Se avete letto i miei post di ieri e l’altro ieri sapete che – con l’operazione Ada eseguita dal comando provinciale dei Carabinieri, orchestrata e diretta dal procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri e dal pm Antonio De Bernardo – è stato arrestato il sindaco di Melito Porto Salvo, Gesualdo Costantino, eletto con una lista civica al Comune ma vicepresidente della Provincia di Reggio Calabria in quota Pd dal 2006 al 2011. Il prefetto di Reggio Calabria, Vittorio Piscitelli, lo ha sospeso dalla carica.
Da tre giorni sto trattando alcuni spunti di particolare interesse di questa operazione. Prima gli appetiti della cosca Iamonte sulla centrale a carbone di Saline Joniche (si veda il post di due giorni fa) e poi il condizionamento del voto degli extracomunitari (si veda il post di ieri).
Oggi scrivo invece del disprezzo nutrito per taluni politici (per la precisione l’onorevole del Fli Angela Napoli che, non a caso, non correrà più per un seggio al Parlamento) e del tentativo di trovare coperture presso altri politici importanti anche per il loro passato di Servitori dello Stato (segnatamente l’ex superprefetto Luigi De Sena, all’epoca senatore del Pd).
In buona sostanza il tema che affronto è quello della “verginità politica” che in Calabria è una costante: accanto all’occhio sempre vigile su quei pochi che in questa regione hanno il coraggio di denunciare la cupola ‘ndranghetista (cosa diversa dalla ‘ndrangheta), c’è l’altro occhio sempre vigile su quei politici che possono fungere da “ombrello” al proprio operato e ammantare così di pulizia e moralità ogni gesto.
E questo è proprio quel che scopriamo attraverso quel che segue.
RAPPORTI COMPROMETTENTI
I rapporti compromettenti instaurati dal sindaco Gesualdo Costantino dal suo entourage divengono talvolta oggetto di pubbliche critiche che non mancano di sollevare il disappunto dei chiamati in causa: nel corso della conversazione telefonica del 3 maggio 2012, alle ore 8.37, un concittadino sollecita Costantino affinché replichi alle pesanti accuse di associazionismo mafioso mosse loro dall’On. Angela Napoli, nel corso di un intervista resa ad una testata giornalista locale online (A.: ci dobbiamo vedere stamattina…; Costantino.: eh…che è successo?; A.: l'intervista della Napoli; Costantino.: ah?; A.: l'intervista della Napoli…; Costantino.: eh…che ha detto?; A.: eeeh…ha paragonato a mafiosi; Costantino.: ah?; A.: vi ha paragonato a mafiosi; Costantino.: a me?; A.: a tutti i portatori là…; Costantino.: a tutti…?; A.: i portatori là…a Santo Onofrio…inc…Santo Onofrio…ma è grave la cosa…; Costantino.: uh…).
«Fin dal 29 ottobre 2008 – ha ricordato Angela Napoli, presidente dell'associazione "Risveglio Ideale" – con interrogazione parlamentare avevo richiamato l'attenzione del ministro dell'Interno del tempo (Roberto Maroni) proprio sul Comune di Melito Porto Salvo, dove, nonostante fosse già stato sciolto per infiltrazione mafiosa per ben due volte, continuavano a registrarsi gravi inadempienze ed illegittimità e si riscontravano all'interno sempre le stesse presenze. L'interrogazione in questione non ebbe mai alcun riscontro, per cui alla luce di quanto emerge dall'operazione Ada devo ritenere che il tutto abbia avuto una chiara copertura politica. Dalla stessa operazione Ada” emergerebbe, altresì, secondo le dichiarazioni rese dal procuratore Nicola Gratteri, l'interessamento della 'ndrina Iamonte sulla centrale a carbone di Saline Jonica; non a caso nelle mie interrogazioni su tale centrale avevo denunziato alcune perplessità circa interessi che graviterebbero sulla stessa. Ancora una volta, cè la necessità che la politica, indipendentemente dal suo colore, ritorni ad allontanare i propri interessi e faccia pulizia al proprio interno ancor prima dell'intervento della magistratura».
Ma andiamo avanti.
PUNTARE SU DE SENA
Il concittadino “A” del sindaco pressa Costantino – si legge nell’ordinanza – perché interessi i canali istituzionali di cui dispone e fronteggi la campagna denigratoria che si sta conducendo in suo danno: nella circostanza, il concittadino suggerisce di interessare il senatore Luigi De Sena, vice presidente della commissione parlamentare antimafia, “il quale risulta aver appoggiato – si legge nell’ordinanza – la candidatura a sindaco di Costantino” (A.: quindi devo fare un'azione nei confronti del sito là del…perché quello gli ha detto la domanda provocatoria…e quella ci è cascata…eeeh…e quindi interessare un po’ tutti…anche perché non è…non c'è par condicio…una serie di fatti…chiama a De Sena tu, chiama a chi vuoi…inc…mandiamo un ricorso in prefettura...).
