Il 29 maggio tocca al vicedirettore generale della pubblica sicurezza, Francesco Cirillo, sedere di fronte alla Commissione parlamentare antimafia. La sua audizione è, diciamo così, ricognitiva, nel senso che ha il compito di illustrare cosa fa e perché lo fa. Per farlo si è avvalso di slides.
Ora – al netto del fatto che spesso la commissione utilizza parte del suo tempo per capire cosa fa l’interlocutore che ha di fronte, il che è un bene per la conoscenza personale e commissariale ma è anche curioso da parte di una struttura i cui membri dovrebbero già essere ampiamente e profondamente scolarizzati – l’audizione di Cirillo offre numerosi spunti di interesse. Ed è per questo motivo che ho deciso di dedicare due articoli al suo incontro parlamentare.
Il primo spunto e diciamo quello che più mi ha colpito è relativo al “gioco” della piramide che Cirillo ha presentato parlando del Servizio per il sistema informativo interforze.
Ebbene, in cima a questa piramide ci sono i controlli effettuati in un solo anno da parte delle forze di polizia. Sapete quanti sono stati (i mesi presi in considerazione sono gli ultimi dodici)? Tenetevi forte: 11.550.000 controlli a singole persone, cioè 11,5 milioni di persone, italiane o straniere sono state controllate (a me pare che una persona può o potrebbe essere stata controllata più volte nel corso dei 12 mesi ma questo è il dato che è stato fornito, vale a dire 11,5 milioni di persone, più o meno è come se fosse stato controllato un italiano su sei).
Sono persone realmente controllate, ripete Cirillo. A ogni controllo corrisponde una persona, ma soprattutto un dato immesso nella banca dati, con un sistema che mette insieme tutti i controlli che vengono fatti dalle forze di polizia, ossia li riunisce e trae spunto per indagini ed altre attività. Sono quasi 8 milioni i controlli fatti su strada e quasi 6 milioni le autovetture.
Questa è la prevenzione, poi c’è il contrasto: quasi un milione di persone sono state denunciate, 750.000 sono state denunciate in stato di libertà, quasi 237.000 sono state arrestate, di cui un terzo in flagranza di reato e le altre su provvedimento dell’autorità giudiziaria.
Nella piramide ci sono anche i latitanti, che sono la punta delle organizzazioni criminali. Attraverso il sistema di cooperazione internazionale di polizia, le forze di polizia ne hanno catturati 1.270 in Italia, su richiesta dei Paesi stranieri. Sono invece 662 i latitanti che, su richiesta dell’autorità giudiziaria italiana, sono stati catturati all’estero. Il 95% delle persone arrestate su provvedimento dell’autorità giudiziaria italiana all’estero è rientrato nelle carceri italiane.
Al culmine della piramide ci sono gli 82 latitanti più pericolosi (un nome per tutti: Matteo Messina Denaro). Ci sono latitanti da 25 anni. Uno per tutti: Pasquale Scotti, napoletano, dato per scomparso e di cui non si è ancora capito se sia morto o vivo.
1 – to be continued