Veneto: strani concorsi, dirigenti furbacchioni e sprechi sanitari…all’ombra di Tosi, Galan e della sorella Valentina

Cari amici di blog come state? Avete sentito la mia mancanza? Immagino…

E allora, per farvi un dispetto, rieccomi a voi con nuove e rutilanti avventure di ordinaria amministrazione veneta.

Eh sì, perché dovete sapere che dopo il post che ho dedicato ai 70 dirigenti della Regione Veneto che volevano fare le pulci ai dipendenti fannulloni ma rimanere fuori dall’applicazione di quelle regole che solerti applicano ai simil-fantozzi, ho avuto un inatteso e sorprendente afflusso di mail nella mia casella di posta elettronica (oltre che commenti al blog, compreso un anonimo codardo che mi chiede di quale droga mi faccia. Stia tranquillo: non uso la sua, visti gli effetti che hanno su di lui!)

Mi rivolgo a costui – un povero cristo – e a voi tutti amati amici, raccontandovi ciò che ho scoperto grazie alle vostre segnalazioni.

Scriverne fa bene se è vero – come è vero – che il ministro della Funzione pubblica Renatino Brunetta il 27 gennaio sarà a Venezia per tirare le orecchie a quei furbacchioni dei dirigenti che volevano sgattaiolare dalle sue norme antifannulloni. Ma su via, proprio voi mi fate questo, deve aver pensato Renatino. Proprio voi veneti, a un ministro veneto: e che figura da mona ci faccio?

Bene, anche queste altre storie che vi racconterò, se fossero accadute in Calabria o in Campania avrebbero riempito paginate di giornali pronti a sparare contro la croce rossa meridionale e avrebbero condotto ciarlieri esseri della Lega Nord a sproloquiare contro le nefandezze dei terroni.

Terroni o torroni (visto che le festività sono trascorse da poco ma Babbo Natale gira ancora per le calli veneziane) restiamo terra terra e veniamo a noi.

Una gentile lettrice – Michela Marcucci di Padova – mi ha inviato una splendida lettera con un quesito inquietante: “Caro dottor Galullo ma che succede in Veneto?”. Se lo sapessi ve lo direi e magari mi proporrei come sfidante del “gallo Galan” per le prossime elezioni (qualunque esse siano), ma non sono in grado, anche perché la fotocopia che mi ha allegato la lettrice è di quelle che lasciano di stucco.

Riporta un articolo del “Mattino di Padova” del 9 ottobre 2008 in cui il giornalista Renzo Mazzaro descrive a pagina 13 con penna soffice e soave lo scandalo dei “concorsi truccati per assumere in Regione” (come recita il titolo del servizio).

Tra me e me penso: ci deve essere un errore, queste cose accadono solo nel Sud, lo direbbe persino il filosofo-dentista Calderoli! E invece no, il “Mattino” ci svela una storia straordinaria che vi riassumo: il 21 luglio 2008 si sarebbe dovuto svolgere un concorso per assumere un dirigente dell’Ufficio Tributi. Peccato che – anonimamente, in busta chiusa – qualcuno abbia recapitato alla segreteria generale della Regione i titoli della prova scritta che si sarebbe svolta due giorni dopo e alla quale avevano aderito 55 concorrenti.

Apriti cielo! Concorso bloccato: ma dopo mesi, sia chiaro, mica subito! Le cose si fanno con calma e per piacere, mica siamo al Sud dove l’efficienza corre!  E così i pretendenti sono stati avvertiti il 25 settembre. Avvertita è stata anche la Procura (che sta indagando) e la stessa direzione regionale che – già nei tempi passati – era stata investita da un fiume di polemiche.

Volete sapere il perché? Presto detto: la Regione nel 2001 bandisce un concorso per dirigente amministrativo, concluso nel 2003. Il concorso lo superano in 31 ma solo 13 vengono assunti tra il 2003 e il 2004.

Il 13 – si sa, porta bene – e a chi ha portato fortuna quel numerello magico? Ma alla sorella del Governatorone, Valentina Galan, giunta appunto tredicesima in graduatoria. Quando si dicono le coincidenze fortunate!

Ora, tornando al nostro concorso, in una regione civile di un Paese civile si dovrebbe sapere che fine ha fatto e quando intendono riprovarci (si spera con maggiore trasparenza!) “Niente – dice al telefono Piero Levorato, responsabile regionale di categoria per la Uil – non si sa più niente. Abbiamo provato a vederci chiaro anche noi ma niente”. Allora, incalzo, bisogna essere maliziosi e pensare che fosse un concorso davvero truccato e fatto ad hoc? Dall’altra parte del filo giunge una risatina che spiega più di mille parole il pensiero del bravo Levorato.

