C’è un racconto – nel provvedimento con il quale martedì 26 novembre i Carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno eseguito ad Oppido Mamertina 20 provvedimenti di fermo nei confronti di altrettante persone presunte affiliate alla ‘ndrangheta, accusate a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, di alcuni omicidi, intestazioni fittizie di beni e di avere reimpiegato proventi di attività illecita nell’acquisto di immobili – che vale di più di mille parole.
L’indagine denominata Erinni – che è scaturita dalla ripresa della faida che vede contrapposta la cosca Mazzagatti-Polimeni-Bonarrigo a quella Ferraro-Raccosta,
scoppiata nel 1991 e che ha portato al sequestro di 80 immobili tra case, negozi e terreni, per un valore di oltre 70 milioni – ha svelato il modo in cui un ventenne è stato martoriato (per carità umana ne risparmio le generalità). E’ stato seviziato, colpito a sprangate e il suo corpo, ancora in vita, dato in pasto ai maiali.
A pagina 148 dell’ordinanza c’è la telefonata di quest’anno con la quale uno dei fermati (risparmio anche qui le generalità, che tanto non cambia purtroppo nulla), giovanissimo anch’egli, 24 anni, si autoaccusa – telefonando a un sodale – del tremendo delitto.
Non c’è bisogno delle mie parole a commento, solo qualche precisazione in testa di parti di dialogo.
Leggete con me la telefonata.
LO DEVO GUARDARE NEGLI OCCHI
Simone: ee… lo zio di Francesco il cugino di Mimmo, il cugino di Mimmo è uno solo è quello lì che mi ha dato una mano adesso e che gli ha dato una mano a Mimmo venti anni fa quando è successo il fatto del padre, comunque gli faccio io: “mentre lo ammazzo lo devo guardare, lo devo guardare dentro gli occhi” gli ho detto io, “…inc… Simò falla finita, non fare queste cose, falla finita Simò che questa è una cosa che ti porti tutta la vita dentro, ricordalo Simò, falla finita, non stai a fa…non stai giocando, questo non è un gioco Simò questa è la vita”
Matteo: porca puttana!
Simone: “falla finita, gli vuoi sparare? Sparagli e basta” “neanche lo devi guardare mentre gli spari”, gli ho detto: “no non esiste” vabbè alla fine sono riusciti tipo a convincermi che gli dovevo sparare e basta mentre loro avevano il cappuccio”… “io gli ho detto, io avevo il passamontagna quando gli stavo per sparare, prendo e gli faccio io: “gli posso levare almeno il cappuccio?”
Matteo: …in faccia
Simone: “lo voglio vedere in faccia mentre soffre” piglia e fa: “e levagli sto cazzo di cappuccio”, gli levo il cappuccio, come gli levo il cappuccio a lui, questo si chiama Francesco proprio, quello che ha amm…sparato a Mimmo, gli ha sparato le due fucilate, come gli levo il cappuccio prende e mi fa a me, mi fa: “e questo è l’uomo che si nasconde dietro ad un passamontagna? E che uomo sei? Fammi vedere gli occhi tuoi”, mi faceva a me, io zitto non parlavo, muto, ti giuro mi ero bloccato Mattè ci credi? Mi ero bloccato come un coglione.
STAVO SCHIATTANDO
Finora appare chiaro – come se fosse una scena di uno dei tanti film di mafia – che è una sfida tra chi deve uccidere e chi deve morire. Via il cappuccio l’uno, con il cappuccio l’altro, l’assassino, che rimane “imbalsamato”.
Ma andiamo avanti.
Matteo: eee…però (bestemmia) cala la pressione e…
Simone: avevo, avevo no la pressione, c’avevo una violenza c’ave…lo volevo ammazzare, lo volevo ammazzare con le mani però, te lo giuro stavo schiattando stavo, non lo volevo sparare perché lo volevo ammazzare con le mani, lo volevo scannare come…come un porco lo volevo scannare come un maiale lo volevo scannare calcola
Matteo: tu sei matto eh!
Simone: lo sai che ho fatto Mattè, te lo giuro mentre lui parlava mi diceva: “fatti vedere, che uomo sei? Merda ti nascondi dietro un passamontagna” io faccio così Mattè, mi alzo il passamontagna calcola
Matteo: … tutto
Simone: tutti, tutti hanno fatto così: “Simone è matto” perché mi sono alzato pure il passamontagna, gli ho detto: “io mi nascondo, ma chi si è mai nascosto pezzo di merda” Mattè lo sai come l’ho preso al… proprio come sono partito per ammazzarlo, con la pala, ho preso la pala che ci caricavo la merda
Matteo: …inc…
Simone: la merda di …dei maiali
Matteo: di taglio o di (bestemmia) di piatto?
