Trovo che i sindacalisti – quando fanno bene il proprio mestiere, il che accade sempre più raramente – debbano tutelare i diritti dei lavoratori. Così come i giornalisti debbono dare notizie e i magistrati amministrare la giustizia. Minchia, direte voi: che pensieri profondi! E allora aggiungo anche: e i poliziotti fare i poliziotti. Tutti costoro, se smettono di fare il proprio mestiere, anche solo momentaneamente, dovrebbero smettere per sempre senza possibilità di tornare indietro.
Scrivo questo perché il 30 gennaio ho ricevuto un comunicato stampa da un sindacato – Coisp Calabria – che annunciava garrulo nell’oggetto: “Il partito delle divise pronto a scendere in campo”. Debbo dire che – visti i precedenti – le “discese in campo” mi mettono paura. A meno che non siano quelle sul rettangolo da gioco del dio pagano Francesco Totti e allora i brividi sono di piacere. Debbo anche dire, per rimanere in tema, che le uniche divise che vorrei veder in campo sono quelle degli arbitri mentre quelle dei poliziotti vorrei vederle in una taglia da forma fisica perfetta e in strada anziché negli uffici. E questo vale per tutte le Forze dell’Ordine. Chiedo troppo?
Credevo di aver letto male e ancora peggio ho creduto di leggere quando ho scorso che la nota era congiunta – ergo: firmata insieme – dal Segretario regionale del Partito popolare sicurezza e difesa (Ppsd), Filomena Falsetta e dal Segretario regionale del Coisp, appunto il Sindacato indipendente di Polizia, Giuseppe Brugnano.
Passi per le “divise e le discese in campo” ma vedere una nota firmata da un partito (alzi la mano chi di voi lo conosce ma vi assicuro che esiste) e un sindacato, è una cosa che – ai miei occhi – appare inconcepibile. Qualunque sia il partito e qualunque sia il sindacato. La contaminazione tra politica e sindacato è stato uno dei mali che ha portato sul lastrico il nostro Paese e ho sempre trovato amorale il travaso dalle liste dei sindacati (qualunque) alle liste dei partiti (qualunque).
Inconcepibile – ai miei occhi di fanciullo – appare anche la frase che vi riporto: “…è nata la nostra idea di realizzare in Calabria, nei comuni interessati dalle tornate elettorali di maggio, che siano stati almeno una volta colpiti dallo scioglimento per infiltrazione mafiosa, un progetto politico-sindacale condiviso, in grado di costituire l’essenziale precondizione per giungere, un giorno, alla sconfitta della criminalità organizzata. Il progetto consisterà nella creazione, nell’ambito del Partito popolare sicurezza e difesa, del “Dipartimento liste pulite Lazzati”e riguarderà i Comuni di Africo (Rc), Borgia (Cz), Calanna (Rc), Cirò (Kr), Corigliano Calabro (Cs), Isca sullo Ionio (Cz), Melito di Porto Salvo (Rc), Nardodipace (Vv), Nicotera (Vv), Platì (Rc), Rizziconi (Rc), Roccaforte del Greco (Rc), San Procopio (Rc) e Stefanaconi (Vv). Attraverso il Dipartimento, ci impegneremo ad offrire, a questi territori, candidature incorrotte ed incorruttibili, rappresentate questa volta, anche dagli operatori della sicurezza pronti a scendere direttamente in campo al fianco delle forze politiche sane della regione. Il Dipartimento “Liste pulite Lazzati”, inoltre, svolgerà il proprio operato anche a Catanzaro, in vista delle imminenti tornate elettorali”.
Sacro (Polizia di Stato) e semi-sacro (sindacati) si mischiano in ciò che è diventato profano: la Politica ridotta a politica. In nome di liste “incorrotte e incorruttibili” in cui non mancheranno i poliziotti. Ovviamente al netto delle indagini in corso della magistratura in tutta Italia sulle divise che hanno disonorato i propri corpi di appartenenza. Mi domando inoltre: avete mai assistito – a parte le parodie cinematografiche di Cetto Laqualunque – ai proclami di un partito che si impegni a presentare “candidature corrotte e corruttibili”? Lapalisse non avrebbe potuto ingegnar di meglio.
Debbo dire che ero convinto di aver travisato il concetto. Mi son detto: ti sbagli. Cercheranno solo di farsi pubblicità. Vedrai che non è come credi.
