Esclusivo/2 Le gang campane e le chiacchierate dei calabresi con Carifin, finanziaria di San Marino

Cari amici di blog (sempre più numerosi) ieri, sull’abbrivo di una polemica scoppiata a San Marino sul comportamento delle finanziarie, che si deve ad un’inchiesta del bravo collega dell’Informazione David Oddone (anche oggi continua a dare conto del caso Fincapital e altre tre finanziarie in crisi di liquidità), ho tirato fuori dal cassetto la coda della rogatoria internazionale sul caso Sopaf-Delta-Carisp San Marino, che il Commissario della legge Rita Vannucci ha firmato l’8 maggio e depositato in cancelleria il 23 luglio.

Una rogatoria che ha fatto il giro di diverse chiese ma che, a quanto sembra, non si posa mai nelle parrocchie politiche visto che a San Marino la reazione è sempre la stessa: sul Titano il problema è il “ciaffico”! Come a Palermo del resto.

Bene in questa “coda” di rogatoria, tra gli accertamenti autorizzati su determinati soggetti e su specifiche società italiane, oltre al caso descritto ieri su questo blog (si veda l’archivio alla data di ieri) c’è una parte che fa riferimento, e riporto testualmente, a “fatti illeciti descritti nelle annotazioni di polizia, denominate Criminalità organizzata, di cui all’allegato n.16, alla rogatoria principale (f,33305/A) e seguenti. In particolare del rapporto di Polizia giudiziaria, figurano diversi soggetti, le cui condotte sono in prosieguo esaminate”.

Ebbene a questo punto ho davanti a me due strade: riferire i nomi e i cognomi (dando un indubbio vantaggio a costoro, sui quali la Procura di Forlì sta compiendo già con enormi ostacoli accertamenti bancari e no, mettendo oltretutto in grave difficoltà la stessa Procura) oppure descrivere il fenomeno sul quale le due autorità giudiziarie (italiana e sammarinese) stanno con grande difficoltà collaborando. Difficoltà che non sorgono certo dalla volontà delle parti “tecniche” (vale a dire proprio i magistrati e i commissari della legge) ma dagli ostacoli legislativi e burocratici che la granitica Repubblica del Titano, ancora oggi fondata sull’omertà finanziaria, frappone alle inchieste.

Scelgo la seconda strada, omettendo i cognomi che comunque si trovano a pagina 19 e 20 dello stralcio di rogatoria.

TIPINI RACCOMANDABILI

Il primo soggetto sul quale la Procura di Forlì vuole vederci chiaro, conoscendo le sue “mosse” bancarie a San Marino, è già segnalato in Italia per alterazione o uso di segni distintivi di opere dell’ingegno, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, contraffazione di marchi, associazione per delinquere e ricettazione.

A San Marino è stato condannato per il reato di emissione di assegni a vuoto e ancora in Italia e coinvolto con tre campani in un procedimento penale per contraffazione di marchi. Dall’esame degli assegni, il nucleo di polizia tributaria forlivese ha rilevato numerosi assegni tratti al di sotto della soglia di non trasferibilità, che sul retro hanno la firma per girata della società di diritto sammarinese “X” (la ometto volontariamente), di cui amministratore risulta un familiare del soggetto in questione.

E’ SOLO IL PRIMO DELLA LISTA

Alle pagine 23 e 24 c’è un’altra sfilza di personaggi sui quali il commissario della legge sammarinese Rita Vannucci ha ammesso la richiesta di assistenza giudiziaria per i reati di riciclaggio e violazione della normativa antiriciclaggio, disponendo di svolgere accertamenti bancari presso la Cassa di Risparmio di San Marino e Carifin sa. In particolare – con tutta la calma di questo mondo e i mal di pancia di questa terra – a San Marino sarà possibile acquisire copia del dossier intero, estratti di conti corrente, assegni versati ed emessi, distinte di versamento e prelevamento, dati contabili e comunque documentazione relativa a ogni tipo di rapporto bancario, finanziario e fiduciario intrattenuto con la Cassa e Carifin da queste persone. Il periodo temporale? Dal 1° novembre 2004 al 5 maggio 2009.