Simone: di tutto, di tutto, calcola che lui era legato era legato e stava in ginocchio perché io gli dovevo sparare in testa, tipo esecuzione io gli dovevo sparare una botta in testa
TU SEI UBRIACO
La sfida tra i due continua e chi sta per morire continua a sfidare esecutore e morte stessa. E chi deve uccidere ha il sangue agli occhi. Continuiamo a leggere il dialogo sulle palate che arrivano prima della morte.
Matteo: tu sei ubriaco fratè lo sai?
Simone: no no, l’ho preso
Matteo: per me tu sei ubriaco fratè
Simone: la prima botta Mattè gliel’ho data qua, la prima
Matteo: di taglio?
Simone: no dritta così…bom…
Matteo: di palata?
Simone: appena gli ho dato la botta…
Matteo: (bestemmia) di piatto?
Simone: …la botta di pala è cascato e faceva così…così, gli ho detto: “e questo”
Matteo: boccheggiava già?
Simone: porco dinci
Matteo: però sai che ti
Simone: ha preso una tranva…ci impressionante
Matteo: o Dio guarda hai fatto bene…perché la…hai il veleno
SE PRIMA TI VOLEVO SPARARE…
L’adrenalina e la rabbia cieca dell’assassino (secondo la ricostruzione fatta da investigatori e inquirenti con questa telefonata il giovane si è autoaccusato m
a ricordiamo sempre che ogni situazione dovrà passare al vaglio di tre eventuali gradi di giudizio) sono alle stelle. L’eccitazione porta a cambiare idea sulle modalità dell’assassinio.
Simone: io gli faccio: “forse non hai capito questo ancora è niente, anzi per quanto sei merda adesso ti faccio vedere come ti faccio vedere come ti faccio morire, se prima ti volevo sparare”…
Matteo: porco giuda
Simone: adesso neanche ti sparo, ti faccio morire da vivo gli ho detto, e adesso ti faccio vedere come
Matteo: lo hai fatto soffrire?
Simone: l’ho fatto soffrire? Avevamo i maiali Mattè
Matteo: ecca là!
Simone: avevamo i maiali erano
Matteo: mmazza! …inc…
Simone: calcola…
Matteo: hanno pure fame i maiali hehehe
Simone: potevano essere le…calcola che io sono arrivato alle sei, le sette le otto
Matteo: mannaggia
Simone: potevano essere massimo le nove, ma massimo
Matteo: ti posso chiedere una cosa adesso?
APPESO COME I SALAMI
Niente, non c’è niente da fare, l’assassino (per come si accusa di esserlo) neppure sente l’interlocutore e va avanti con il racconto raccapricciante dei primi dettagli della morte che sta per sopravvenire. A voi la lettura.
Simone: senti Mattè, gli ho fatto: “adesso ti faccio morire da vivo e ti faccio vedere come soffri pezzo di merda”, lo prendiamo, Mattè te lo giuro l’ho attaccato come i prosciutti, lo sai come si attaccano i salami? Con i piedi dal…
Matteo: …inc…appesi
Simone: …parancolo
Matteo: …inc…
Simone: il parancolo lo sai che è? Lo sai che è il parancolo?
Matteo: no non …inc…
Simone: tipo una carrucola
Matteo: eh!
Simone: che tu tiri su però la carrucola
Matteo: …inc…i maiali stanno così a braccia aperte …inc…
Simone: eh!, io però lo ho attaccato dai piedi
Matteo: lo sai che devi fare
Simone: lo ho attaccato dai piedi Mattè
Matteo: il cervello porco dinci dopo po’ il sangue ti fa male
Simone: no, Mattè io lo ho attaccato dai piedi e ho incominciato a prenderlo a botte di pala, l’ho preso a botte di pala dappertutto, e la lui…lui era già mezzo morto
Matteo: porco dinci
NERO IN FACCIA
La morte dello sventurato si avvicina e diventa, dopo alcune palate, nero in faccia. Leggete se avete ancora lo stomaco per farlo.
