Egregio dr. Galullo, preliminarmente Le ricambio l'affettuoso saluto, e la informo che dopo una serie indiscriminata di attacchi mediatici alla mia azienda, fatta di persone serie ed oneste, tutti i miei collaboratori hanno deciso, con il mio consenso, di dire la propria, utilizzando non l'anonimato, ma l'indirizzo: IMPREMED.Spa @alice.it.
Se di anonimi si fosse trattato non avrebbe trovato l'indirizzo mail nei medesimi. Non si tratta, dunque, di una trappola, soprattutto nei riguardi di chi stimiamo come giornalista serio ed onesto.
Anzi, riconoscendo la sua onestà intellettuale, colgo l'occasione per invitarla ad occuparsi personalmente della vicenda processuale che ci ha visto coinvolti in passato; le metterò a disposizione tutti i provvedimenti giudiziari ed ogni altro atto ritenuto utile al fine di dimostrarle quanto pretestuose, false ed infondate siano state le accuse di De Magistris nei miei confronti e nei confronti della azienda che io rappresento.
Ritengo di essere un imprenditore serio, ed insieme ai miei soci ed ai miei collaboratori abbiamo speso tutte le energie per creare occupazione in una Calabria sempre più allo sbando; abbiamo sempre rispettato le leggi ed i lavoratori, abbiamo sempre combattuto e denunciato il malaffare, non possiamo, dunque, sopportare ulteriormente critiche da chi utilizza le parole per colpire indiscriminatamente la gente per trarne un utile personale.
Ritengo, ancora, che non bisogna fottersene delle verità, non bisogna fottersene di chi denuncia fatti come quello che sono accaduti alla mia azienda, perchè se ci sta a cuore la Calabria e vogliamo combattere la diffusa illegalità che ivi imperversa sovrana, dobbiamo farlo attraverso il rispetto delle regole, cominciando dalle piccole cose del vivere quotidiano.
Per cambiare la Calabria, occorre dare fiducia ai cittadini, rispettare le istituzioni, combattere l'illegalità con la propria condotta di vita, soprattutto occorre l'ONESTA' INTELLETTUALE in ciascuno di noi e la riscoperta di quei VALORI che De Magistris sembra aver dimenticato o, forse, non ha mai conosciuto. Un cordiale saluto.
Avvocato Maurizio Mottola di Amato
Risposta
Egregio avvocato La ringrazio per il graditissimo intervento, così come ringrazio i circa 12mila lettori che finora hanno seguito i sei articoli dedicati alla vicenda Why Not nell’ultima settimana (si vedano servizi in archivio) Un boom davvero incredibile che testimonia l’importanza della vicemda.
Tengo però a precisare che l’anonimato è dettato dal fatto che negli interventi (oltretutto abbastanza ripetitivi) i suoi collaboratori usano solo il nome e non il cognome e che inoltre, se io non avessi cliccato sul dominio dello scrivente (scrupolo che ho sempre proprio perché non capisco chi non mette la faccia sulle opinioni che esprime) mai avrei saputo (e con me le migliaia di lettori del mio blog che non possono cliccare sugli indirizzi mail dei commentatori) che erano collaboratori suoi e dipendenti Impremed (ricordo per brevità ai lettori, rimandando all’articolo di ieri, domenica 7 novembre e ai relativi e copiosi commenti, che l’avvocato Mottola di Amato è marito del giudice Abigail Mellace che ha emesso la sentenza 32/10 e che anche nel recente passato ha avuto duri scambi di opinione con il dottor De Magistris, del quale, colgo l’occasione per dirlo a tutti, tornerò a scrivere domani. De Magistris che ha avuto anche duri scambi con lo stesso giudice Mellace con reciproca promessa di querela).
La ringrazio ancora per l’intervento, spero di avere ancora commenti dai suoi collaboratori, liberi di mettere nome e cognome per rendere ancor più visibili storie e opinioni e le garantisco che – come sto facendo da tanti anni – continuerò a seguire la vicenda Why Not con la stessa onestà intellettuale, indipendenza di giudizio e professionalità che lei mi riconosce e che sono un patrimonio irrinunciabile della mia deontologia e del mio stile di vita.
Cordiali saluti e buon lavoro a lei e ai dipendenti Impremed
Roberto Galullo