Questa mia inchiesta nella serie sui “Conti dei Comuni” è stata pubblicata martedì 10 aprile sul Sole-24 Ore. La ripropongo per coloro che non avessero potuto leggerla sul quotidiano
Il pallottoliere dei fondi comunitari su Cagliari ha rischiato di non girare più.
Con i soli Fondi europei di sviluppo regionale (Fesr) programmati per il periodo 2007/2013, sul capoluogo sardo – secondo un’elaborazione della Regione Sardegna per il Sole-24 Ore – dovrebbero piovere 253.749.643, 98 euro suddivisi tra 91 opere pubbliche nelle quali c’è di tutto: dal ciclo integrato dell’acqua alla difesa del suolo, dall’archeologia alla formazione, dall’industria alle politiche urbane, dalla mobilità all’ambiente.
Alcune sono opere imponenti, come il completamento del sistema fognario che prevede una spesa di 10,2 milioni o l’impianto di trattamento dei rifiuti per il quale sono stati stanziati 15, 6 milioni o, infine, come la metropolitana leggera di Cagliari per la quale sono stati messi in bilancio 33 milioni.
Altre sono minuzie anche se rappresentano un contributo importante alla storia e alla cultura di Cagliari, come i 55mila euro per il consolidamento dei costoni rocciosi dei bastioni o i 91mila euro per il restauro dell’ex Palazzo civico. Altri, infine, appaiono come risorse “tappabuchi” come i 54mila euro per il centro di ascolto e integrazione sociale per le persone svantaggiate o, ancora, gli 81 mila euro per la cartellonistica.
Soldi, tanti soldi, che dovrebbero cambiare volto e rilanciare una città che vive una crisi drammatica: secondo i dati aggiornati dell’Agenzia regionale per il lavoro 31.835 persone sono in cerca di prima occupazione o tentano di rientrare nel circuito economico dopo esserne stati espulsi (i residenti in età lavorativa sono 141.344).
Che qualcosa non andasse – ad un certo punto – lo hanno capito la Regione e lo stesso Comune che il 13 maggio 2011 hanno stipulato un protocollo d’intesa nel quale si possono ancora oggi leggere le priorità di spesa che avrebbero dovuto sbloccare milioni rimasti sulla carta.
Solo per parchi, centro storico e qualità della vita nei quartieri erano stati previsti 31,1 milioni ai quali dovevano essere aggiunti i 148,3 che includevano, oltre ai capitoli citati, anche le opere fronte-mare. Un protocollo – dicono i maligni – siglato tra due governi locali dello stesso colore politico in piena campagna elettorale: il centrodestra del neo eletto Governatore Ugo Cappellacci e del sindaco cagliaritano a fine corsa Emilio Floris.
Il primo giugno dello stesso anno la poltrona di primo cittadino sarà conquistata da Massimo Zedda. E in quel momento il pallottoliere dei finanziamenti che correvano il rischio di essere persi ha cominciato a girare.
“Quando mi sono insediato – racconta questo “finto giovane politico” di 36 anni, del Sel, consigliere comunale dal 2006, nato e cresciuto nella cultura di sinistra e del sindacalismo rosso – la prima cosa che ho scoperto sono state le lettere, abbandonate nel cassetto, di definanziamento di progetti comunitari per decine di milioni. E’stata una vera e propria corsa contro il tempo e siamo arrivati, in alcuni casi, sul filo di lana. La cosa più incredibile è stato però scoprire che l’ufficio per la programmazione comunitaria e quello per la programmazione strategica, che pure erano fisicamente uno di fronte all’altro, non comunicavano e andavano ciascuno per proprio conto”. Tra i primi impegni assunti, aggiunge la direttrice generale Maria Cristina Mancini, “c’è stata dunque la riorganizzazione dei servizi e delle funzioni”.
La Giunta – a fine anno- ha recuperato un finanziamento di 10 milioni per la riqualificazione urbana del lungomare Poetto, 5 milioni per il recupero e l’ampliamento del porto di Sant’Elia e un finanziamento regionale di sei milioni – originariamente destinati alla realizzazione di un nuovo Palazzetto dello Sport per il quale non sarebbero stati sufficienti – per realizzare interventi di manutenzione straordinaria e mettere in sicurezza gli impianti sportivi comunali (piscine, palestre e campi).
