Egregi lettori siamo alla quinta e – per il momento – ultima puntata dell’inchiesta che ho dedicato alla richiesta di archiviazione della Procura della Repubblica di Catanzaro per Romano Prodi e altri 9 indagati.
Rimando alle altre puntate che troverete in questo blog per quanto finora ho scritto, ecco l’estrema sintesi: la magistratura non esclude che una Loggia massonica segreta a San Marino esista ma – semplicemente – la Procura di Catanzaro non ha potuto scalfire il segreto bancario e politico della Repubblica del Titano e quindi approfondire il tema. Gli affari tra gli uomini dell’entourage di Prodi, le varie società nelle quali entravano e le società di San Marino erano – per quanto dato di approfondire – leciti.
Io – carte alla mano – ho scavato su questi rapporti politici e imprenditoriali e, pur riconoscendo l’operato della magistratura, ho messo in evidenza mille contraddizioni e pecche: a partire dalla revocatoria internazionale richiesta all’epoca da Luigi De Magistris alla quale San Marino non ha mai risposto.
L’inchiesta – ricchissima di dettagli ai quali rimando – si conclude con l’intervista a Sandro Gozi, più volte chiamato in causa da testi, imprenditori e politici interrogati dai magistrati, come uomo vicino-vicino a Prodi e – secondo De Magistris che è scappato, ahimè, nelle braccia della politica (?!?) di Antonio Di Pietro – soggetto fondamentale per dipanare la matassa di Why Not. Per quest’inchiesta – ve lo vado ripetendo da settimane – possiamo apprestarci a celebrare presto il funerale con relativa ingloriosa tumulazione.
Sandro Gozi, quarantenne onorevole del Pd, risponde alla mia telefonata alle 8 del mattino. L’ho buttata giù dal letto? Provo a fare il simpatico (in realtà sono antipatico come un riccio nelle mutande) e Gozi sta intelligentemente al gioco. No, no ero sveglio (e in effetti sento che saluta qualcuno in lingua francese, lui che già parecchi anni fa schiomazzava la sua testa al vento di Bruxelles, sua seconda casa).
Quello che segue è il fedele resoconto del cordiale dialogo che abbiamo avuto mentre ero imbottigliato nel traffico milanese.
Gozi volevo parlare con lei della vicenda Why Not?
Ancora. Sono due anni che invece di parlare di quel che faccio come parlamentare e come studioso, rispondo su una vicenda folle. Non perdete tempo a seguire questa vicenda montata sul nulla.
Veramente vengo pagato per questo, sa com è, è arrivata una richiesta di archiviazione da parte della Procura della Repubblica di Catanzaro nei suoi confronti, di Prodi e di altri ex indagati. Sarà contento no?
Ma sa che non ho ricevuto ancora le carte e comunque vorrei informarla di una cosa…
Prego…mi pagano anche per questo.
Sa che non ho mai ricevuto un avviso di garanzia per la vicenda Why Not?
Noooooooo. Non mi dica.
Se non avessi letto il mio nome su Panorama non avrei mai neppure saputo di questa inchiesta.
Ma va?
Proprio così…
Però poi, lo ammetta, almeno un po’ si è informato?
E’ stato un colpo folle quella inchiesta. I miei amici incontrandomi mi dicevano: “ma come, proprio tu?”
Proprio tu cosa?
Proprio tu, una persona rigorosa e tutta d’un pezzo, non posso crederci…
Veramente ci credeva Luigi De Magistris che richiamava, anche attraverso testimoni, il suo nome come referente della Loggia coperta di San Marino. Quella vicina ad Antonio Saldino e compagnia veterinaria cantando.
Ecco appunto, non capisco come possa essere stata montata tutta questa vicenda sul nulla. Si figuri che volevano portare come prova della mia conoscenza con alcune persone che poi ho scoperto essere indagate, un sms che avevo spedito per la nascita di mio figlio. Ma si rende conto?Io sono una persona di rara onesta, pulizia e trasparenza
A me non interessa giudicarla ma fare domande e allora le chiedo: lei è massone?
Non sono massone e non ho mai fatto affari a San Marino. Ma anche se fossi massone, e non lo sono, e avessi fatto affari a San Marino, e non li ho fatti, le chiedo, qual è il reato?
Mi pagano per fare domande e non per rispondere a quelle degli onorevoli e dunque le chiedo: ma se non è massone e non ha mai fatto affari “a o con” San Marino, perché viene indicato come referente di Antonio Saladino nella Loggia coperta della Repubblica del Monte Titano?
