Questa notte alle 2.30 mentre probabilmente molti di noi erano al terzo giro di letto e qualcun altro contava le pecore nel tentativo di addormentarsi, il Comune di Buccinasco terminava il consiglio comunale. E poi qualcuno pensa che gli amministratori comunali fanno una bella vita!
Vorrei vedere voi a stare svegli fino a tarda notte per negare la cittadinanza onoraria del Comune a Roberto Saviano!
E si, avete letto bene. Il consiglio comunale – riunitosi alle 18.00 di ieri, mercoledì 17 dicembre – aveva come primo punto all’ordine del giorno la discussione sulla cittadinanza onoraria allo scrittore napoletano, proposta dal consigliere dei Verdi Rino Pruiti, figlio di un poliziotto e lui stesso poliziotto per due anni, che non ha certo bisogno di pubblicità visto che la legge ce l’ha nel sangue.
Cotta e mangiata. In un batter d’occhio – mentre in aula c’erano le telecamere de “La7” che riprendevano la scena edificante e decine di colleghi che ne scriveranno nelle prossime ore sui giornali – la maggioranza in consiglio comunale ha deciso di soprassedere sulla cittadinanza onoraria pur riconoscendo l’importanza simbolica dello scrittore che continua a dichiarare che ogni segnale di solidarietà gli dà la forza per andare avanti.
Bene, ieri il consiglio comunale di Buccinasco gli ha dato la forza per fare un passo indietro e del resto era nell’aria. Non è, infatti, la prima volta che il Comune lombardo affronta la questione Saviano. Alcune settimana fa – per non affrontare lo stesso punto dell’ordine del giorno – la maggioranza uscì dall’aula e fece mancare il numero legale. Il sindaco – Loris Cereda, a capo di una giunta di centro-destra – ha sempre sostenuto la necessità di scegliere altri uomini-simbolo da gratificare con la cittadinanza onoraria.
Ora – detto per inciso – io non avrei mai riproposto ciò che ha riproposto Ruiti, non perché non sia dalla parte di Saviano (ci mancherebbe), ma perché – fiutata l’aria la prima volta, nel mese di novembre – in quel Comune avrei giocato in contropiede e proposto qualcosa di ancora più spiazzante: la cittadinanza onoraria alla figlia del giudice calabrse Antonino Scopelliti.
Vi spiego il perché. Per chi non lo sapesse, Scopelliti era un incorruttibile magistrato calabrese che fu assassinato barbaramente dal fuoco incrociato di ‘ndrangheta e Cosa Nostra. Insieme il 9 agosto 1991 decisero di freddare colui il quale voleva portare a termine il lavoro iniziato nel maxiprocesso a Cosa Nostra nella sua veste di giudice della Cassazione, senza guardare in faccia a nessuno. E rifiutando con sdegno un’offerta alla quale in pochi saprebbero resistere: 5 miliardi di vecchie lire per emulare gli “ammazzasentenze”.
Bene. La figlia Rosanna ha da poco avviato la Fondazione che porta il nome del padre (www.fondazionescopelliti.it). E nel nome del padre continua a diffondere a piene mani lezioni di legalità.
Cosa c’entra Scopelliti con Buccinasco? Tutto e niente. Niente perché quel giudice non se ne è mai occupato, tutto perché da anni Buccinasco viene indicata come la Platì del Nord. Con una sciagurata decisione di uno Stato negato per la legalità, negli anni Settanta furono mandati a Buccinasco uomini della ‘ndrangheta delle famiglie Barbaro, Sergi e Papalia.
Fu l’apoteosi. Quelle famiglie – e quelle a loro legate, tra le quali Modafferi, Trimboli, Marando e Mondella – si sono impadronite dell’area che comprende anche Corsico e Trezzano sul Naviglio.
Ancora poche settimane fa la Guardia di finanza ha arrestato 31 persone per un colossale traffico di droga di alcune di queste famiglie nell’area e ancora pochi mesi fa il Gico (il gruppo della stessa Gdf contro la criminalità organizzata) ha messo il naso (ancora una volta) nelle imprese edili. E sì perché a Buccinasco e zone limitrofe non si muove foglia nell’edilizia che l’alleanza calabrese non voglia. E a dirlo sono i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Milano. Ancora: Buccinasco è il paese dove le aste per gli immobili confiscati alla criminalità vanno deserte e dove i locali sottratti alle cosche restano chiusi senza alcuna nuova destinazione sociale.
Non solo: Buccinasco è il Comue alle porte di Milano dove il precedente sindaco, Maurizio Carbonera, è stato vittima di intimidazioni, proiettili e attentati non portati alle estreme conseguenze. La sua colpa? Rendere impossibile la speculazione edilizia. “E ora scopriamo – dichiara Rino Pruiti – che questa giunta vuole sbloccare l’edificazione di 500mila metri cubi”. Per carità, non è un reato, ma vigilare sugli appetiti illeciti è doveroso.
Buccinasco è a due passi (forse anche meno) dai grandi lavori di Expo 2015 per i quali – e a dirlo è il sostituto procuratore nazionale antimafia Enzo Macrì – sono cominciate le mosse di assestamento tra le cosche che vogliono distribuirsi i subappalti miliardari. E le mosse avvengono a suon di omicidi: in Lombardia, non in Calabria!
Bene, sarei curioso di sapere come verrebbe accolta la richiesta di cittadinanza onoraria a una giovane calabrese, pulita come il padre, che da anni lotta in nome della legalità, a capo di una Fondazione che porta un nome di fronte al quale togliersi 10 volte il cappello e che riceverebbe dalla Lombardia un segnale decisivo: la consapevolezza che la malavita non fa affari al Sud. Ma al Nord, da Piazza Affari alle capitalizzazione delle imprese, passando attraverso le imprese apparentemente pulite, perché affidate a prestanomi.
Molte di quelle imprese sono a Buccinasco. Sai che schiaffo in faccia alle famiglie Barbaro, Sergi e Papalia se il sindaco Loris Cereda leggesse queste motivazioni in consiglio comunale e poi davanti ai microfoni e alle telecamere: “A Rosanna, calabrese onesta e testimone della Calabria onesta che lavora ovunque con onestà. Esattamente il contrario d
i quanto accade con le famiglie calabresi (a discrezione del sindaco trovare il coraggio di nominarle, alla luce delle sentenze passate in giudicato n.d.r) impiantate a Buccinasco, che hanno offeso il Comune, la collettività amministrata e l’Italia tutta con i loro loschi traffici legali e illegali che sdegnosamente rifiutiamo perché non appartengono alla nostra civiltà. Che questa cittadinanza onoraria Le dia la consapevolezza, cara Rosanna, di non essere sola nella sua lotta. D’ora in avanti potrà contare sulla nostra amministrazione comunale e sulla nostra gente”. Bene, bravo, bis, applausi e commozione generalizzata.
Bello eh! Non accadrà mai!
roberto.galullo@ilsole24ore.com