Scopelliti’s version/2: «Quando fui condannato Berlusconi mi ha chiamò ma ero in taverna»! – Il “macigno” di Cafiero De Raho

Cari amici lettori, da ieri sto sintetizzando (spero con efficacia e senza tagli che possano alterare il senso delle cose dette ma vi ho prestato attenzione) la puntata di Perfidia, andata in onda la scorsa settimana su ReteKalabria, canale 19 del digitale terrestre, come sempre con la brillante conduzione di Antonella Grippo e nella quale erano ospiti, tra gli altri, l’ex Governatore Giuseppe Scopelliti, l’ex assessore e consigliere regionale Francescoantonio Stillitani (dimessosi il 6 settembre 2013) e il direttore dell’Ora della Calabria Luciano Regolo.

Ieri abbiamo visto come l’ex Governatore della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti consideri i rapporti (amicizia di vecchia data) tra lo stampatore Umberto De Rose e l’ex editore Citrgno e, di conseguenza, le telefonate (amichevoli) tra i due sul futuro del quotidiano l’Ora della Calabria. Abbiamo anche visto come per la politica (stavolta è toccato a Scopelliti, domani potrebbe essere un altro) l’agenda da dettare all’informazione è un pallino fisso, tanto da reputare che la mancata (e in questo caso molto presunta) disattenzione sulla vicenda dell’Asp di Cosenza (alle prese con non pochi problemi e indagini giudiziarie) fosse dipesa dalla denuncia sollevata dal direttore Regolo sulla vicenda dell’Ora della Calabria, che non faceva certo gli interessi politici di Scopelliti (e qui, un bel “chissenefrega” ci sarebbe stato tutto, da ripetere, nel caso in cui al posto di Scopelliti ci sarà un domani, che so, un Talarico, un D’Ascola, un Gentile, un Magorno, un Naccari Carlizzi, un Canale o qualunque altro politico del centrodestra, del centrosinistra o del vattelappesca che la pensasse e/o si esprimesse nello stesso modo sui propri interessi politici che non coincidono con libere scelte giornalistiche).

Oggi continuo a sfoderare le interessantissime cose (sulla politica e sulla libertà di stampa) che sono emerse nel corso della trasmissione.

Come ad esempio i passaggi conseguenti alla condanna di Scopelliti e il conseguente annuncio delle dimissioni dalla carica di Governatore.

Leggete.

STROMBAZZATE PURE

Giuseppe Scopelliti: il vostro strombazzare che Jole Santelli (esponente di spicco di Forza Italia in Calabria, ndr) non ha candidato nessuno (alla carica di Governatore ndr) per agevolare me, ha portato la stessa Santelli a dichiarazioni contro di me, tanto che l’ho chiamata per dirgli: “che colpa ne ho io?”. Berlusconi la notte della sentenza mi risulta che mi abbia chiamato ma io ero giù in taverna con gli assessori. Avevo un rapporto straordinario, eccezionale con Berlusconi ma non mi sento sotto la sua ala protettrice perché io vengo dalla militanza del Fronte della gioventù, dalla strada, dalla piazza, non ero un pivellino preso dalla politica dei nominati. Non sono mai stato fascista, io sono orgogliosamente di destra.

Interessante questo siparietto in cui Scopelliti rivela che Berlusconi lo avrebbe chiamato ma lui era in taverna! Di casa sua? Comunque il cellulare non prendeva e, forse, quando è risalito in superficie nessuno squillo è più giunto da Palazzo Grazioli.

Ad aumentare il senso di un viaggio fantastico, arriva un’intervista con Vittorio Sgarbi, che Grippo manda in onda.