E veniamo alla seconda lettera che ho ricevuto di un lettore (mi ha chiesto l’anonimato). Perché – mi dice – non va a indagare su “Sigma informatica spa”? E come no, ma cos ‘è, una casa farmaceutica?

Fuochino. Scopro intanto che l’”Espresso” del 30 dicembre 2008 in un bel reportage di Paolo Biondani  ha sfiorato l’argomento, e poi che Sigma –  trascrivo pedissequamente dalla banca dati Cerved nella visura da me effettuata il 22 gennaio alle ore 10.10 – è una società per azioni che realizza software e consulenze software.  Il suo capitale sociale è di 552.700 euro, i ricavi (al 31 luglio 2007) sono di 71,1 milioni e l’utile (alla stessa data) è di 168mila euro. Il 74,98% delle azioni è in mano a Sem investment S.a e il 25,02% è detenuto da European investment and finance s.a. Entrambe sono società anonime di diritto lussemburghese e se questo fosse accaduto in Calabria, giù tutti a storcere il naso.

Ebbene, Sigma prepara le buste paga dei dipendenti delle Asl del Veneto e nessuno sa quanto costi ai contribuenti e se il servizio possa essere reso in maniera più efficiente da qualcun altro magari dopo una gara pubblica.

In realtà un pasdaran della legalità, l’assessore al Lavoro (ex alla Sanità) della Provincia di Rovigo, Guglielmo Brusco, ci ha provato, ma gli hanno sbattuto la porta in faccia.

Fantastico il siparietto tra Brusco e l’ex assessore regionale alla Sanità, il tecnico informatico Flavio Tosi, ora sindaco di Verona e testa (di diamanate) della Lega Nord.

Il 22 novembre 2005 Brusco chiede a Tosi quanto hanno speso dal 2000 al 2004 le Asl di Adria e Rovigo per i servizi resi da Sigma. Da campione di trasparenza la risposta, datata 30 dicembre 2005. “A tale istanza – scrive Tosi – non si può dar corso, in ia pregiudiziale, non conoscendo il motivo dell’istanza e l’utilizzo che, di questi dati, detenuti dalla Aziende sanitarie, la S.V, voglia fare”. Un don Peppino qualunque non avrebbe saputo rispondere in maniera puiù omertosa.

Ma veniamo al capolavoro. Il 9 gennaio 2006, la “Befana” Brusco, finiti i giri per i camini, riscrive a Tosi chiedendogli conto dei rapporti “poco federalisti” che la Regione ha con la Provincia di Rovigo. Rifà le stesse domande della lettera precedente e invita Tosi a non trincerarsi dietro un’ inesistente privacy.

Apriti cielo. Tosi si infuria come un furetto della Val Camonica e risponde stizzito il 23 marzo 2006 (mica subito, i furetti quando sono stizziti hanno i loro tempi). Ebbene Tosi invita Brusco a usare il garbo (evidentemente tratto in inganno o suggestionato dal cognome del rifondarolo) e si ri-infuria come un furetto sceso a rotta di collo dalla Val Camonica, perché Brusco ha osato scrivere anche alla Corte dei conti, al difensore civico regionale e a mezzo mondo.

Vi chiederete voi: ma ‘sti dati, alla fine, sono stati sganciati? “Macchè – mi dice Brusco – nessuno ancora oggi è in grado di sapere quanto le Aziende sanitarie versano a Sigma e se il servizio sia o meno vantaggioso sotto tutti i profili. Non solo. In realtà nessuno conosce di fatto la spesa sanitaria sostenuta dalla Regione Veneto”.

E a proposito di sanità veneta, proprio Rovigo è ancora un luogo ai confini della realtà dove accadono cose che – se accadessero a Marcianise o Gela – scatenerebbero l’iradiddio nientepopodimenoche di Sua Canottiera Umberto Bossi. Bum!

L’Asl 18 di Rovigo – il cui budget per le prestazioni ambulatoriali private, per inciso, dice Brusco, è passato dai 4 milioni di sei anni fa agli attuali 19,3 – ha dato ad uno stesso imprenditore privato, afferma il combattente rifondarolo Brusco “circa 6 milioni e mezzo annui (2007 e 2008) per fisioterapia da eseguire. Detto così, da inesperto non ci avrei capito niente. Con il decreto del Direttore Generale 471 del 29.5.2007, ho avuto però un esempio molto illuminante. A pag. 32, in cambio dell’esborso di 40.000 euro mensili (il fabbisogno di fisioterapia in quella zona) si chiede in cambio il servizio da un centro privato che fornisce 2 fisioterapisti a tempo pieno e un fisiatra una volta la settimana. Con tale cifra io potrei assumere a tempo pieno 12 fisioterapisti e due fisiatri. Potrei perciò realizzare (se corrisponde al vero che quello che pago adesso mi produce 40.000 euro mensili di fisioterapia – altrimenti sarebbe una truffa) 6 volte il fatturato attualmente prodotto da 2 fisioterapisti e 1 medico una volta la settimana. Essendo il fatturato annuo (40.000 X 12= 480.000) X 6 volte diventerebbe di 2.880.000 euro. Quest’ultimo sarebbe il valore della fisioterapia che potrebbe svolgere in proprio il servizio pubblico con un costo di personale (40.000 X 13 mensilità ) pari a 520.000 euro annui.

