Cari amici di blog, chi mi ha seguito nel post di ieri sa che sto analizzando alcuni aspetti salienti dell’audizione del sostituto procuratore della Procura di Reggio, Giuseppe Lombardo, il 27ottobre 2010 davanti alla Commissione parlamentare antimafia. Ne scrivo solo ora perché da appena un mese è stata.
Lombardo – l’ho scritto ieri – in sostanza dice: abbiamo colpito l’ala militare della ‘ndrangheta (così è stato deciso), ora puntiamo a quella politica. Ed è ciò che sta avvenendo, mentre la città indolentemente si avvia verso le elezioni amministrative de 15 e 16 maggio
Nell’audizione c’è molto spazio alla descrizione della nuova geografia criminale di Reggio Calabria, che fino al 2000 è cristallizzata intorno a tre nomi: Giuseppe De Stefano nel ruolo di vertice operativo, Pasquale Condello come vertice carismatico e Pasquale Libri di Cannavò come il soggetto incaricato di mantenere una sorta di codice delle regole di ‘ndrangheta scritte alla fine della seconda guerra di mafia, nel 1991.
Oggi, dice Lombardo all’unisono con Giuseppe Pignatone, la ‘ndrangheta reggina è evoluta, sofisticata. Nel 2007 un piccolo imprenditore reggino, legato a una cosca, comincia a parlare. Sarà Lombardo a seguirne la collaborazione. Lombardo gli chiede di iniziare la collaborazione partendo dalla famiglia De Stefano. “Dottore, lei mi vuole morto”, fu la sua risposta. Lombardo, lo rivela davanti ai membri della Commissione, rispose: “Visto che non ti voglio morto e visto che il mio compito e il tuo compito sono ben chiari, allora parliamo della famiglia De Stefano”. Lombardo aggiunge: “Non posso riprodurre in questa sede qual è stato lo sguardo di un collaboratore – spiegherà – parlare di un blocco improvviso è veramente dire poco”.
Il collaboratore parla – le sue rivelazioni avranno altri sviluppi – e spiega tutto.
A Reggio Calabria funziona così: “E’ possibile fare una duplice scelta – spiega Lombardo – o entrare in contatto con la cosca che controlla territorialmente un determinato quartiere, la quale poi diviene tramite per riferirsi alla cosca De Stefano, che lui ha letteralmente definito la fonte, oppure se si vuole saltare questo passaggio intermedio, è possibile andare direttamente dai De Stefano, alla fonte. I De Stefano, ovviamente stabiliscono la tassa e distribuiscono poi a chi di competenza territorialmente la loro parte”.
Quindi il sistema gestito attualmente a Reggio Calabria supera le cristallizzazioni , individua sostanzialmente un vertice a tre teste con ruoli ben distinti (De Stefano al vertice e la cosca che di volta in volta entra in scena o viene scavalcata per “abbeverarsi” direttamente alla “fonte”). Fissa nuove regole che continuano ad essere custodite dalla famiglia Libri (il terzo ruolo). In qualche modo fornisce uno spaccato aderente alla realtà dei fatti. “Quindi in nome di affari che non devono in qualche modo subire alcuna difficoltà operative – dirà Lombardo in audizione – e che non devono incepparsi, si è arrivati ad un assetto assolutamente condiviso”.
Nel nome degli affari a Reggio si fa tutto. A partire dalla politica.
2– the end (la precedente puntata è stata pubblicata ieri)
p.s. Invito tutti ad ascoltare la mia trasmissione su Radio 24: “Sotto tiro – Storie di mafia e antimafia”. Ogni giorno dal lunedì al venerdì alle 6.45 circa e in replica alle 0.15 circa. Potete anche scaricare le puntate su www.radio24.it. Attendo anche segnalazioni e storie.
p.p.s. Il mio libro “Economia criminale – Storia di capitali sporchi e società inquinate” è ora acquistabile con lo sconto del 15% al costo di 10,97 euro su: www.shopping24.ilsole24ore.com. Basta digitare nella fascia “cerca” il nome del libro e, una volta comparso, acquistarlo