Ah non lo so, in Calabria c’è tanta gente che millanta conoscenze. Sa qual è stato il mio sbaglio e quello di altri giovani che come me hanno creduto che era meglio lasciare Bruxelles, e forti della propria esperienza, cercare di dare una mano all’Italia e alla Calabria?
Arieccoci con le domande: no, non lo so, mi dica.
Aver cercato di dare una mano all’Italia e alla Calabria.
Mi sembra una tautologia ma torniamo al millantato credito. Perché avrebbero dovuto chiamarla in causa?
Ma perché sa come vanno le cose in Calabria no?
Eh, altro che, ma come vanno secondo lei è importante sapere, non secondo me.
E’ facile dire: conosco quello, che magari è stato braccio destro di Prodi. Così va la Calabria…
Grazie per l’illuminazione, ma allora bastava millantare molto meno e dire: conosco Gozi che è intimo di Prodi. Perché millantare la sua appartenenza a una loggia massonica coperta sanmarinese?
Non lo so, è tutta una follia.
Mi spiego meglio: di lei potevano dire che era socio Aci o magari iscritto in gioventù al Club delle Giovani Marmotte, perché dire che invece era un fratello coperto?
Non lo so. Ripeto: non sono massone. In gioventù ero iscritto alle Giovani Marmotte ma poi mi sono dedicato ad altro
Conosce Antonio Saladino?
Guardi lo avrò visto due volte, perché ci vedevamo ad alcuni appuntamenti della Compagnia delle Opere. Lo sa che era il Presidente della Compagnia delle opere in Calabria?
Non mi dica…
Si l‘ho visto, con Vittadini, credo anche a un meeting di Comunione e Liberazione
Cosa ne è del Laboratorio democratico europeo?
Che c’entra?
Del Laboratorio facevano parte due fratelli De Grano e Scarpellini, tra gli altri, tutti a vario titolo indagati da De Magistris. E Scarpellini, come lei, è intimo di Prodi. E poi c’era Claudia Mularoni, a capo di Pragmata, che era una società sanmarinese, in affari, con alcune società, di cui una amministrata da un altro amico di Prodi, Pietro Macrì’ (si veda post scriptum), anche lui vicino-vicino a Prodi.
Tutti facevano parte del Laboratorio in veste di singoli associati. E poi mi risulta che i tre De Grano siano usciti dal Laboratorio e credo anche Scarpellini.
Forse allora è per questo che l’unico contatto via mail del Laboratorio ora è il suo mentre prima era apparentemente quello di Alessio De Grano?
Le ripeto, i De Grano sono usciti o…stanno per uscire. Proprio adesso stiamo rivedendo l’organigramma.
Un organigramma di un’associazione che sembra fantasma, a partire dal fatto che pur essendo registrata a Roma, aveva telefoni e fax che rimandavano a Lamezia Terme.
Come fantasma?
Eh sì, ho anche fatto un giro su Internet e si può leggere: “sito in aggiornamento”. E’ in aggiornamento da oltre un anno. Lentini eh…
Siamo tutti volontari ma sforniamo pubblicazioni, anche sul nucleare. Altro che finanziamenti occulti per le campagne elettorali mie e di Prodi. Oggi si fa campagna elettorale con 15 mila euro, io ho dichiarato tutto alla Camera. Ora però aggiorneremo il sito.
Sui volontari la invito a leggere quanto raccontato ai Ros da alcuni testi. La documentazione può trovarla nel mio blog con tanto di documenti esclusivi e originali allegati. Ma, scusi, mi spiega allora perché la pubblicità del Laboratorio democratico euro
peo compare ancora sul Wcn, il network mondiale delle Camere di commercio. Se siete in aggiornamento da un anno, che cosa pubblicizzate?
Il Wcn è quello di Scarpellini?
Scarpellini è nel board di dirigenza, può controllare lei stesso.
Mah! Cosa vuole che le dica, sarà una dimenticanza, ora farò controllare
Sa com è Gozi, secondo me – ma ovviamente posso sbagliare – non si fa bella figura a pubblicizzare un’associazione che non ha nulla da “vendere”.
Eh sì, ora controlleremo ma, come le dicevo, facciamo pubblicazioni e convegni. L’ultimo a Trieste un mese fa.