Risparmio possibile: 2.360.000 euro annui (con i quali, visto il costo medio del personale dell’ASL 18 – circa 45.000 euro annui, si potrebbero assumere circa 50 tra medici, infermieri e tecnici)”-

Se i dati e i calcoli sono giusti, ci troveremmo di fronte a uno spreco enorme, che al di là di ogni supposizione che può star dietro a questa estrema generosità verso il privato, contrasta almeno con il concetto di economicità previsto dalla legge per i provvedimenti che dovrebbero prendere le amministrazioni pubbliche. “Io non so perché capitano certe cose – chiosa Brusco – ma certo sarebbe bello che qualcuno riuscisse a spiegare certe cose a me incomprensibili”.

Questo accade in un’azienda sanitaria di Rovigo, provincia (maggiorenti della Lega e famiglia Galan permettendo) di Reggio Calabria. O, se preferite, di Caserta.

roberto.galullo@ilsole24ore.com

 

  • qatqat |

    Vogliamo aggiungere qualche nota sulla totale obsolescenza tecnica dei prodotti Sigma in Veneto? A parte gare truccate, prezzi gonfiati, anche prodotti assolutamente improponibili in qualsiasi altro mercato che non sia “amico”.
    QatQat

  • Billy |

    Buongiorno Sig. Galullo. Aggiungo un dato a questo post.
    I costi che mediamente vengono sostenuti dalla pubblica Amministrazione per i servizi di cui Lei ha scritto, sono mediamente 2,5 volte più alti della media del mercato.
    Dove non ci sono entrature politiche le gare vengono regolarmente perse.
    La saluto cordialmente.

  • umbe |

    Egr. Dott. Galullo,
    i testi li lasci pure come sono.
    A me sembrano più vivi, più “amati”.
    Cordialmente
    umberto

  • GALULLO |

    Cari Emilio, Lorenzo e Stefano,
    grazie per i vostri commenti che sono – a differenza dello psicogianobo con il quale, ammetto, mi diverto moltissimo – un valore aggiunto. Si può essere o non essere d’accordo su quello che scrivo ma ciò che vanno commentati sono i fatti. E io – da sempre – racconto fatti che, nel mio blog, condisco ovviamente anche di impressioni e pareri personali. A differenza di un articolo, infatti, il post sul blog deve lasciare spazio alle riflessioni e al contraddittorio.Devo riconoscere che l’episodio raccontato da Emilio è davvero interessante e la dice lunga sul dialogo tra sordi instaurato da chi – sul presupposto di un inesistente popolo di un’insesistente nazione e di una pericolosissima superiorità quantomeno morale della razza settentrionale che evoca ben altre sciagure passate – vuole vedere tutto il bene da una parte (il Nord) e tutto il male dall’altra (il Sud).
    Come ben sa chi mi segue io non guardo in faccia a nessuno e denuncio le schifezze di chiunque le compia. Il bello è che al Sud molti amministratori e politici (soprattutto calabresi, campani e siciliani) mi “odiano” per quel che scrivo e così molti loro colleghi del Nord (soprattutto veneti e lombardi). La cosa francamente mi inorgoglisce ed è un monito per chi possa anche lontanamente credere che io possa avere simpatie per tizio, caio o sempronio. Anzi, a proposito: non mi sono ancora fatto “amici” in Molise e dunque chiedo a Stefano di segnalare qualcosa su cui indagare…
    un saluto
    roberto

  • stefano rossi |

    All’amico Gianobo dico: beh mio caro verdano è brutto sapere che anche nella mitica Regione Veneto ci siano degli spreconi. Ma tant’é lei continui a credere al senatur dal manico duro, vedrà che la sua vita sarà sempre linda e padana.
    Quanto all’amico (vero) Galullo beh, non mi meraviglia più di tanto questo post. Tutta l’Italia è paese. I disonesti scorrazzano dalle Alpi a Mazara del Vallo senza problemi.
    Ah se fossero tutti come il sindaco Speranza…
    Anche nella mia piccola Regione Molise ne succedono di tutti i colori; se vuole per email potrei scriverle qualcosa, mi piacerebbe qualche post sui miei fannulloni.
    un saluto
    sR

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