“Le dinamiche proprie della stretta cointeressenza del Gangeri* con una delle cosche di ‘ndrangheta operanti nell’area territoriale cui è riconducibile il porto di Gioia Tauro, ovvero quella dei Pesce, già desumibili dall’indagine Solare, trovano, quindi, ulteriore conferma”. E’ quanto si legge a pagina 981 della recentissima ordinanza Crimine 3 della Procura della Repubblica di Reggio Calabria e alla quale da alcuni giorni (si vedano ultimi 3 post in archivio) sto dedicando una lettura “trasversale”. Ieri – e oggi – mi sono occupato e mi occupo dei controlli all’interno del Porto, delle compiacenze e delle mani delle cosche su ogni tipo di attività. Compreso quella dedicata al narcotraffico, che è poi proprio il filone investigativo e giudiziario principale dell’operazione.
In quella frase sopra evidenziata, si riporta un cognome: Gangeri*, già emerso appunto nell’operazione Solare del 2008.
E’ così vengono riportati alla luce dai magistrati reggini in questa ordinanza i contatti del supposto comitato criminale interno al Porto, del centro di potere parallelo evidenziato da un’ispezione del gennaio 2007 (si veda in archivio il post di ieri) con Rinaldo Carmelo Gangeri*, di nuovo indagato per associazione a delinquere aggravata dal metodo mafioso e narcotraffico in questa operazione Crimine 3 e già gravato da precedenti di polizia per associazione di tipo mafioso e contrabbando, legato da vincoli di parentela con Vittorio Italo Gangeri, già proprietario di quote della Serport Srl e consigliere nell’ambito della medesima società all’epoca degli accertamenti.
Serport srl, scrivono i magistrati a pagina 939, era già emersa in passate vicende giudiziarie quale entità commerciale di riferimento delle famiglie “Piromalli- Molè”, in considerazione del “ruolo chiave” rivestito in tale contesto societario da soggetti certamente organici alle due consorterie criminali.
Ulteriori accertamenti svolti dal Ros dimostravano l’esistenza di altri collegamenti con il centro di potere occulto interno al Porto e tutto ciò, si legge nella stessa pagina, “induceva ancor più ad ipotizzare un fattivo controllo nella gestione delle attività doganali del porto di Gioia Tauro da parte del consorzio criminale Piromalli- Molè”.
ARRIVA LA PROCURA
In considerazione degli accertamenti del Ros, la Direzione distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, l’11 maggio 2007, emetteva una delega d’indagine che si inseriva a pieno titolo nel corpo delle precedenti indagini condotte dalla stessa Dda, tese alla disarticolazione del tessuto criminale nella piana di Gioia Tauro e alla comprensione dei meccanismi clientelari-malavitosi volti allo sfruttamento delle enormi risorse economiche originate e indotte dalla realtà portuale.
Coerentemente, venivano quindi effettuate attività tecniche che videro coinvolti sia soggetti di natura commerciale, che funzionari dell’autorità doganale.
Il monitoraggio ha permesso di accertare come il tessuto produttivo della portualità gioiese fosse fortemente pervaso da importanti infiltrazioni delle maggiori consorterie criminali della Piana: le cosche Piromalli, Molè, Pesce e Bellocco.
I referenti mafiosi nella piana di Gioia Tauro infatti, avvalendosi di diverse figure professionali e imprenditoriali, riuscivano, tra l’altro, a governare di fatto i flussi commerciali di merce cinese in ingresso nel territorio nazionale, facendoli convergere verso la frontiera marittima del porto.
Numerosi sono i fatti reato acclarati, commessi proprio nel quadro delle attività imprenditoriali ruotanti attorno al Porto.
VUOLE DISTRUGGERE IL PORTO
Nella corposa ordinanza Crimine 3 della Procura di Reggio Calabria ci sono anche alcuni dialoghi intercettati che fanno capire il clima in cui (solo fino a qualche anno fa?) viveva il Porto di Gioia Tauro. Il riferimento temporale è obbligato da quanto scandito dai pm nell’ordinanza Crimine 3 ma la sensazione è che poco o nulla sia cambiato: le attività nello scalo di Gioia, direttamente o indirettamente, sono controllate dalle cosche. Non c’è nulla che sfugga e non sia frutto di una strategia: anche l’attuale e apparente silenzio delle ‘ndrine sul misterioso futuro dell’area portuale.
Ci sono imprenditori che dicono di un concorrente: “…faceva gli imbrogli suoi …acchiappava il funzionario gli dava la mazzetta…e faceva i fatti suoi”.
Ci sono altri che, riferendosi a supposti rappresentanti del comitato criminale interno al Porto, dicono: “si ma lui è cazzone … perché con questo fare lui ha distrutto il porto di Gioia Tauro… lui a Gioia Tauro adesso si è preso tutte le banane…mentre noi ancora dipendiamo da Napoli come Dogana … che cazzo ha combinato … a Gioia Tauro vedete che portano le banane…nelle banane c’è la droga… tutti i santi giorni arrivano i Finanzieri da Napoli…arrivano le squadre speciali da Napoli…tutte quelle banane ci stanno combinando una ciofeca”
C’è poi un altro imprenditore che dice: “…allora lì entro basta che hai un amico voglio dire i contenitori te li cacciano senza che te li controllano?! In grandi linee diciamo…” E l’amico gli risponde: “ Più o meno come facciamo un po’ tutti…solo che io mi sono fatto i cazzi miei sempre gli altri …noi perché siamo intelligenti…che se scoppia una guerra … scoppia per tutti…non è che io posso essere invidioso di te perché lavori di più…”
Ci fermiamo qui. Forse è il caso. Credo, però, che i magistrati, anche mentre io scrivo, continuino a indagare per capire se i verbi sul centro di potere occulto interno e sullo strapotere delle cosche debbano essere declinati al passato o al presente. Secondo voi?
2 –the end (la precedente puntata è stata pubblicata ieri, 20 luglio)
* in data 29 ottobre 2015 Gangeri Rinaldo comunica a questo blog di essere stato assolto, CON SENTENZA PASSATA I N GIUDICATO, per non aver commesso il fatto. Doveroso dirlo. Un cronista non è un giudice e dunque questa precisazione è dovuta. Troverete anche la mail pubblicata nei commenti.
p.s. Invito tutti ad ascoltare la mia trasmissione su Radio 24: “Sotto tiro – Storie di mafia e antimafia”. Ogni giorno dal lunedì al venerdì alle 6.45 circa e in replica poco dopo le 00.05. Potete anche scaricare le puntate su www.radio24.it. Attendo anche segnalazioni e storie.
p.p.s. Il mio libro “Economia criminale – Storia di capitali sporchi e società inquinate” è ora acquistabile con lo sconto del 15% al costo di 10,97 euro su: www.shopping24.ilsole24ore.com. Basta digitare nella fascia “cerca” il nome del libro e, una volta comparso, acquistarlo