Non so quanti di voi – adorati amici dell’adorata San Marino – hanno letto o ascoltato il discorso di fine anno dei Capitani Reggenti di quello Stato. Io l’ho fatto. Molto attentamente.
Come sempre per cercare di leggere – questo è il compito della stampa libera e indipendente – la filigrana di un discorso che proviene dalle più alte cariche di quello Stato. Non mi riferisco alle vicende interne – che non mi interessano – ma a quegli aspetti che richiamano più direttamente in causa il rapporto, vitale, di collaborazione tra Italia e San Marino. E visto che siamo ancora in clima di festività natalizie, quel che mi anima è capire qual è la stella cometa che, nel sentir comune sammarinese, illumina il cammino di trasparenza, legalità e lotta al riciclaggio mafioso internazionale. In un parola economia e finanza pulite grazie anche ad un ordinamento giudiziario ineccepibile al quale ho già dedicato il primo post, quello del 29 dicembre 2009 (si veda l’archivio). Questo è il secondo post (mi spiace per voi ma non sarà l’ultimo).
Nel discorso della Reggenza mi ha colpito una considerazione che, se non sapessi che proviene da un Stato estero, giurerei appartenere alla classe politica italiana. Il duo di coppia sammarinese, nell’elencare i motivi che hanno “seriamente inciso sulla nostra economia e sulle nostre finanze”, cita anche “l’attenzione mediatica rivolta alla nostra Repubblica”.
LA REGGENZA E L’INDIPENDENZA DEI MEDIA
Non saprei come interpretare correttamente questa frase. Non come un invito urbi et orbi a disinteressarsi di ciò che accade nel loro Stato. No, certamente no. La millenaria storia di libertà di San Marino non può certo condurre a queste maliziose interpretazioni. No, decisamente no. E non come la ricerca di indulgenza e benevolenza da parte dei giornalisti. No certamente no. La correttezza della classe politica sammarinese non autorizza certo questa ributtante interpretazione. Figuriamoci!
Quel che appare certo è che l’attenzione dei media non può e non potrà incidere mai e in alcun modo nell’economia e nelle finanze di alcuno Stato al mondo. Il compito della stampa – ripeto: libera e indipendente, altrimenti è un altro discorso – è quello di raccontare fatti ed eventi, senza interessarsi delle conseguenze.
E’ per questo che continuo e continuerò a raccontare fatti e notizie unitamente ai colleghi liberi e indipendenti nella stampa italiana e sammarinese.
Prendendo spunto, magari, da un altro passo della “lettera dei Capitani Reggenti Francesco Mussoni e Stefano Palmieri ai sammarinesi”. Quello in cui il duo di coppia testualmente recita: “Il percorso virtuoso che è stato intrapreso nel corso dell’anno, l’incisività e il rigore delle normative adottate per allinearci agli standard Ocse, la volontà di collaborazione e la trasparenza che ci sono state riconosciute da importanti organismi sovranazionali e che hanno determinato la fuoriuscita dalla procedura rafforzata del Comitato Moneyval del Consiglio d’Europa e l’inserimento di San Marino nella white list Ocse, non potranno che rafforzare l’autorevolezza di una statualità che conta secoli e secoli di storia. La Repubblica di San Marino, nonostante le sue ridotte dimensioni, si è sentita profondamente impegnata e coinvolta in tutte le grandi sfide imposte dalle regole del mercato globale e, alla pari degli Stati più grandi, ha adottato, secondo i parametri internazionali, misure rigorose per contrastare il malaffare e il riciclaggio di denaro destinato al finanziamento di attività criminose”.