Ma chi sono questi personaggi?

Il primo è un napoletano, segnalato più volte all’autorità giudiziaria per scommesse clandestine, esercizio abusivo, associazione per delinquere, truffa, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico, bancarotta fraudolenta, falso in bilancio e corruzione. Il secondo, anche lui napoletano, risulta segnalato per violazione della legge sugli stupefacenti.

I FRATELLI CALABRESI E LE CHIACCHIERATE CON CARIFIN

Nelle indagini della Procura di Forlì emerge che un calabrese della provincia di Catanzaro, dal suo cellulare, chiamava regolarmente e tranquillamente gli addetti Carifin per la movimentazione di un conto a lui intestato. Il fratello, circa tre anni fa, è finito “ar gabbio” (come diciamo noi romani), cioè in carcere, perché ritenuto uno dei principali responsabili di un vasto traffico di droga ma in precedenza risulta segnalato all’autorità giudiziaria italiana per agenzie di affari non autorizzate o vietate, frode commerciale, mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice, falsità in scrittura privata e associazione per delinquere.

I PRECEDENTI E IL PROFILO DELLE OPERAZIONI

I soggetti in questione, scriverà il magistrato Vannucci, riferendosi anche al misterioso Omega di cui ho scritto ieri, oltre ad una sfilza di soggetti imprenditoriali veneti che evidentemente sarebbero allergici allo Stato italiano e alle sue leggi, hanno precedenti penali e di polizia oppure sono soggetti in rapporti commerciali con costoro. Hanno movimentato una notevole quantità di assegni negoziati presso la Cassa di Risparmio di San Marino, con precedente girata all’incasso con la sigla “Carifin 394”. Una modalità che non può escludere a priori la volontà di traenti, emittenti, portatori e prenditori di sottrarsi a possibili verifiche antiriciclaggio.

In alcuni casi sono verificate consistenti richieste di prelievo di denaro; sono stati emessi assegni tratti da persone a proprio favore e successivamente girati una o più volte con firme non sempre identificabili.

In altri casi sono stati individuati profili anomali di operatività finanziaria riferibile a persone fisiche e giuridiche potenzialmente in contatto con ambienti della criminalità organizzata, in particolare in Campania, Calabria e Sicilia.

In un caso (descritto nel post di ieri) Carifin viene raggiunta da telefonate partite dal misterioso Omega di Lamezia Terme per un importo così…esiguo da avere la necessità di “più automezzi per il prelievo”. Sigh!

L’insieme di queste circostanze, conclude il Tribunale di San Marino, “inducono a supporre la volontà di sottrarsi a possibili verifiche antiriciclaggio e costituiscono il sintomo della verosimile provenienza delittuosa dei titoli e comunque sono indici di anomalia e rischio”.

A questo punto è quanto mai evidente e chiaro a tutti che il problema di San Marino è e resta il “ciaffico”. Di capitali e uomini.

A breve tornerò con una nuova puntata.

Besitos.

2 – to be continued (la precedente puntata è stata pubblicata ieri)

r.galullo@ilsole24ore.com

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  • Casper |

    Senta Galullo, una domanda: ma non è da mafiosi chiedere un sovrapprezzo come sembra sia avvenuto nel caso di Sopaf, secondo quanto ha dichiarato un ex amministratore di banca proprio alla procura di forlì? Ci credo che poi il fenomeno mafioso a San Marino viene ridimensionato o si dice addirittura che non esiste. Ha ragione lei: il nostro problema sul Titano è il “ciaffico”, solo quello!

  • Casper |

    Grazie Roberto per le tue inchieste. E’ grazie a giornalisti come te e il bravo David se a San Marino riusciremo a cambiare qualche cosa. Quello che scrivi è una bomba, è davvero devastante… non certo per San Marino, ma per certi personaggi dei quali facciamo volentieri a meno. Complimenti davvero

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