Amati lettori di questo umile e umido blog da ieri, con voi, leggo e analizzo la splendida omelia che Monsignor Francesco Oliva, Vescovo della Diocesi di Locri-Gerace, ha celebrato il 2 settembre al Santuario aspromontano della Madonna della montagna. In altre parole nella famosa Polsi, dove sacro e profano si sono a lungo lasciati immortalare in abbracci mortali per la collettività non solo calabrese.
Ieri abbiamo visto le stoccate di Monsignor Oliva contro chi è refrattario alla presenza dello Stato in quei giorni di festa.
Oggi, nell’analisi della sua omelia, ripartiamo da un ragionamento che non fa una grinza ma che – attenzione – vale per la Calabria intera, da Scalea a Villa San Giovanni: l’isolamento.
Sono convinto che Monsignor Oliva abbia utilizzato l’isolamento di Polsi come una parabola, vale a dire come una narrazione di un fatto verisimile, atto ad illustrare un insegnamento morale o religioso, caratteristica della predicazione di nostro Signore Gesù Cristo. In altre parole, il vescovo di Locri-Gerace guarda a Polsi ma pensa alla Calabria e forse all’intero Sud, dove se Cristo si è fermato ad Eboli, i treni si fermano (al massimo) a Salerno.
Leggete bene cosa ha detto Monsignor Oliva: «Da più parti è stato osservato e scritto sui giornali che il territorio di Polsi è stato un territorio molto frequentato dalla ‘ndrangheta. Pochi hanno pensato che ciò fosse favorito proprio dall’impraticabilità del luogo. Una cosa mi sembra scontata: l’isolamento di un territorio favorisce le attività della criminalità. La storia insegna che laddove lo Stato non fa sentire la sua presenza attraverso interventi importanti, servizi ed opere di sviluppo del territorio, la mafia è sempre presente e comanda al suo posto».
Touchè! Con questo solo periodo il vescovo di Locri-Gerace ha incenerito le chiacchiere decennali delle Istituzioni e ha gridato che le catene dell’illegalità si rompono anche e soprattutto con servizi, opere e infrastrutture. Insomma: con la presenza dello Stato. C’è lo Stato in Calabria? Non a sufficienza. Anzi: la presenza è scarsissima e quando c’è son spesso gli stessi presunti servitori dello Stato che si limitano a fare il compitino. Del resto in Italia le statistiche (quantità) servono più dei risultati (qualità) per fare carriera.
«Personalmente sono convinto che liberare Polsi dal suo isolamento – ha continuato Monsignor Oliva – è un bene per tutti».
No, non personalmente, Eminenza. Oggettivamente è un bene per tutti. Tranne che per quelle «interferenze esterne», come le ha chiamate, che altro non sono che quel groviglio mortale di ‘ndrangheta, Stato deviato e uomini di Chiesa e fuori dalla Chiesa, corrotti e allevati a vangelo. No, non quello degli Evangelisti ma quello laico dei pastori di ‘ndrangheta.
«Care autorità presenti – ha concluso il passaggio Monsignor Oliva – non dovrei essere io a dovervi dire che dal Santuario passa un messaggio di speranza per tutta questa terra che troppo lamenta l’assenza delle istituzioni. Una strada per Polsi dal versante San Luca e dal versante Montalto lascerebbe passare un messaggio di fiducia nella vicinanza dello Stato a questo aspro monte. Confido nella sensibilità di S.E. il Prefetto, del Governatore della Regione Calabra, l’on. Mario Oliverio, e di tutti gli amministratori presenti, del Presidente del Parco, del Commissario di San Luca, dei dirigenti di Calabria Verde, delle forze dell’ordine, ciascuno per la propria parte. Quando si è in tanti tutto risulta più difficile! Sentiamoci tutti interessati e passiamo dalle promesse ai fatti!».
Una parola, caro Vescovo, una parola! Ma davvero crede ancora nella politica locale? Se li vede lei i politici calabresi (senza distinzione di colore politico perché i colori politici in Calabria non sono mai esistiti se non sulla carta) passare ai fatti? E gran parte degli amministratori locali e della classe dirigente calabrese scelta per capacità di adulazione e devozione al capataz di turno anziché per professionalità e merito? Suvvia….
Spero, ovviamente, di essere smentito e Dio solo sa quanto ne sarei felice.
Ora mi fermo ma domani continuo sullo stesso filone.
2 – to be continued
(per la precedente puntata si legga