«La prossima volta lo dico alla Prestigiacomo!» (cosa non succede in Commissione parlamentare antimafia)

A scuola, quando un bambino è testimone di una marachella di un compagnuccio di giochi, ecco che arriva la frase: «Lo dico alla maestra». Un tempo, quando si era tutti più educati si diceva perfino: «Lo dico alla signora maestra».

Beh – mutatis mutandis e senza mancar di rispetto all’Istituzione ma usando il paragone come puro paradosso – è più o meno quanto accaduto il 22 ottobre nella Commissione parlamentare antimafia dove l’imprenditore edile siciliano di Santa Venerina Andrea Vecchio, di Scelta Civica, è stato costretto a far risuonare più o meno questa frase nei confronti addirittura della presidente Rosy Bindi che, comunque, a sua volta, parlando di se stessa in terza persona ha chiarito e che «la presidente troverà le parole per dirlo alla Prestigiacomo». Già, Stefania Prestigiacomo è la “signora maestra” alla quale vogliono rivolgersi Bindi e Vecchio. Perché?

Semplice a dirsi. Come ci informa un lancio Ansa del 10 settembre 2015, l’onorevole Prestigiacomo «è stata designata nuovo membro di Forza Italia nella Commissione bicamerale Antimafia. I capigruppo di Camera e Senato, Renato Brunetta e Paolo Romani, hanno inoltre nominato la deputata capogruppo per il partito azzurro nell’organismo parlamentare».

Una designazione di carta – verrebbe da pensare – visto che, salvo rarissime e interessate eccezioni, i rappresentanti di Forza Italia, con una decisione già maturata e comunicata il 22 ottobre 2013, non hanno mai partecipato ai lavori della Commissione (non è che gli altri abbiano brillato per costanza…). Una cosa del genere è intollerabile ma il gruppo di Forza Italia lo motivò con il fatto che Bindi non era equidistante. Ah beh! Lungi da me difendere Bindi (è l’ultima cosa a cui penso) ma mi domando chi sia equidistante in questa politica…

Comunque a conclusione della striminzita seduta nel corso della quale era stato audito il vice presidente nazionale vicario di Ance (l’Associazione dei costruttori edili) Gabriele Buia, Bindi afferma: «Adesso, colleghi, abbiamo un problema. Sono in corso le dichiarazioni di voto alla Camera. L’onorevole Prestigiacomo ha già fatto sapere che non ritiene opportuno che durante i lavori della Camera continuiamo a lavorare. Il compromesso al quale siamo arrivati era che il presidente avrebbe letto la relazione, noi l’avremmo acquisita, sarebbe stata a disposizione di tutti e in una successiva seduta avremmo rivolto le domande e svolto la discussione. Ci scusiamo molto, perché è la seconda che rinviamo, anzi con questa la terza, ma questo è il problema delle Commissioni bicamerali. Magari la prossima volta vi convocheremo la sera, quando le Camere sono chiuse».

Insomma: mancando il dono dell’ubiquità ai parlamentari (salvo quando sono stati beneficiati dal voto del vicino di banco “pianista”) o si sta di qua o si sta di là e se due eventi sono contemporanei o si susseguono reclamando la presenza degli stessi parlamentari, beh, non c’è niente da fare: vince il più forte e il più forte sono i lavori della Camera. Si dirà: ma i calendari come li fanno? Boh!

«Ci fermiamo qui? Siamo tutti d’accordo?» conclude Bindi ma mentre i pochi presenti erano pronti ad alzarsi, alza il ditino il senatore Franco Mirabelli (Pd) il quale non ci sta: «Presidente, credo che su questa questione ci si debba chiarire. La invito a chiarirsi con il capogruppo di Forza Italia. Se stabiliamo il principio non che non può esserci Commissione nel momento in cui si vota alle Camere e non può esserci mentre lavorano le Camere o c’è discussione generale o ci sono dichiarazioni di voto, in questi mesi non avremmo raggiunto il risultato che vanta l’Ufficio di Presidenza e credo che avremmo fatto metà delle audizioni e del lavoro che abbiamo fatto finora. Credo sia un po’ pericoloso che passi quel principio». E Bindi di rimando: «Penso che dobbiamo rodare, e che oggi poi fosse particolarmente interessata al tema, volesse intervenire. C’è ancora il problema che sappiamo».

Insomma: dopo due anni e mezzo la Commissione parlamentare antimafia, per un motivo o per l’altro, è (ancora) in fase di rodaggio…Alla grande!

Fatto sta che Vecchio non ci sta proprio e sbotta: «Io credo, invece, che nessuno possa dire cose contrarie alla maggioranza, soprattutto Forza Italia, che ha disertato questa Commissione per i primi due anni e si presenta adesso con arroganza!». Mirabelli, forse impaurito della miccia che aveva acceso, prova a buttare acqua sul fuoco: «Adesso non esagerare» e Vecchio, che certo non si tira mai indietro, di rimando: «No, non esagero. Si presenta con arroganza. Ora, io non accetto arroganza da parte di nessuno, e la prossima volta lo dirò alla Prestigiacomo!». Il punto esclamativo non è il mio ma è proprio nella trascrizione originale del verbale a cura della Commissione parlamentare.

E siamo all’epilogo. Bindi troverà le parole «per dirlo alla Prestigiacomo» e ringrazia tutti.

Prego, non c’è di che!

r.galullo@ilsole24ore.com