Cari amici di blog nel mio ultimo libro “Vicini di mafia – Storie di società ed economie criminali della porta accanto” che fino al 15 dicembre potrete acquistare in edicola con il Sole-24 Ore al prezzo di 12,90 euro oppure su www.shopping24.ilsole24ore.com, un ampio capitolo è dedicato a Roma e un altro ampio capitolo è dedicato al Lazio (vi invito all’acquisto perché ne scoprirete di ogni colore sulle mafie nella Capitale e dintorni). In provincia di Latina, in particolare, la situazione appare “persa” anche per le mire delle mafie sul mercato ortofrutticolo di Fondi al quale dedico molto spazio. Ebbene la cronaca è più veloce dei libri. Ecco infatti il racconto di quanto i magistrati hanno scoperto solo pochi giorni fa.
Antonio Aquilone di Casapesenna detto Gheddaffe o biscotto è un nome che poco o nulla vi dirà se non siete casertani e se non seguite le cronache nere e giudiziarie.
Il collaboratore di giustizia Antonio Barracano, il 12 maggio 2010 delinea l’appartenenza di Aquilone al clan dei casalesi con meri compiti direttivi ed operativi:
Un altro collaboratore di giustizia, Salvatore Laiso, in un interrogatorio dell’ 8 ottobre 2010, conferma l’appartenenza di Aquilone al clan dei casalesi e precisamente a Michele Zagaria e a Raffaele Diana, alias "Rafilott".
Leggete cosa dice: […] “Un altro affiliato di cui non ho visto sino a oggi la foto è Antonio Aquilone detto Antonio Biscotto, prima era affiliato a Michele Zagaria e oggi è passato a Rafaelotto Diana […]”
C’è infine l’ultimo pentito che esce, anch’esso, dall’ordinanza di custodia cautelare con la quale il il 31 ottobre il gip Pasqualina Paola Laviano ha disposto l’arresto di nove persone su richiesta dei pm Cesare Sirignano, Francesco Curcio e Ivana Fulco della Direzione distrettuale antimafia di Napoli.
Tra gli arrestati o tra persone già in carcere e raggiunte da nuove richieste di custodia cautelare e ritenute dall’accusa appartenenti a diverse organizzazioni di tipo mafioso operanti in Campania e Sicilia, spiccano Gaetano Riina, fratello del boss Salvatore, e Nicola Schiavone, figlio di Sandokan. Tra le accuse quelle di avere di fatto monopolizzato con metodi criminali i traffici nei mercati ortofrutticoli centromeridionali ma soprattutto sfruttare le rotte per traffici di armi e droghe.
L’ultimo pentito che parla con i pm di Napoli è Francesco Cantone che nell’interrogatorio del 16 novembre 2010 dirà: “Di Pagano Costantino ne ho sentito parlare solo a seguito dei noti arresti effettuati quest’anno dalla Dda di Napoli. Non lo conoscevo proprio prima. Quanto in generale alla questione dei mercati ortofrutticoli, e, in particolare , quanto al mercato di Fondi, posso darle questa notizia che ho appreso in carcere da Aquilone Antonio, affiliato al clan dei casalesi fazione Michele Zagaria, subito dopo l’arresto di Pagano Costantino e del figlio di Francesco Schiavone “Cicciariello”. L’Aquilone mi disse che lui stesso era presente quando si incontrarono, in un periodo compreso tra l’arresto di Setola e l’arresto di Aquilone avvenuto nel settembre 2009. Michele Zagaria e Nicola Schiavone di Francesco. Mi specificò che i due si scambiavano le seguenti frasi:
Nicola Schavone: “Michele tu vuoi bene a mio padre?”
Michele Zagaria: “Certo!”
Nicola Sschiavone: “Allora devi volere bene anche a me, lascia stare il mercato di Fondi perché è una cosa che me la vedo io”.
In pratica era successo che Michele Zagaria aveva delle amicizie all’interno del mercato di Fondi, non so se tra i commercianti o gli autotrasportatori, e, attraverso costoro voleva gestire il mercato. Nicola Schiavone se ne accorse e disse a Michele Zagaria di non intromettersi".
Morale della favola: il mercato ortofrutticolo di Fondi è conteso. Non però dalla libera concorrenza tra gli operatori sul mercato. Dalla camorra.
r.galullo@ilsole24ore.com
4- to be continued (le precedenti puntate sono state pubblicate il 18 novembre, il 1° e il 2 dicembre)