Esclusivo/3 Carifin San Marino: arriva in Procura antimafia l’ombra lunga di camorra e ‘ndrangheta

Solo ora si scopre che l’11 giugno 2010 il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso riceve dai pm forlivesi Fabio Di Vizio e Marco Forte, 57 pagine di un nuovo rapporto dall’oggetto inequivocabile: “Relazione su evidenze investigative e questioni sistematiche di interesse per il contrasto dell’utilizzazione del sistema creditizio e finanziario per fini di riciclaggio di proventi di attività illecite, anche connessi a quelle delle organizzazioni criminali”. Più chiaro di così si muore.

In questo dettagliatissimo rapporto i due pm ricordano una serie di nomi e cognomi di persone e società sulle quali vogliono indagare più a fondo, salvo magari scoprire (ed è quello che tutti ci auguriamo) la verginità e la correttezza delle operazioni e dei comportamenti.

Attenzione: tra questi nomi e queste società non rientrano quelle di cui ho scritto nei precedenti due post (si veda l’archivio di ieri e l’altro ieri), a testimonianza di quanto sia in continua evoluzione il lavoro della Procura che cammina tanto più celermente, quanto più spediti sono l’assistenza giudiziaria e l’appoggio che provengono dalle Istituzioni sammarinesi, a partire da quelle creditizie. Quella del Tribunale, in particolare del Commissario sammarinese della legge Rita Vannucci, è uno dei pochi punti fermi.

NOLA CHIAMA, SAN MARINO RISPONDE

La prima storia che i pm raccontano per filo e per segno è quello degli assegni riconducibili a Carifin, tratti da banche campane o laziali, con importi al di sotto della soglia di “non trasferibilità”. I traenti o comunque i beneficiari sono società tutte collegate direttamente o indirettamente a una società di Nola (Napoli), con ramificazioni o interessi nelle province di Catania, Verona, Benevento e Roma.

L’ammontare degli assegni per gli anni 2005, 2006 e 2008 è di 2.817 per un importo di circa 17,8 milioni. E manca il 2007!

La correlazione dei rapporti tra la finanziaria sammarinese Carifin e la holding nolana è avvalorata da numerose telefonate intercettate tra il direttore amministrativo del gruppo e il direttore generale della Carifin, Gianluca Ghini. Nelle telefonate è esplicito il riferimento agli assegni e alle modalità di negoziazione.

Una telefonata – in particolare – viene annotata e riportata dai pm forlivesi alla Procura nazionale antimafia. Quella in cui il direttore amministrativo predispone il trasferimento di una ingente somma di denaro a favore di un istituto di credito lussemburghese. “L’ipotesi di flussi finanziari gestiti attraverso modalità anomale, dubbie e poco trasparenti – si legge a pagina 8 della relazione – viene avvalorata dalla conversazione intercettata il 18 maggio 2009 alle 11.15.17 in cui l’holding nolana manifesta l’intenzione di chiudere i rapporti con Carifin” e si accorda sulla data per andare a San Marino per la definizione.

Il piano viene portato a termine e ora la Procura di Forlì è sulle tracce dei successivi passaggi e investimenti. Si badi bene: la conversazione è stata effettuata ad appena due settimane di distanza dall’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare eseguite nell’ambito dell’inchiesta Varano e potrebbe dunque rappresentare, concludono i pm di Forlì, “un ulteriore indizio di operatività anomala del Gruppo campano”. L’interrogazione della banca dati del Viminale sui vertici societari, è bene specificarlo, non ha fornito alcun precedente.

ALTRO GIRO, ALTRA STORIA

Di altro tenore, invece, la seconda storia, raccontata anch’essa con dovizia di particolari (che qui si omettono) e che riguarda 3.247 assegni Carifin (per il solo 2008) per un importo complessivo di quasi 9,4 milioni. Tutti i titoli che finiscono nel conto fiduciario Carifn provengono dalle province di Napoli e Caserta. Numerosissime sono le girate a favore di una impresa di Casoria. Il capitale sociale (pari a 5 milioni) di questa società era, all’epoca dei fatti rappresentati, suddiviso tra marito e moglie ma 100 azioni ordinarie, pari a 100mila euro, erano in mano a Carifin sa. Il presidente del collegio sindacale conversa tranquillamente in più occasioni, come è logico che sia, con il dg di Carifin

La parte che i pm forlivesi evidenziano (in grassetto) a Grasso è che la co-titolare con 2,45 milioni di capitale, ha numerosi precedenti penali tra cui reati di concorso in associazione mafiosa, concorso in estorsione e concorso in riciclaggio. E’ stata arrestata. Il marito della cugina ha precedenti, tra l’altro, per associazione mafiosa ed è stato scarcerato, per fine pena, nel 2008.