ARRIBA SGARBI

Ecco cosa ha detto Sgarbi: «Scopelliti è un bravo ragazzo, il suo temperamento da sindaco mi pare fosse riconosciuto e rispettato. Ammesso che lui sia responsabile, una lettera di una donna che si uccide e che scrive a Scopelliti chiedendogli scusa è la prima attenuante perché in appello venga assolto ma nel frattempo una legge idiota, la cosiddetta Severino, lo costringe a dimettersi e se poi viene assolto in appello? Scopelliti non mi sembra degno di una censura così dura. In qualche modo è stato tradito, ha avuto eccessiva fiducia nei confronti di una persona che poi si è persino uccisa. Spero che Scopelliti mandi a fare in culo Alfano, tecnicamente parlando Alfano è sicuramente colpevole di essere un uomo stupido. Se Scopelliti vuol rimanere nella corte del cortigiano traditore… ma Scopelliti forse si redime».

Finito lo sfizioso siparietto, condito, come sempre, di buone maniere e fuochi pirotecnici, ecco che Scopelliti torna brevemente sul filone interrotto precedentemente, vale a dire il consenso nei suoi confronti, che neppure i Gentile hanno mai messo in discussione, fino a quando Antonella Grippo gli domanda, per l’ennesima volta: «Quali sono le lobby contro di te?». E qui la risposta a molti di voi potrebbe sembrare da supercazzola brematurata con scappellamento a destra e sinistra per due come se fosse antani ma supercazzola non è. Parola dello stesso Scopelliti. Eccola.

NON E’ LA SUPERCAZZOLA

Giuseppe Scopelliti: non è la supercazzola…Al direttore di Panorama ho detto: “dobbiamo raccontare le cose un po’ alla volta

Antonella Grippo: ci dia un indizio della borghesia mafiosa?

Giuseppe Scopelliti: ma che ti devo raccontare? Francesco (Stillitani, ndr) lo sa bene!

Francesco Stillitani: lui si vuole riferire alla tentazione di…Le lobby sono quelle che si sono infiltrare a Reggio!

Giuseppe Scopelliti: stavo parlando di cose molto più serie, più profonde, rispetto alle cose di facciata! Noi dobbiamo capire perché a 5 giorni dallo scioglimento del Comune di Reggio Calabria viene comunque individuato dai rappresentanti del Governo e quanto altro, in un pour parler: il Comune di Reggio non sarà sciolto e va capito cosa accadde in quell’ultima settimana. Leggete quello che accade.

C’è un messaggio lineare: su Reggio c’è un sistema perverso e non si possono attribuire tutte le responsabilità alla politica, che è stata azzerata a Reggio Calabria nel ’92. La destra non si è mai mischiata con le logiche consociative, non dialoga con i fenomeni mafiosi

Antonella Grippo: invece il centrosinistra…

Giuseppe Scopelliti: non entro nel merito…fammi completare. Il problema è capire perché pezzi delle Istituzioni rimangono da 30 anni ai loro posti, perché una parte del mondo imprenditoriale da 30 anni non viene spazzato via e continua ad essere egemone sulle strategie delle città, capire perché da 30 anni ci son
o altri segmenti della società calabrese e reggina che rimangono ai loro posti e parte di queste logiche si ricollegano a fenomeni che riguardano una parte dell’informazione. E’ chiaro ed evidente che alcuni giornalisti reggini e non solo cambiavano la notizia perché dovevano favorire altri meccanismi.

 IL "MACIGNO" DI CAFIERO DE RAHO

Insomma il solito refrain di Scopelliti: il mondo è brutto e cattivo mentre Reggio Calabria è buona e bella. Semmai brutti e cattivi (io aggiungerei anche sporchi) sono coloro i quali infangano il buon nome di Reggio Calabria. Non solo: chissà quale complotto mondiale giudoplutomassonico ci sarà stato dietro lo scioglimento per contiguità mafiosa del Comune di Reggio, visto che dj Scopelliti fino a una settimana prima aveva ricevuto tranquillizzazioni e poi, invece, tutto d’un tratto, patapum, lo scioglimento!

