Il bravo collega David Oddone, giornalista dell’Informazione, quotidiano di San Marino, da alcuni giorni si sta occupando di una finanziaria sammarinese i cui metodi sarebbero a dir poco non ortodossi secondo la denuncia di alcuni clienti debitori. La notizia è stata poi ripresa da tutti i media locali. E oggi, mercoledì 10 novembre, l’Informazione nel titolo di apertura dà notizia che la Banca centrale di San Marino ha avviato le procedure per la sospensione del consiglio di amministrazione della finanziaria.
Come vi dicevo alcuni post fa (si vedano in archivio i servizi sul “memoriale Fantini”), continuo da mesi ad accumulare materiale su questo Stato e, credetemi, non riesco a trovare spesso neppure il tempo di analizzarlo, tale è la mole di documentazione.
Il lavoro del collega Oddone mi ha fornito però, giocoforza, l’assist per tirare fuori dal cassetto la “coda” della rogatoria internazionale avanzata dalla Procura di Forlì sul caso Sopaf-Delta-Carisp San Marino, che il Commissario della legge sammarinese Rita Vannucci ha firmato l’8 maggio e depositato in cancelleria il 23 luglio.
Quella coda di rogatoria internazionale autorizza – in un clima di collaborazione che dovrebbe essere la regola tra i due Paesi e che invece quasi sempre non è – la Procura di Forlì e segnatamente i pm Fabio Di Vizio e Marco Forte, a una serie di accertamenti bancari su società e persone italiane sospettate, in primo luogo, di riciclaggio. Accertamenti in corso che magari testimonieranno la condotta irreprensibile, la verginità e l’immacolatezza di chi è stato chiamato in causa.
Le 31 pagine fitte di nomi e società diventano, dal punto di vista che amo trattare, (quello della potenziale o reale economia criminale e della criminalità organizzata) straordinariamente interessanti a pagina 24. Una lettura che sicuramente – altrimenti che ottimi politici o governanti sarebbero! – non sarà sfuggita a chi, da San Marino, ancora ieri sui giornali locali diceva che tutto il mondo è paese e che la criminalità organizzata è ovunque. E che ancora oggi blatera di controlli da rafforzare. Io direi: da creare.
Verissimo che tutto il mondo è paese ma ci sono Paesi che sono…più uguali degli altri di fronte alla mafia: uno di questi è San Marino. L’altro, neppure a dirlo, è l’Italia.
Non posso infatti credere che la politica sammarinese – visto che in tutto parliamo di 30mila anime in gran parte imparentate tra di loro – non conosca i testi delle rogatorie che vivono una straordinaria contraddizione: vorrebbero difendere la riservatezza del singolo a costo di penalizzare giustizia e verità, ma in realtà ottengono lo scopo contrario, finendo in mille mani.
IL MISTERO DI OMEGA
In questa coda di rogatoria – che riguarda l’arco temporale 1° novembre 2004-5 maggio 2009 – si legge una storia straordinaria. Eccola.
Carifin viene contattata da un personaggio che si presenta in ogni occasione come Omega. L’oggetto delle telefonate è sempre ed inequivocabilmente la movimentazione di un conto corrente a lui intestato oppure a prenotazioni di denaro contante il cui ritiro doveva essere effettuato presso gli sportelli della Cassa di Risparmio di San Marino e al ritiro venivano autorizzati e delegati solo tali mister X e mister Y (nomi e cognomi li ometto volontariamente perché quel che conta è l’analisi di sistema e non il singolo caso che, ahimè, credo che sia stato tutt’altro che isolato).
La particolarità risiede nel fatto che Omega chiamava Carifin da un telefono fisso che corrisponde a un numero di Lamezia Terme (Catanzaro). Particolarmente interessanti sono due conversazioni nelle quali il misterioso Omega contattava Carifin per prenotare contante per un importo consistente, per il quale sarebbero stati necessari “più automezzi per il prelievo”.
Non so se mi spiego, capite di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di automezzi per prelevare il contante! Quanti milioni di euro entrano in automezzo? Tanti, tantissimi, incalcolabili. E poi gli automezzi saranno stati furgoncini o Tir?
A me, se entrassi in una banca, basterebbero un secchiello e una paletta con cui raccogliere gli spicci. Vi ricorda niente questa storia? No? Allora vi rinfresco io la memoria. Tempo fa, nel suo memoriale, che ho riportato fedelmente in alcuni servizi (si legga il mio libro “Economia criminale” o si veda il post del 28 settembre 2009 in archivio), il pentito di ‘ndrangheta Francesco Fonti parlò di furgoni che negli anni Novanta, nottetempo, entravano a San Marino e raggiungevano una banca dove, con tutta comodità, la dirigenza permetteva il carico e lo scarico di una merce preziosissima per la sopravvivenza stessa di San Marino: il denaro contante. Alla faccia del riciclaggio. Dagli anni Novanta al primo decennio del Duemila nulla sembrerebbe cambiato! Alla faccia del cambiamento strombazzato sul Titano un dì si e l’altro pure!
Ma andiamo avanti.
La consistente richiesta di denaro, la provenienza geografica e le dubbie modalità di contatto, oltre al mistero sul nome di Omega, impongono, come riconosce l’ottimo magistrato Rita Vannucci alla quale, non a caso, molti a San Marino hanno dichiarato guerra, una serie di accertamenti bancari per verificare il rispetto della normativa antiriciclaggio.
Le investigazioni riguardano anche una srl di Lamezia Terme (Catanzaro). E perché? Perché questa società per le autorità italiane e sammarinesi risulta di proprietà dal signor Y delegato al ritiro degli “automezzi”. Sigh!
Il 2 giugno il Sole-24 Ore, con un servizio di Lionello Mancini, aveva sfiorato in un passaggio il misterioso Omega, attraverso il verbale di Gianluca Ghini, direttore di Carifin. A proposito dei “calabresi” ecco cosa diceva Ghini ai magistrati forlivesi:
«Nelle intercettazioni avete sentito clienti dire: «Mi chiamo Mario Rossi», «mi chiamo Carifin numero», oppure «sono il numero 1182». È un sistema che non si usa quasi più, quindi chi lo usa è sicuramente un vecchio cliente. Come quello che telefona da una cabina pubblica di Lamezia Terme e dice: «Sono Omega, preparatemi 100mila euro». So che quello è un cliente che si fa vivo una volta o due all'anno. Capisco che può fare uno strano effetto, comprendo che la vostra preoccupazione sia la 'ndrangheta. Però su un cliente così, se ci sono temi di criticità, basta una rogatoria e rispondiamo in 20 giorni».
Altro che 100mila euro! Altro che semplice preparazione per il prelievo di…spiccioli! Alla faccia della criticità! Altro che 20 giorni per una risposta!
Siamo a fine 2010 e la Procura di Forlì è ancora li che sta tirando giù tutto l’elenco dei santi dalla A alla Z!
Per oggi ci fermiamo qui. A breve tornerò con una nuova puntata del filone.
Besitos.
1 – to be continued
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