Giuseppe Farris, avvocato, capogruppo del Pdl, oggi all’opposizione dopo essere stato per anni assessore al Personale, candidato sconfitto (a sorpresa) per il centrodestra nel 2010 alla carica di Presidente della Provincia di Cagliari e sindaco-ombra di Floris – definizione di fronte alla quale tradisce un sorriso che può essere anche letto come una smorfia – non ci sta e ribalta il tavolo. “Non è vero nulla di ciò che racconta Zedda, ostaggio dei movimenti ambientalisti – dice secco ma con un’affettata flemma, spaziando da Karamazov a Silone come se si trovasse al circolo della cultura – e con il 18% in meno di personale abbiamo erogato il 21% di servizi in più. Ma quale incompatibilità, ma quale dialogo tra sordi!”. Sarà anche ma quei 15 milioni della Ue recuperati a fine dicembre sul filo di lana, tanto che sono stati in fretta e furia pubblicati i bandi di gara, sono un fatto oggettivo e non soggettivo.
Più ci si addentra nei conti del Comune e più ci si rende conto che il pallottoliere dei Fondi Ue non è l’unico a mettere sotto pressione il bilancio. “Come se non bastasse il benvenuto della corsa contro il tempo per le risorse comunitarie – spiega Zedda – abbiamo dovuto pagare otto milioni per un contenzioso che si trascinava dal 1976 e questo vuol dire che i problemi, indipendentemente dal colore politico che ha governato questa città, si trascinano da anni”.
I contenziosi sono una vera e propria bomba a tempo che rischia di far saltare i conti del bilancio, tanto che nei capitoli contabili sono stati accantonati oltre 40 milioni per far fronte ad ogni esigenza. Quello più esplosivo, che data 1995, è con la società IsGas, concessionaria del servizio di gestione, distribuzione e commercializzazione del gas, come si legge anche tra le righe del “Documento relativo alle performance 2011/2013” del Comune.
Nel 2005 si arrivò a una transazione secondo la quale il Comune avrebbe dovuto versare 42 milioni a IsGas. Nel 2008, però, il Municipio fece ricorso – pur ammettendo di aver compiuto gravi errori di tipo industriale e amministrativo – chiedendo che la somma concordata fosse stabilita «utilizzando il criterio di stima industriale», che il giudice ha accettato nell’ottobre 2010. La soluzione però è ancora lontana, come ammette il sindaco che, della eventuale sconfitta in sede giudiziaria, fa persino una stima: saranno 25 i milioni che potrebbero uscire dalle casse municipali.
Se aggiungiamo anche il contenzioso sui lavori per il parcheggio interrato di via Roma quei 40 milioni accantonati per prudenza, da questa come dalla precedente amministrazione, corrono il rischio di bastare solo per le parcelle degli avvocati esterni all’amministrazione, che vanno a botte di 25 mila euro a consulenza nonostante l’Avvocatura interna non sia certo scoperta. Su di essa, però, aleggerebbe l’ombra di una vicinanza ideologica alle precedenti giunte di centrodestra.
Il contratto per la costruzione del parcheggio interrato è stato risolto unilateralmente dalla nuova Giunta e questa volta il pallottoliere lo fa girare Farris che ha fatto i conti dell’eventuale sconfitta in sede giudiziaria, dove Municipio e impresa aggiudicatrice dei lavori, si sono dati da tempo appuntamento. “Il Comune pagherà una penale tra 800mila euro e un milione – spiega – ai quali vanno aggiunti 10mila euro al giorno per il mancato utilizzo delle maestranze e dei mezzi dell’impresa che si è aggiudicata regolarmente la commessa. Sono 300mila euro al mese oltre alla rivalutazione e agli interessi”. Il pallottoliere del parcheggio mai realizzato gira ogni giorno e finora – per difetto – la cifra che potrebbe gravare sulle casse municipali è di 3,2 milioni. L’assessore al Bilancio Gabor Pinna non ci sta e dice: “Nessun giudice ci condannerà perché la risoluzione contrattuale ha tutti i requisiti di legge”.
