Alcuni giorni fa è stato arrestato uno stimato consulente specializzato nell’ascolto e nella trascrizione di conversazioni telefoniche ed ambientali del Tribunale di Palmi.
Si chiama Roberto Crocitta (si veda p.s.), del ’71, consulente del Tribunale da 18 anni. Da quando cioè, più o meno, aveva 23 anni.
Nell’ordinanza firmata dal Gip di Reggio Calabria Vincenzo Pedone si legge che costui avrebbe agevolato in appena cinque mesi (dall’8 giugno 2010 al 6 novembre 2010) nientepopodimenoche tre cosche di ‘ndrangheta: Gallico (Palmi e dintorni), Bellocco e Pesce (Rosarno e dintorni).
Peggio ancora. Testualmente si legge a pagina 46, "come si è ripetutamente evidenziato il risalente e stabile rapporto creatosi fra Crocitta Roberto e la ‘ndrangheta operante nel c.d. mandamento tirrenico risulta oltremodo pericoloso non solo per la disarmante disinvoltura con la quale l’indagato si presta a trascrivere il falso, ma anche in ragione della stima e dell’amicizia di cui lo stesso gode in ambienti giudiziari per la competenza che gli viene riconosciuta".
Avrete dunque capito che questo consulente avrebbe aiutato secondo l'accusa – in quell’arco temporale – le tre cosche redigendo "sistematicamente consulenze false al chiaro fine di aiutare il mafioso di turno (e l’organizzazione nel suo complesso) ad eludere le investigazioni dell’Autorità". In poche parole nelle perizie smentiva parti “vitali” delle intercettazioni contenute nelle ordinanze di custodia cautelare, con trascrizioni che omettevano nomi e cognomi o situazioni. Questo è quel che si legge nell'ordinanza.
Il modus operandi affinato da Crocitta, si legge a pagina 4, è particolarmente raffinato: prima si scelgono i passaggi della conversazione che offrono qualche spazio ad una diversa valutazione; quindi, all’interno di quei passaggi, si individuano le battute-chiave dei dialoganti, cioè quelle che danneggiano in modo particolare la posizione dell’indagato (che poi è sempre il soggetto che ha conferito l’incarico). A quel punto viene fatta una trascrizione diversa (e, ovviamente, favorevole all’indagato), facendo affidamento sul fatto che, se anche se ne dovesse dimostrare la falsità, ci si potrà sempre giustificare con l’argomento che si tratta di “valutazioni”, in quanto è ben difficile provare che il consulente abbia trascritto dolosamente il falso.
Un soggetto pericolo, visto che per il Gip il pericolo di reiterazione di delitti della stessa specie emerge anche dalle stesse dichiarazioni di Crocitta, il quale nel corso dell’interrogatorio dell’11 gennaio 2011 spiegava, da un lato, che i consulenti trascrittori in zona sono pochi, per cui le famiglie mafiose sono quasi “costrette” a rivolgersi a lui (“preciso che nella zona ci sono pochissimi trascrittori, quindi non è cosa strana o che in qualche modo possa fare pensare ad una mia vicinanza a queste famiglie, la circostanza che venga nominato come consulente di parte, ma solo perché, ripeto, ce ne sono pochi e quindi in un certo senso sono costretti”) e, dall’altro, che lui, a sua volta, non poteva fare a meno degli incarichi conferitigli da soggetti appartenenti alla ‘ndrangheta (“Del resto io sono sposato ed ho 2 figli, quindi non posso non accettare questi lavori anche perché le liquidazioni dai tribunali, con i quali io prevalentemente lavoro, arrivano dopo anni ed io non potrei vivere solo con quello”).
A VOCE ALTA
A questo punto si impongono alcune riflessioni in un contesto già deteriorato (in Calabria ci mancavano solo i periti infedeli, come se non bastassero ‘ndranghetisti, politici mafiosi, magistrati collusi, falsi servitori dello Stato, forze dell’ordine corrotte, professionisti criminali, preti reticenti e via di questo passo in una suburra senza fine).
1) Se costui è stato capace di vendere l’anima al diavolo per ben tre volte in cinque mesi, tanto da essere addirittura considerato in rapporto stabile con la ‘ndrangheta del mandamento tirrenico, che cosa avrà mai potuto combinare nei 18 anni precedenti? Questo – lo dico sempre perché troppe indagini ho visto finire in una bolla di sapone – sempre che un processo (eventualmente fino al 3° grado) stabilisca la colpevolezza di Crocitta.
Certo che se così fosse ( e risotollineo se) bisognerebbe riaprire non pochi fascicoli.
2) Sulla base di questa sorta di rapporto sinallagmatico fra Crocitta e la ‘ndrangheta operante nel mandamento tirrenico, si legge ancora a pagina 30, Crocitta veniva retribuito profumatamente per le false trascrizioni eseguite.
