Sistemi criminali/3 Il “villano” palermitano padre del concorso esterno in associazione mafiosa: dopo 140 anni siamo ancora lì

Cari amici di blog dalla scorsa settimana sto riportando quanto è accaduto nell’incontro organizzato il 6 maggio a Reggio Calabria dall’associazione Riferimenti-Gerbera Gialla e al quale hanno partecipato i sostituti procuratori delle Dda di Reggio Calabria e Catanzaro Giuseppe Lombardo e Pierpaolo Bruni.

Rimando ai link a fondo pagina per quanto scritto la scorsa settimana. Oggi torno su un’ossessione: il concorso esterno in associazione mafiosa, di cui hi scritto molte volte e che no  solo non è tipizzato legislativamente ma è sempre più (proprio grazie all’insipienza del legislatore) un cavallo di troia attraverso il quale i sistemi criminali mettono a ferro e fuoco questo Paese.

Come ha avuto  modo di dire Lombardo in quell’occasione, anche io penso e sottoscrivo che è urgentissimo «dare un segnale forte, ridefinendo i contorni di una fattispecie indispensabile, quale quella dettata dall’art. 416bis c.p., inserendo il richiamo chiaro alla condotta di condizionamento delle libere scelte degli organi amministrativi da parte delle mafie, quale comportamento penalmente rilevante».

Sarebbe non urgentissimo, ma “di più” scuotere la malapianta del concorso esterno nell’associazione di tipo mafioso, visto che come ha ricordato Lombardo rispolverando l’ordinanza/sentenza di rinvio a giudizio del Maxi-ter del 17 luglio 1987 nei confronti di appartenenti a Cosa Nostra, la prima formulazione di questa ipotesi delittuosa da parte della Corte di Cassazione di Palermo giunse 140 anni fa. In Italia l’istituto funzionò in Piemonte a opera dei Francesi ma piuttosto come organo politico che giudiziario. Caduto con la Restaurazione, fu rimesso in vigore nel 1847 in Sardegna e l’anno dopo in Toscana. Raggiunta l’unità, continuarono a funzionare le Cassazioni di Torino, Firenze, Napoli e Palermo e i tribunali supremi di Parma, Modena e Roma. Nel 1888 furono abolite a Torino, Firenze, Napoli e Palermo le sezioni penali, mentre la Cassazione di Roma si completava con entrambe le sezioni, civile e penale. Finalmente nel 1923 vennero soppresse definitivamente le Corti di Cassazione periferiche e la sola competente per tutto il Regno rimase la Corte di Cassazione di Roma.

Ecco lo stralcio dell’ordinanza/sentenza di rinvio a giudizio del Maxi-ter del 17 luglio 1987 nei confronti di appartenenti a Cosa nostra citata da Lombardo:

«…Manifestazioni di connivenza e di collusione da parte di persone inserite nelle pubbliche istituzioni possono – eventualmente – realizzare condotte di fiancheggiamento del potere mafioso, tanto più pericolose quanto più subdole e striscianti, sussumibili – a titolo concorsuale – nel delitto di associazione mafiosa. Ed è proprio questa “convergenza di interessi” col potere mafioso (…) che costituisce una delle cause maggiormente rilevanti della crescita di Cosa nostra e della sua natura di contropotere nonché, correlativamente, delle difficoltà incontrate nel reprimere le manifestazioni criminali.

Ma lo stesso concetto – fondato sul puro buonsenso oltreché sui più elementari principi del diritto – lo si ritrova in embrione addirittura in una sentenza del 1875, pronunciata dalla Corte di Cassazione di Palermo per annullare l’assoluzione decisa dalla sezione di accusa della Corte di appello nei confronti di un certo Antonino Russo, villano di Giuliana (in provincia di Palermo, dal quale dista 77 km ndr), imputato di complicità in associazione di malfattori, per avere somministrato due mezzo-barili di vino e alquanti pani alla banda Capraro al bosco di S.Maria in territorio di Bisacquino (anch’esso un comune in provincia di Palermo, a 78 km dal capoluogo ndr).