Il botta e risposta tra opposizione e maggioranza è continuo. “Il rendiconto all’esercizio 2010 effettuato da questa Giunta – dice Farris – ha dovuto riconoscere che 9 parametri su 10 del patto di stabilità sono stati rispettati” “Vero – ribatte Pinna – ma quantità non vuol dire qualità”.
In questo batti e ribatti c’è solo una certezza: i pallottolieri dei conti comunali continuano a girare mostrando “numeri” incredibili.
LE SPESE PAZZE NASCOSTE. ANCHE UN DETECTIVE PRIVATO
Cosa ci facesse un contratto di affidamento ad un’agenzia investigativa tra i conti della Scuola civica di musica Cagliari – una delle dieci società partecipate dal Comune – è ancora oggi un mistero che – come del resto altri – non è sotto la lente della sola magistratura contabile ma anche della Procura, che ha aperto un’indagine.
“Forse l’agenzia investigativa – sorride a amaramente il sindaco Massimo Zedda – poteva servire a capire dove siano finite le ricevute e i conti di questa società”.
Un dirigente del Comune che preferisce non rivelarsi perché è stato già ascoltato dalla magistratura, ricorda come è nata l’anomala scoperta. “Abbiamo ricevuto parecchie mail e segnalazioni di irregolarità e di una gestione non trasparente – spiega – e per questo abbiamo deciso di vederci chiaro, trovando addirittura compensi pagati per ruoli che nel regolamento della Scuola non sono neppure contemplati”.
Tutti i conti sono passati sotto la lente dalla amministrazione guidata da Zedda e – nonostante la ricognizione sia da poco iniziata – quella della Scuola civica non è l’unica scoperta. Le spese “pazze” sembrano non avere fondo. Per esempio quelle per gli affitti. “Finora abbiamo scoperto che versavamo 1,1 milioni all’anno – certifica l’assessore al bilancio Gabor Pinna – per stabili presi in affitto di cui potevamo tranquillamente fare a meno. Come per esempio i 626mila euro all’anno versati per gli uffici comunali di Palazzo Doglio che potevano essere ospitati nelle altre strutture di nostra proprietà”.
Se – per la quantità delle risorse – questo risulta l’affitto più salato, gli altri contratti risolti o in via di risoluzione presentano altri tipi di stranezze. Ad esempio il Comune versava 218mila euro all’anno per gli uffici del Lavoro della Provincia, posti oltretutto sopra una sala Bingo che suonava come una beffa per i cagliaritani che senza occupazione erano magari tentati – dopo aver compilato un modulo per la ricerca di un posto – a puntare quei pochi soldi a disposizione.
Paradossali anche i 72mila euro all’anno che venivano impegnati per affittare le aule di una scuola privata, solo per averne i disposizione i locali, anziché distribuire i ragazzi nelle altre scuole pubbliche della città. Per un appartamento di Viale Diaz della partecipata Multiservizi venivano versati 14.400 euro all’anno “senza alcun motivo” spiega il sindaco e, tagliando qui e la, per il momento il Comune ha sciolto altri cinque contratti per un totale di ulteriori 196mila euro all’anno. Siccome l’appetito vien mangiando, prima di salutare l’inviato del Sole-24 Ore, il sindaco allunga un foglietto in cui si legge che nel mirino ci sono altri spazi comunali affidati con trattativa privata a soggetti ai quali veniva anche riconosciuto un contributo per la gestione. Il primo per l’Antico Palazzo di città, con un contributo alla cooperativa affidataria di 80mila euro all’anno; il secondo per i locali nel Bastione Saint Remy, con un contributo alla coop affidataria per un identico contributo annuo. Un appartamento del Comune in Via Dante, infine, era stato assegnato gratuitamente a un’associazione privata di bed & breakfast.
Anche la Giunta Floris era intervenuta sulle spese. Il 25 febbraio 2011 sciolse l’agenzia Ask, nata per creare sviluppo e occupazione, e costata 800 mila euro senza produrre un solo posto di lavoro. Al centro di polemiche per la scarsa trasparenza nelle gestione, sull’agenzia fu anche presentato un esposto alla Procura da parte dell’ex segretario generale del Comune.
