Esclusivo/1 La seduta segreta di Lombardo, pm antimafia di Reggio Calabria: “Ora tocca alla politica”

E’ il 27 ottobre 2010 e sono le 23.00 quando il sostituto procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, siede davanti alla Commissione parlamentare antimafia.

Saranno le 23.45 quando si alzerà.

Quarantacinque minuti di audizione nei quali risponderà punto per punto alle domande dei commissari e integrerà quanto, poco prima, ha riferito il suo capo, Giuseppe Pignatone.

I lavori vengono secretati e – dopo un lungo tira e molla e un quasi caso politico – quella audizione sarà “declassificata” nella seduta del 23 marzo 2011.

Questo umile blog – che tanto potrebbe raccontare sui retroscena della secretazione e successiva desecretazione e che si astiene dal farlo per pietas cristiana nei confronti di taluni sogetti – è in grado oggi di raccontarvi le parti salienti. Una sola cosa metterò in evidenza per spiegare il clima precedente, contemporaneo e successivo alla desecretazione: l’onorevole Angela Napoli ha ufficialmente protestato presso l’ufficio di presidenza della Commissione parlamentare antimafia per aver votato ad alzata di mano senza avere l’opportunità di discutere nel merito.

Lombardo ricostruisce per filo e per segno la geografia criminale della città di Reggio. Ad un certo punto dell’audizione, conta fino a 100, respira profondamente e dosa ogni parola sul rapporto tra mafia e politica. “Lo spaccato che viene fuori dalle indagini, questo è un dato oggettivo – esordisce Lombardomette in contatto determinati ambienti criminali con esponenti politici”.

Nell’inchiesta Meta che Lombardo condurrà con rara perizia e salti a ostacoli e che chiuderà, parzialmente, a giugno 2010, non un solo nome uscirà. E dire che erano (quasi) tutti lì.

Lombardo va avanti. “In relazione alle risultanze emerse dalle indagini – prosegue – siamo ben consapevoli, o almeno questo è mio costume e del dottor Pignatone, con il quale ho uno scambio continuo di idee oltre che di strategie investigative, se così le possiamo chiamare, che un’indagine bisogna costruirla per gradi. Ci siamo trovati a confrontarci, lo sottolineo, con tutta una serie di mafiosi sulla carta. Passatemi questo termine che a me non piace utilizzare, se non ci sono sentenze passate in giudicato, ma solo al fine di far comprendere meglio quale sia la nostra impostazione”.

“Mafiosi sulla carta”, in realtà, è una allegoria che trovo spettacolare e adorabile. Dice tutto. Dice di personaggi politici che tutti sanno essere mafiosi nell’anima ma un conto è saperlo (e starne lontani, sport poco praticato dall’intellighenzia reggina e dalla classe dirigente che esprime) e un conto è dimostrarlo. Eccolo lì lo scoglio vero: passare dai pensieri all’azione, dalle parole ai fatti. Dare continuità alle indagini senza guardare in faccia a nessuno. Ed è quello che tutti vogliono in Procura a Reggio. O no?

Fatto sta che Lombardo è chiarissimo. “Perchè mafiosi sulla carta? Molti di questi soggetti – dice il sostituto – pur essendo indicati nelle varie informative come soggetti appartenenti all’una o all’altra cosca o legati a Tizio o Caio, in realtà, a livello processuale, non hanno niente a loro carico”.

 

L’ESEMPIO DI MARCIANO’ E ALVARO

 

Per fare un esempio calzante Lombardo spiega dei rapporti, intercettati, tra il consigliere del Comune di Reggio Calabria, Michele Marcianò e Cosimo Alvaro, della cosca Alvaro di Sinopoli. Lombardo spiega gli ostacoli incontrati e ad un certo punto afferma che “c’è una difficoltà di fondo, aggravata dalla mancata dimostrazione di mafiosità del soggetto Cosimo Alvaro, che avrebbe dato rilevanza penale alla condotta del Marcianò, sulla quale peraltro la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria sta già conducendo attività di approfondimento. Preciso quindi che non c’è nulla di fermo, anche se per allontanare il riferimento fatto dall’onorevole Tassone a possibili insabbiamenti. Le indagini sulla politica non si insabbiano. Posso assicurare, dato che il Procuratore è titolare con me del fascicolo, che si continuerà a indagare, in base alle risultanze dell’indagine Meta”.

Michele Marcianò – sul quale come rivela Lombardo, la Dda indaga – è consigliere comunale uscente ed è attualmente candidato n. 20 nella lista di Giuseppe Raffa, ex sindaco facente funzioni di Reggio e ora candidato Pdl alla corsa per la presidenza della Provincia di Reggio Calabria.

 

L’ALA MILITARE E QUELLA POLITICA

 

Ricapitolando: le indagini sulla politica sono andate avanti. Meglio: stanno andando avanti e la mia sensazione nettissima (ho una possibilità su un fantastiliardo di sbagliarmi) è che, chissà perché, ne sapremo delle belle solo dopo le elezioni amministrative a Reggio Calabria. Passerà l’estate? Penso di sì. Spero di no.

Lombardo si spiega meglio. “Abbiamo scelto e il Procuratore potrà confermarlo – dice infatti – di accelerare sul fronte dell’ala militare…. Ci siamo quindi concentrati su una serie di risultanze che erano spendibili, riguardanti imprenditori e professionisti. Tali elementi sono stati riversati nella richiesta di misura cautelare. Valutando le difficoltà esistenti, con il consiglio del Procuratore (non bisogna essere presuntuosi nel proprio lavoro, è inutile nascondere che l’esperienza ha un peso determinante), abbiamo messo sul piatto della bilancia le due possibilità, abbiamo approfondito dal punto di vista tecnico quali erano le condotte e quale inquadramento potevano avere e abbiamo ritenuto opportuno avanzare prima la richiesta che riguardasse l’ala militare, con l’idea però di andare a fondo anche per gli ulteriori aspetti riguardanti la politica”.

Insomma dopo l’ala militare ora toccherà a quella politica, che a Reggio è spesso parte integrante con la ‘ndrangheta e la massoneria deviata. I nomi ci sono. Basta leggerli nella richiesta di misura cautelare, aggiungere un pizzico di novità degli ultimi mesi, miscelare il tutto…et voilà, la disgustosa ricetta della malapolitica è pronta per essere servita sul piatto dei reggini. Prima un assaggio: il 15 e 16 maggio. Nell’urna.

A domani per una nuova puntata.

1 – to be continued

r.galullo@ilsole24ore.com

p.s. Invito tutti ad ascoltare la mia trasmissione su Radio 24: “Sotto tiro – Storie di mafia e antimafia”. Ogni giorno dal lunedì al venerdì alle 6.45 circa e in replica alle 0.15 circa. Potete anche scaricare le puntate su www.radio24.it. Attendo anche segnalazioni e storie.

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  • Fabio Cuzzola |

    Bisognerebbe chuedere ai PM che fine ha fatto l’operazione Meta 2 ???

  • Roberto Rabacchi |

    Mi complimento, l’attività di giornalismo d’inchiesta è fondamentale per non soccombere alla disinformazione e ad un certo volere politico troppo spesso diventato nuovo braccio armato della mafia.
    Che le tante figure istituzionali capaci e meritevoli non si sentano inascoltati dalla gente. Mi piace riprendere una frase da un libro del bravo Nicaso: “ci sono loro ma ci siamo anche noi”. Grazie.

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