Ieri – mentre mi beavo della Maggica e delle quattro pappine rifilate all’Inter – ho ricevuto un altro comunicato stampa del di cui sopra sindacato. Oggetto: “Candideremo i nostri poliziotti anche al nord. Le Forze dell’ordine non vogliono più soltanto tutelare ma anche amministrare la cosa pubblica”.
A parte il fatto che ci sarebbe da discutere molto a lungo su come la Polizia tutela (sia chiaro: non solo per colpe proprie ma per lo stato vegetativo in cui è stata gradualmente ridotta, al pari delle altre Forse dell’Ordine, da una politica miserevole che ha tagliato risorse per il reclutamento, l’aggiornamento e la formazione continua) mi domando dove sia stata trovata la forza per esprimere quel che segue: “…essi (i poliziotti ndr) rappresentano la sola alternativa per scongiurare qualsiasi tentativo di collusione o contaminazione da parte della mafia, che non potrà più mettere i suoi tentacoli nella politica. Vogliamo, infine, aggiungere che il nostro progetto non riguarderà più soltanto i comuni calabresi sciolti per mafia, ma anche e soprattutto quelli del Nord, sciolti anch’essi per mafia, come, appunto, Bordighera o Ventimiglia, nei quali candideremo a sindaco rappresentanti della Polizia di Stato che non devono e non vogliono più limitarsi a tutelare la cosa pubblica, ma, d’ora in poi, anche ad amministrarla nell’interesse dei cittadini presenti e futuri, e di fare non soltanto della Calabria ma anche dell’Italia una “questione morale”. E le trattative in questo progetto rivoluzionario, di riconsegnare lo Stato allo Stato, sono in fase avanzata tra il Coisp, il Centro Studi Lazzati ed i partiti che guardano con attenzione a ricostruire l’Italia attraverso una terza fase in corso. Abbiamo dunque deciso ci saranno le nostre liste di persone perbene e capaci, a novembre la legalità riconquisterà Bordighera, ma a maggio saremo presenti nei comuni calabresi di Corigliano Calabro e Borgia e poi quando sarà il momento anche in quello di Ventimiglia”.
Il comunicato stampa – al quale manca solo lo sbatter dei tacchi – è stato firmato dai due di cui sopra. Solo che questa volta l’avvocato Falsetta appare come rappresentante del Centro studi Lazzati. Sottolineo che lo stile definisce queste liste “la sola alternativa” ma par di capire che sono in trattativa (come al calcio-mercato tanto per rimanere in tema sportivo) con altri partiti. Quali di grazia? Quelli che conosciamo? E se così fosse che bisogno c’è di un partito ad hoc: basta far confluire gli “incorrotti e incorruttibili” nelle liste dei partiti “amici”.
Provengo da una famiglia con un padre generale dell’Esercito (in pensione) e un fratello maggiore di fanteria. Ho perso il conto di poliziotti, Carabinieri (uno zio ex Comandante provinciale), finanzieri e agenti di polizia penitenziaria nell’albero genealogico mio e di mia moglie. Ergo so cosa vuol dire indossare una divisa e ricordo il disappunto di mio padre – incorrotto e incorruttibile – quando vedeva una “divisa” entrare in politica dismettendola e poi, magari, uscirne ritornando a indossarla.
C’è solo un modo – per quel che mi riguarda – per onorarla fino in fondo, nel rispetto dei sacri diritti costituzionali di elettorato attiv
o e passivo (articolo 51 della Costituzione). Lo stesso modo che – a mio giudizio – hanno i giornalisti e i magistrati che indossano una seconda pelle fatta di fede, terzietà e passione: abbandonare per sempre la divisa quando si decide di “scendere in campo”e di entrare nell’agone politico. Che si vinca o che si perda, una strada senza ritorno.
I sindacalisti-poliziotti animati dalla furia di “un progetto rivoluzionario che riconsegni lo Stato allo Stato” sono pronti a questo? Non è un sacrificio: è il massimo per conservare rispetto, credibilità e dignità ad imperitura memoria nei confronti di chi, come i rappresentanti delle Forze dell’Ordine, i magistrati e i giornalisti, hanno – per quel che mi riguarda – una seconda pelle senza colore.
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