Il patrimonio di Pasquale Inzitari non c’è più. O quasi.
Nelle 186 pagine del decreto di confisca firmate il 5 ottobre dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria (presidente Kate Tassone, giudice relatore ed estensore Antonio Scortecci, giudice Anna Carla Mastelli) vengono risparmiati solo due libretti bancari nominali, un conto corrente bancario e una villa a due piani a Palmi. Il decreto è stato depositato il 9 ottobre mentre il provvedimento è stato eseguito dalla Dia di Reggio Calabria (comandata dal colonnello Gianfranco Ardizzone).
Tutto il resto è sparito dalla disponibilità di questo noto imprenditore ed esponente politico locale, che ha ricoperto diverse cariche politiche: consigliere provinciale fino al 2005, vice sindaco ed assessore ai Lavori pubblici e al Bilancio del Comune di Rizziconi sino al momento del suo scioglimento per infiltrazioni mafiose avvenuto nel luglio del 2000.
IL PATRIMONIO CONFISCATO
Tra i beni confiscati – tanto per rendere l’idea – c’è il patrimonio aziendale e l’ intero capitale sociale della Nifral Sviluppo Srl, a Rizziconi (Reggio Calabria). La società è preposta alla commercializzazione al dettaglio di prodotti di elettronica con il marchio Expert presso il centro commerciale Il Porto degli Ulivi di Rizziconi, il centro commerciale Peguy di Cinquefrondi, il centro commerciale I Portali di Corigliano Calabro e presso l’immobile di contrada da Parcheria di Rizziconi (sede uffici e punto vendita).
Confiscato anche il patrimonio aziendale e l’intero capitale sociale della società immobiliare In. De. Fin sas, a Rizziconi.
Confiscate quote pari al 33% della Devin King Srl, a Rizziconi e corrispettiva quota del patrimonio aziendale. La società è titolare dell’attività commerciale denominata Burger King all’interno del Centro Commerciale “Il Porto degli Ulivi” di Rizziconi.
Confiscate quote pari al 33% della società Crazy Red Srl, a Rizziconi e corrispettiva quota del patrimonio aziendale. La società è titolare dell’attività commerciale denominata “Rosso pomodoro” all’interno del Centro commerciale Il Porto degli Ulivi.
Confiscate quote pari al 33% del capitale sociale della Devin Property srl, a Rizziconi e corrispettiva quota del patrimonio aziendale e, infine, conti correnti e rapporti finanziari in genere, per un valore complessivo di circa 1,8 milioni.
L’autorità giudiziaria ha anche disposto contestualmente il sequestro e la confisca del fabbricato a 4 piani a Rizziconi, della superficie complessiva di oltre 3000 metri quadrati, in parte adibito ad uso commerciale (uffici e punto vendita Expert) e in parte ad abitazione della famiglia dell’imprenditore.
Le aziende confiscate proseguiranno regolarmente le loro attività commerciali con gli amministratori giudiziari nominati dal Tribunale.
A Inzitari è stata inflitta la misura della sorveglianza speciale per un periodo di 3 anni e 6 mesi e nei suoi confronti, va ricordato, è stata accertata la sproporzione tra il patrimonio posseduto e i redditi percepiti dall’imprenditore nonché l’illiceità della provenienza dei beni nella sua disponibilità.
IL “PROFILO”
Il Tribunale di Reggio Calabria ha così stigmatizzato il rapporto di collusione di Inzitari con la ‘ndrangheta: «Il ruolo concretamente ravvisato, di politico ed imprenditore colluso con la ‘ndrangheta ed il lungo arco temporale considerato, quasi tre lustri interrotti solo con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, consentono di ritenere tale appartenenza profondamente radicata, fortemente voluta e persino cercata……capace di spregiudicati cambiamenti di copertura mafiosa, e comunque intimamente compenetrata nella piena condivisione di subcultura, logiche e comportamenti di ‘ndrangheta…».
Chiaro? Ma andiamo nel dettaglio.
Inzitari, con sentenza emessa dalla Corte di appello di Reggio Calabria il 6 dicembre 2010, è stato condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione per concorso esterno alla cosca mafiosa Crea. La sentenza è diventata definitiva a seguito di rigetto da parte della Cassazione del ricorso dell’imprenditore, il 19 dicembre 2011.
Inzitari risulta essere stato colpito dall’ordinanza di custodia cautelare in Carcere emessa dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria il 6 maggio 2008 nell’ambito della cosiddetta operazione Saline, condotta dal personale della Dia di Reggio Calabria, perché ritenuto appartenente alla cosca Mammoliti-Rugolo, che opera nel territorio di Castellace di Oppido Mamertina (Reggio Calabria) e zone limitrofe.
Gli elementi raccolti nell’ambito dell’operazione Saline hanno consentito di delineare il ruolo Pasquale Inzitari – è quanto si legge nel comunicato stampa firmato da Ardizzone e dal capo della Procura di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho – come imprenditore di riferimento delle organizzazioni mafiose operanti nella Piana di Gioia Tauro e in particolare in relazione alla vicenda legata alla costruzione del mega-centro commerciale a Rizziconi, chiamato il Porto degli Ulivi (realizzato dalla Devin spa e di cui Inzitari era il dominus).
L’affare costituiva il frutto di un vorticoso intreccio di interessi di tipo politico-imprenditorial-mafioso. Dapprima veniva stretto un accordo tra l’imprenditore e la cosca Crea volto all’acquisizione dei terreni sui quali il centro commerciale doveva sorgere, da parte di esponenti della medesima cosca, a cui faceva seguito il cambio di destinazione, che da agricoli divenivano edificabili (acquisendo quindi un valore commerciale di gran lunga maggiore). Tutto ciò, grazie all’apporto determinante di Inzitari – scrivono all’unisono Dia e Procura di Reggio – che riusciva a far approvare una delibera ad hoc dal consiglio comunale di Rizziconi.
A tale fase faceva seguito il passaggio della proprietà di tali terreni in capo a Inzitari attraverso la società Devin spa, che dopo la costruzione del polo commerciale lo cedeva alla società tedesca Credit Suisse.
Il successivo deterioramento dei rapporti tra Inzitari e la cosca Crea, culminato con l’arresto di Teodoro Crea (classe ’39), lo inducevano ad appoggiarsi ad un’altra organizzazione criminale capace di opporsi alle eventuali azioni ritorsive e ciò è testimoniato dall’ingresso nella compagine societaria della Devin spa, sia pure in forma occulta, di Antonino Princi (fatto saltare per aria con un autobomba il 26 aprile 2008 e morto 10 giorni dopo e con lunga agonia), cognato di Inzitari nonché, per Dia e Procura, «esponente della cosca Mammoliti-Rugolo, di cui curava gli interessi nel settore economico-finanziario».
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