Amati lettori di questo umile e umido blog, da alcuni giorni racconto i contenuti dell’ordinanza emessa il 7 agosto a carico di Paolo Romeo (già condannato con sentenza passato in giudicato per concorso esterno in associazione mafiosa e, forse per questo, servito e riverito dai cosiddetti salotti della Reggio bene) dopo il rinvio disposto dalla Cassazione. La sezione del Riesame del tribunale di Reggio Calabria – presidente Tiziana Drago, Erica Passalalpi e il giudice relatore Angela Giunta – ha stabilito che ci sono tutti gli elementi per «affermare l’esistenza dell’autonomo organismo associativo posto in posizione di vertice e costituito dalla cupola riservata della ‘ndrangheta».
Per i magistrati non ci sono dubbi. Per l’avvocato Paolo Romeo «…anche alla luce delle più recenti acquisizioni investigative, deve ritenersi confermato il suo attuale ruolo di componente apicale della direzione strategica della ‘ndrangheta, chiamata ad operare ad un livello superiore rispetto alle sue singole articolazioni territoriali e ad intervenire in situazioni in grado di coinvolgere interessi criminali più elevati». Sarà la Giustizia a dire una parola definitiva su colpevolezza o innocenza per lui e per tutti gli altri indagati ma intanto registriamo la decisione del collegio.
Oggi voglio raccontarvi quanto dichiara il collaboratore di giustizia Cosimo Virgiglio che (non sta a me giudicarlo anche perché ho imparato sulla mia pelle ad essere dubbioso con i pentiti) il 2 marzo 2016 comincia a raccontare cose straordinariamente interessanti che sembrano avvalorare (neppure qui sta a me per fortuna cercare riscontri) l’ipotesi accusatoria della Procura di Reggio Calabria, secondo la quale c’è un mondo diverso, separato e distinto dalla ‘ndrangheta, che sempre ‘ndrangheta è ma è riservato e invisibile e detta tempi e strategie economiche e sociali. Non solo della Calabria.
Una visione logica che, semmai, troppo a lungo certa magistratura ha lasciato inesplorata.
Ebbene Virgiglio dice una cosa più o meno conosciuta: vale a dire che i “santisti” sono il varco attraverso il quale il mondo massonico entra nella ‘ndrangheta (secondo lui non viceversa) e dice una cosa meno nota e molto ma molto più interessante. Vale a dire che non per il solo fatto di essere “santista”, si è autorizzati ad entrare automaticamente in contatto con il mondo della massoneria.
Nossignori, per mettere in contatto i due mondi (entrambi a me, come dire, avversi ed indigesti) c’è bisogno di ulteriori soggetti “cerniera” in giacca, cravatta e laurea, che siano in grado di curare le relazioni tra i due mondi senza essere indirettamente individuabili.
«Ribadisco che il sistema allargato composto tanto dagli elementi massonici che da quelli tipicamente di ‘ndrangheta – dirà al pm Giuseppe Lombardo – aveva come obiettivo finale quello di garantire alla componente massonica, fortemente politicizzata, la gestione dei flussi elettorali. La componente di ‘ndrangheta mirava al consolidamento degli ingenti capitali sporchi, già formati, che andavano ricollocati sul mercato, anche estero, mediante strumenti finanziari evoluti, gestiti attraverso gli appartenenti alla massoneria».
Virgiglio ciò che racconta lo racconta per aver fatto parte della Loggia Eroe dei due Mondi di Reggio Calabria. Accanto a questa loggia, secondo il suo racconto, esisteva la loggia “La Fenice” che copriva l’ambito riservato ed invisibile della stessa componente massonica. Una massoneria nella massoneria. Fantastico!
E che il lavoro della Dda di Reggio Calabria non sia certo esaurito con il processo Gotha in corso lo si capisce leggendo tutta l’ordinanza del Tdl di Reggio, ad esempio laddove Virgiglio dice che al vertice della loggia “La Fenice” c’erano due soggetti che vengono omissati nel provvedimento. Chi saranno? Lo scopriremo solo seguendo il lavoro della Procura di Reggio Calabria.
Dunque, come sostengo da tempo immemore, e Virgiglio lo conferma, non possiamo certo credere che le figure già individuate dalla Dda siano le sole e le più brillanti “capocce” al vertice della ‘ndrangheta invisibile e riservata. Con tutto il rispetto ma alcune non possono che rappresentare, per quel che mi riguarda, uno stuzzicante contorno. Che sia o meno provato con eventuale sentenza passata in giudicato il loro profilo criminale (mi auguro di no per loro) non mi sembrano certo all’altezza di volare su quell’aeroplano sopra la ‘ndrangheta di cui Virgiglio ha parlato lunedì a Presa Diretta.
Ma vivaddio è lo stesso Virgiglio che ce lo dice e, sempre vivaddio, sarà la Procura a curarsi di trovare i riscontri. Virgiglio dirà infatti, nello stesso interrogatorio, che «….di tale contesto occulto facevano parte numerosi soggetti collegati all’ambiente criminale di tipo mafioso, che per evidenti ragioni non potevano essere inseriti nelle logge regolari, ovvero nella parte visibile. Tra questi soggetti, inseriti nella componente occulta, ricordo tale avvocato Romeo, che se non sbaglio, si chiama Paolo…l’onorevole Pietro Araniti, tale…omissis…confermo che tale componente occulta era retta direttamente dalla Gran Loggia del Principe Alliata».
Signori ma che vogliamo di più?
Una sola cosa: che le indagini della Dda continuino e ci svelino l’altra metà della verità di Archi.
A domani guagliò.
3 – to be continued
(per la precedente puntata si legga