IL NUOVO ORDINAMENTO GIUDIZIARIO SAMMARINESE
Se i Capitani Reggenti non fossero preoccupati – quanto lo sono in Italia e in Europa – della necessità di un nuovo ordinamento giudiziario a San Marino, mentre tutti si preparavano a levare i calici, non avrebbero pronunciato queste testuali parole: “…non è più rinviabile una riforma dell’ordinamento giudiziario secondo i criteri di una più compiuta disciplina della tecnica del diritto e secondo la più avanzata concezione di efficienza della giustizia riconducibile all’operatività di uno dei Poteri fondamentali dello Stato”.
Parole che sottoscriverebbe ciascun uomo di buona volontà. Le sottoscrivo e plaudo.
Ed è per questo che sono convinto che i Capitani Reggenti conoscono, come conosco io, le preoccupazioni interne all’ordinamento giudiziario nella lotta al riciclaggio che sono state presentate nei gio
rni scorsi ai segretari di Stato, al Consiglio Grande e Generale e al Congresso di Stato nel corso delle ultime settimane 2009 e rimaste (finora) secretate. Ma quando il segreto lo conoscono in due non è più un segreto e dunque…
BURANI, PIERFELICI E VANNUCCI
“Il commissario della legge Alberto Buriani è stato incaricato di redigere materialmente il rapporto per il Moneyval avvalendosi della collaborazione degli altri giudici. Rita Vannucci farà parte del comitato del credito e del risparmio e il Magistrato Dirigente Valeria Pierfelici entrerà a far parte della commissione Tecnica nazionale. Con questo assetto San Marino si prepara, per la parte del tribunale, alla quarto ciclo di valutazione del Moneyval atteso per la prossima primavera. Il Congresso di Stato con una delibera ha dato disposizioni in tal senso dopo che il Commissario della legge Vannucci aveva presentato le dimissioni dal precedente incarico lamentando un’eccessiva mole di lavoro visto che si occupa anche di rogatorie ed esercita la funzione di giudicante. Pochi giorni fa il magistrato dirigente Pierfelici aveva inoltre provveduto ad una redistribuzione degli incarichi, anche in questo caso per riequilibrare gli impegni tra i singoli giudici”. Questo è quanto riporto integralmente da un comunicato apparso sul sito www.sanmatinotv.sm.
Ma resta da capire se la nuova disposizione formulata il 3 dicembre 2009 dal dirigente del Tribunale Valeria Pierfelici, che ha assegnato al Commissario della legge Alberto Buriani le rogatorie passive e le estradizioni e la materia antiriciclaggio e dei reati finanziari ancora in carico alla Vannucci, sia tale da venire incontro ai gravi rilievi del Moneyval che aveva lamentato un eccessiva e insopportabile mole di lavoro in capo ad unico soggetto (Vannucci, appunto).
LO SCAMBIO DELLE LETTERINE DI FINE ANNO
Difficile credere che la nuova scansione organizzativa possa fare in tre mesi il miracolo e fare presentare San Marino in forma agli occhi del Consiglio d’Europa. Basta leggere questo passo di Vannucci dedicato a Pierfelici, datato 13 ottobre 2009 nella lettera indirizzata ai Segretari di Stato Augusto Casali, Antonella Mularoni, Gabriele Gatti, Fabio Berardi, Romeo Morri e Marco Arzilli (provate un po’ a indovinare chi mi ha passato il documento, se ne siete capaci; un consiglio: non ci provate): “…Ebbene, come si evince dal terzo rapporto di conformità del 24 settembre 2009, nulla ha eccepito, anzi, l’Assemblea ha rilevato la qualità e la mole di lavoro svolto dalla sottoscritta; nel corso di un colloquio con il Direttore dell’Agenzia di Informazione Finanziaria, la dott. Livia Stoica, membro del Comitato di esperti sulla valutazione delle misure anti-riciclaggio e di finanziamento del terrorismo, ha espressamente manifestato il suo stupore e testualmente dichiarato “è impossibile che un solo Magistrato abbia svolto tutto quel lavoro”.
