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Cari amici ho letto per me e per voi le 46 pagine della relazione della Questura di Reggio Calabria – datata 19 settembre 2011 – sull’omicidio di Francesco Fortugno, vicepresidente del consiglio regionale della Regione Calabria, assassinato a Locri il 16 ottobre 2005.
La Questura ha poi spedito la relazione alla Procura di Reggio che, a sua volta l’ha spedita alla Commissione parlamentare antimafia che aveva chiesto di approfondire la questione dopo che una prima informativa della Questura di Reggio (datata 1° dicembre 2005) sembrava aprire scenari nuovi su quell’omicidio (ma per questo, oltre agli articoli sul Sole-24 Ore, vi rimando all’archivio di questo blog nei giorni 14 maggio 2011 e 14, 15 e 16 ottobre 2011 e 9 agosto 2010).
Quest’ultima relazione sgombra (sgombrerebbe) il campo da ogni dubbio: nella telefonata intercorsa e intercettata a Prato il 13 ottobre 2005 tra il vecchio Don Mico Libri, Antonino Sinocropi e Salvatore Tuscano non si faceva riferimento al clamoroso omicidio di Francesco Fortugno (che avverrà tre giorni dopo) ma a Demetrio Berna, che all’epoca dei fatti era consigliere comunale di maggioranza (dal 2002 al 2007) con Giuseppe Scopelliti sindaco e che attualmente ricopre la carica di assessore al Bilancio, programmazione economica e tributi nel Comune ora guidato da Demetrio Arena.
Prima di passare al setaccio i dubbi che questa seconda relazione pone se analizzata allo specchio con la prima, anche questo umile e umido (visto il tempo dalle mie parti) blog vuole sgombrare il campo da un dubbio: l’unico testimone di quella telefonata che avrebbe potuto fare piena luce sul significato di quella telefonata intercettata – vale a dire Antonino Sinicropi attualmente detenuto a Prato, ricorrente, condannato a 6 anni di pena per 416 bis commi 4 e 5, che dovrebbe lasciare il carcere il 20 luglio 2013- si è avvalso della facoltà di non rispondere. Gli altri due interlocutori – Don Mico Libri e Salvatore Tuscano – sono morti.
Con due righe e mezza a pagina 27 la Questura sbriga la faccenda nei termini che vi ho descritto. Né più ne meno. Per carità tutto legittimo e reale ma bisogna legittimamente porsi interrogativi su quel silenzio (assenso o dissenso?).
In attesa di risposte che solo Sinicropi potrà dare, magari dal 20 luglio 2013, passiamo alla certezza (odierna e non certo passata) della Questura di Reggio Calabria e, di conseguenza, della Procura di Reggio.
Su cosa si basa la certezza che al centro del colloquio tra i tre compari non ci fosse Fortugno ma l’imprenditore-politico Berna? Dall’analisi del passaggio cruciale – frutto di ripulitura e riascolto secondo le più moderne tecniche di riascolto delle registrazioni – che vi riporto fedelmente:
Tuscano: da lunedì in poi ridiamo…
Sinicropi: da martedì in poi…Zio, da martedì in poi ti conserviamo tutti i giornali e te li mandiamo tutti…in una volta…
Tuscano: chi va a sparare di mestiere
Sinicropi: l’imprenditore
Tuscano: lunedì mattina saliamo sopra a Piazza Castello…c’è un ufficio…
Questo il passaggio, dal quale la Questura evince che:
a) il crimine avrebbe dovuto essere commesso lunedì mentre Fortugno è stato assassinato domenica;
b) di conseguenza i giornali sarebbero stati conservati da martedì e non da lunedì come sarebbe stato logico se si fossero riferiti a Fortugno;
c) di mezzo c’è un imprenditore e Fortugno non lo era:
d) il luogo era Piazza Castello a Reggio nelle cui vicinanze la potenziale vittima aveva un ufficio e non certo Locri nella quale Fortugno viveva.
L’attenzione dei media dunque e il clamore dell’iniziativa – sulle quali cose Don Mico Libri invitava nel colloquio a fare molta attenzione – avrebbero attirato l’attenzione di tutti a partire da martedì 18.
Il riferimento, anch’esso contenuto nella telefonata a “compare Fortugno”, infine, non deve intendersi, appunto, al vicepresidente del Consiglio calabrese ma a un qualche Fortugno imprenditore o commerciante o con qualche interesse nel settore della forestazione (e via con un elenco di Fortugno titolari di imprese molte della quali cessate addirittura nel 1979 e dunque non si sa perché inserite nell’elenco), visto che “l’argomento principale dell’incontro a Prato del 13 ottobre – scrivono a pagina 16 i dirigenti della Squadra mobile Antonio Cortese e Luigi Silipo – era stato la suddivisione del denaro proveniente dalle tangenti sui lavori da effettuare, o già effettuati, a Reggio Calabria”.
UN RIFERIMENTO CERTO
Nella relazione della Questura di Reggio del 16 settembre di quest’anno si riporta un solo riferimento certo all’omicidio Fortugno (peraltro già contenuto nell’informativa Testamento del 26 febbraio 2007) ricavato dal colloquio del 18 febbraio 2006 nella casa di Domenico Libri, tra lo stesso Don Mico e il figlio Giuseppe. “Nella conversazione – scrivono i dirigenti della Mobile – i due interlocutori dimostrano di non essere in possesso di alcuna informazione sugli autori, i mandanti e i motivi dell’omicidio del vicepresidente del consiglio regionale, assassinato pochi mesi prima…”.
Dall’analisi del colloquio si evince che “il figlio di Domenico Libri – scrivono ancora i dirigenti della Questura Antonio Cortese e Luigi Silipo – ritiene che le responsabilità dell’omicidio saranno attribuite alle cosche Cataldo e Cordì di Locri già responsabili di numerosi omicidi e della cruenta guerra di mafia iniziata nel lontano 1968, guerra che, all’epoca dell’omicidio del vicepresidente del consiglio regionale era ancora in fase acuta…”.
E infine scrive la Mobile a pagina 43: “Al contrario, le intercettazioni ambientali effe
ttuate sempre presso la l’abitazione di Domenico Libri, hanno fatto emergere chiaramente che quando gli interlocutori erano a conoscenza di notizie riguardanti un fatto omicidi ario, ne parlavano ampiamente con dovizia di particolari…”.
Fin qui la cronaca dei fatti salienti che escludono il riferimento dei tre intercettati a Prato all’omicidio di Francesco Fortugno.
Nel prossimo post porrò a me stesso e a voi delle domande (senza risposta) sulla conclusione alla quale è giunta l’attuale vertice della Questura (non il precedente) e di conseguenza la Procura di Reggio Calabria.
r.galullo@ilsole24ore.com
1- to be continued