Il 7 marzo 2012 il sostituto procuratore di Forlì Marco Forte interroga Alfredo Ionetti, consuocero del boss “supremo” di ‘ndrangheta Pasquale Condello. Questo iperattivo ottantenne di Reggio Calabria gestiva a Cesena da una trentina di anni una serie di attività che, secondo la Procura delle Repubblica di Reggio Calabria, erano riconducibili al “supremo”. Per questo, alcuni anni fa, a Ionetti & family sequestra tutto e mette i beni nelle mani di due amministratori giudiziari (N.B.)
Pochi giorni fa – per la precisione il 25 maggio – la Procura di Forlì concorda sul patteggiamento di Ionetti e dei suoi due figli per una serie di reati sui quali è inutile che mi dilunghi ora, visto che mi riesce molto più facile rimandare ai due post in archivio del 18 e 20 giugno.
Quel che mi piace oggi sottoporre alla vostra attenzione è la parte di interrogatorio nella quale Ionetti si presta a rispondere alle domande e prende le distanze dalla ‘ndrangheta e dai contatti pericolosi che gli vengono addebitati.
Ecco l’interrogatorio di Ionetti.
PUBBLICO MINISTERO: I giornali hanno fatto una sintesi molto brutale “hanno arrestato un uomo della ‘ndrangheta”. Lei lo ha letto?
IONETTI ALFREDO: No, no.
PUBBLICO MINISTERO: Anche i giornali di giù, il Gazzettino del Mezzogiorno….
IONETTI ALFREDO: E che poteva essere?
PUBBLICO MINISTERO: Mi spiega questo legame? Perché la affiancano alla ‘ndrangheta?
IONETTI ALFREDO: Mi affiancano alla ‘ndrangheta?
PUBBLICO MINISTERO: Sì, perché ci sono queste notizie di stampa?
IONETTI ALFREDO: Perché lì fanno quello che vogliono.
PUBBLICO MINISTERO: C’è un rapporto di parentela legato a matrimoni?
IONETTI ALFREDO: Non lo so, non lo so, perché sono 32 anni che sono andato via, e se devo essere sincero non so.
PUBBLICO MINISTERO: Lei ha visto che il collegamento lo fanno con la moglie di suo figlio, con sua nuora.
IONETTI ALFREDO: Vabbé, ma quello che fanno con mio figlio, questo è stato un errore. Questo è stato un errore, perché se non c’era questo errore non succedeva queste cose. Però l'errore di mio figlio è uno solo.
PUBBLICO MINISTERO: Uno sposa chi vuole.
IONETTI ALFREDO: Sì, poi ci sono quelle che le prendono per la strada.
PUBBLICO MINISTERO: Uno si sposa anche una colombiana.
IONETTI ALFREDO: Qui è successo questo: io nel ’57 o nel ‘58 avevo un “compare”; prima che mi spossassi, nel ‘58 a febbraio (ha fatto a 54 anni l'altro giorno) questo mi ha fatto da compare d’anello, Morabito, che non ha niente a che fare con Condello. Questo Morabito mi ha fatto da compare d’anello, ed abitavano a 500-600 metri.
PUBBLICO MINISTERO: Compare d’anello vuol dire?
IONETTI ALFREDO: Quando mi sposo.
PUBBLICO MINISTERO: Il testimone di matrimonio?
IONETTI ALFREDO: Sì. Poi è nata questa figlia, la prima, e l’ho battezzata; poi è nata la seconda, e l’ha battezzata.
PUBBLICO MINISTERO: Quindi è stato il padrino?
IONETTI ALFREDO: Questa figlia nel ‘84 gli è capitato questo ragazzo, che è successo un macello, quello che è successo, e se la è sposata. Io non sono andato al matrimonio. Ha sposato una figlia e non sono andato al matrimonio. Quando si è sposata la figlia, mio figlio con mia moglie si sono trovati a Reggio Calabria e sono andati a fare un regalino. Questa ragazza che si è sposato mio figlio era la sorella. Questa ragazzina era piccola, aveva 14-15 anni.
PUBBLICO MINISTERO: E si sono innamorati?
IONETTI ALFREDO: Questo ragazzo aveva una ragazza qui a Cesena da quattro anni, gli gira la testa, l’abbandona e si mette con quella, e aspettava la benedizione.
PUBBLICO MINISTERO: Quindi diciamo che il legame è esclusivamente questo?
IONETTI ALFREDO: Certo.