Nell’interrogatorio dell’11 gennaio 20111 Crocitta dirà:
a) di avere necessità di eseguire consulenze di parte, in quanto le somme liquidategli dal Tribunali non erano sufficienti per il sostentamento della sua famiglia, anche a causa dei ritardi nei pagamenti:“io sono sposato ed ho 2 figli, quindi non posso non accettare questi lavori anche perché le liquidazioni dai tribunali, con i quali io prevalentemente lavoro, arrivano dopo anni ed io non potrei vivere solo con quello…sono 18 anni che lavoro per il Tribunale di Palmi”;
b) di avere ricevuto una somma corrispondente a 400/500 euro per la consulenza redatta nell’interesse di Domenico Bellocco, classe 87 (“per questo lavoro se non ricordo male mi hanno pagato 400 o 500 euro”).
“Tale ultima affermazione risulta particolarmente interessante e consente di comprendere – si legge a pagina 31 dell’ordinanza – per quale ragione Crocitta si prestasse ad eseguire trascrizioni false con tanta disinvoltura. In proposito è opportuno sottolineare che la relazione di consulenza redatta nell’interesse di Belocco Domenico, classe 87, si componeva di complessive sette pagine, quattro delle quali (da pag. 3 a pag. 7) contenevano la trascrizione dello stralcio del colloquio nella parte di interesse: si tratta di un passaggio di conversazione lungo al massimo un paio di minuti, che un consulente esperto come Crocitta avrà trascritto, al più, in un paio d’ore”.
Pertanto, se l’incarico gli fosse stato conferito da un Tribunale, per la trascrizione dello stralcio di dialogo in questione avrebbe ricevuto € 14,30 (corrispondente ad una “vacazione”, cioè due ore di lavoro). La medesima trascrizione, eseguita nell’interesse di Bellocco, fruttava invece a Crocitta una somma oscillante fra 400 e 500 euro, “obiettivamente spropositata per il lavoro eseguito – si legge ancora nel provvedimento – e che può trovare giustificazione solo nel fatto che Crocitta non aveva semplicemente ascoltato e trascritto due minuti di conversazione, ma aveva anche e soprattutto accettato di scrivere il falso su passaggi rilevanti del dialogo”.
Ora al termine di queste riflessioni sottolineo tre cose.
Una di metodo
: come ho già avuto modo di ricordare su questo blog con i post del 13 e 14 dicembre 2012 (ai quali rimando) il compenso dato a traduttori e interpreti dei Tribunali è ridicolo, ragione per cui alcuni possono ingiustificabilmente cadere in tentazione.
La seconda cosa che sottolineo è una ripetizione parziale: quante, per quanto tempo e a opera di chi saranno le trascrizioni infedeli che hanno agevolato le cosche mafiose (in Calabria e altrove)
L’ultima cosa è la più importante: come si può vendere l’anima per 500 euro?
Insisto sul punto a costo di sembrare ridicolo: i principi e i valori non hanno prezzo. Ragione per la quale se (e risottolineo se perchè i giudizi appartengono ai giudici e non ai giornalisti) si provasse che costui (come altri finti servitori dello Stato o collaboratori infedeli) è colpevole, spero che la Giustizia faccia compiutamente il suo corso.
P.S. Venerdì 11 gennaio si è svolto l'interrogatorio di garanzia alla presenza dei pm e dei legali. Crocitta, "anche se provato dalla carcerazione", riferisce l'avvocato Antonino Napoli, uno dei suoi legali, "si è protestato innocente affermando di aver agito, nell'espletamento degli incarichi ricevuti, con lealtà e nel rispetto delle regole senza avvantaggiare nessuno ma trascrivendo ciò che realmente ha ascoltato con gli strumenti tecnici a sua disposizione". Il Crocitta "si è anche rammaricato dell'aggressione mediatica ricevuta in questi giorni che lo ha condannato senza alcun processo sposando acriticamente il principio della contiguità alla 'ndrangheta della cosiddetta sona grigia. La difesa ha già contattato alcuni consulenti di chiara fama internazionale e con provata esperienza nel settore dell'ascolto e trascrizione delle intercettazioni a cui verranno sottoposti i tre colloqui contestati a Crocitta dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria che saranno esaminati con attrezzature sofisticate ed un metodo d'ascolto scientifico. Non esiste in Italia un percorso formativo o un metodo scientifico universalmente riconosciuto e differenti, anche sotto il profilo qualitativo, sono gli strumenti tecnici adottati per l'ascolto ed il filtraggio dei file audio. Ne consegue che, a volte, l'analisi dello stesso ed identico materiale sonoro produce risultati trascrittivi differenti senza che vi sia per questo alcuna volontarietà da parte del perito o consulente di parte di avvantaggiare una o l'altra parte processuale. Non esistono criteri certi che indichino, in maniera univoca, le soglie di qualità del segnale captato che lo rendono idoneo all'ascolto ed alla trascrizione ed i relativi livelli di attendibilità e, pertanto, non è improbabile che si verifichino risultati contrastanti che devono essere valutati, nel contraddittorio delle parti, dal giudice".
P.P.S. Il 9 aprile 2013 Crocitta è stato mandato ai domiciliari