Siamo all’inizio di questa settimana.
Da una parte chiama il n +212…di Casablanca, Marocco. Dall’altra riceve un cellulare italiano. Cinquanta secondi di telefonata. Secondo più, secondo meno.
Da una parte c’è Giorgio Hugo Balestrieri, ex comandante di Marina italiana, ex ufficiale Nato, già piduista, cittadino americano dagli anni Ottanta, imprenditore nei servizi di security con collegamenti in mezzo mondo, ex presidente del Rotary di New York, titolare della cassetta di sicurezza di San Marino dove è custodito il Cristo ligneo attribuito a Michelangelo, latitante e ricercato dalla Procura di Reggio Calabria che da anni lo aspetta per processarlo e chiedergli dei suoi presunti contatti e dei suoi presunti affari (entrambi sempre smentiti dall’interessato) con le cosche della Piana.
Dall’altro capo del telefono ci sono i suoi avvocati italiani.
In quel minuto scarso di telefonata Balestrieri annuncia ai suoi legali che ieri, 29 ottobre, avrebbe subito il processo in Marocco per la richiesta di estradizione pendente da anni sul suo capo, recentemente reiterata dal Viminale per conto della Procura generale di Reggio Calabria che poche settimane fa aveva rispedito tutti gli incartamenti sul conto dell’uomo d’affari italoamericano.
VOGLIA DI CASA
Balestrieri è in contatto stretto con il consolato italiano a Casablanca e avrà dunque avuto un’assistenza legale locale ma nessuno è in grado, su questo punto, di avere certezze.
Certo è invece che, in quei pochi secondi di telefonata, Balestrieri avrebbe annunciato ai suoi legali la disponibilità, persino la volontà, di tornare in Italia. Addirittura sarebbero stati presi contatti con le autorità giudiziarie e diplomatiche italiane per un suo immediato reimpatrio. Una sorpresa, visto che, non più tardi di un mese fa, agli stessi avvocati aveva scritto di aver avvertito l’Fbi statunitensi del suo fermo (si veda http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-10-07/l-antimafia-reggio-calabria-cattura-balestrieri-e-lui-si-rifugia-dietro-fbi-090720.shtml?uuid=ABEuDm0B&fromSearch).
Ma Balestrieri è uomo dalle mille sorprese e dalle mille risorse e, dunque, l’esito dell’udienza di ieri a Casablanca, nella quale si sarebbe dovuto decidere del suo futuro, non è scontato.
Le incognite sono molte.
30 GIORNI
Innanzitutto, secondo il diritto, il processo per l’estradizione si sarebbe dovuto celebrare entro 30 giorni. Il fermo in Marocco è del 22 settembre e dunque saremmo fuori tempo massimo. Qualunque praticante di uno studio legale opporrebbe l’eccezione e Balestrieri tornerebbe libero. A meno che non sia (o non sia stato) lo stesso Balestrieri a perorare la causa della sua estradizione in Italia. Perché? Non sa cosa lo aspetta a Reggio Calabria? Ai pm antimafia, che avevano stralciato la sua posizione nell’inchiesta Maestro, del Cristo ligneo e della sua eventuale fuoriuscita illegale dall’Italia (si veda http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-09-09/senza-pace-cristo-ligneo-michelangelo-indagini-e-processi-rifare-ma-italia-non-riavra-182835.shtml?uuid=ABxq24rB&fromSearch) gliene po’ fregà de meno, mentre sono invece interessatissimi a sapere dei traffici che si svolgevano nel porto di Gioia Tauro, dei traffici delle cosche della Piana e della vera, presunta o falsa miscela di servizi segreti italiani e servizi segreti statunitensi in quel di Gioia e dintorni. Lui stesso avrebbe fatto capire con un linguaggio difficilmente decriptabile, di essere legato alle agenzie statunitensi. Quali? Cia? Fbi? Vero? Falso?
Impossibile, però, che Balestrieri, uomo navigatissimo e di mondo, non sappia che la Dda di Reggio Calabria è pronta a saltargli al collo, tanto che lui stesso, in più occasioni (la mail di settembre da Casablanca e ancora pochi giorni fa al telefono con i suoi legali) ha rimarcato la “paura di fare brutti incontri”.
NAZIONALITA’
Poi c’è il dilemma sulla sua nazionalità. Quella statunitense è certa. E quella italiana? In caso di doppio passaporto l’estradizione è possibile ma se Balestrieri non avesse più la cittadinanza italiana come sarebbe possibile estradarlo senza il coinvolgimento della sua nuova patria?
A tutte queste domande ci saranno state risposte ieri a Casablanca? Poco tempo e le sapremo.
(si vedano anche