I giudici di merito avevano escluso la punibilità del “villano” perché la sua condotta non rientrava tra quelle specificamente previste dall’articolo 429 del codice penale albertino del 1859 (adattato successivamente per le regioni meridionali), cioè dall’articolo che completava il ventaglio delle condotte di partecipazione previste dal reato di “associazione di malfattori” (“la somministrazione di armi, munizioni, istrumenti atti al reato, alloggio, ricovero o luogo di riunione alle bande organizzate”) . La Cassazione ritenne invece che rifocillare con cibo e bevande una banda di latitanti, anche senza farne parte, costituisse “complicità in associazione di malfattori”. Complicità ovviamente esterna. La madre del concorso esterno in associazione mafiosa».

Commentando questo stralcio di ordinanza/sentenza che richiama una pronuncia di 140 anni fa, Lombardo dirà che sarebbe più autorevole per lo Stato «rafforzare gli obblighi di denuncia a carico dei pubblici ufficiali, quale straordinario strumento per superare le incertezze che caratterizzano tali ipotesi di reato. Sanzionare gravemente le omesse denunce dei pubblici ufficiali che compongono gli organi amministrativi è il primo passo per superare le collusioni, le contiguità ed i silenzi compiacenti».

Bene, per ora mi fermo qui ma domani ritorno.

r.galullo@ilsole24ore.com

3 – to be continued (per le precedenti puntate si leggano http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2015/05/28/sistemi-criminali1-il-pm-lombardo-della-dda-di-reggio-calabria-e-quelle-indispensabili-articolazioni-esterne-alle-mafie/

http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2015/05/29/sistemi-criminali2-i-pm-antimafia-di-reggio-e-palermo-la-nuova-norma-sul-voto-di-scambio-politico-mafioso-e-un-mostro/

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IL PIANO DELL’OPERA

1“) Cose di Cosa Nostra” – Giovanni Falcone in collaborazione con Marcelle Padovani – 14 maggio

2)   “Liberi tutti – Lettera a un ragazzo che non vuole morire di mafia” di Pietro Grasso – 21 maggio

3)   Finanza criminale – Soldi, investimenti e mercati delle mafie e della criminalità in Italia e all’estero – di Roberto Galullo – 28 maggio

4)   Un eroe borghese”  di Corrado Stajano –  4 giugno

5)“A testa alta – Storia di un eroe solitario” di Bianca Stancanelli – 11 giugno

6)“Le parole di una vita – Gli scritti giornalistici” – Giancarlo Siani – 18 giugno

7)“Il caso Valarioti” – Rosarno 1980: così la ‘ndrangheta uccise un politico (onesto)” di Danilo Chirico e Alessio Magro con interventi di Giorgio Bocca, Enrico Fontana e Giuseppe Smorto – 25 giugno

8)“Chi comanda Milano” di Alessia Candito – 2 luglio

9)“La mafia fa schifo – Lettere di ragazzi da un Paese che non si rassegna” di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso – 9 luglio

10) Ho ucciso Giovanni Falcone – La confessione di Giovanni Brusca” – di Saverio Lodato – 16 luglio

11)“Il giudice ragazzino” di Nando Dalla Chiesa – 23 luglio

12) “Peppino Impastato – Una vita contro la mafia” – di Salvo Vitale – 30 agosto

13)“Libero – L’imprenditore che non si piegò al pizzo di Chiara Caprì con Pina Maisano Grassi –6 agosto

14)“Maledetta mafia – Io, donna, testimone di giustizia con Paolo Borsellino” – di Piera Aiello e Umberto Lucentini – 13 agosto

15) “Anime nere” – Gioacchino Criaco – 20 agosto

16) “La peste – La mia battaglia contro i rifiuti della politica italiana” di Tommaso Sodano e Nello Trocchia 27 agosto

17) “Delitto imperfetto – Il generale, la mafia, la società italiana” – di Nando Dalla Chiesa – 3 settembre

18) “Nomi, cognomi e infamidi Giulio Cavalli con prefazione di Giancarlo Caselli – 10 settembre

19) “C’erano bei cani ma molto seri –  Storia di mio fratello Giovanni ucciso per aver scritto troppo” – di Alberto Spampinato – 17 settembre

20) “Senza padrini – Resistere alle mafie fa guadagnare” di Filippo Astone – 24 settembre

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