Simone: perché io lo vedo, calcola era diventato nero in faccia, in faccia già era nero, appena ha preso le prime tre quattro botte di pala…
Matteo: quello il sangue è, fratè quello è il sangue però
Simone: …è diventato subito nero capito? Tipo livido
Matteo: e certo perché è il coso…
Simone: ma subito
Matteo: …come cazzo si chiamano i cosi… i vasi sanguigni
Simone: a non lo so
Matteo: (bestemmia), sentimi a me
Simone: senti
SENSAZIONE BELLA? DI PIU?…
Ormai l’assassino (presunto fino a che non ci sarà una sentenza di condanna definitiva) è in tranche e continua a non sentire chi, dall’altro filo del telefono, cerca di interloquire con lui. Leggete.
Matteo: posso dire una cosa
Simone: da là era tutto legato, ci credi? Era legato così e dietro tutte le braccia, oltre che le mani legate così di dietro era legato pure con le braccia di dietro così, perciò non poteva…non si poteva proprio muo…e le gambe ce le aveva legate proprio uguale, lo prendiamo Mattè te lo giuro…
Matteo: così …inc…
Simone: …è stata una sensazione no bella, di più
Matteo: cazzi, una pippa …inc…
Simone: come è volato dentro…
Matteo: …inc… una pippa …inc…
Simone: come è volato, come è volato dentro a…abbiamo aperto la cosa de… dei maiali, perché la cosa dei maiali nostra è… ha due finestre
Matteo: il reci…
Simone: cioè
Matteo: il recinto no?
Simone: no no, noi abbiamo proprio la stalla, fi…per un, per un maiale capito come?
Matteo: …inc… cazzo …inc…
Simone: cioè ci sta un maia…, ci sta una cosa così come la macchina e ci sta solo un maiale dentro, ci sta la mangiatura e…ed il coso dell’acqua, i maiali nostri sono figli di una mignotta se non gli dai da mangiare dentro la mangiatura non mangiano, capito che figli di una mignotta, quando lo abbiamo buttato là dentro, là si apre ci stanno due ganci uno a metà…
Matteo: …inc… tu eh?
Simone: no fidati l’ho vista pure io no no
Matteo: …inc… loro …inc…
Simone: no il coso nostro, la cosa dei maiali nostri ha: una cosa a metà un gancio tipo fatto a elle così che entra dentro un altro che ci sta un gancio così e chiude la porta a metà
Matteo: …inc… si?
Simone: poi ce ne sta un altro sotto, capito? Sarebbe la chiusura della porta, e a metà, tipo ti arriva qua la prima porta, poi ci sta la seconda sopra che tu chiudi ci sta un gancetto piccolo piccolo, quando lo buttiamo là dentro che abbiamo aperto questa porta e lo abbiamo buttato così…
NELLA MANGIATOIA
Il racconto continua e il giovane (presunto) assassino (certo che se non lo fosse avrebbe un coraggio nell’accusarsi con una fantasia da premio Oscar alla sceneggiatura e dialoghi!) ricorda come lo hanno infilato nella mangiatoia dei maiali ancora vivo.
Matteo: a pezzetti no?
Simone: no a pezzetti sano, era mezzo morto si può dire ma dalle botte, appena lo abbiamo buttato dentro che era pieno di sangue, pensavamo che il maiale se lo mangiava…il maiale non se lo mangiava ci… ci stava il sangue? Si?… se c’era il sangue
Matteo: bè (bestemmia) non se l’è mangiato?
Simone: il maiale non se lo mangiava
Matteo: e perché?
Simone: che rosicata
Matteo: strano oh!
Simone: Che rosicata! Prendo, che faccio Mattè apro l’altra gabbia ho preso una femmina, ti giuro Mattè quella femmina avrà avuto due quintali due quintali e mezzo, te lo giuro di peso fissi due quintali due quintali e mezzo di peso c’aveva, duecento duecento cinquanta chili c’aveva…era gigante così… prendo e gli faccio io: “vuoi vedere che sta puttana non se lo mangia perché non sta dentro la mangiatura?”
Matteo: dopo?
LA TIBIA SCROCCHIA E I DENTI SPARISCONO
E già, i maiali sono metodici e ripetitivi e se il loro pasto non è nel posto giusto…E così Simone si attrezza fino a sentire le urla del povero cristo e le tibie scrocchiare tra le mascelle del maiale come se fossero patatine fritte. L’interlocutore – evidentemente fine conoscitore – gli chiede se ha raccolto i denti del morto, l’unica cosa che a quanto pare i maiali non gradiscono…
Simone: tutti quanti facevano: “che cazzo stai a dire? Che cazzo stai a dire? proviamo ormai stiamo qua, proviamo”. Mattè come l’ho messo dentro la mangiatura
Matteo: lo hai buttato dentro?