NON POTEVANO MANCARE I CALABRESI

Se in queste segnalazioni alla Procura nazionale antimafia mancassero i calabresi, vorrebbe significare che non abbiamo capito nulla della pervasività della ‘ndrangheta.

Tra i negoziatori di assegni presso la Carifin ecco comparire dunque un calabrese di Gioiosa Ionica (un paese in provincia di Reggio Calabria in cui le cosche controllano anche l’aria) che risiede nel ravennate.

Questo soggetto – stranoto alle Forze del’Ordine – ha tra l’altro a suo carico reati come  produzione e traffico di sostanze stupefacenti, porto abusivo e detenzione di armi, ricettazione, associazione di tipo mafioso, omicidio doloso e possesso ingiustificato di valori. Il tizio in questione – uno dei presunti re del narcotraffico internazionale – era noto alle Forze dell’Ordine ma evidentemente a San Marino nessuno sapeva chi fosse e quale pedigree avesse.

Che sciocco: a San Marino i giornali non si pubblicano, quelli italiani non arrivano, la tv è oscurata, la radio è criptata, i telefoni sono sotto controllo, la posta ordinaria è sottoposta a censura, le mail sono vietate e la collaborazione investigativa e giudiziaria in quel momento era stata colpita da un hacker alieno che aveva oscurato le frequenze e le onde radio. Ah dimenticavo: tutti i piccioni viaggiatori in volo tra l’Italia e San Marino (andata e ritorno) erano stati abbattuti a colpi di bazooka.

Alla prossima puntata. Passeranno solo poche ore, tranquilli, non vi lascio soli neppure per il week end nonostante il mio cuore giallorosso cominci a palpitare per l’epocale scontro con i “gobbi”.

Besitos.

3 – to be continued (la precedenti puntate, in archivio, sono state pubblicate il 10 e l’11 novembre)

r.galullo@ilsole24ore.com

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  • Livia Leardini |

    Caro Dott. Galullo,
    della lettera ne ero a conoscenza come tutti i 60 consiglieri di allora, di cui io ero una.
    Ma essere sbilanciati nella partecipazione in una società estera solitamente comporta il dovere rientrare nei parametri fissati dalla legge italiana ed eventualmente pagare sanzioni amministrative.
    Insomma, non è esattamente come essere sospettati di riciclaggio ed associazione mafiosa.
    O no?
    Livia

  • galullo |

    Cara Livia,
    come sempre apprezzo il suo intervento “di pancia e di cuore”. E come sempre mi piace polemizzare con lei.
    Non conosco San Marino? E’ vero, lei ha ragione. Così come non conosco la droga ma ho scritto tante inchieste sul narcotraffico senza essermi fatto mai neppure uno spinello. Non frequento neppure le puttane (come invece fanno tanti politici del mio disgustoso Paese) e pur non essendoci mai andato (ne mai lo farò), anni fa feci una splendida inchiesta sul mercato della prostituzione.
    Questo per confermarle che i documenti a San Marino circolano eccome. E conoscere o meno San Marino e le sue bellezze (a partire dalle splendide ragazze) o la sua storia politica, non c’entra una beata fava. Se la politica di vertice tiene all’oscuro quella che una volta veniva chiamata “la base” sono solo e soltanto cacchi vostri. Pretendete di più.
    Vede Livia, a tutti (forse) è sfuggito un elemento di una gravità (a modesto avviso di chi, come me, non conosce San Marino) assoluta. Settimane fa sul blog e lo stesso giorno sul Sole scrissi che il vostro ex Segretario di Stato alle Finanze, Gabriele Gatti ha messo nero su bianco (ripeto: nero su bianco ai pm di Forlì) che tutti (ripeto: tutti) i rappresentanti del consiglio grande e generale avevano la lettera con cui Fantini nel maggio 2008 scriveva che Delta era controllata da Carisp. Lei, che come tanti altri fa politica, lo sapeva? Non credo. Ma qualcuno tra le vergini del suo partito sì. O mi sbaglio? E allora come pretendete di conoscere voi quel che accade nella politica, nell’economia e nella finanza sammarinese, meglio di chi, come me e tanti altri colleghi, pur non conoscendo San Marino, si spacca la schiena in quattro per trovare notizie e sottoporle alla vostra conoscenza?
    Insisto dunque nel dire che rogatorie, code et similia sono conosciute eccome a San Marino. Non so nelle stanze di chi restano depositate e non mi interessa neppure saperlo perché non sono né sammarinese né sono un giornalista, un politico, un banchiere o un politico sammarinese.
    Quanto al resto – bontà di commissari della legge, commissari, pm etc – sono cose che, come lei sa, non mi interessano.
    Un caro saluto e grazie di cuore a lei e ai sammarinesi
    Roberto

