In Calabria i giorni che precedono ferragosto sono giorni di mangiate pantagrueliche. Il 15 poi è l’apoteosi: con i parenti che arrivano da tutto il mondo, pinete, battigie, case e persino carcasse di automobili arrugginite sono un pullulare di peperoni arrostiti, melanzane e vino a fiumi. Le sbronze non si contano e anche le panze cantano. Fino alla settimana successiva.
Fumi del cibo e dell’alcol che – verosimilmente – si sono tenuti lontani da Cosenza.
Mentre la Giunta della Regione Calabria, neppure 72 ore fa, ha approvato un piano che non si è neppure avuto il coraggio di chiamare di “rientro” dal deficit sanitario ma più prosaicamente “Piano di riqualificazione e riorganizzazione sanitario”, Cosenza si era già portata avanti. Sobria come una pulzella, l’Azienda sanitaria ospedaliera (Asp) di Cosenza, il 17 agosto ha firmato la transazione dei crediti pregressi delle case di cura. Un accordo che farà scuola. O che, invece, diventerà carta straccia.
Il 20 agosto – protocollo n. 22154 – l’Assessorato alla Tutela della salute e politiche sanitarie, ha ricevuto la gioiosa notizia. L’assessorato fa direttamente capo al Governatore Loiero Agazio che ha trattenuto per sé la delega.
IL DEBITO MISTERIOSO DELLA SANITA’ CALABRESE
Cosenza del resto, è sempre stata il salotto buono della Calabria. Lì i salotti partoriscono miracoli a grappoli. Intanto
la Regione
non sa neppure quale sia il deficit sanitario che la sta portando sull’orlo del baratro.
In un documento firmato dai tre segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil del comparto regionale sanitario (Alfredo Iorno, Natale Pace e Raffaele Gentile) l’11 settembre (all’indomani delle 85 pagine del Piano spedite a Roma e che rimandano a un successivo elaborato da produrre entro 90 giorni), il trio scrive: “…non si ha notizia del lavoro di ricognizione del debito da parte di Kpmg, profumatamente pagato dai calabresi…non possiamo accettare che il quadro complessivo del debito emerso continui a restare un mistero, alimentando il sospetto che la mancanza di dati contabili non ne consenta la sua esatta quantificazione…”
Questo mentre – e basta leggere le cronache nazionali – in Calabria si continua a morire di episodi di presunta malasanità. Il condizionale è d’obbligo.
L’ASP DI COSENZA QUADRA I CONTI E ARRIVA
LA TRANSAZIONE
Mentre la sanità calabrese è al collasso e mentre i 42 ospedali a inizio legislatura di Loiero Agazio che dovevano diventare 12 sono ancora tutti lì, l’Asp di Cosenza e il suo direttore generale Franco Petramala, uomo vicinissimo a Loiero, transigono con i privati.
A quest’uomo i conti sanitari stanno talmente a cuore che mentre i concittadini preparano i bagordi e svuotano le panze in attesa di riempirle oltremisura, alla presenza del presidente nazionale delle aziende di spedalità privata (Aiop), Enzo Paolini, chiude il contenzioso dal 2000 al 2007.
Se non leggo male l’accordo raggiunto, che porta le firme di Petramala, Paolini, e Pasquale Autolitano (Anaste) sul credito complessivamente preteso di 73, 219 milioni, la transazione è stata chiusa a 39,2 milioni (più gli interessi, se, non ho capito male).
Un successo che fa giustamente gridare di giubilo Petramala che scrive nella lettera in capo a Loiero: “…il raggiungimento di un accordo siffatto, chiaro e definitivo per quanto riguarda gli anni di riferimento e il contenzioso pregresso, contribuisce, secondo noi, a realizzare lo spirito e le indicazioni della citata delibera regionale ai fini di una corretta e non equivoca individuazione delle voci del piano di rientro relative al comparto della sanità privata”.
Bene, bravo, bis, Ma la domanda che vorrei porre a questo punto alla Giunta regionale – forse all’oscuro di questa prima transazione, forse no – è la seguente: questo accordo ha le basi giuridiche e legislative per essere siglato?