Simone: aaaa…è stata una soddisfazione sentirlo strillare
Matteo: li hai presi i denti?
Simone: mamma mia come strillava, io non ho preso un cazzo l’a… loro dicono che rimane qualche cosa
Matteo: i denti
Simone: io non ho visto niente
Matteo: i denti …inc…
Simone: per me non è rimasto niente vedevo le ossa…
Matteo: i denti i denti …inc… i denti
Simone: oh! A ci… io gli ho visto scrocchiare la tibia, questa qua, a ci… lo sai come l’ha scrocchiata il maiale…
Matteo: con un morso
Simone: lo sai come l’ha scrocchiata, l’ha presa così … bam… ho detto “(bestemmia) no!” Gli ha dato due tre ciancicate capito come? “(bestemmia) ho detto no, come mangia sto maiale!” Facevo io, però ci credi una cosa…e dopo un altri due giorni il padre…
IL PADRE LA SCAMPA
Finito di raccontare la morte allucinante di quel giovane uomo, Simone racconta che avrebbero voluto far secco anche il padre che avrebbe potuto sospettare e attrezzarsi per la vendetta, denunciare (come poi fece, la scomparsa del figlio) o cercare la fuga.
Simone: ti stavo dicendo, dopo due giorni…noi andavamo a cercare il padre il giorno stesso volevamo ammazzare pure il padre di lui, per non fargli fare tipo, per non averci la cosa che il padre andava a cercare riparo, no? Dice gli hanno ammazzato il figlio questo qua poi, adesso ci fa qualche cosa a noi ci ammazza a noi
Matteo: …inc…
Simone: perciò andiamo a cercare il padre, il padre come ha visto che il figlio non gli rispondeva al telefono, perché poi noi i telefoni li abbiamo lasciati sopra la macchina loro, i telefoni e macchina li abbiamo lasciati aperti in mezzo la strada perciò l’hanno trovata subito, il padre è andato a fare la denuncia ai Carabinieri, dice: “è scomparso” capito come?”
Matteo: …inc… porco dinci passato davvero
Simone: il padre che ha fatto? Si è messo paura, lo sai dove è andato il padre? Da quello lì che ti ho detto: “Ciccio il terrore” che è parente di mio padre che gli ho detto che è una merda che non vale un cazzo…
Matteo:…inc…
Simone: è andato da lui e gli ha detto: “eh mio figlio è sparito sicuramente me lo hanno ammazzato di qua di là di sotto e di sopra”
Matteo: hanno fatto bene glielo hai detto?
Simone: senti
Matteo: mortacci!
Simone: lui quel pezzo di merda perché quello è un pezzo di merda non ti pensare che è qualche cosa di meglio, sto pezzo di merda che gli ha fatto tipo gli sta…
Matteo: Ciccio il terrore?
Simone: eh! gli stava a dare tipo…
Matteo: …inc…
Simone: l’appoggio suo, capito come? Per non fare, da noi di dice malo cuore, per non fare tipo inimicizia, come si dice? Quando io e te tipo litighiamo, come si dice qua?
VENDETTA, FAIDA, INIMICIZIA…
I due delirano poi sul termine da dare a chi cerca di capire cosa sia successo al figlio…Leggete il dialogo surreale.
Matteo: ee…una faida
Simone: no una faida, inimicizia ci…invece di amicizia
Matteo: ma che ne…
Simone: invece di fare l’amicizia
Matteo: ma che cazzo stai dicend
o? Va
Simone: l’amicizia
Matteo: si chiama diverso, no?
Simone: da noi si dice inimicizia
Matteo: nemicizia?
Simone: eh!
Matteo: oh! qua (bestemmia) si chiama vendetta, che cazzo ne so
Simone: no, la vendetta è quando ti vendichi, oh! Se io e tu siamo amici…
Matteo: a.a… a
Simone: …io e tu siamo amici, se litighiamo come dici?
Matteo: come cazzo?
Simone: nemici
Matteo: nemici
Simone: eh!
Matteo: eh!
Simone: per non farsi nemico di questo, per non fare una
Matteo: e cazzo la faida è la stessa cosa
Simone: no, la faida è una guerra tra famiglie
Matteo: vabbè, come cazzo ti posso dire
Simone: vabbè, per non fare una cosa come ti ho detto adesso
Matteo: inimicizia
Simone: eh! una… che parola ho usato?
