Ecco un’idea che deve far discutere e che ha basi di enorme interesse.
I comitati Renzi della provincia di Reggio Calabria propongono l’estensione della legge Rognoni-La Torre ai politici e agli amministratori responsabili di condotte illecite che abbiano prodotto un rilevante danno contabile alla comunità.
La legge n. 646 del 13 settembre 1982, nota come legge "Rognoni-La Torre", introdusse per la prima volta nel codice penale la previsione del reato di “associazione di tipo mafioso” (articolo 416 bis) e la conseguente previsione di misure patrimoniali applicabili all’accumulazione illecita di capitali.
Il testo normativo traeva origine da una proposta di legge presentata alla Camera dei deputati il 31 marzo 1980 (atto Camera n. 1581), che aveva come primo firmatario l’onorevole Pio La Torre e alla cui formulazione tecnica collaborarono anche due giovani magistrati della Procura di Palermo, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. “Sono loro che, gravando di oneri fiscali insopportabili i cittadini, per coprire buchi milionari dei bilanci che non hanno prodotto benefici per la collettività, o contribuendo ad aumentare la spesa pubblica – si legge nella nota firmata da Demetrio Naccari Carlizzi, 45enne avvocato di Reggio Calabria, con un lungo cursus amministrativo nel Comune di Reggio e nella Regione Calabria – hanno rubato il futuro delle nuove generazioni. La legge Rognoni-La Torre, che prevede il sequestro preventivo e la successiva confisca ed acquisizione al patrimonio dello Stato dei patrimoni costituiti illecitamente per i mafiosi, è uno strumento da estendere ai politici corrotti. E’ auspicabile che la rappresentanza parlamentare calabrese del Pd si faccia promotrice di questa proposta chiarendo una volta per tutte che nessun democratico lavora a soluzioni trasversali, ma ogni sforzo è per ricostruire un clima di fiducia. Il Pd lavora per il futuro delle autonomie locali e per fare ripartire l’economia. Altro che collaborare fittiziamente a norme ad personam per salvare chi è responsabile del baratro finanziario degli enti pubblici e del caso limite per eccellenza (Reggio Calabria).”
Ora, francamente, non so se il Pd lavori per il futuro delle autonomie locali ma l’idea è giusta (e migliorabile) e sarebbe il caso che a dibatterne non fosse tanto e solo il Pd calabrese ma tutte le forze politiche.
Nemmeno il tempo di pubblicare la proprosta e il parlamentare del Pd Franco Laratta scrive: "Il Pd tutto unito per battere la corruzione e la devastazione dei bilanci pubblici. Chi ha saccheggiato le casse ora paghi: il patrimonio va confiscato come accade ai mafiosi!".
Ma Laratta fa di più: chiama in causa il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri. "Sono d'accordo con l’estensione della legge Rognoni-La Torre agli amministratori pubblici locali e regionali che abbiano prodotto, consentito o sottovalutato un grave danno ai bilanci degli enti che hanno gestito – scrive – e sono da considerare ladri a tutti gli effetti, malfattori e veri e propri fuorilegge. Come tale vanno puniti. Bisogna rafforzare il sistema dei controlli che in molti casi non funziona, è paralizzato, magari ricattato! Ai sindaci, assessori e presidenti che hanno prodotto la devastazione dei bilanci pubblici, devono essere preventivamente sequestrati i loro beni, per poi essere confiscati e trasferiti al patrimonio dello Stato. Esattamente come prevede la Legge Rognoni-La Torre per i mafiosi. Io proporrò una legge su questo tema. Anzi mi permetto di suggerire al Governo, in primis al Ministro Cancellieri, di farne una norma da inserire in una delle proposte di legge o decreto in via di approvazione al Parlamento. In modo che possa diventare legge dello Stato prima della fine della legislatura. Il Ministro degli Interni non dirà di no a questa forte, ma necessaria, proposta di legge".