IMPOSTE E TASSE: ARRIVA LA TASK FORCE
Irpef e Imu – mai come in questo momento di grave crisi economica – sono patate bollenti nelle mani degli amministratori pubblici locali che cercano di fare salti mortali per non gravare sulle tasche dei cittadini. Non fa eccezione il Comune di Cagliari, alle prese con l’approvazione del bilancio di previsione 2012 che, come nel resto degli 8mila municipi italiani, sconta il fatto di non sapere con certezza quali saranno i trasferimenti erariali dello Stato. Obbligatoria, dunque, la gestione provvisoria di bilancio.
La Giunta proprio in questi giorni ha presentato il piano sull’Irpef e sulla nuova imposta immobiliare. Seguendo il principio di progressività, come pochi altri Comuni in Italia, a Cagliari l'addizionale Irpef verrà applicata, come previsto dalla legge nazionale, utilizzando gli scaglioni di reddito e non più le fasce di reddito (come accadeva fino allo scorso anno). La Giunta ha inoltre previsto l'esenzione totale per i redditi sino a 10mila euro e aliquote progressive sino allo 0,8% per redditi oltre i 75mila euro.
Per quanto riguarda l’Imu le aliquote previste sono le seguenti: 0,5% sulla prima casa, applicata anche alla pertinenza; 0,86% sulla seconda casa concessa in locazione a canone concordato e agli immobili concessi in comodato d'uso a parenti entro il primo grado; 1,06% per le seconde case che risultano sfitte; 0,96% per tutti gli altri immobili diversi da quelli indicati.
“L'obiettivo – spiega il sindaco Zedda – è soprattutto quello di far emergere il nero: confrontando i dati dei nostri uffici, da cui risultano diverse migliaia di case sfitte in città, e i dati raccolti dalle associazioni studentesche Udu e Unica 2.0 in un questionario tra gli studenti, risulta che il 90% ha affitti in nero (20mila fuori sede su una popolazione di 31mila studenti). Intendiamo dunque incentivare contratti d'affitto regolari con premialità per i proprietari di seconde case”.
La lotta all’eva
sione è un pallino fisso della Giunta. “All’atto del nostro insediamento – continua Zedda – abbiamo ad esempio scoperto che in materia di tassa sui rifiuti l’evasione arriva a picchi del 30-40%. Anche il solo recupero del 5% della tassa evasa ci permetterebbe di non innalzare le tariffe. La stessa logica vale per gli altri tributi ed è per questo motivo che abbiamo deciso di istituire una task force antievasione che, contemporaneamente, aggiorni anche le banche dati. Si figuri che abbiamo 9mila pratiche urbanistiche bloccate, molte delle quali addirittura dal 1985. Con i maggiori incassi previsti contiamo di ripagare la spesa della task force in cinque anni”.
PATROMONIO: ANCHE LO STADIO NEL MIRINO
Sette pagine allegate alla proposta della delibera di Giunta del 29 marzo descrivono sommariamente i 133 beni immobiliari da valorizzare o vendere (per fare cassa) nel periodo 2012/2014. Tra questi al numero 117 fa bella mostra anche la valorizzazione delllo Stadio Sant’Elia che ha visto le prodezze di Gigi Riva che trascinò la squadra ad uno storico scudetto e che ora, invece, sembra diventato un quotidiano terreno di scontro tra l’amministrazione comunale e il presidente del Cagliari Massimo Cellino che per disperazione ha portato i giocatori a disputare le ultime partite di campionato a Trieste.
Il documento prevede la vendita di diverse «aree cortilizie» dei palazzi di edilizia residenziale, oltre a quella di alcuni appartamenti e locali commerciali. Verrà venduta l'ex sede dell'associazione Vivicastello in via Martini: secondo gli uffici comunali entreranno in cassa almeno 460mila euro. Saranno venduti altri immobili in vico Sulis, nel Corso, in via Sonnino e via Alghero. Grazie a questa “manovrina” potrebbero entrare circa due milioni. Nella stessa delibera la Giunta – che è stata obbligata a rettificare quella precedente, del 28 febbraio – dichiara guerra agli inquilini morosi degli edifici popolari: è stata infatti prorogata la convenzione con Equitalia per recuperare i canoni ancora non riscossi.