Matteo: inimicizia
Simone: no prima, no amicizia…io e tu litighiamo sia… nemici, per non farsi nemico a questo…
Matteo: ehehehe
Simone: …sto pezzo di merda che ha fatto, gli ha detto, lo chiamava per compare Sto pezzo di merda, cioè il compare è per dar…se io ti chiamo a te compare e come quando qua gli dici
Matteo: (bestemmia) il compare è un pezzo di famiglia
Simone: (bestemmia) è un pezzo di famiglia il compare ao
LA PRECISAZIONE
Il dialogo tra i due continua nel delirio più assoluto e a pagina 166 del decreto di fermo si legge che: «C’è però qualche imprecisione nel racconto fornito da …OMISSIS Simone atteso che lo stesso asserisce di essere arrivato ad Oppido per ammazzare gli autori materiali dell’omicidio del padre il sabato del 15 marzo 2012, ancorchè, nella successiva conversazione nr 3450 del 20 gennaio 2013 esprimeva poi incertezze sulla correttezza dei riferimenti temporali forniti (“tutti questi macelli sono continuati tipo…giorni a seguire fino al quindici mi pare, non mi ricordo adesso precisamente “). Il dato infatti non è corretto perché il 15 marzo 2012 era un giovedì e necessariamente …OMISSIS Simone doveva già trovarsi a Oppido Mamertina perché il precedente omicidio, quello di OMISSIS Vincenzo, di cui è stato pure esecutore, è avvenuto la mattina del 13 marzo 2012.
Ovviamente, ancorchè la circostanza riferita, relativamente al dato temporale, non corrisponda al vero, il racconto non per questo risulta non credibile, ben potendosi giustificare come un ricordo “errato” atteso il passaggio del tempo».
Precisato ciò, vi do appuntamento alla prossima settimana con analisi sulla parte più interessante di questa indagine condotta dai pm della Dda di Reggio Calabria Gianni Musarò, Giulia Pantano e dal pm di Palmi Sandro Dolce: quella relativa agli affari. Insomma, l’anima imprenditoriale e finanziaria delle cosche che convive con l’anima animalesca e brutale qui rappresentata.
*AGGIORNAMENTO APRILE 2017
Effettivamente la fantasia ha superato la realtà.
Per i giudici di appello di Palmi (la notizia è stata data ad aprile 2017 da un sito locale) non ci sono dubbi: dall’istruttoria dibattimentale è stata “smentita l’autenticità del narrato del… ” Simone (non riporto il cognome non avendolo fatto dal principio perchè ciò che contava era la storia che, per fortuna, a questo punto, si dimostra fasulla) e quindi deve concludersi che non già di confessione si possa parlare bensì di invenzione del Simonee per fini di millanteria. Peraltro gli elementi oggettivi di contrasto e le contraddizioni del racconto che ne smentiscono l’autenticità e veridicità finiscono per convergere sul fatto che Simone, all’epoca dei fatti, non era a Oppido Mamertina, ma a Roma, dove era ampiamente localizzato“. Stesse conclusioni per il delitto di Vincenzo Raccosta.
Simone dunque, non ha fato in pasto ai maiali due uomini ancora vivi che non ha oltretutto avuto alcun ruolo nella lunga faida. A smentire le dichiarazioni di Simone il raffronto tra le due versioni, in cui non mancavano contraddizioni intrinseche.
Oltre a queste, secondo i giudici, “è il contrasto con le emergenze investigative di carattere oggettivo che incrina fortemente l’attendibilità del narrato. Il ….omiossis… dichiarava che i maiali, in un caso addirittura una sola scrofa, divoravano entrambe le vittime in due o tre minuti. Già immaginare un animale domestico come un maiale che spalanca le fauci per ingoiare uno dopo l’altro due uomini interi in appena due o tre minuti risulta assolutamente incredibile“. Durante il lungo dibattimento poi, la Corte ha affidato a un consulente, esperto in materie zoologiche, una perizia in cui occorreva verificare se davvero un maiale di 250 chili (così come Simone ha riferito) potesse o meno uccidere due uomini in due/tre minuti” e soprattutto se potesse far sparire completamente i corpi. Il consulente ha messo per iscritto che ciò è quasi impossibile. Se proprio un maiale dovesse cibarsi di un corpo umano ci impiegherebbe non meno di 20-30 giorni e poi “è di difficile realizzazione – è scritto nella consulenza – che un suino adulto possa far totalmente scomparire ogni traccia di un eventuale corpo umano ingerito”.
Ed ecco quindi che Simone è stato assolto dall’accusa di omicidio (ha riportato condanne per altro ma non era questo il focus di una storia che appariva mostruosa e per fortuna non è?.
1 – to be continued