo tuttavia, di questioni che sono pressoché coperte dalla prescrizione contabile e penale, perché sono fatti risalenti al 2002-2003, cioè all'epoca di erogazione delle somme. Anche i reati che ho contestato stanno per andare in prescrizione, poiché stiamo parlando di fatti accaduti nel 2005: ci siamo quasi, con i termini…”
E rende dichiarazioni approfondite anche sul rebus della discarica “inesistente”:
“…per quanto riguarda la seconda questione, in realtà a Colleferro una discarica esiste. Si sarebbe dovuta creare una seconda discarica, che a ben vedere forse neanche serviva, visto che ne era stata inaugurata una nuova a Colle Fagiolara. Quindi, nessuno si sarebbe mai accorto dei rifiuti in mezzo alla strada, poiché i rifiuti finivano nel polo, quindi nella discarica o nella produzione di Cdr e nei due termovalorizzatori. Di fatto, un problema di giacenze di rifiuti non si è mai posto. Non si è mai verificata alcuna sollevazione. I soci si riunivano una volta all'anno e approvavano il bilancio in base alla relazione dell'amministratore delegato, nella totale indifferenza…”.
La deposizione di Travaglini prosegue poi in seduta segreta, con disattivazione del circuito audiovisivo interno e, a intuito, Travaglini avrà dato risposte sulle “delegazioni di pagamento” (che c’erano), sulle fatturazioni maggiorate, sull’eventuale costituzione di fondi neri, sulla distrazione dei fondi per la spesa corrente, sulle irregolarità contabili etc etc etc.
LE AMARE CONCLUSIONI DELLA PRESIDENZA
Quando la seduta torna pubblica il presidente di turno condivide con Travaglini il fatto che “questi procedimenti finiscono tutti in prescrizione perché i tipi di reati, soprattutto le contravvenzioni, spesso si prescrivono prima ancora di essere scoperti”. “Oggi, con l'interruzione – precisa Travaglini – sono cinque anni e mezzo”.
La conclusione del presidente di turno – giunta alle 15.45 dopo appena un’ora di lavori – è sconsolante e sconsolata. “Bisognerebbe riflettere anche su questo punto – si legge nel resoconto stenografico a pagina 9 – anche perché, al di là del colpire l'autore di fatti che sono molto dannosi per la collettività, ci sono anche le spese inutili. In definitiva, si costruisce tutto un processo e di cui non resta se non l'audizione in Commissione: mi sembra poco, rispetto alle spese affrontate”.
La morale è proprio questa: di tutto questo scandalo ignoto al 99,99% degli italiani non resta che un’inutile audizione parlamentare. Oltre, ovviamente, al mistero dei 30/40 milioni spariti nel nulla. Pinzillacchere, bazzecole direbbe il grande Totò…Tanto sono soldi nostri, di che ci preoccupiamo?
roberto.galullo@ilsole24ore.com