Scusate se sono un rompimaroni, ma vorrei segnalarvi quanto segue cari assessori regionali, dirigenti sanitari, consiglieri calabresi, parlamentari calabresi e Governo nazionale. Seguitemi please. Vorrei che qualcuno mi rispondesse.
IL VERBALE DI TRANSAZIONE DI COSENZA E GLI EXTRABUDGET
Nel verbale di transazione firmato a Cosenza, tra i “visto che” e i “premesso che”, si legge che: “…agli atti risulta che già nel 2006 era stata siglata dal direttore generale dell’epoca, dott. Giovambattista Aquino una transazione che, redatta di pugno dal consulente giuridico dell’Assessore Doris Lo Moro, prof. Avv. Carlo Mazzù dell’Università di Messina, conduceva al riconoscimento, a titolo di indebito arricchimento, degli importi inerenti prestazioni extrabudget riportate in allegata tabella ridotti del 15,50%”.
Ma il prof. Mazzù – che ho avuto il piacere di conoscere personalmente alcuni anni fa nel corso di un’ìnchiesta condotta a Palmi – aveva davvero fatto quella scelta?
IL COMUNICATO STAMPA UFFICIALE DELLA GIUNTA REGIONALE
La mia debole memoria ha avuto bisogno, ancora una volta, di scartabellare tra i comunicati stampa della Giunta della Regione Calabria. Finita la spulciatura ho trovato ciò che la mia vecchia memoria baluginava: un comunicato siglato p.g. del 27 ottobre 2006. Titolo secco come una punizione di Totti: “Il Presidente Loiero e l’assessore Lo Moro hanno incontrato una delegazione dell’Aiop”.
Svolgimento: “…l’assessore Lo Moro ha ripercorso i termini della trattativa escludendo che per il pregresso si possa arrivare a pagare i fuori budget dato che una sentenza del Consiglio di Stato, in seduta plenaria, toglie ogni possibilità di accettare le spese non previste”.
Ma come? Possibile che l’assessore e Loiero Agazio dicano una cosa – cioè: care case di cura private toglietevi dalla capa i fuori budget perché è illegittimo – e l’esimio prof Mazzù da Messina dica il contrario? E per dinci e anche per bacco, scriva questo di “suo pugno”?
LA RACCOMANDATA CON
RICEVUTA DI RITORNO
DA MESSINA A CATANZARO
Una lettera raccomandata con R/R spedita il 25 ottobre da Messina. Mittente Mazzù, destinatario Lo Moro conterrebbe più o meno queste affermazioni: “…nessun procedimento transattivo si è mai perfezionato…proprio perché il procedimento è stato interrotto su disposizione del direttore generale dell’assessorato, inviata a seguito di mia segnalazione delle decisione dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato n 8/2006…che eliminava in radice la possibilità di transigere sugli importi extrabudget”.
IL CARTEGGIO D’AMOR LO MORO – LOIERO AGAZIO
Ma allora anche Mazzù era sobrio! Ma allora chi ha autorizzato il pagamento dei debiti extrabudget? Babbo Natale, il legislatore regionale, Gianni e Pinotto? Chi? Ditemelo, di grazia! E si perché delle due l’una: o ha ragione Petramala a transigere anche sui debiti extrabudget – che complessivamente in Calabria per il solo periodo 200/2005 non sono inferiori a 200 milioni – e dunque a ruota tutte le Asl e Asp calabresi sono legittimamente autorizzate a farlo, oppure hanno ragione il duo di piccioncini innamorati Lo Moro-Loiero, con Mazzù a reggere il moccolo.
Illuminante può essere una lettera del 29 ottobre 2007 in cui Lo Moro scriveva a Loiero Agazio: “…in quella sede l’Aiop aveva preso atto della posizione assunta dall’Assessorato che non riteneva più possibile cercare una soluzione transattiva sugli importi extrabudget a seguito della decisione dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato n.8/2006”.
Tutto chiaro? No? Ancora qualche dubbio? E allora seguite anche il prossimo post – in linea da giovedì 17 settembre – sulle fantasmagoriche avventure del deficit sanitario calabrese e ne scoprirete delle belle… anche sull'interpretazione del ruolo dell’assessore Lo Moro. Io, nel frattempo, attendo risposte ai miei dubbi.
Roberto.galullo@ilsole24ore.com
1/ to be continued