Brano interessante anche perché la stessa Vannucci in una nuova missiva datata 30 ottobre e inviata agli stessi destinatari, oltre che al Direttore dell’Agenzia finanziaria Nicola Veronesi, scrive che Pierfelici, con una lettera del 26 ottobre inviata al solo Segretario di Stato Augusto Casali (tranquilli, ho anche quella lettera) le imputa “di aver “fornito rappresentazioni parziali” agli esperti del Moneyval”; ”di aver esposto la situazione organizzativa del Tribunale con una logica che nulla a che vedere con il conseguimento di obbiettivi di interesse generale”; “la mancanza di linearità nelle posizioni espresse (…) nel tempo e nei comportamenti tenuti e sopra evidenziati. Si tratta di rilievi gravissimi che pongono in discussione proprio l’onestà e la rettitudine del mio operato a Strasburgo in occasione della valutazione dello scorso mese di settembre, conclusa con la revoca della procedura rafforzata”.
Poco dopo interverrà in fretta e furia il Congresso di Stato (ah quante mani ha attraversato il carteggio tra Vannucci e Piefelici!) a confermare tutta la sua fiducia a Vannucci e, di lì a poco, dopo le dimissioni di cui ora si conoscono i veri motivi, la nuova divisione dei carichi di lavoro. Fiducia totale a Vannucci e nuova distribuzione degli incarichi sui quali si sono espressi anche i partiti di opposizione (tra i quali alcuni politici conoscono il contenuto delle lettere).
L’USCITA DI SAN MARINO DALLA PROCEDURA RAFFORZATA:
UNA TELEFONATA ALLUNGA LA VITA
E ora che – sapientemente e furbescamente a distanza di due mesi – quel carteggio riservato è finito sulla mia scrivania al giornale, si leggono anche altre chicche che danno un’idea straordinaria del modo di lavorare del Tribunale sammarinese (in cui Vannucci sembra operare come un vero e proprio mulo da soma) e della politica sammarinese.
Leggete qui e stupitevi. Il riferimento è proprio alla revoca della procedura rafforzata, decisa a settembre 2009 da Moneyval. Ecco come andò secondo il racconto messo nero su bianco da Vannucci. Vediamo se Gatti lo smentirà e capirete il perché: “…nel mese di settembre per superare la decisione ormai assunta dal Comitato del Moneyval (anche dopo la valutazione del questionario redatto dalla Repubblica), circa la permanenza della Repubblica nella procedura rafforzata a causa della ben nota questione dei libretti al portatore, ebbene, in quel concitato pomeriggio, è stata proprio la sottoscritta a proporre l’unica soluzione possibile per fare cambiare posizione al Comitato Moneyval, mediante l’intuizione, sottoposta telefonicamente nello stesso pomeriggio all’esame del Segretario alle Finanze, di redigere immediatamente un progetto di legge che prevedesse la revoca immediata di tutti libretti al portatore; è stato proprio attraverso tale intuizione che il Comitato degli esperti Moneyval ha accettato di revocare la procedura rafforzata”.
Insomma la telefonata di Vannucci a Gatti ha allungato la vita a San Marino.
MANCA UNA FIRMA MA FORSE….
Il 26 novembre 2009 San Marino ha firmato l’accordo in materia di collaborazione finanziaria con la Repubblica Italiana, che si aggiunge a quello già firmato il 31 marzo in materia di cooperazione economica. Manca solo l’accordo contro le doppie imposizioni. “Tale firma – scrivono i Capitani Reggenti nel discorso di fine anno – il cui ritardo appare francamente incomprensibile, subordina l’entrata in vigore di tutte le intese raggiunte, e quando avverrà potrà dare vita finalmente ad una nuova stagione di sviluppo e operativa collaborazione”. C’è bisogno di spiegare ancora perché l’Italia tentenna tanto?
roberto.galullo@ilsole24ore.com
2 – to be continued (ma non chiedetemi fra quanti giorni, perché sono a Reggio Calabria per seguire la vicenda della bomba al Tribunale)