Fin qui abbiamo capito che Ionetti respinge con fermezza ogni rapporto con la ‘ndrangheta anche se di mezzo c’è un matrimonio del figlio che sposa la figlia di Condello. Un matrimonio che appare se non osteggiato quanto meno digerito malvolentieri visto che suo figlio aveva già una fidanzata a Cesena ma la figlia del “supremo” evidentemente gli aveva fatto girare la “capa”. Lui – dice – al matrimonio non era neppure andato e dire che…negarsi a Condello non è propriamente cosa da tutti.
Ma Alfredo Ionetti nega di sapere e dunque di avere contatti con la ‘ndrangheta anche se tal Giuseppe Morabito gli battezza due figli e gli fa da testimone di nozze. Chi è ‘sto Morabito? Uno che abita ad una manciata di passi da casa di Ionetti a Reggio. Certo. Peccato che sia – sempre casualmente – anche il cognato di Pasquale Condello.
Devo dire – a onore del ver
o – che ugualmente interessante è la parte dell’interrogatorio in cui il pm Marco Forte gli chiede cosa accade quando si reca in Calabria. Leggete.
LA DISCESA IN CALABRIA
PUBBLICO MINISTERO: Quando lei va giù a Reggio Calabria ogni tanto, anche l’ultima volta è che è dovuto andare, la penultima e terzultima volta che è dovuto andare ad un’udienza davanti al Tribunale di Reggio Calabria, ha qualcuno del posto che la viene a prendere all’aeroporto?
IONETTI ALFREDO: Che viene a prendere me?
PUBBLICO MINISTERO: Sì, a Reggio Calabria.
IONETTI ALFREDO: C'è qualcuno, perché io mi fermavo a Villa San Giovanni.
PUBBLICO MINISTERO: Chi la viene a prendere?
IONETTI ALFREDO: A San Giovanni in un albergo.
PUBBLICO MINISTERO: Chi la viene a prendere?
IONETTI ALFREDO: Un ragazzo che conoscevo.
PUBBLICO MINISTERO: Mi dice il nome e il cognome?
IONETTI ALFREDO: Sì, l’hanno segnalato: lui lavora in Tribunale, …OMISSISIS…..
PUBBLICO MINISTERO: Chi è?
IONETTI ALFREDO: E’ un ragazzo poveraccio, sposato con due figli, e lavora in Tribunale.
PUBBLICO MINISTERO: Come si chiama?
IONETTI ALFREDO:…omissis.
PUBBLICO MINISTERO: Fa l’autista?
IONETTI ALFREDO: No, lui è impiegato al Tribunale.
PUBBLICO MINISTERO: E’ un cancelliere?
IONETTI ALFREDO: Siccome quando si è sposato gli ho fatto da compare, perché da noi si usavano questi compari, compari e cugini, e questo ragazzo stava legato a me. Poi si è impiegato in Tribunale, è più di vent’anni che lo conosco.
PUBBLICO MINISTERO: E’ un rapporto di amicizia?
IONETTI ALFREDO: Sì.
PUBBLICO MINISTERO: Perché ho visto che è molto ossequioso e molto gentile quando si deve mettere a disposizione, per venirla appunto a prendere, accompagnarla. Lei ha già capito dove io andavo a parare, lei l’ha capito a metà della mia domanda.
IONETTI ALFREDO: Ma non è che quello ha a che fare con la ‘ndrangheta.
PUBBLICO MINISTERO: Lavora al Tribunale di Reggio Calabria?
IONETTI ALFREDO: Sì.
PUBBLICO MINISTERO: Sa in quale ufficio in particolare?
IONETTI ALFREDO: No, non lo so, non lo so. Non lo so, perché io non mi interesso mai di queste cose. So soltanto che lui, quando sa che io arrivo a Villa San Giovanni, viene.
PUBBLICO MINISTERO: E lo accompagna a casa?
IONETTI ALFREDO: Ma io non voglio certe volte. Ma che devo fare che mi hanno preso la patente? Prima non veniva mai, perché avevo la patente. Ma quando non hai la patente…
E così scopriamo che – altrettanto causalmente e anche in questo caso sembra contro la volontà di Alfredo Ionetti che vi ricorre solo perché è senza patente, a scarrozzarlo per Reggio Calabria ci pensa un dipendente (pare di intuire un cancelliere) del Tribunale di Reggio Calabria “che non è quello che ha a che fare con la ‘ndrangheta”. Se lo dice lui…
La Calabria è una regione meravigliosa! E l’Italia si rispecchia a sua immagine e somiglianza.