  • Livia Leardini |

    Caro Dott. Galullo,
    vorrei dirLe da subito che nella mia opinione non metterei la mano sul fuoco per nessuna delle circa sessanta finanziarie sammarinesi. A differenza delle Banche, perlomeno delle cosiddette storiche, ritengo che ve ne siano una gran parte che movimentano quasi nulla e le restanti che movimentano troppo, se così vogliamo dire.
    In giugno, del 2010, come già nel 2009 e nel 2008, la Procura sta cercando di trovare, ed aggiungo giustamente, un riscontro alla gravissima accusa formulata di riciclaggio. Se non fosse che, di solito, si riscontra prima il presunto reato sulla base di indizi circostanziati o di prove e poi si indaga per approfondire, direi che la cosa non mi turba affatto.
    Anzi, e mi ripeto per la centesima volta, se il comportamento dei responsabili di Carifin, al pari di Carisp o di Delta, hanno deliberatamente commesso questi reati sono e sarò la prima ad applaudere alla Procura.
    Devo però evidenziare che Lei conosce ben poco San Marino. Ed aggiungo, se rappresento bene il suo sentire, che non ha alcun interesse a conoscerlo.
    Lei parla di una rogatoria su tutti i tavoli della politica sammarinese, di un Giudice ineccepibile, di una collaborazione ora su buoni binari e di una normativa in grave ritardo.
    Bene. Io non mi permetto di di dissentire sulle suddette informazioni, mi limito a fare delle considerazioni in ordine sparso. A San Marino, pur in presenza di strumenti normativi, si lascia troppo spazio ad interpretazioni giurisprudenziali che distorcono il senso stesso della legge, ora come nel passato. Quindi l’unico modo per poter adottare normative pienamenti rispondenti agli standard europei e per vederle applicate correttamente è aderire all’Unione Europea ed ai suoi meccanismi di controllo. E questo lo dico per esperienza diretta.
    La politica, perlomeno quella che io frequento e della quale mi faccio parte attiva, e non sto parlando solo del mio Partito, non solo non ha mai visto la rogatoria nè la sua “coda”, ma viene tenuta volutamente all’oscuro di tutto. E sto parlando della stragrande maggioranza di chi fa politica attiva a San Marino. Se poi Lei si riferiva ai pochi, pochissimi, “notabili” della stessa e cioè a quei soggetti che decidono le sorti del nostro Paese, allora non posso che darLe ragione. Quelli avranno pure la rogatoria da tempo a Loro disposizione, al pari di Lei, ma Le garantisco che non gli comporta alcun tipo di problema se non quello di verificare che loro non siano citati nella stessa.
    Il problema dell’infiltrazione mafiosa a San Marino c’è ed è una realtà da tempo. E’ cresciuta in maniera più che proporzionale al crescere del numero delle gru in territorio ed al “fiorire” delle già citate finanziarie.
    Ora attendo solo che l’effetto domino faccia il suo corso.
    Ma la prego di credere che San Marino non è questo.
    I soggetti che hanno fatto o che a tutt’oggi fanno affari con la malavita o che hanno basato i loro affari sulle frodi fiscali sono una minoranza che, purtroppo, hanno fatto e fanno, purtroppo, grandi volumi.
    Ma non credo che si siano affidati a Carisp o a Delta. E attendo che la Procura oltre che a chiedere alla Direzione Nazionale Antimafia possa avere anche delle risposte, negative o positive che siano.
    Su Carifin non ho elementi per sostenere la bontà o meno della gestione. Ed inoltre ho un forte pregiudizio, lo ammetto, verso le innumerevoli finanziarie di San Marino. Quindi, anche qui, aspetto con serenità l’esito delle indagini della Procura.
    Così come aspetto che il vostro Ministro delle Finanze pretenda da San Marino lo scambio automatico delle informazioni nel settore bancario e finanziario e che ci permetta poi di chiedere di diventare Banche agenti, perchè questo è l’unico modo per aiutare veramente San Marino a liberarsi dai fenomeni mafiosi e per salvaguardare la nostra economia e soprattutto i lavoratori del settore. Lavoratori che sono stati brutalmente violati nei loro diritti nell’affaire Carisp-Delta grazie ad una gestione commissariale a dir poco vergognosa.
    Complimenti ancora per la nuova trasmissione radiofonica “Sotto tiro” e per l’enorme lavoro che sta svolgendo a favore della difesa dello Stato contro l’aggressione mafiosa, parassita che distrugge tutto ciò che tocca. Credo che Lei riesca a dare speranza e fiducia a molte persone che purtroppo da quel parassita sono stati intaccati. Non smetta mai perchè hanno, abbiamo, bisogno del Suo eccellente lavoro.
    Livia

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