La saluto Gozi e grazie della chiacchierata schietta e franca che riporterò fedelmente, come costume mio e della casa. Mi raccomando, dopo la lettura dei post che sto pubblicando sul mio blog, se ha qualcosa da aggiungere, lei o Prodi, mi chiami, chiamatemi.
Non credo di avere altro da aggiungere ma mi raccomando non mi infanghi e non infanghi il nome di Prodi
Guardi, faccio finta di non aver sentito…
No, sa, è che sono due anni che parlo di Why Not e di Prodi…Troppo fango buttato addosso dai giornalisti e non ho ricevuto neppure un avviso di garanzia…
L’ha già detto all’inizio dell’intervista questo. E comunque io rispondo per me e non per la categoria: mi pagano per fare il giornalista limpido, corretto, trasparente e onesto. Del Sole 24-Ore, non dei media di tutto il mondo.
Anche io sono un politico limpido, onesto, corretto e trasparente.
Ecco, allora non faccia di tutta l’erba della categoria dei giornalisti un fascio: se avessi voluto infangarla, cosa che mi fa schifo solo a pensarla per la mia rettitudine, avrei potuto fare a meno di chiamarla, non crede?
Mi raccomando…non mi infanghi e non infanghi Prodi…
Capisco che Gozi si è incantato come un vecchio 33 giri e allora: “Buongiorno. Buongiorno a lei”. Clic. Fine delle 5 puntate dedicate alla richiesta di archiviazione nei confronti di Prodi, Gozi, Scarpellini e compagnia. Ma non temete amici, non mancheranno altri capitoli. E io sarò qui – almeno spero – a raccontarveli. E come dicono gli americani “The End” (per ora, solo per ora…)
roberto.galullo@ilsole24ore.com
POST SCRIPTUM NON DOVUTO MA SEGNO DI TRASPARENZA E DEONTOLOGIA:
iL 27 GENNAIO 2012 i giudici della Corte d'appello di catanzaro hanno emesso una sentenza su caso Why Not (rimando al mio post del 1° febbraio 2012) Ebbene, il dispositivo della sentenza prevede per l’ex presidente della Regione Calabria Loiero Agazio la condanna a un anno di reclusione per abuso d’ufficio. Condannato anche il suo capo di gabinetto Nicola Durante nell’appalto sul censimento del patrimonio immobiliare della Regione. I giudici, riconoscendo le attenuanti generiche, li hanno condannati a un anno oltre alla pena accessoria dell’interdizione temporanea dai pubblici uffici. La condanna, comunque, è stata sospesa. Peggio è andata ad Antonio Saladino condannato a 3 anni e 10 mesi di reclusione (in primo grado gli erano stati inflitti 2 anni). L’ex leader calabrese della Compagnia delle opere è stato ritenuto colpevole di associazione per delinquere (ipotesi da cui era stato assolto in primo grado) insieme a Giuseppe Antonio Maria Lillo, condannato a due anni (in primo grado aveva avuto 1 anno e 10 mesi). Per Saladino è stata disposta l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e l’interdizione legale per la durata della pena. Inoltre gli è stato revocato il beneficio della sospensione condizionale della pena. È stata diminuita di un mese la condanna per Antonio La Chimia che dovrà quindi scontare un anno e 9 mesi. Per l’ex presidente della giunta calabrese Giuseppe Chiaravalloti è intervenuta santa-prescrizione per il capo d’accusa relativo al progetto “Ipnosi” (i sostituti procuratori Massimo Lia ed Eugenio Facciolla avevano chiesto una condanna a un anno e 6 mesi). Assolti Pietro Macrì e Vincenzo Morabito che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a 9 mesi e a 6 mesi. Confermate le condanne in primo grado nei confronti di Francesco Saladino (4 mesi) e Rinaldo Scopelliti (1 anno). Assolti anche in appello l’ex assessore regionale Gianfranco Luzzo, Tommaso Loiero (fratello di) , Franco Nicola Cumino, Pasquale Anastasi, Giuseppe Fragomeni ed Enza Bruno Bossio. « L'impianto accusatorio è stato confermato. Siamo pienamente soddisfatti per la sentenza, anche perché è stato riconosciuto il reato associativo per alcuni degli imputati, così come avevamo chiesto nel nostro appello. I giudici hanno aggiunto altre condanne a quelle di primo grado e questo riteniamo che dimostri come la tesi dell'accusa è stata sostanzialmente accolta»: il sostituto procuratore generale Massimo Lia, ha commentato così il dispositivo della sentenza.