I rapporti stretti da Costantino con il senatore De Sena trovano riscontro – si legge ancora nelle carte – nell’attività tecnica effettuata: nel corso della conversazione telefonica del 1° maggio 2012, alle ore 11.45. Costantino chiede al senatore De Sena (del tutto estraneo ai fatti e inconsapevole degli eventi) se in occasione del comizio di chiusura della campagna elettorale, ed in relazione alla parte che riguarda la coesione territoriale, egli possa dire di avere ricevuto indicazioni dal politico in persona.
Il successo elettorale conseguito da Costantino – si legge ancora nel provvedimento degli inquirenti – suscita il compiacimento dello stesso senatore, così come si evince dall’intercettazione della conversazione telefonica dell’8 maggio 2012, alle ore 9.19, intercorsa però tra la segreteria del senatore De Sena e Costantino.
Anche Giuseppe Morabito, ex presidente della Provincia di Reggio Calabria, nel corso della conversazione telefonica del 29 aprile 2012, alle ore 9.31, fornisce assicurazione circa il sostegno di cui Costantino godrebbe nella capitale, e nella fattispecie presso un non meglio precisato amico romano (Morabito.: …io ieri ho visto il mio amico romano…tutto a posto!; Costantino.: eh eh eh…va bene…eh; Morabito.: vabbò?; Costantino.: che dice?…che va bene?…).
CONCLUSIONI
Nel 2007 il senatore De Sena, in Commissione Affari costituzionali del Senato disse: «Il Comune è stato sciolto già due volte, ma su tutto l’arco degli anni abbiamo avuto le stesse presenze. Sarebbe stato quindi perfettamente inutile scioglierlo per la terza volta: non avremmo ottenuto alcun risultato Sciogliere il comune di Melito di Porto Salvo per la terza volta sarebbe stata una sconfitta, comunque, per lo Stato».
I commissari prefettizi inviati da De Sena a Melito Porto Salvo il 25 febbraio del 2006 scrivevano: «Il descritto contesto di invasiva presenza della cosca Iamonte sul tessuto socio economico di Melito di Porto Salvo, sufficiente di per sé a suscitare gravi preoccupazioni sull'attuale situazione dell'ordine e della sicurezza pubblica nel territorio comunale, appare – in ragione degli accertamenti effettuati dalla Commissione – suscettibile di contaminare le pubbliche amministrazioni e quindi anche il Comune».
LA TELEFONATA A DE SENA
Ebbene questo doppio contesto è stato utilizzato da alcuni media per sottolineare il fatto che De Sena (e con lui, aggiungo io, chiunque) non potesse non sapere che razza di pervasività mafiosa ci fosse a Melito e dunque sarebbe stato meglio non farsi vedere a Melito in campagna elettorale con Costantino e poi con lo stesso, in qualche occasione (pubblica) a Reggio Calabria.
De Sena non ha certo bisogno della mia difesa ma ieri – su questa suggestiva tesi che trovo ridicola – l’ho chiamato. “Senatore buonasera. Allora è finito anche lei nel tritacarne mediatico…” attacco io (lo conosco da anni). “Uè Galù…ma che c’entro io! ‘sto Costantino l’ho visto una volta a Melito con tutto lo stato maggiore del Pd per la sua campagna elettorale. Ma che ne potevo sapere di chi fosse…Ma chi lo consoce…Io facevo politica, espletavo il mio ruolo di senatore eletto in Calabria…Allora è meglio lasciar perdere, non fare politica in Calabria e abbandonare al proprio destino questa terra…”.
Volete sapere come ho concluso io la telefonata dopo una cordiale chiacchierata? Così: “Senatore ve l’avevo detto che non dovevate accettare la candidatura. In Calabria non puoi mai sapere che mano stringi. Magari le sembra pulita e poi scopri che…Lasci perdere senatò, non si amareggi. Sa quante mani sporche, lei come tanti altri suoi colleghi, avrà stretto in questi anni senza saperlo? Magari fra qualche tempo, qualche altra indagine della magistratura… lasci la Calabria al proprio destino. Dia retta”.
Crudo? Beh sapete come la penso: la Calabria è una terra irrecuperabile. Persa. Per sempre.
3 – to be continued (le precedenti puntate sono state pubblicate il 13 e il 14 febbraio)