Chissà che scintille si sarebbero viste se Scopelliti si fosse trovato di fronte il capo della Procura della sua città, Federico Cafiero De Raho, che venerdì scorso, nel corso della manifestazione dell’associazione Gerbera Gialla, ha dichiarato: «Quando si smetterà di dire che non c’è ndrangheta a Reggio? Purtroppo Reggio è ndrangheta. Qui ha preso tutto, anche le attività commerciali, e continua a prendere, e a condizionare la vita…Cerca di prendere le europee e cercherà di prendersi il Comune, cioè tutto ciò che è espressione della vostra libertà» (fonte: www.strill.it).

Ma come si permette ‘sto Cafiero! Giudoplutomassone d’un Cafiero! Complottista d’un Cafiero! Chissà anche lui (che pure giornalista non è) dove ha letto che a Reggio c’è la ‘ndrangheta e chissà quali meccanismi vuole favorire con queste notizie false e tendenziose! «A Reggio la ‘ndrangheta cercherà di prendersi le Europee e il Comune»: Scopelliti (e con lui ciò che resta della politica di ogni schieramento) ma si rende, vi rendete conto di ciò che ha detto il capo della Procura della Repubblica?

E mi domando e vi chiedo, dunque, cari lettori: ma come si fa a sostenere che i giornalisti «cambiano le notizie per favorire altri meccanismi»”? Ma quali notizie c’erano o ci sono da cambiare su Reggio? E quali erano o sono i meccanismi da favorire?

Del resto il vizio di non tollerare la libertà di stampa, nella politica di ieri e di oggi (e di domani) è costantemente e perennemente presente. Leggete (un esempio tra mille), cosa scriveva poche ore fa l’editorialista del Corriere della Sera (e direttore del Corriere del Mezzogiorno) Antonio Polito: «…C’è infatti nello stile polemico di Renzi qualcosa che inquieta perché travalica la questione di stile: un ricorso troppo frequente alla denigrazione. Fateci caso: chiunque muova critiche al governo viene additato come portatore di un interesse personale e poco nobile che spiegherebbe la vera ragione del suo dissenso».

Chiaro? Mutatis mutandis, tutti dicono e pensano le stesse identiche cose sulla stampa. Ma che si torni al Minculpop!

Si rassicuri Scopelliti e con lui tutta la politica e le classi dirigenti al potere: la sola idea che il Giornalismo (quello vero, intendo) possa favorire qualcosa o qualcuno, fa venire i brividi. A meno che non favorisca l’unico meccanismo in cui i Giornalisti si riconoscono: la libertà di stampa, il diritto di critica  e il diritto all’informazione, senza guardare in faccia a nessuno, nel solo interesse del lettore. Certo, si può sbagliare, si possono prendere cantonate ma sempre in perfetta buona fede, senza alcun esercito giudoplutomassonico a spingere di dietro!

Ma qui ci fermiamo perché, sulla libertà di stampa e l’informazione, torniamo domani.

r.galullo@ilsole24ore.com

2 – to be continued (per il precedente articolo si legga http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2014/05/scopellitis-version1-quella-tra-gentile-e-de-rose-una-telefonata-intima-tra-due-vecchi-amici-lagenda-dettata-al.html)

  • bartolo |

    Beh Galullo, sullo scioglimento del Comune di Reggio Calabria e sull’analisi politica fatta, l’assunto di Scopelliti è condivisibile. Accusarlo unitamente alla sua parte politica (forse improvvisata, certamente inadeguata al governo della cosa pubblica a Reggio, in Calabria e in Italia) di collusioni con la ndrangheta significa disconoscere l’abc della medesima organizzazione criminale, per intero costituita da paralitici-disadattati-cialtroni, che, solo la discriminazione “calcolata” (termine usato da Pasquino Crupi nel suo ultimo lavoro sul meridionalismo) della Calabria poteva far assurgere ad organizzazione più pericolosa esistente al mondo.
    Ed il calcolo, Galullo, non è opera dei giornali né dei giornalisti, anche se in buona fede, molti, sono stati strumenti utili alla realizzazione.
    Saluti b.i.

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