Ma non è solo la valorizzazione del patrimonio immobiliare – da vendere o da mettere a maggior profitto – ad essere al centro delle strategie di dismissione o valorizzazione del Comune. Un altro tassello fondamentale è rappresentato dalla società partecipate che, complessivamente, sono 10.
Caso più unico che raro, la Ctm (la Concessionaria per le linee pubbliche urbane ed extraurbane del capoluogo) è un gioiellino: produce utili, non ha debiti e la Giunta pensa addirittura di ampliarne i compiti dotandola di mezzi che, con un corso di formazione del personale, permetteranno di risparmiare sulla esternalizzazione di alcuni servizi. Altro caso curioso è quello della società ippica – che non gestisce corse ma servizi anche sociosanitari – che si autosostiene e per la quale è previsto il pareggio di bilancio entro l’anno.
Quella che invece non serve è il Consorzio turistico Sardegna Costa Sud che verrà con ogni probabilità chiuso. Paradossale la storia dell’”Its, area vasta”, società consortile per la mobilità. Quando il discorso cade sul suo futuro il sindaco allarga le mani, si rivolge ai suoi collaboratori e non ricevendo aiuti conclude: “Non sappiamo neppure cosa sia, abbiamo persino chiesto quali fossero i compensi dei dirigenti e non abbiamo ricevuto risposta”. Con queste premesse il destino sembra segnato.
PERSONALE: INCARICHI ESTERNI NEL MIRINO
Per gli uni – la maggioranza – calano. Per gli altri – l’opposizione – sono fonte di clientelismo. E’ sempre così quando al centro del dibattito ci sono le politiche di spesa del personale.
La Giunta nota che in un anno – dal 2010 al 2011 – gli addetti sono calati. Erano 1.508 e sono diventati 1.450 ma, soprattutto, sono diminuiti i dirigenti. Con le forze in casa la Giunta sta procedendo a una riorganizzazione che dovrebbe portare a una maggiore efficienza dei servizi a parità di spesa.
L’opposizione non ci sta. Il gruppo consiliare del Pdl, a fine 2011, ha convocato in pompa magna una conferenza stampa diffondendo un libretto di 136 pagine all’interno delle quali erano minuziosamente descritti gli sprechi e i favoritismi dei primi sei mesi di vita della Giunta Zedda. Spiccavano quelli in favore di persone “amiche” ma prima di giungere a questo, il gruppo del Pdl ha descritto uno scivoloso raffronto sulla gestione dei precari tra la “vecchia” e la “nuova” amministrazione. La Giunta Zedda ha programmato la stabilizzazione di 8 precari (su 103 persone censite) tra quest’anno e il 2013 mentre la precedente amministrazione guidata da Floris li aveva assunti tutti e in un’unica soluzione. Il Pdl esalta quest’ultimo primato ma, alla luce della gestione non sempre trasparente di questa tipologia di ingressi nel mondo del lavoro, è difficile dire se sia un vanto o una vergogna.
Quanto ai favoritismi eccoli serviti. Il segretario particolare, il portavoce e l’addetto stampa, per 2 anni e mezzo, graveranno per 360mila euro sulle casse del Comune. Questo, per il Pdl, è solo uno spaccato di una spesa – per le assunzioni nello staff del sindaco e della Giunta, nominati intuitu personae – ben più ampia: 1,1 milioni che contemplano anche la chiamata diretta di tre istruttori amministrativo-contabili e un numero non meglio precisato di segretari particolari designati da vari assessorati. L’”opacità della gestione delle risorse umane tocca, almeno per ora, l’acme – si legge a pagina 36 del libretto pubblicato dal Pdl – con la valorizzazione del segretario aziendale della Cgil, la stessa organizzazione sindacale di cui è stata dirigente fino al suo insediamento l’attuale assessore al Personale e, in passato, il presidente del consiglio comunale”.