I RAPPORTI CON I PREGIUDICATI
Fantastico, infine, è il muro di gomma che Ionetti oppone al pm Forte che gli chiede conto dei suoi contatti e rapporti con i pregiudicati che – ovviamente – non poteva assolutamente avere. Gustatevelo.
PUBBLICO MINISTERO: Lei ha visto che le abbiamo contestato – adesso l'Avvocato ha i nominativi – di avere intrattenuto i rapporti con una serie di pregiudicati.
IONETTI ALFREDO: I pregiudicati, quei tre o quattro che sono lì, Scacciafico, Scacciapomodoro, come si chiama, non lo so, quelle sono tutte truffe che mi hanno fatto, ma io non gli ho dato i soldi.
PUBBLICO MINISTERO: Lei ha questo provvedimento che le impediva di mantenere rapporti sostanzialmente, sia come amministratore di fatto della società, perché in quel momento era diventato una sorta di amministratore di fatto, in presenza di due amministratori giudiziari…
IONETTI ALFREDO: Che dormivano.
PUBBLICO MINISTERO: Sia nell’evitare di avere rapporti con pregiudicati.
IONETTI ALFREDO: Se uno da bambino, da ragazzo cresce un albero, cresce una casa, cresce una famigl
ia, dopo tanto tempo come si può dimenticare?
Scacciapomodoro, scacciafico…trovo personalmente Ionetti di una simpatia smisurata, travolgente. Uno così come si può ritenere – come dicono le malelingue – che sia il cassiere di Pasquale Condello? E infatti ecco come continua a difendere la posizione di fronte al pm che lo incalza.
PUBBLICO MINISTERO: I pregiudicati, lei ci ha parlato con questi?
IONETTI ALFREDO: No, non lo conoscevo, è venuto lui a trovarmi. Poi dopo l’hanno arrestato, due anni fa, quando è stato.
PUBBLICO MINISTERO: Butera Francesco se lo ricorda?
IONETTI ALFREDO: Butera è un trasportatore.
PUBBLICO MINISTERO: Si ricorda di avere tenuto rapporti a cavallo fra il 2009 e il 2012?
IONETTI ALFREDO: Sì, lui veniva sempre a trovarmi.
PUBBLICO MINISTERO: Trifino Cosimo Francesco, stesso periodo?
IONETTI ALFREDO: Trifino Cosimo ha comperato due macchine, che ha lasciato lì, non se le è prese mai.
PUBBLICO MINISTERO: Però ci ha parlato telefonicamente anche lei?
IONETTI ALFREDO: Sì, sì, sì.
PUBBLICO MINISTERO: Gatto Sebastiano e Mizzimenti Saverio?
IONETTI ALFREDO: Quelli sono di Vittoria, gli consegniamo i camion.
PUBBLICO MINISTERO: Ferrigno Giuseppe?
IONETTI ALFREDO: Glieli abbiamo consegnati.
PUBBLICO MINISTERO: Tutte persone con cui ha trattato lei personalmente?
IONETTI ALFREDO: Ho telefonato io a Mizzimenti.
PUBBLICO MINISTERO: Ha trattato lei personalmente con queste persone?
IONETTI ALFREDO: Ma queste persone sono i migliori trasportatori che sono a Vittoria!
PUBBLICO MINISTERO: Lo so, però c'è un provvedimento che diceva che lei non poteva più né trattare, né continuare a fare l’imprenditore…
IONETTI ALFREDO: Ma adesso.
PUBBLICO MINISTERO: Dal 2009.
IONETTI ALFREDO: La Scania fino al 2010 ci ha dato i mezzi.
PUBBLICO MINISTERO: La Scania è Scania e risponderà per Scania, adesso io devo chiedere a lei.
IONETTI ALFREDO: Non mi so spiegare: se Scania fa i …… perché io devo buttare la gente?
Ma sì… trattava lui personalmente con tutti…Non poteva? Ma va là!
A presto con nuove rivelazioni sull’interrogatorio di Ionetti.
3 –– to be continued (le prime puntate sono state pubblicate il 18 e 20 giugno)
N.B A seguito del decreto della Corte di Appello depositato il 24 settembre 2012, di cui entro in possesso oggi 25 ottobre 2012, posso ricordare che già le sentenze del 17 luglio 2008 con la quale il Gup assolse Ionetti, quanto la sentenza definitiva del 18 dicembre 2009 del Tribunale di Reggio Calabria, avevano escluso che i beni fossero riferibili al Condello, assolvendolo dalle accuse di intestazione fittizia e riciclaggio in concorso con Ionetti per insussistenza del fatto. I beni confiscati – si legge nel decreto – sono riconducibili a Alfredo Ionetti.
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